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Autore: giacomo27    21/03/2013    1 recensioni
Mindy decide di passare le vacanze estive con le amiche, proprio durante il lungo viaggio per la libertà però la ragazza verrà a scoprire le sue vere origini, grazie a Lukas, infatti il giovane e Mindy sono stati promessi al momento della loro nascita, ma una donna dopo aver perso per sempre la sua bambina ed essere stata lasciata dal compagno decide di rapire la ragazza e facendole credere per anni di essere la madre.
Mindy è riuscita a scappare da un destino infelice oppure è stata strappata da una vita da favola?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Contesto generale/vago
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Tra futuro e passato, un amore imprevedibile Un’ estate da incubo: Quando tutto iniziò era il primo luglio, io e le mie amiche Dara, Mickie, Jane e Kirsten avevamo deciso di passare le vacanze estive prima in spiaggia e poi in campagna. Quell’estate sarebbe stata magnifica per due motivi: 1) Non avrei sentito mia madre urlare accusandomi di avere lasciato il collegge 2) E poi… poi erano vacanze. “Che bello, da domani inizia il divertimento!” Disse mentre parlavamo al telefono. Ed io le rispondevo per almeno la decima volta “Già” avevo voglia di parlare ma ero troppo indaffarata a preparare la valigia, non che ci fosse molto da mettere però era la quarta volta che la svuotavo e riempivo. Dara non fece neanche in tempo a rispondere visto che mia mamma iniziò a gridare: “Mia cara Mindy faresti meglio a chiudere la cornetta, il telefono conta e poi tocca a me pagare, visto che tu preferisci andare in vacanza al posto di cercarti un lavoro”. Ecco siamo di nuovo alle solite, mia madre che mi accusava perché andavo in vacanza al posto di andare a cercarmi un lavoro: “Uffa mamma, ti ho detto che lo farò quando tornerò” risposi. “Certo figliola, tu sei come tuo padre, prima il divertimento e poi il dovere, peccato che non sei come me” disse. Ecco che mi paragonava di nuovo a mio padre, non sopportavo quando lo faceva così alzai la voce dicendo: “Mamma non mi paragonare a lui, sai che mi da fastidio!!”. Sapevo i problemi che c’erano tra di loro, e sapevo che aveva abbandonato me e la mamma quando io ero piccola, per questo non volevo né parlare né essere paragonata a lui. “Ok Mindy, ma ora chiudi la valigia e va a dormire, domani devi svegliarti presto”. Fui contenta di non sentirla strillare e di poterle finalmente parlare con calma, ma sembrava preoccupata cosi pensai: “Si sarà lasciata con il suo fidanzato”, si pensai proprio questo, anche se non ero sicura che ne avesse uno. “Ok mamma, vado, buonanotte” dissi “Aspetta Mindy io…” “Cosa c’è, hai bisogno di qualcosa?” Risposi “No tranquilla, buona notte” disse. Arrivata a casa, cioè nella mia camera mandai un messaggio a Jane e le altre per dare loro la buonanotte e ricordarle il punto in cui ci saremmo dovuto incontrare la mattina seguente. Poi mi distesi nel letto, cosa voleva la mamma? Come mai sembrava così preoccupata? Alla fine trovai una risposta alle mie domande: “Sarà preoccupata perché parto, sono sua figlia”, così presa dalla stanchezza mi addormentai. La mattina alle 7.00 mi suonò la sveglia, e, mentre mi preparavo mia mamma mi disse: “Ehy Min, perché non ritorni al collegge?” Sembrava più preoccupata della sera precedente. “Mamma ne abbiamo già parlato, non cambierò idea.” Le risposi ed ero più decisa del solito. “Tesoro, sei sicura?” Disse. Avevo sentito bene? Mi aveva chiamato tesoro? “Si mamma, ma se devi parlarmi di qualcosa fallo ora, perché tra mezz’ora io e le ragazze ci dobbiamo incontrare”. Avevo deciso di affrontarla. “Tranquilla Mindy, va tutto bene, sono tua mamma, è normale che mi preoccupi”. Mi commossi a sentire quelle parole, stava cambiando? “Ok mamma, vado” la abbracciai e le diedi un bacio. “Mindy ti voglio bene” disse. Mi fece molto piacere sentire quelle parole, perché era tanto tempo che non me le diceva. “Anche io te ne voglio” Le dissi. Dopo di che ci abbracciammo un istante, poi andai. Mi stavo incamminando verso il bar “il mondo del piacere” quando mi sedetti un attimo in una panchina per mettere gli occhiali in borsa, approfittandone per appoggiare un attimo il troller. Dietro di me vi era un albero su cui un uomo con un cappotto e occhi scuri era appoggiato. Mi stava Fissando.
  
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