Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: TimOFF    22/03/2013    1 recensioni
Finn è convinto di non avere nulla nella vita: nè ambizioni, nè l'amore della sua vita.
Ma a volte, per prendere in mano il proprio destino, serve solo un po' di coraggio e di... fortuna.
E quello era decisamente il suo giorno fortunato: qualche piccola spinta e finalmente aveva la possibiltà di sistemare ogni cosa. Quella volta era convinto che nulla potesse fermarlo.
One-shot incentrata sui pensieri di Finn sul suo futuro e le sue reazioni alla telefonata di Santana che gli racconta cosa ha scoperto su Brody. [spoiler 4x16]
***Fa parte della raccolta "Confessioni"***
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brody Weston, Finn Hudson, Marley Rose, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Finn/Rachel
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Confessioni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Confessioni di un animo coraggioso
 
 
Le parole di Marley mi rimbombavano ancora nella testa.
 
Finn, tu hai combattuto per tenerci uniti. Sei un leader, un insegnante.”
 
Avevo passato gli ultimi anni a cercare di capire cosa volessi diventare, chi volessi essere, mentre non mi ero soffermato nemmeno un istante a capire chi fossi già.
Ero un leader, e in fondo lo avevo sempre saputo.
Gli altri tendevano a darmi ascolto, il più delle volte: succedeva quando giocavo a football, quando cantavo al Glee, o in quegli ultimi mesi quando avevo avuto la possibilità di dirigerlo.
 
E Marley, nella sua ingenuità, mi aveva appena aperto un mondo. Potevo diventare un vero insegnante, come Mr. Schue.
No, decisamente non come Mr. Schue, imitarlo non mi aveva portato ad un buon risultato, visto quello che era successo con la signorina Pillsbury; probabilmente dovevo rendermi conto che ero molto diverso da lui e cercare una mia strada, lungo la quale avrei trovato una definizione esatta di me stesso.
 
Dovevo solo trovare un po’ di coraggio e prendere ciò che mi spettava. Prima di quel momento, mi ero più o meno rassegnato all’idea di non avere nulla fra le mani, di non avere un futuro e sì, di aver perso per sempre la mia anima gemella. Ma forse la verità è che non ero mai stato abbastanza coraggioso: persino andare nell’esercito era stato un atto di vigliaccheria, per sfuggire ad un futuro incerto.
 
Mi comparve all’improvviso un sorriso: avevo una strada da poter percorrere. Forse non sarebbe stato facile, ma era pur sempre una strada! Pensai a Rachel: in quel momento sarebbe stata davvero fiera di me. Lei ci aveva sempre creduto in me, mi voleva sempre spingere a cercare un obiettivo, e ora che l’avevo trovato già potevo immaginare il suo sorriso orgoglioso che esprimeva la sua fiducia sul fatto che io ce la potessi fare. Ero io quello con i dubbi, lei aveva sempre avuto le idee chiare sul suo futuro, e su di noi.
 
Noi. Questo era quello che mi mancava di più in assoluto. Non poteva esserci nessun altro che lei, per me. Io lo sapevo, e lo sapeva anche lei. L’ultima volta era scappata dal letto in cui avevamo fatto l’amore, troppo spaventata da quello che sarebbe potuto succedere.
Toccava a me farle passare questa paura.
 
Fui distratto dai miei pensieri dal cellulare che squillava.
Lessi il nome sul display e mi venne quasi voglia di rifiutare la chiamata, in quel momento non avevo decisamente voglia di farmi prendere in giro.
Tirai un sospiro e decisi di rispondere.
 
«Santana! Che piacere sentirti!»
«Risparmia la tua adulazione per quando avrò davvero voglia di concentrarmi sulle tettine mosce che ti ritrovi, tricheco.»
«Quindi oggi è il mio giorno fortunato?»
«Decisamente, e la tua fortuna si chiama Santana Lopez, ovvero una persona straordinaria, intraprendente, un’amica fedele e una stronza patentata. Con l’aiuto del mio terzo occhio sensitivo e di un inimitabile spirito investigativo, ho trovato finalmente il modo di far fuori Faccia d’asino.»
«Chi?!»
«Il bambolo gonfiabile!»
«Santana, di chi stai parlando?!»
«Sto parlando di Brody, Finn. Oh Dio, il solo pronunciare il suo nome di battesimo mi mette i brividi…»
 
E quei brividi colpirono anche me. Odiavo quel Brody: quel fottuto bastardo senza un briciolo di personalità per tutto quel tempo aveva avuto la possibilità di stare accanto a Rachel, solo perché aveva gli addominali che a me mancavano.
 
«Parla, Santana.»
«Beh, credo che tu debba alzare il tuo sedere molliccio dalla sedia che occupi al capezzale di Mr. Schue e precipitarti qui a New York. So come incastrare Brody, ma non vorrei doverlo colpire rischiando di ungermi le mani con il grasso di balena che sono sicura si spalmi per tutto il corpo. Quindi io mi prenderò il merito, ma lascio a te il lavoro sporco.»
«Devo picchiare Brody?!»
«Penso che sarai lieto di farlo dopo che avrai scoperto cosa fa.»
Rimase un attimo in silenzio come a voler creare una suspance scenica.
«La nasona se la fa con un gigolò, Finn.»
Quasi mi cadde il telefono da mano per quella notizia.
«Oh, cazzo.»
«Puoi dirlo forte, tricheco. E ovviamente Rachel non ne è a conoscenza. Sarò lieta di darle personalmente la notizia, ma prima dobbiamo occuparci di Cicciolino. In quanto tempo puoi essere qui?»
 
Avevo raccattato la mia roba e già correvo, uscendo dalla scuola.
«Sto entrando in macchina e vado in aeroporto. Ti chiamo appena sono lì. E Santana?»
«Dimmi.»
Feci un sorriso.
«Grazie.»
Sentii che aveva staccato il telefono. Tipico di lei, pensai, e scoppiai a ridere. Era disposta a darsi completamente per i suoi amici, ma appena le si faceva notare quello che stava facendo, subito doveva difendere il suo orgoglio da stronza. Ma ormai non potevo che apprezzarla.
 
E decisamente quella volta, mi stava salvando.
 
Quello era il giorno del mio riscatto.
Avevo bisogno solo di una piccola spinta: Marley prima, Santana dopo, ed ecco che tutto sembrava stesse trovando una sua collocazione nella mia vita.
Avevo finalmente deciso di prendere in mano il mio futuro: sarei andato al college, e più di ogni altra cosa, avrei avuto di nuovo Rachel al mio fianco, perché mai avrei potuto sopportare che quello stronzo potesse continuare a stare al fianco della persona migliore che io potessi mai conoscere.
 
Lei meritava di meglio, e finalmente mi resi conto che io potevo darle qualcosa, che sarei potuto diventare qualcuno alla sua altezza, che non ero più un ragazzino senza sogni e senza ambizioni.
Bastava una spinta e improvvisamente avevo trovato il coraggio di affrontare tutto quanto.
Immerso nei miei pensieri ero arrivato all’aeroporto e presi il primo biglietto per New York, l’aereo sarebbe partito dopo pochi minuti.
 
Probabilmente non era troppo normale il fatto che non potessi togliermi un gran sorriso dalla faccia, ma solo il pensiero di avere un motivo valido per spaccare la faccia a quel figlio di puttana… beh, mi rendeva quasi euforico.
 
E’ incredibile quanto a volte il destino possa scherzare con la tua vita: ma in quel momento ero certo che nulla potesse impedirmi di ottenere ciò che desideravo davvero. Avrei lottato, stavolta, con tutto me stesso.



**********
Angolo dell'autrice!

ecco una breve one-shot su sul missing-moment che vede il teletrasporto di Finn da Lima a New York ahahahahhaha
mi è piaciuta molto la discussione che ha avuto con Marley, l'ho trovata davvero ben fatta e finalmente Finn ha un suo posto nel mondo, perchè stava iniziando ad essere troppo la brutta copia di Mr. Schue!
spero che vi piaccia questa mia interpretazione!!!
lasciate una piccola recensione, se vi va :D !

alla prossima!!!
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: TimOFF