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Autore: Nindia Cobs    21/03/2013    3 recensioni
Primo della raccolta de ''Teenagers today-problemi dell'adolescenza''. Il bisogno di sentirsi accettati porta a cambiare se stessi.
Non è la droga alla moda, ma la moda a essere una droga. Ti fa sentire superiore, migliore, diverso, ma in realtà sei solo una pedina da giocare, la moda, le griffe, le firme, non ti condedono la libertà.
Non si ritorna indietro, non esiste ritorno.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney | Coppie: Trent/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale
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Questa fiction è la prima della raccolta de ''Teenagers today-problemi dell'adolescenza.'', tratta dell'ossessione delle ragazzine di essere sempre alla moda, copiare gli altri e vestire sommerse dalle griffe, e quando i genitori non possono permetterselo, spesso vendono il loro corpo prostituendosi, rubando o usando metodi illegali.
Prima che cominciate a segnalarmi l'ooc, già vi avverto che ho messo negli avvertimenti l'ooc, poi dal titolo già si capisce che Courtney, la protagonsita, subirà dei cambiamenti. Buona lettura. Lasciatemi una recensione se vi va... Mi fareste veramente felice:)





Avete presente quelle notti afose d'estate che non vi lasciano riposare? Courtney no. Soffriva d'insonnia e la causa era una sola, difficile ammetterlo forse, ma il motivo lo sapeva solo lei, e non avrebbe rivelato quel segreto ad anima viva. A nessuno.
Era una calda mattinata d'agosto, il caldo cominciava a farsi sentire, in alcuni punti della città di Toronto un leggero venticello rinfrescava l'aria, nelle vicinanze si udiva il cinguettare degli usignoli, nonostante fosse una città vasta e avvolta dallo smog, si poteva respirare.
 Courtney si preparò psicologicamente ad affrontare un'altra giornata di lavoro, a lei piaceva svolgere il proprio dovere, lo trovava gratificante, ma stare tutto il tempo in ufficio durante una bella giornata, non era piacevole.
Purtroppo quando si vive da soli, senza un appoggio, una famiglia a cui chiedere aiuto, o qualche amico con cui confidarsi, bisogna cavarsela, impegnarsi per una nobile causa, lavorare tanto per portare i soldi a casa, dove nessuno ti aspetta se non per sottrartela. Tutto a scopo di lucro...
La giovane s'incamminò verso l'ufficio, i mezzi pubblici erano pieni di sconosciuti e poco igienici, la sua meravigliosa Bugatti bianca, ultimo modello, la utilizzava solo per fare bella figura, per occasioni speciali o matrimoni...
Dopo mezz'ora già si trovava davanti all'edificio in mattoni, lavorava presso un’ agenzia immobiliare, tutta gente corrotta la popolavano, senza parlare delle sgualdrine come Gwen Parnell! Abbozzò una smorfia disgustata davanti all'immagine della darkettona che faceva la ''gentile'' col capo.
Le uniche cose su cui poteva veramente contare? La moda, il lusso, la popolarità... Era tutto ciò che una donna doveva essere, perché nella vita se sei una nullità, o diventi qualcuno, o soccombi. E ovviamente lei aveva ritenuto migliore la prima opzione, spendendo una fortuna per acquistare capi d'abbigliamento griffati e delle marche più famose.
Quando camminava per strada con addosso tutte quelle firme, si sentiva superiore, senza di esse non le rimaneva nulla e non era nulla. Eppure stava diventando una droga.Vanità. Superbia. Egoismo. Fragilità.
Non siamo nessuno per giudicare, ma veramente è giusto diventare qualcosa di diverso dal nostro modo di essere, solo perché pensiamo di essere nati sbagliati? Un abito non fa di noi una persona migliore, gli oggetti materiali perdono il loro valore prima o poi, ma la nostra personalità rimarrà dentro di noi per sempre, ed è lì che deve stare e poi uscire fuori quando qualcuno ha bisogno d’aiuto.
Con aria indifferente s'incamminò verso l'entrata dell'edificio, ma non riuscì nemmeno a fare un altro passo, che una scena attirò la sua attenzione: una bambina stava piangendo per aver rovinato i suoi zoccoli di legno.
Quei zoccoli potevano al massimo costare cinque dollari, nulla di più, ma forse per la bambina significavano molto, perché la madre non li aveva ottenuti facilmente, si poteva notare dall'abbigliamento, pativano miseria di sicuro.
- Guarda cosa hai fatto! Adesso cosa dirò a tuo padre? Sai che non vuole che spendiamo soldi inutilmente! - la rimproverò la madre senza ritegno, dandole uno schiaffo che la fece barcollare. La bambina dimostrava sei anni.
Nessuno stava assistendo alla scena a parte Courtney, così decise di avvicinarsi, le dispiaceva vederla in lacrime, compativa entrambe. Di padri egoisti e saccenti ne sapeva qualcosa...
- Basta! Fermatevi! Non vedete che sta piangendo? Vi prego, non procurate a questa povera bambina altri dolori. - mormorò supplicandola.
Stranamente si sentiva in dovere di aiutarla, non era il tipo che faceva beneficenza, non sprecava soldi per nessuno, ma quella famiglia ne aveva bisogno. Nessun abito, nemmeno il più costoso e alla moda, poteva essere paragonato al sorriso di quella bambina.
- E tu chi sei? Vattene, so come educare mia figlia. È una donna ormai, deve imparare a portare i soldi a casa. - mormorò la zingara indicando la piccola.
Courtney non sapeva che fare, strinse i pugni e ci riflettè, come poteva soccorrere quelle persone? Dovevano accettare il suo aiuto!
- Fatemi parlare con la bimba, poi me ne andrò e non mi vedrete più. - promise gentilmente (strano).
La donna acconsentì con un gesto sgarbato. La ragazza ai abbassò per far si che la bambina la guardasse negli occhi, poi sorrise e si slacciò la sua collana preferita, forgiata d'oro aveva un pendente a forma di cuore, un vero diamante, costava una fortuna.
Lo diede alla bambina che, titubante non sapeva se accettarlo, poi alla fine lo strinse, sapeva cosa fare.
- Vendete questo gioiello, così potete comprare a vostra figlia un nuovo paio di scarpe e farvi una nuova vita, lontano dal vostro violento marito. - sibilò riferendosi alla donna, lei sembrava sorpresa. - Lo so, non importa come, ma io lo so semplicemente.
Aveva nascosto i lividi e le ferite, ma le più gravi erano quelle interne, che non si sarebbero mai rimarginate.
Le due le sorrisero ringraziandola e se ne andarono per paura che cambiasse idea.
Il giorno dopo sul giornale lesse di una madre e una bambina scappate via in tempo, prima che il padre violento si uccidesse insieme a loro. L’uomo aveva preso quella decisione, ma per fortuna le due erano fuggite senza ritornare a casa.
Da quel momento la sua vita cambiò, non era più sola, la voglia di vivere le faceva compagnia.
   
 
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