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Autore: Angelo della notte    22/03/2013    9 recensioni
"... Fu lì, con quella mia frase, che mi chiesi a che gioco stessimo giocando.
- Non hai il coraggio di uccidermi. Non qui, non adesso -. Sembrava quasi una sfida dal tono con qui lo disse.
Cosa stava facendo? Voleva mettermi alla prova?
La guardai fissa negli occhi, mi stava provocando. Io non mi tirai indietro."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Courtney, Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Profumo di Mare


Un luogo privo di sorveglianza, adolescenti in piena tempesta ormonale, musica a palla e alcool, tanto alcool. Questi sono gli ingredienti per creare una festa degna di tale nome.
- Una festa in un campeggio. Cos'è? Una trovata di Chris? - Gwen si guardò intorno, annoiata.
- No! Ho solo pensato che fosse una buona idea fare una festa in un posto simile a quello in cui ci siamo incontrati per la prima volta, non credi? - il solito Geoff, puro divertimento incarnato in essere umano.
- Beh, avresti anche potuto evitare di graziarci della tua presenza Gwen. Puoi star certa che nessuno si sarebbe offeso! - e non poteva mancare Heather, sfacciata e presuntuosa, sempre pronta a dire la sua e a lanciare frecciatine.
E così come loro, guardandomi intorno vedevo il resto degli ex concorrenti di quel reality del cavolo.
Da Trent, Dj, Owen e Izzy che chiacchieravano vicino al buffet fino ad arrivare a Katy, Sadie, Beth e Lindsay che commentavano i loro nuovi cappelli alla moda, ovvero dei mutandoni che neanche mia nonna usava.
Poi c'era quell'idiota di Duncan preso, come al solito, a fare scherzi di cattivo gusto ad Harold, non che non se li meritasse.
Oh, non mi avete ancora riconosciuto? Sono Courtney, l'unica con un cervello qui in mezzo. Insomma, non potete sbagliarvi!
Comunque, ritornando a noi, passò più di un'ora dall'inizio della festa e, ormai mezzanotte passata, io mi stavo annoiando a morte.
Così decisi di fare un giro nel bosco fino ad arrivare in un dirupo abbastanza alto che si affacciava al mare.
Mi avvicinai ad un masso vicino all'orlo del dirupo, e chi trovai seduta? Gwen.
E mentre cercavo di ricordare quando si fosse allontanata dagli altri, mi accorsi che aveva il viso bagnato.
Non si accorse di me, facevo ancora in tempo per andarmene, ma qualcosa m'impedì di fare dietrofront.
- Guarda guarda! La gotica forte e solitaria, piange messa in disparte come una bimba cui è stata rubata la sua caramellina -.
Gwen si asciugò le lacrime in fretta, sembrava stesse male sul serio.
I sensi di colpa mi assalirono, ma si dissolsero nel momento in cui aprì la sua boccaccia.
- Davvero? Beh, almeno io non sono stata costretta a seguire un corso per controllare la mia rabbia a differenza tua. Ma dimmi, che ti aveva fatto quel povero bambino? In fondo ti aveva solo chiamata "Signora" invece di "Signorina", non avevi motivo di aggredirlo così brutalmente -. Quanto l'ho odiata in quel momento!
- Stupidi paparazzi del cavolo! Non sai quanta voglia avrei di buttarti giù da questo dirupo adesso -.
Stranamente non ribatté, forse aveva finito le frasi.
Mi sedetti accanto a lei, per provocarla un po', ma non disse niente.
- Non mi ordini di lasciarti da sola? - dissi curiosa di ascoltare la sua risposta.
- Anche se ti chiedessi di andartene tu non lo faresti per principio, perchè sarebbe una mia richiesta, per cui non voglio sprecare fiato inutile -. Una risposta fredda, ma non posso negare che in quel caso avesse ragione.
- Piuttosto, perchè ti sei seduta proprio qui? Non mi odiavi? -. Non avrebbe potuto fare domanda più stupida, era ovvio!
- Certo che ti odio! Non ti sopporto e ho una gran voglia di strozzarti, ma dall'altra parte gli altri si comportano da idioti e questo sembra essere l'unico posto in disparte che non metta inquietudine. E poi è così rilassante stare qui e sicuramente non me ne andrò solo per te. Ti darei troppa importanza! -. Questa mia risposta fu seguita da un lungo silenzio.

Quello fu il quarto d'ora più rilassante della mia vita. Il rumore delle onde che s'infrangeva contro gli scogli, la brezza marina che mi accarezzava il viso e l'odore salato del mare, freddo e caldo allo stesso tempo. Era bellissimo.
- Non lo dirai a nessuno, vero? - Gwen mi fece sobbalzare, ero così rilassata.
- Cosa non dovrei dire? - le risposi irritata.
- Che mi hai visto piangere. Mi faresti un grandissimo favore -.
-Non siamo amiche, né ho debiti nei tuoi confronti, per cui cosa ti fa pensare che io sia disposta a farti questo grandissimo favore?! - risposi con acidità, dopo quello che mi aveva fatto non la sopportavo, quindi perchè avrei dovuto farle qualche favore?
Abbassò lo sguardo, si rabbuiò. Sembrava sul punto di piangere, di nuovo, ma infondo non le risposi neanche così malamente!
- Senti, mettiamola così. Tu mi dici perchè piangevi e io non dico nulla -.
Beh, che c'è? Fu già tanto che le diedi questa possibilità. Lei sembrò esitare, ma, anche se non parve molto entusiasta, alla fine si lasciò andare.
- Il fatto è che mi sento un'idiota! -.
- Ha! Forse non ti sei resa conto che lo sei! - mi guardò con uno sguardo che mi fece rabbrividire.
- Dicevo, mi sento un'idiota per quello che ho fatto con te e con Duncan. Io ero tua amica e io ti ho tradita con quell'essere privo di tatto! -.
- Ti ha tradita! Ti sta bene, così forse capisci che vuol dire essere traditi! - ero certa che fosse così.
- No, l'ho lasciato io. Mi sono resa conto di non amarlo sul serio. Ho combinato solo un gran casino! -. A quanto pare mi sbagliavo.
- Beh, non crederai mica che adesso io mi butti tra le tue braccia ringraziandoti e dimenticando tutto -.
Una cosa certa era che quella notte il nostro rapporto non sarebbe tornato quello di prima.
- Ovviamente no, non mi aspetto nulla da nessuno, solo così posso evitare di rimanere delusa e ferita -.
Rimasi piacevolmente sorpresa da quell'affermazione.
- Allora sentiamo, cos'è che ti fa star male? - le chiesi senza lanciarle qualche frecciatina per la prima volta durante la serata.
Non rispose.
La guardai in viso, sembrava davvero affranta e sofferente.
Poi, con lo sguardo rivolto verso il mare, finalmente rispose.
-Rimpiango il fatto di averti persa come amica. Ho avuto la mia occasione e so che non ne avrò altre. Sicuramente dopo questa notte noi non ci rivedremo più, salvo essere invitate in qualche altra festa di Geoff. Ma non è questo il punto. Anche se noi non torneremo amiche, vorrei che accettassi almeno le mie scuse, non sono mai stata così pentita in vita mia. Quindi Courtney scusami se sono stata una codarda e scusami se sono stata una pessima amica -.
"WOW" fu l'unica parola che mi passò per la mente. Non mi aspettavo una risposta simile.
Le sue scuse erano così sincere, mi chiese perdono con le lacrime agli occhi.
- Accetto le tue scuse, ma come hai detto tu questo non significa che torneremo ad essere amiche, che sia chiaro! -.
Le mie parole furono fredde e distaccate, lei non disse niente.
Ormai erano le due di notte, ma gli altri non accennavano minimamente a voler smettere di festeggiare.
Sentivo ancora la musica e le loro voci lontane riecheggiare nell'aria.
Nessuno sembrò essersi accorto della nostra assenza o magari a nessuno importava di noi, ma in quel momento eravamo da sole.
Non so spiegare di preciso cosa mi accadde, ma non potei fare a meno di pensare che Gwen in quel momento, illuminata dai raggi lunari, fosse davvero bella.
Attribuii questo mio pensiero al sonno, ma ben presto le cose presero una piega inaspettata.

- Sai Gwen, nel corso di quest'anno sei finita nei miei pensieri molto spesso -.
Non riesco ancora a capire per quale motivo iniziai a parlarle proprio di quell'argomento.
- Davvero? E a cosa pensavi? - dal tono con cui disse quella frase non sembrava essere molto interessata.
- Ho pensato ai vari modi che esistono per uccidere una persona, in particolar modo per uccidere te! -.
Non se ne curò molto, forse perchè ho sempre minacciato di ucciderla.
- Esistono molti modi per uccidere una persona. Voglio spiegarti la procedura del mio preferito... -.

GWEN MUST DIE

Gwen rientra in casa a tarda ora dopo aver passato una serata con le sue amiche macabre.
Sua madre e suo fratello dormono beati, li ho già controllati e mi sono rassicurata per bene.
Gwen entra nella sua stanza, prova ad accendere la luce, ma io ho tagliato la corrente.
Lei non lo sa.
Si avvicina al lampadario per capire se la lampadina è svitata o fulminata e io la colgo di sorpresa prendendola da dietro.
Lei si agita come una pazza, purtroppo non ho del cloroformio con me, ma ho delle manette.
La butto sul suo letto e la ammanetto alla testiera del letto, naturalmente solo dopo averle tappato la bocca con un fazzoletto.
Mi siedo sulle sue gambe, sfilo il mio coltello da caccia accuratamente affilato e le taglio lentamente la maglietta.
Le poggio il coltello delicatamente sul collo, le procuro un lieve taglio e il suo sangue finisce per sporcare la lama del mio gioiellino.
Lo pulisco con la lingua.
Il suo sangue è dolce, ne voglio ancora.
Le lecco la ferita.
Sentire il suo corpo continuare a dimenarsi sotto di me, come una dissennata, mi fa dannatamente eccitare.
Le sussurro una frase.
- Voglio percepire la tua Disperazione! -.
Solo queste parole sono servite a farla agitare ancora di più, cerca di chiedere aiuto senza risultati, si muove sempre più angosciata e il piacere che provo cresce a dismisura.
L'attesa mi sta uccidendo, non resisto più.
Nel giro di un secondo il suo sangue mielato mi ha ricoperta completamente.
Ad ogni coltellata nel petto godo sempre di più...

GWEN DIED

Quando finii di illustrarle i miei pensieri, mi voltai verso Gwen.
Ho ancora il ricordo nitido del suo viso.
Bocca semiaperta e occhi spalancati che mi fissavano con una certa inquietudine.
Era visibilmente sconvolta.
- Tu sei una deviata mentale! -. Continuava a fissarmi con quegli occhi pieni di tensione.
Sghignazzai e mi avvicinai a lei, solo per spaventarla un altro po'. Era divertente!
- Sta tranquilla, non ho intenzione di ucciderti -. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai - O almeno non in quel modo -.
Con mia sorpresa Gwen sorrise e a sua volta, sussurrando, affermò che non aveva paura di me.
- Beh, dovresti averne, sono una ragazza alquanto pericolosa -.
Fu lì, con quella mia frase, che mi chiesi a che gioco stessimo giocando.
- Non hai il coraggio di uccidermi. Non qui, non adesso -.
Sembrava quasi una sfida dal tono con qui lo disse.
Cosa stava facendo? Voleva mettermi alla prova?
La guardai fissa negli occhi, mi stava provocando.
Io non mi tirai indietro.
Le afferrai le spalle e la spinsi a terra con poca delicatezza.
Mi misi cavalcioni su di lei.
- Adesso tiri fuori il tuo amato coltello? -.
Ancora quel tono, voleva forse morire?
Prese le mie mani e le poggiò intorno al suo collo, voleva che la strozzassi.
Mi fece segno di avvicinarmi con l'indice, io obbedii pensando volesse dirmi qualcosa a bassa voce.
A ormai un palmo dal suo naso, lei si sollevo leggermente e mi stampò un bacio sulle labbra.
Per un attimo pensai "Ora le mollo un ceffone!", ma non fu così.
Per un millisecondo quel contatto mi scaldò completamente, lo trovai piacevole.
Subito dopo mi spinsi via, insomma stiamo parlando di Gwen!
- Ma che cazzo stavi facendo?! - le urlai in faccia con un misto di rabbia e di stupore.
- Calmati un po'! -.
Calmarmi?! Non poteva dirmi di calmarmi con tanta leggerezza dopo quello che aveva fatto!
- E non dirmi di calmarmi! Ok, è vero che è notte fonda e che il sonno e la stanchezza influenzano la mia mente e le mie parole, ma sono abbastanza lucida da capire quello che succede! -.
Ero davvero infuriata, lei si stava prendendo gioco di me e nessuno può prendersi gioco di Courtney - Claire Barlow!
- Qual è il problema? Era solo un bacio innocente -. Gwen stava rischiando la vita.
- "Un bacio innocente"?! Senti carina, apri bene le orecchie! Prova anche solo a sfiorarmi con un dito e ti spedisco all'altro mondo, sono stata chiara?! -.
Urlavo come una pazza, ero proprio fuori di me.
- Come vuoi -.
Si comportava come se non fosse successo nulla, aveva un tono rilassato e noncurante.
Liberai la mente, chiusi gli occhi, respirai profondamente e contai fino a dieci, proprio come m'insegnarono al corso di autocontrollo.
Quando aprii gli occhi mi ritrovai il viso di Gwen più vicino del dovuto.
Non mi diede il tempo di dire niente, che le sue labbra erano distanti dalle mie poco più di un millimetro.
- Lo senti? -.
Non capii di cosa stesse parlando, ma dentro di me qualcosa urlò di "si".
- I battiti cardiaci, la respirazione, la sudorazione... tutto aumenta quando si tratta di attrazione -.
Si allontanò. Ero confusa, che intendeva dire?
- Che centra l'attrazione adesso? - le chiesi in un misto di perplessità e irritazione.
- Quando hai parlato dei tuoi pensieri omicidi su di me, ho notato uno strano atteggiamento nei tuoi confronti, per cui ho voluto confermare la mia teoria. Ho dimostrato che tu, Courtney, sei attratta da me -.
- Ha! Magari è quello che speri, ma non farti illusioni. Io non sono lesbica! -.
La guardai con l'intento di intimorirla.
- Oh, ma neanche io sono lesbica! Sono solo... - iniziò ad avvicinarsi nuovamente a me - Inspiegabilmente... - si fermò vicino al mio orecchio e sussurrò - Attratta da te! -.
Pensai che mi stesse prendendo in giro, la allontanai e le dissi chiaramente - Hai una buona tattica di seduzione, ma con me non attacca. Arrenditi! -.
- Ok, ma sappi che stai rifiutando un'occasione che non si ripeterà in futuro -.
Ahah! Credeva di riuscire a sedurmi! Il mio rifiuto la irritò parecchio.
Poi di colpo si alzò e andò via, le chiesi dove si stesse dirigendo ma non rispose.
L'avevo forse offesa? Beh, non m'importava. Non solo era una ragazza ma cosa peggiore era che fosse Gwen!
Dopo pochi minuti tornò con una bottiglia in mano.
- Sei andata a prendere della vodka? -. Non rispose ancora una volta.
- Ehi Gwen! Guarda che sto parlando con te! -. Continuava a non darmi retta. Bevve un sorso.
- Ok fa come vuoi, non rispondermi. Sappi che sei solo una maleducata e che sei anche una gran... - quell'idiota mi mise la bottiglia in bocca facendomi ingoiare non so quanta vodka. Per poco non mi affogavo!
Le diedi uno schiaffo così forte che il suono rimbombò per tutto il bosco.
Iniziai a tossire come una pazza e la caricai di insulti e minacce.
Quella notte me ne combinò così tante! Prima il bacio e poi questo.
- Ti farò causa! I miei avvocati ti toglieranno fino all'ultimo spicciolo! TI odio! -.
- Continuavi a parlare! Che dovevo fare? -mi chiese con aria da innocente.
- Magari potevi rispondermi! Idiota! -. Stavo perdendo di nuovo il controllo.
- Ok scusa, hai ragione. Il mio gesto è stato immaturo e irresponsabile, mi perdoni? -.
In risposta le ringhiai contro e mi voltai dal lato opposto.
- Ehi, sai che stanno combinando gli altri? Sono tutti ubriachi! La maggior parte si dimena come dementi, Izzy e Owen ballano e gridano completamente nudi su un ramo, Lindsay e Beth cercano Tyler dentro il gabinetto quando invece Duncan e Geoff l'hanno appeso all'asta della bandiera insieme ad Harold e hanno iniziato a cantare l'inno Canadese -.
Infondo lo trovai divertente e mi lasciai scappare un sorriso.
- Guarda che ti ho sentita, stai ridendo! -.
- Non è vero! -.
- No? Allora ci penso io! -.
Si scaraventò su di me e iniziò a solleticarmi dappertutto, e pur troppo io soffro terribilmente il solletico.
Iniziai a ridere come una matta e inspiegabilmente Gwen mi finì per l'ennesima volta sopra.
Ci guardammo negli occhi per alcuni infiniti secondi, poi si scuso e provò ad alzarsi, ma istintivamente le presi il polso e la fermai.
- Ferma, non alzarti -.
Gwen assunse un'aria perplessa.
- Ma tu hai detto che... - la interruppi.
- Dimentica quello che ho detto -.
Non appena finii di parlare, la tirai verso di me e la baciai.
Quel bacio durato pochi secondi è stato uno dei più piacevoli di tutta la mia vita.
Quando quel contatto magico ebbe fine, io ne desiderai ancora. Ne volevo di più, sempre di più.
- L'alcool ha avuto un effetto positivo su di te - disse Gwen ridacchiando.
Io le risposi semplicemente che era la spinta che mi ci voleva.
Continuai a baciarla per non so quanto tempo, fin quando Gwen non allungò le mani e iniziò a toccare punti delicati.
La allontanai un po', non ero sicura di voler andare così oltre.
- Cosa stiamo facendo? - le chiesi in un momento di panico.
- Ti fidi di me? -.
Questa si che era una domanda, mi fidavo di lei?
Esitai un po' prima di rispondere, non sapevo che fare.
Infine decisi di seguire l'istinto e lei m'ispirava fiducia.
Le diedi carta bianca.
Mi sfilò la maglia e iniziò a baciarmi delicatamente sul collo.
Le lasciai il comando, ma solo perchè non sapevo dove mettere le mani, che sia chiaro!
Lasciò scivolare le mani lungo il mio corpo, io seguii i suoi movimenti e nel giro di pochi secondi ci abbandonammo al piacere totale.
Poteva arrivare chiunque da un momento all'altro e trovarci a fare cose vietate ai minori, ma sinceramente in quel momento non poteva fregarmene di meno.
In quel luogo, a quell'ora, eravamo presenti solo noi due. Tutto ciò che mi circondava era svanito. L'unica cosa esterna che penetrò quella mia barriera mentale fu un forte profumo di mare.
Una cosa certa era che quella notte il nostro rapporto non sarebbe tornato quello di prima, bensì è mutato in qualcosa di più intenso e nessuna delle due si è pentita della decisione che ha preso quella notte.




Angolo dell'autrice

*Si schiarisce la voce* Dopo ben sette mesi dall'ultimo mio aggiornamento, e con piacere che vi presento questo mio nuovo obbrobrio lavoro.
So che non è un granché, ma sono giusto un po' arrugginita, comprendetemi! ç.ç
Non ho mai avuto un "blocco" così lungo, il mio cervello non elaborava più le mie idee D:
Ero entrata in depressione T.T
Ma oggi finalmente il mio animo da scrittrice è tornato in vita! ù.ù
Anche se ho come l'impressione di essere tornata all'ABC ç.ç
Beh, sempre meglio di niente no? T.T
Alla prossima!

Angel of the night

  
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