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Autore: Alley    21/03/2013    4 recensioni
Sinestesia ~ La sottile linea che congiunge il cuore ai sensi
"Boati, scoppi, tuoni, scroscio d’applausi ininterrotto. La sua vita era sempre stata rumore, un'esplosione di ossequi e di luci, una deflagrazione di trionfi ed eccessi. (...)
Con Pepper, il silenzio non aveva più avuto il volto freddo e infelice del distacco, ma quello calmo e rasserenante della comprensione."

Cinque introspezioni raccontate attraverso suoni, sensazioni e colori.
[Loki/Nero] [Thor/Fuoco] [Natasha/Rosso; Brutasha] [Tony/Rumore; Pepperony] . . .
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nero

La cella è scarna e angusta, opprimente e priva di aperture, ad eccezione delle fenditure tra una sbarra e l’altra, da cui, però, non filtra alcuna luce, ma solo polvere e oscurità. L’hanno condotto lì bendato e incatenato, trascinandolo come il più gretto degli schiavi; quando l’hanno gettato nella prigione, buttandolo contro il pavimento duro e freddo come fosse un rifiuto, ha trascinato le mani sul volto per sfilare la fascia che gli occludeva la vista, ma lo spettacolo dinanzi a lui non è cambiato, è stato ancora e soltanto tenebra.
Odino dice di considerarlo un figlio, ma ha sancito con glaciale severità la sua condanna e l’ha relegato in un buco squallido e asfissiante, privandolo persino della vista del cielo. Loki non vuole sconti, non brama la clemenza del Padre degli dei né il perdono di nessun altro. L’indulgenza può essere un balsamo per il debole cuore degli uomini, perennemente alla ricerca di conforto e rassicurazioni, servi del giudizio e dei pensieri altrui, ma per il dio dell’inganno è una parola vuota, una sterile menzogna, un mucchio di cenere. Non esiste il perdono, perché le scelte e i gesti non si cancellano, macchiano l’anima per l’eternità e non c’è condono per i peccati commessi, non c’è amnistia per le bugie e le malefatte. La colpa è indelebile e nera, nera come il suo passato, nera come la notte e l’abbandono, come il cielo che gli è precluso. A ciascuno non resta che scontare la propria pena e Loki è disposto a pagarla, mentre la sua famiglia – un'altra parola vuota, come perdono, come casa, come amore – continua a vivere la sua vita di sfarzo e gloria, protetta dalle bugie, cullate dalle illusioni. Non gli interessa il perdono di Odino, sa che la giustizia è in cima alla lista delle sue priorità – lista in cui il suo nome nemmeno figura – insieme all’onore, e un figlio assassino e sovversivo è un’onta troppo grande per essere lasciata impunita. Castigare gli erranti è compito di un dio giusto, ma Odino dice di essergli padre, e un padre punisce, se necessario, ma con la morte nel cuore, perchè le sconfitte del figlio sono le sue, gli sbagli del figlio sono i suoi, il sangue sozzo e spietato è lo stesso che scorre nelle sue vene. Un padre resta tale anche nelle avversità e nell’infamia, non muta mai in carnefice né in boia.
È un padre colui che sanziona senza pietà, immune da ogni turbamento, con gli occhi fieri e privi di rimpianto, quasi orgoglioso della sentenza emessa? Non c’era pena negli occhi di Odino, erano aspri e bui come il vuoto che lo circonda, ma Loki non prova delusione né tristezza – è da tempo che ha bandito dal suo cuore quelli e ogni altro tipo di sentimento. Semplicemente, ha ottenuto l’ennesima conferma alla già salda consapevolezza che il legame che il padre degli dei tanto declama non esiste, non è mai esistito.
Nero è il disprezzo che infuria nella sua anima, nera anch’essa e lacera, nera come il tradimento e l’indifferenza, nera come l’ipocrisia di colui che ha condannato il mostro forgiato dalle sue stesse menzogne.
Il buio gli invade gli occhi e i polmoni e, con un moto d’orgoglio e d’amarezza, il dio dell’inganno pensa che è giusto, logico come un sillogismo, perché la tenebra è l’unica realtà che abbia mai conosciuto, l’unico colore conforme al suo vissuto. È sempre stato un’ombra nel lucente splendore di Asgard, una nota stonata nella melodia del regno, una chiazza cupa tra le tinte accese e artificiali del palazzo. Quello che Odino non sa – o che finge di non sapere – è che è stata la sua mano a tracciare quello schizzo storto e imperfetto e la falsità con cui adesso pretende di cancellarlo, affrancandosi da ogni colpa, lo disgusta e lo adira.
Il dio dell’inganno paga le proprie colpe e quelle degli altri e il dazio è nero come il ripudio, come la verità negata, come la crudeltà perpetrata e subita.
Le catene tintinnano attorno ai polsi tremanti e un ruggito rabbioso e fiero risuona nell’aria densa e torva, nera come la morte.









Note
Ebbene sì, sono affetta da mania di pubblicazione compulsiva e non riesco a fare a meno di sfracassarvi i maroni almeno una volta a settimana. Subitemi.
Come potete leggere dagli avvertimenti, questa sarà una raccolta di cinque capitoli (one shot o flash, in ogni caso roba breve, per vostra fortuna). Quello che gli avvertimenti non rivelano è che sarà totalmente priva di senso. Nemmeno a me è molto chiara la strutturazione (è inquietante, ne sono consapevole): l'unico filo conduttore è la presenza, in ciascuna storia, di un elemento percepibile attraverso i sensi, che può essere un colore o una sensazione o boh. "La sinestesia è una figura retorica che prevede l'accostamento di due termini appartenenti a due piani sensoriali diversi". Ecco spiegato il titolo della raccolta, probabilmente insensato anch'esso.
Questa prima shot è per me un autentico trama, perchè Loki è un personaggio che io non so trattare, non ne sono capace, ma ho letto tanto su di lui e mi andava di cimentarmi in questa prova per me proibitiva. Com'è facilmente intuibile, il momento narrato è quello che segue il ritorno as Asgard e il giudizio di Odino. Sicuramente è la cosa più OOC che io abbia mai scritto (anzi, che sia mai stata scritto in questo sito), pertanto chiedo anticipatamente venia a tutti coloro che amano questo personaggio e che lo hanno omaggiato con i loro splendidi capolavori. Spero che abbiate voglia di seguire quest'ennesima follia partorita dalla mia mente malata *distribuisce cuori e biscotti*
  
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