Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: rescuemeaustin    21/03/2013    3 recensioni
"Piacer..cioè no, ciao..mh, ti ricordi di me?" mi disse Austin. Era entrato in casa di papà da tipo dieci minuti ma Annie l'aveva bloccato a parlare di cose inutili o dei vecchietti del paese, cose
di cui io non sapevo nulla, in pratica.
"Se devo fare la dolce e la simpatica ti dico di si, ma se devo essere sincera..beh, no!" gli dissi porgendogli la mano. Lui si ricordava di me, mio padre aveva detto che eravamo migliori amici, ma io non ricordavo nulla.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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il primo capitolo va a austino che
ha ispirato questa fanfiction e
che è una fottuta scimmietta



"Alzati Ace!" mia madre entrò in camera mia sbattendo la porta. Di prima mattina era così adorabile, eh? Sisi, adorabile così tanto da spedirmi da mio padre per il resto della
mia vita perché si era fatta un marito a New York e io ero d'intralcio, mzè, ma vaffanculo. Andavo a San Antonio, in Texas, dove avevo vissuto
la mia infanzia di cui non ricordavo una ceppa, yeah!
Aveva aperto le finestre quindi o mi alzavo, prendevo la valigia e me ne andavo o la sentivo sclerare da sotto. 
"Ss..si..s..." Dio, io voglio dormire, donna! 
Piano, piano comunque mi alzai e scesi di sotto. La soltia storia: lei appiccicata al suo nuovo marito e io che cercavo di mangiare qualcosa
senza vomitare l'anima. Ma io dico, avete una ragazza di quindici anni davanti, andatele a fare a letto ste cose!
"Allora, tesoro, hai preparato tutto?" mi chiese mia madre bevendo un goccio di latte. Secondo me era bipolare.
"No mamma, vado in Texas così, in pigiama e senza valigia." mi guardò interrogativa. IRONIA.
"Si, ho preparato tutto." dissi infastidita.
"Bene, ricorda che verremo anche noi tra..un po' di tempo, vero Micke?" quel 'po' di tempo' significava anni, ci potevo scommettere i milioni, ma d'altronde dov'era
la sorpresa? A mia madre non era mai importato granché di me.
"Mh." rispose il marito di mamma, anche lui molto allegro.

L'aereoporto era qualcosa di wooohoo, lo amavo, mi ci sarei accampata e ci avrei passato il resto della mia vita ma no, okay, meglio di no. Prima di salire sull'aereo vidi mia mamma salutarmi con la mano velocemente per poi sparire. Ma io mi chiedevo come cazzo facevo ad essere sua figlia, boh.
 
***
 
"ACE!!" sentii gridare mentre scendevo dal Taxi con cui ero arrivata. AH! CHI SEI? COSA VUOI? PERCHE' STO URLANDO? Era mio padre, lo abbracciai subito e gli sorrisi.
Da dietro di lui arrivò una donna. "Tu devi essere Ace, sei bellissima! Piacere, Annie" eh? Ah, mio padre aveva una compagna, me la aspettavo più bambola, mentre era semplice e bellissima.
"Ciao!" le risposi sorridendole. Meglio di Micke era. Tutti erano meglio di quel bradipo in calore.
Salii di sopra, lasciai un po' di roba sparsa in quella che sarebbe dovuto essere la mia camera e scesi di sotto. La situazione era meglio di quella che c'era a New York, questo era sicuro.
"Mi mancava vedere la mia bambina scendere quelle scale." mio padre mi baciò la fronte e gli sorrisi, aw che dolce. "Sei pronta per rivedere Austin?"  Wait, wait, wait, chi è Austin?
"Chi?" dissi io appoggiandomi allo stipite della porta, poco e mi mettevo a dormire. 
"Ah. Austin, era il tuo migliore amico quando vivevi qui da piccola..." disse senza problemi, non riuscivo a spiegarmi perché cazzo non ricordassi nulla del mio passato.
 
***
"Piacer..cioè no, ciao..mh, ti ricordi di me?" mi disse Austin. Era entrato in casa di papà da tipo dieci minuti ma Annie l'aveva bloccato a parlare di cose inutili o dei vecchietti del paese, cose
di cui io non sapevo nulla, in pratica.
"Se devo fare la dolce e la simpatica ti dico di si, ma se devo essere sincera..beh, no!" gli dissi porgendogli la mano. Lui si ricordava di me, mio padre aveva detto che eravamo migliori amici, ma io non ricordavo nulla.
Mi strinse la mano. "Ok, ti spiego tutto..tu ti chiami Ace, io Austin, eravamo migliori amici finché non te ne sei andata!" e sorrise. Che bel sorriso aveva, oddio.
"Che mi chiamo Ace lo so!" dissi ridendo. "Ti va un giro? Per parlare un po'" disse poi lui. Uscimmo per un po' di tempo. Non so con precisione quanto, però ra simpatico, cioè, mi piaceva parlargli, stavo bene con lui, boh.
 
"Austin..." dissi tra una risata e l'altra, era la prima volta dopo, forse, anni che lo chiamavo per nome. "Dimmi."
"Vorrei ricordare..." continuai. "Cosa?" "Hai detto che eravamo migliori amici, non so perché non ricordo, ma vorrei...ricordare quest'amicizia, non so..." gli dissi.
"Io la ricordo...siamo cambiati tanto, non preoccuparti, ricostruiremo tutto..." disse sorridendo, ancora.
Mi alzai e lo abbracciai, lo avevo appena conosciuto ma avevo bisogno di qualcuno con me, a New York mi odiavano tutti, non mi accettavano, sti stronzi.
Mi riaccompagnò a casa tra urla e risate,  adoravo Austin, quel ragazzo era dolcissimo e..perfetto.
"Stasera Annie è con mia madre a casa mia dopo cena, se vuoi venire." mi disse arrivati a casa, "Uhm, va bene!" e gli sorrisi. Poi entrai, aspetta...oggi era sabato, woh! Non me ne ero resa conto.
"Aceee, sei tu?" urlò mio padre, "Dio, si, ma non uccidermi il timpano!" risposi urlando di risposta. 
"Uh, Ace, proprio te cercavo, senti oggi.." "Vai a casa di Austin e..si, vengo con te!" risposi salendo le scale, tsè, io so tutto, bella!
Salii in camera, che cazzo avevo portato da New York? Decisi di mettere una maglia nera stretta ai fianchi con dei pantaloni e sotto dei leggins color jeans, ah..e converse! SBAM! Figo.
 
***
"ACE! ODDIO, RAGAZZA QUANTO SEI CRESCIUTAAAAA! SEI BELLISSIMAAA!" squittì una donna prima ancora che mettessi piede in quella casa.
"Uh, grazie mille!" dissi sorridendo e guardando in basso, stavo diventando rossa, me ne accorsi subito perché sentii un calore sulle guance. 
"Non ti vedo da..otto anni, sisi, sono proprio otto anni, e sei cresciuta, sisi. Comunque di sopra c'è Austin, prima porta a destra...ANNIE! Vieni in cucina, ragazza, devo spiegarti qualcosa per la cena di domani..!" 
Ma questa donna parla all'inifinito? Oddio, mi aveva vomitato addosso fiumi di parole dal primo secondo in cui ero entrata, però la trovavo simpatica!
 
Salii le scale di legno e mi trovai davanti camera di Austin, bussai. "Avanti." rispose lui, "E' lo studio del signor Mahone? No, perché se non c'è passo domani!" dissi scherzando e chiudendomi la porta alle spalle.
"Si accomodi pure, che le fa male?" disse buttandomi sul letto e cominciando a farmi il solletico. "NO!NO! Ahaha, risparmiami!" smise e mi alzai.
"Stronzo..." dissi smettendo piano piano di ridere asciugandomi le lacrime. Stette un secondo fermo e poi mi abbracciò. Mi strinse forte.
"Sei bellissima." mi sussurrò all'improvviso all'orecchio.




 
eeeehi belli.
questa è la mia prima ff su austin e, boh, se vi piace recensite sdjd
questo è il primo capitolo, presto migliorerà, giuuuuuro lol
a presto il prossimo capitolo c
:

twitter: @austinsjoy
  
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