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Autore: Midnight_whisper    20/03/2013    2 recensioni
Non so se definire questa storia "romantica". Di sicuro è "umana". Perché questa storia parla di un errore, di un dubbio, un'incertezza, un'insicurezza. E non sono forse queste le tracce più evidenti della nostra umanità? Buona lettura, spero non la troverete banale, ma è venuta così... Nota: Preciso, per evitare fraintendimenti, che non c'è nessun dialogo: parla solo un personaggio.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Bene. Insomma ormai da quanto ci frequentiamo... due mesi?”
Annuisce. Cavoli, lo sto facendo ancora. La sto illudendo. Lei pensa che io le stia per chiedere se lei ed io... Ah, faccio proprio schifo.
“Credo che sia arrivato il momento di dirti una cosa importante. Non mi interrompere, per favore.”
Merda, merda! L’ho fatto di nuovo. Devo smetterla. Quei suoi occhi azzurri luccicano di speranza, per colpa mia.
“Io... ho fatto una cosa sbagliata. No: ne ho fatte tante cose sbagliate. Adesso, non pretendo di essere perdonato. Però voglio smetterla di sbagliare. Avvicinati.”
Okay, questo forse ero un po’ meno illusorio. Posso farcela.
“Adesso... dammi uno schiaffo.”
Ride. Lo sapevo. Porca miseria, potevo sistemare questa situazione molto più facilmente.
“No sul serio. Se... se ti fidi di me...” Purtroppo si fida, purtroppo mi ama. “Allora fammi questo piacere. Dammi uno schiaffo, non trattenerti.”
“Dai, questo non è niente. Forte, voglio uno schiaffo forte, non un buffetto.”
“Di nuovo, con rabbia... Fallo e basta, poi capirai perché.”
“Ehi, ehi. Stai calma.”
L’ho messa sotto pressione, non vorrei che mi scoppi a piangere davanti. Non sta capendo nulla, poverina.
“Allora, un’ultima volta. Guardami e... odiami. Per un momento odiami con tutta te stessa e fammi male. Dammi uno schiaffo fort... Ecco, questo andava bene.”
Fa male, ma lo merito. Adesso mi sembra sollevata.
“Volevo che lo facessi bene, per evitare di non averne più la possibilità. Ora chiudi gli occhi, dammi la mano.”
Le lascio scivolare la spilla fra le dita. Le stringo la mano, per non farla cadere. Le do un ultimo bacio sulla guancia. Poi mi avvicino al suo orecchio.
“Mi dispiace. Io... ora conta fino a dieci. Poi apri gli occhi. Non sta succedendo nulla, non continuare a chiedere. Conta. A dieci riapri gli occhi. E sarà tutto a posto.”
Indietreggio e dopo qualche passo silenzioso, inizio a scappare via.
 
Non le dirò tutto il male che le ho fatto, tutte le bugie che le ho detto, le illusioni che ho fatto in modo si creasse. Non le dirò perché l’ho avvicinata. Non le dirò che sapevo quanto fosse cotta di me e quanto l’abbia cercata, per puro narcisismo. Non le dirò che tutto l’imbarazzo era finto, che quei sentimenti erano falsi. Non le dirò che avevo bisogno di stare al centro del mondo di qualcuno. Non le dirò che lei è stata solo l’altra, quella per dimenticare. Non le dirò che è stata un passatempo, un divertimento. Non le dirò quanto, ogni tanto, le sue parole mi dessero fastidio. Non le dirò che non sono mai stato geloso di lei. Non le dirò niente di tutto questo. Non le dirò niente.
Non le dirò nemmeno che, in fondo, mi sono innamorato di lei e l’ho persa stupidamente. Dopotutto, in quel momento, non l’avevo detto nemmeno a me stesso.
  
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