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Autore: maddywatsons    21/03/2013    0 recensioni
L'omicidio ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.
-Marko Hautala.
La vicenda di quattro ragazzi alle riprese per una relazione scolastica "horror".
Si rivela una storia piena di intrighi, e la morte di alcuni degli amici, ma ricordate, l'omicida non è sempre "riconoscibile"
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Era buio ormai. Credo di aver già raccontato che con il passar del tempo era diventata notte e che io e Elizabeth ancora non avevamo trovato Mike e Susan.
La foresta era fosca: gli alberi avevano perso tutte le foglie, c'era un vento forte e quell'unica casa, dove andai per cercare Elizabeth, era intatta.
Con un vento del genere, almeno quella seggiola, sul retro della dimora, si sarebbe dovuta spostare. Invece no; era ferma e non si era mossa nemmeno di un millimetro.
Io ed Elizabeth continuavamo a camminare nel vuoto poiché non c'era nessuno nei paraggi e non c'era traccia dei ragazzi.
Cercai nello zainetto quel cellulare su cui mi avevano chiamato Mike e Susan, ma non lo trovai.
Pensai: mi sarà caduto da qualche parte in giro per la foresta. Non avevo tutte le certezze,ma doveva essere stato per forza così.
D'un tratto ci trovammo di fronte una pompa di benzina. La faccenda cominciava a parermi strana; prima non avevo trovato nessuna pompa di benzina e adesso, era spuntata come per magia.
Vicino a tale pompa, c'era un uomo. A prima vista, sembrava l'uomo che incontrammo prima con la maschera,ma non lo era.
Mi avvicinai con cautela dicendo ad Elizabeth di non venire. Appena arrivato, quest'uomo mi guardò e mi disse -Hai da accendere?-.
Non sembrava volesse "accendere" una sigaretta dal tono di voce che aveva utilizzato per chiedermelo. Aveva un'aspetto un po' cupo. L'ho saputo descrivere perché si voltò di scatto verso di me.
Era un uomo alto, con la barba folta e nera,ma non troppo lunga. Gli occhi non li seppi riconoscere, perché aveva un paio di occhiali e perché era tutto buio.
Chiesi all'uomo se volesse un accendino,ma lui mi mostrò che lo aveva. Allora cosa poteva volere?
Mi prese la mano e me, accendendo la fiamma dell'accendino, me la collocò al di sopra di esso. -Fa male vero? Dammi la ragazza se vuoi che questa piccola fiamma non si espanda su tutto il tuo corpo-.
Furono le sue ultime parole, poi mi chiuse gli occhi e, appena li riaprii, non c'era più.
Ritornai da Elizabeth e pensai tra me e me: -Se la vuole così tanto, perché non se l'è presa adesso?-.
E' un po' bizzarro che questa parola "presa" sia uscita dalla mia bocca, è una frase che non ha molto senso,ma non sapevo spiegare meglio di così.
-Dimmi una cosa- cominciai a chiedere ad Elizabeth, -Conosci quell'uomo?-. La sua risposta fu un semplice e netto -No-, ma io ero ancora intontito dal perché l'uomo volesse proprio lei.
Ci incamminammo nuovamente. Erano su per giù le tre di notte, e ancora non c'erano tracce del mio migliore amico e della mia ragazza. Cominciavo ad avere attacchi di panico. Avevo paura che potesse essere accaduto qualcosa di grave o che addirittura quell'uomo fosse andato da loro per vendicarsi. E non so perchè utilizzo questa parola, ma sembrava come se l'uomo cupo e barbuto ce l'avesse con me.
Elizabeth mi abbracciò,cercando di rassicurarmi, ma gli attacchi di panico continuavano a crescere e quasi non riuscivo a controllarli.
Caddi a terra. Ero "stordito". Vedevo offuscato, come se ci fosse la nebbia,ma non c'era.
All'improvviso sentimmo una voce. Non penso fosse stata una voce, forse un urlo o semplicemente il vento che aveva fatto cadere quella seggiola sul retro della famosa casa.
Non riuscivo a non pensare a quel "suono", oppure a Mike e Susan, o all'uomo che voleva Elizabeth, o ancora quest'ultima che cercava invano di rassicurarmi.
Dopo un po' mi ripresi e decisi di incamminarmi ancora una volta alla ricerca dei ragazzi.
Corremmo: non avevamo più voglia di fermarci, ormai era tardi e non avevamo pensato nemmeno ad avverire le nostre famiglie.
Diciamo che, in un momento del genere, con tutto quello che stava succedendo, avvertire le famiglie era l'ultima cosa.
Arrivammo ad un fiume. Decisi di chinarmi e bere. L'acqua aveva un sapore diverso e non perché era un fiume, perché già avevo bevuto da una sorgente, ma era qualcos'altro.
Feci per alzarmi e vidi che nel fiume c'era del sangue. Pensai al peggio. A Susan, a Mike oppure a quell'uomo. E sinceramente, non so il vero motivo,ma mi venne in mente.
Mi voltai e Elizabeth era sparita. Potevo solo pensare che quella notte sarebbe stata davvero molto lunga.
Oltre a Mike e Susan, dovevo cercare anche Elizabeth e, gli attacchi di panico si facevano sentire sempre più.
Non sapevo se continuare oppure se ritornare alla pompa di benzina, ricaricare la macchina ed andarmene. Ma pensai che non dovevano essere abbandonati. Per di più, Mike e Susan si erano persi di vista e quindi avrei dovuto cercare uno alla volta.
Il cellulare era scarico, e anche se avessi provato a chiedere aiuto alla polizia, non avrei potuto comunque. D'altronde, non c'era cosa buona che si stava verificando.
Il mio obbiettivo principale era Elizabeth. Avevo lo strano presentimento che quell'uomo barbuto fosse riuscito a prenderla e quindi cercai le sue tracce, o almeno quelle delle scarpe, per così dire.
Non trovai nessuna traccia. Sembrava che non avesse camminato, oppure che avesse coperto, in qualche modo assurdo, le sue pedate.
Ero molto più confuso. Per terra, infatti, riuscii a trovare solo delle "strisce", come se fosse passata una macchina. Ma non vedevo nessun veicolo in giro, tranne una piccola motocicletta accanto ad una baracca.


__Spazio autrice. Ho voluto "descrivere" un po' il luogo e il nuovo personaggio, così suggeritomi da un recensore. Ringrazio quest ultimo dell'utile consiglio e spero di sorprendere tutti andando avanti con la storia. Alla prossima. -Maddy
   
 
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