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Autore: Garnet_2000    20/03/2013    1 recensioni
"Mi sono sempre chiesta quale fosse il mio destino, il mio scopo nella vita. Mi hanno sempre insegnato che il ruolo di una principessa è quello di tenere pace nel proprio regno, portare giustizia... [...] Pensavo di essere fortunata, graziata. Quello che chiedevo mi era concesso. Ho seguito questa routine per tutta la mia vita, e credo che non smetterò mai di farlo. Il mio destino è questo?"
-Seline
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo I

Mi sono sempre chiesta quale fosse il mio destino, il mio scopo nella vita. Mi hanno sempre insegnato che il ruolo di una principessa è quello di tenere pace nel proprio regno, portare giustizia, ed essere sovrana inoltre vuol dire partecipare ai balli di corte con nobili e persone di grande importanza.
Una buona principessa deve essere sofisticata, bella, attraente e con un atteggiamento da aristocratica. Deve essere colta, saggia ed istruita; non è concesso il minimo sbaglio nei compiti svolti e tanto meno disordine. I momenti più duri per la figlia di un sovrano sono fra i sei anni e... I sedici.
Proprio così; una principessa una volta compiuti i sedici anni diventa regina ed è costretta a sposarsi con un principe.
E' da quando sono nata che mi sono sentita dire “Quando sarai Regina...” e poi una lista di compiti impossibili da svolgere in un solo giorno.
Ecco, io non mi sono mai sentita parte di questo mondo. Molti miei compagni di classe (quei pochi anni che ho fatto, perchè poco dopo sono dovuta andare per volere dei miei in scuola private) mi invidiavano, sopratutto le mie amiche. Credevano che la mia vita fosse tutta rose e fiori, vestiti e gioielli, feste e divertimento.
Ma si sono sempre sbagliate, e con loro anche io.
Pensavo di essere fortunata, graziata. Quello che chiedevo mi era concesso. Ho seguito questa routine per tutta la mia vita, e credo che non smetterò mai di farlo. Il mio destino è questo?

Apro gli occhi e un raggio di sole mi illumina il volto nascosto dai miei lunghi capelli. Alzo lentamente la testa e sospiro: un altro giorno incomincia.
“Signorina, i suoi genitori la attendono nell'atrio.”
Dice una delle tante cameriere che si occupano di me affacciandosi dalla porta.
“La ringrazio. Arrivo immediatamente.” rispondo con un sor
riso, lei s' inchina ed esce velocemente dalla stanza.
Che sta succedendo? Strano, di solito prima di iniziare con i compiti della giornata facciamo colazione...
Bhe, sospetti o no devo prepararmi in fretta. Entro nella sala armadio e prendo l'abito del mattino: un vestito bianco cristallino con un nastro rosa intorno alla vita; perfettamente coordinato con la ballerine e con la corona d'oro, decorata con piccole rose di rubino. Mi spazzolo i capelli, mi lavo la faccia e mi do la crema.
Sono pronta.
Esco dalla stanza e mi incammino verso l'atrio immersa nei miei pensieri. Forse vorrà parlare del mio matrimonio... Oh no!
Io non voglio sposarmi, non capisco perchè a sedici anni una principessa sia costretta a sposarsi! Andiamo, sono troppo giovane, e una volta unita in matrimonio sarò già passata all'età degli adulti. Io non mi sento pronta...
“Ehi, hai visto quanta gente?”
“Tidus, non dovresti essere qui. Dovresti essere già a scuola!”
Tidus è mio fratello minore, ha dieci anni e, al contrario di me, frequenta la scuola pubblica.
“I nostri genitori mi hanno lasciato a casa da scuola, devono comunicare qualcosa di importante. Sai di che si tratta?”
Ribatte lui alzando un sopracciglio.
I suoi capelli biondi spettinati fanno risaltare il suo sguardo furbo e beffardo. La corona e posta in modo storto sulla sua testa, e la sua camicia sbottonata e i pantaloni larghi fanno capire che un ragazzino disordinato, ma devo ammettere che riesce a sollevare l'umore di chiunque con una sua battuta!
“No, non so nulla...” mormoro io sbirciando fuori dalla finestra. Tutta la città si sta dirigendo verso il nostro castello.
Forse è più importante del previsto. E' meglio muoversi.
“Andiamo, oppure perderemo l'annuncio.” dico io ricominciando a camminare, questa volta con un passo più veloce.
Come pensavo, mio padre ha voluto riunire l'intero popolo nel nostro atrio: nobili e non sono venuti a sentire che ha da dire il loro sovrano. Quando arrivo mia madre mi invita a sedersi sul trono accanto al loro. Stessa cosa fa mio padre nei confronti di mio fratello. Il popolo applaude e incita l'inizio del discorso.
“Scusate se vi ho riunito così presto, come ben so oggi era un giorni di lavoro e di scuola per tutti noi, ma vi ho chiamato per un motivo più importante dello studio e dello zucchero filato.”
Alcuni presenti ridono. Oh, ma perchè deve sempre fare delle battute? Non riesce a stare serio un attimo.
“Che intende dire, padre?” chiede mio fratello fra le risate di tutti.
“Intendo dire che fra tre giorni esatti muoveremo le nostre truppe verso il regno oscuro.”
Silenzio immediato. Nessuno se lo aspettava. La gente inizia ad agitarsi e a chiedere il perchè di questa decisione.
“Vi comunico tristemente che il regno del buio è riuscito a conquistare il regno della terra in soli tre giorni! I prossimi potremo essere noi!”
“E che cosa intende fare?” urla un cittadino.
“L'unica cosa è attaccare per primi. Abbiamo una settimana per scegliere i guerrieri più forti, raccogliere delle armi e mettere in salvo libri e testi antichi!” replica mio padre alzandosi in piedi.
“In così poco tempo?” chiede lo stesso signore. Un mormorio si alza dal gruppo di persone riunite nel nostro salone.
“Si, non abbiamo altra scelta.”
Tutti dicono la loro e protestano, e le guardie sono costrette e condurli fuori con la forza e minacciandoli di chiuderli tutti quanti nelle prigioni.
“Incredibile, non ci posso credere! Ho dieci anni e combatterò la mia prima guerra!” urla felice mio fratello lanciando per aria la corona.
“Eh no, voi due rimarrete qui, al sicuro e sotto protezione dei cavalieri.” io e mio fratello ci lanciamo un occhiata e diciamo:
“Cosa?” mia madre sospira e ci fa segno di tacere, poi se ne va seguita da mio padre. Una guerra... Ma perchè?

“Non mi va giù questa storia!” brontola mio fratello lanciando una conchiglia nel laghetto in giardino. Io me ne sto seduta vicino ad un albero e ascolto le sue lamentele; sono d'accordo con lui.
“Perchè una guerra? Il regno del buio non ci ha attaccati, e non vedo perchè dovremmo farlo noi: peggioreremo soltanto le cose.”
Sospiro triste. Vorrei essere d'aiuto anche io.
Sono in grado di fare magie, invocazioni e sono dotata di poteri curativi: anche se non a capo dell'esercito potrei aiutare.
E' da quando sono nata che mi insegnano magie ed incantesimi e ora che cè bisogno di tutto il supporto possibile mi dicono di rimanermene con le mani in mano.
“Bhe, io no mollo e vado a convincere nostro padre!”
“Non ti ascolterà.” gli dico sbuffando.
“Io almeno faccio qualcosa al contrario di te! Sei solo una perfettina che rispetta sempre le regole!” mi insulta lui dando un calcio ad un altro sasso.
“Non sono perfettina. Ma i nostri genitori sanno quello che fanno e se ci hanno ordinato di rimanere al castello ci sarà un motivo.”
“Appunto perfettina!” ripete lui correndo verso l'entrata del castello.
Ufh, che maleducato! Invece di insegnare a me le buone maniere dovrebbero educare lui. Ma se avesse ragione...?
Forse dovrei fare qualcosa anche io! Non devo per forza combattere sul campo di battaglia, ma potrei spiare l'esercito nemico e riferire le loro strategie a mio padre. Così avremmo più possibilità di vittoria e così finalmente regnerebbe la pace.
Una volta tolto di mezzo il regno oscuro, i restanti quattro regni potranno vivere una vita normale!
“Si, ho deciso!” esclamo alzandomi in piedi di scatto.
Ce la posso fare! Ma per attuare il mio piano devo attendere la notte.
Mi introdurrò nella dimora del principe del buio, e niente e nessuno potrà fermarmi. Sta volta solo io avrò il comando sul mio destino...

  
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