Rimani?

Kyubey la fissa, e il suo sguardo l’attraversa, rimbalza sul muro e corre fuori dalla finestra. Lei non esiste.
Ha provato ad offrirgli dei dolci. Li mangia, a volte, ma non ha mai detto che sono buoni.
Forse non lo sono.
Forse lei è inutile.

Rimarresti, per favore? Vorresti?

Ha provato a stringerlo per ricavarne calore, ma il corpo di Kyubey è freddo. Non gelido, ma fresco. Come se fosse un pupazzo. Ha goduto della sua morbidezza, poi lui si è mosso e Mami ha quasi sentito paura.
Sarebbe stato uguale stringere una bambola, ma lei sarebbe rimasta.
Forse non lo merita.
Forse non merita neanche una bambola.

“Non potevi fare altro.” le ha detto, quando ha pianto. Era pentita, era spaventata. Era orfana e sola.
“Ma avrei potuto...”
“Non potevi fare altro.” E il suo tono era diventato autoritario. Le aveva vietato di sentirsi in colpa. Senza dirlo, le aveva detto di smetterla. E lei aveva smesso.
Non aveva più pianto che da sola, la notte. Con le coperte strette nei pugni, come se avesse bisogno di tenersi ferma, altrimenti il dolore l’avrebbe trasportata via.

Il dolore è troppo. Non l’avrebbe mai immaginato. Aveva pensato che sarebbe stata come Usagi, ma più carina e con un po’ più di sale in zucca. Ora le immagini scorrevano sullo schermo, e riusciva a vedere solo le interferenze.
Erano bugie, non c’era niente di nobile, niente di sensato.
Il dolore la coglie all’improvviso. A volte le sembra di star bene, canticchia cucinando, pulendo il luogo che ora è la sua casa. Si sforza di amarlo, di renderlo bello perché sia più facile tornarci. E poi arriva. La stordisce.
E’ troppo, e ha bisogno di sedersi. Rimane muta a fissare il muro, sbattendo le palpebre. Ora passa. Ora passa. Respira.

Potresti desiderare di rimanere?

Ha la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato.
Arriva poco dopo il dolore, quando tutto è calmo. Quando sente di nuovo l’aria passarle nella gola. Forse sono attacchi di panico, ne ha sentito parlare. E’ normale. Non c’è nulla di cui aver paura. E’ solo triste, e chi non lo sarebbe nelle sue condizioni? Ma è viva.
E’ viva.
E’ una decisione che ha preso, l’esserlo. La maggior parte della gente lo è e basta. Lei lo ha scelto. Deve portarne la responsabilità, e per questo riprende a respirare. Se avesse voluto smettere, sarebbe morta. Invece è viva, e i vivi respirano. Lo ripete in mente. I vivi respirano. Respira, tesoro. Sei viva, lo sai? Sei...
Poi Kyubey balza dentro e la guarda.
Mami gli sorride, si rassetta la gonna e si alza in piedi. E’ pronta.