+Prologo+
Eccomi, guardate come stò messa:
male.
Sono ancora acciaccata per il pogo post concerto contro il palchetto del mio
locale preferito (il mio locale preferito
non ha transenne, ha direttamente il palchetto, e ogni volta me lo trovo
conficcato nel basso ventre dove mi lascia un bel tatuaggio) e loro se ne
vengono di nuovo fuori con quest'idea assurda, quando il mio unico pensiero e
trovarlo per stare un po’ con lui, e basta.
"Cioè no ragazze... dai ci
avete pensato bene? Non mi sembra che sia l'idea giusta!"
Modo gentile per dire CAZZATA ASSURDA.
"Eddai Laura, fino a due secondi fa eri convintissima anche tu e ora fai la rompipalle?"
"Sì ma... io, cioè, non so.. e
dopo se va storto qualcosa? E poi in ogni caso stavo
scherzando..."
Il senso dell'ironia è chiuso per ferie
ultimamente?
"Ma come fa ad andare storto
qualcosa? Lo trasciniamo fuori del locale con una scusa, vai col cloroformio e
subito dentro la tua Panda, intanto da qui a casa tua
ci vuole pochissimo... o sbaglio?"
Arrivare a casa mia ci vuole poco ma è la
riuscita del piano che ritengo avverabile solo nel vostro mondo fatato.
"Un quarto d'ora..."
"E allora? Tutto apposto, non vedi?"
"Sì è normalissimo cercare di rapir..."
"Shhhhh"
"Che c'è?"
"E' lì!"
Come è lì?? Minchia l'avevo a due passi! Anzi ce l'ho a due passi, e si stà anche avvicinando, ma perchè mi deve sempre fare quest'effetto anche dopo un anno che lo conosco? Mano sul fianco, se solo si appoggiasse di più potrebbe sentire come tremo.
"Anche qui?", mi chiede con una certa ironia.
"Che domande fai ogni volta? Vengo nei posti più
disparati e non vengo ad un concerto che è a due passi da casa mia?" gli
dico facendo la finta-scocciata, con il sorriso sulle
labbra, lui mi passa anche l'altro braccio intorno alla vita e mi abbraccia, tirandomi
a se.
"E' vero, che domande ti faccio ogni volta?"
Ma come posso dare retta alle mie amiche? Non me la sentirei di fare una cosa del genere, mai e poi mai. Io mi accontento anche di un abbraccio. Del solito abbraccio.
Ma loro insistono per parlargli e così lui molla la presa.
"Insistenti le tue amiche eh?", mi dice sorridendo.
Gli dicono qualcosa che non capisco bene, ed ecco che la situazione mi sta sfuggendo di mano, com'era inevitabile. Dopo poco mi sento trascinata per un braccio e lanciata alla guida della mia macchina, il piano è andato come doveva andare, e ora abbiamo un ragazzo svenuto in macchina... e non oso immaginare come continuerà tutto ciò poiché ho anche casa libera.
I miei, al solito, sono fuori per lavoro, e non torneranno prima di una settimana.