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Autore: Kim NaNa    22/03/2013    7 recensioni
Quando il destino si intreccia con l'amore, quando l'onore rivendica il suo potere... sconvolge la vita di ciascuno, come Serenity e Nehellenia, come Endymion e Diamond.
Un filo rosso del destino sempre teso verso la fine...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Demando/Diamond, Endymion, Serenity, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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DISCLAIMER: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

La lettera

 
La luce fioca di una lampada illuminava la penombra della camera da letto dei coniugi Prince, mentre fuori il canto delle cicale musicava l’atmosfera.
Beryl, seduta davanti alla sua specchiera, spazzolava i suoi lunghi  capelli mogano e osservava suo marito adagiato sulla sua poltrona preferita.
«È stata una festa eccezionale, non credi, caro?»
L’uomo, con gli occhi rivolti al cielo notturno, si limitò ad assentire con un cenno del capo.
«Qualcosa non va, marito mio?» La donna posò la spazzola e si girò a guardare Chronos che aveva lasciato la poltrona per esserle di fronte.
«Dobbiamo parlare, Beryl.»
Era serio, gli occhi blu s’erano fatti due piccoli zaffiri neri e, sulla fronte, una ruga mostrava la sua preoccupazione.
«Voglio riconoscere Endy Della Rosa come mio legittimo figlio.»
Beryl balzò in piedi, urtando la specchiera.
«Questo mai!»
Prese a camminare per la stanza, strisciando la camicia di raso lilla sul pavimento.
«Non permetterò mai che il figlio di un’adultera porti il nome altolocato e rispettabile dei Prince!»
«E io non permetterò mai che mio figlio maggiore continui a vivere come un nessuno, privato di ogni privilegio e onore. Per anni ha vissuto nella miseria del suo paese natio e ringrazio Iddio per aver messo Soichi Tomoe sul suo cammino. È merito suo, se Endymion ha ricevuto educazione ed istruzione.» Tuonò Chronos , afferrando la moglie per un braccio.
«Allora lascia che sia lui a riconoscerlo come suo figlio. L’ha cresciuto come tale e ne ha sempre avuto il desiderio.» Beryl cercava di far rinsavire suo marito e di evitare uno scandolo di quella portata.
«No, mai. È mio figlio. Mio! È porterà l’unico nome e titolo che gli spetta. Andrò subito dal notaio. Non voglio perdere altro tempo!» liberò la donna dalla stretta e afferrò una giacca.
«Ma è notte fonda… la gente di buona famiglia riposa a quest’ora…» urlò Beryl.
«Mio figlio ha dormito in un roseto per ripararsi dal freddo… la gente di buona famiglia può anche prendersi il lusso di rinunciare ad una notte di sonno ristoratore!» Aprì la porta della stanza, sbattendola violentemente alle sue spalle.
«Chronos, no! Te ne prego!» gridò ancora. «Maledetta Ikuko… e maledetto quel bastardo che hai messo al mondo.»
Intanto, Chronos Prince, con indosso un lungo soprabito color pervinca,  si era fermato nel suo studio e prese a scrivere, con foga, una lettera destinata a Soichi Tomoe.
Una lacrima sigillò la fine dello scritto, prima di uscire dal palazzo e raggiungere le vie della città.
 
Camminava a passo spedito Chronos, quando si accorse di una banda di delinquenti che si picchiava selvaggiamente per strada. Li sentì urlare ed insultare a vicenda; qualcuno era reo di aver barato durante una partita alle carte e, tale gesto, significava ledere l’onore del giocatore ingannato.
Si affrettò a superarli, facendosi più vicino alle arcate della via, ma qualcosa gli imperdì di proseguire.
Un pugnale lo colpì alle spalle, trafiggendolo. Cadde riverso al suolo, stringendo tra le mani la lettera scritta di suo pugno.
«L’hai ucciso, bastardo!» Un uomo si pulì il viso sanguinante con il braccio, continuando ad urlare. «Qualcuno vada a vedere se è vivo o morto.»
Un giovane, malconcio e trasandato, raggiunse il corpo del duca, spostandolo su di un fianco.
«Dannazione! È Chronos Prince! Presto, qualcuno  sparga la voce! Chiamate Soichi Tomoe che è qui in città e spariamo da qui.»
Si dileguarono tra il trambusto della gente scesa a vedere quel che era accaduto, mentre il duca Prince mormorava la stessa nenia: «Mio figlio… è mio figlio.»
 
Quando Soichi Tomoe fu avvertito dell’incidente, afferrò la sua borsa degli strumenti medici e raggiunse Chronos, trasportandolo nella sua casa, dove fu subito soccorso dall’intero personale e dal medico di palazzo.
Beryl fu la prima a vederlo e, nonostante i singhiozzi e l’angoscia che la pervase, notò la busta color avorio stretta nella mano insanguinata del marito.
Liberò, piano, l’uomo dalla lettera e ne lesse il contenuto.
 

Al giudice Taiki Kou.

 
Io sottoscritto, Chronos Prince, duca del casato dei Prince della città di Tokyo, riconosco il giovane Endymion Mamoru, noto con il nome di Endy Della Rosa, come mio legittimo figlio, frutto dell’amore nato tra me e la defunta marchesa Ikuko Yamato. Notifico che la presente relazione è avvenuta anni prima del mio matrimonio con la duchessa Beryl, principessa della città di Osaka e che eventuali responsabilità e mancanze devono essere attribuite alla mia persona.
Oltre al facoltoso nome di Endymion Prince, attribuisco a mio figlio la metà delle mie proprietà e dei miei beni; la restante metà appartiene di diritto al mio secondogenito, Demando Prince.
Dispongo, inoltre, che sia il mio fidato amico e medico, Soichi Tomoe, a disporre dei documenti relativi al riconoscimento e all’eredità sopra citata.

 Chronos Prince

 
Le gambe di Beryl cedettero, il cuore le batteva all’impazzata e la rabbia si impossessò di lei. Tremante e sconvolta, fu costretta a sedersi lì dove giaceva il marito morente.
«Come puoi farmi questo? Come puoi riconoscere il frutto di un adulterio come tuo primogenito? Come puoi umiliarmi così? Diamond è il tuo unico figlio. Unico e solo! Non hai altri figli! Mai! Il figlio di Ikuko non porterà mai il mio nome, mai!»
Un rantolo venne fuori dalle labbra di Chronos e la donna si affrettò a nascondere la lettera nel cassetto del suo scrittoio, nascondendo la chiave nel suo stesso stivaletto.
«Aiuto! Aiuto!» gridò dopo. «Mio marito sta morendo! Dove sono i medici? Perché nessuno lo assiste?» Soichi varcò la porta della stanza, con al seguito i migliori medici che era riuscito a contattare a quell’ora della notte.
Spero tu muoia, maledetto traditore! Pensò la duchessa.
«Padre! Padre!» Diamond, informato dell’accaduto, irruppe nella stanza visibilmente provato.
«Diamond, figlio mio.» Beryl strinse il figlio al petto, piangendo.
«Voglio parlare con mio padre, madre. Fatemi parlare con mio padre!» gridò, liberandosi dall’abbraccio.
«Non è il caso che tu soffra così tanto, figliolo.»
«Cosa state dicendo, madre! Io voglio parlare con mio padre…»
Soichi Tomoe, affranto e provato, fece cenno al giovane Prince di avvicinarsi, lasciando che si sistemasse al capezzale dell’amico.
Chronos, spinto da un’improvvisa forza, riuscì a trovare la voce per dire: «Mi dispiace, Diamond. Ricorda che tuo padre ti ha amato molto e che in punto di morte ti ha chiesto di adempiere il suo volere… prenditi cura di Endy Della Rosa… so che in passato siete stati buoni amici e che gli sei molto legato…» tossì, ansimando.
«Endy? Padre, vi preoccupate delle sorti altrui anche in una situazione simile? Certo che ve lo prometto, farò tutto quel che volete! Per amor vostro, farò qualunque cosa mi chiediate. E poi, provo un sincero affetto per Endy, ho un bel ricordo di lui e della nostra vecchia amicizia, aiutarlo sarà un vero piacere…» Diamond strinse con forza le mani di suo padre.
«Sei un bravo figliolo, Diamond… sono fiero di te. Non dimenticarti di Endy… io ho… lui… lui è…» Le ultime parole sparirono insieme al suo ultimo respiro, tra lo sconcerto e il dolore dei presenti e l’improvviso sollievo della distinta Beryl.
 
Nessuno seppe mai cosa ci faceva il duca Prince fuori dal suo palazzo nel cuore della notte. Nessuno seppe mai della lettera che aveva scritto per Endymion. Nessuno seppe mai del segreto della duchessa Beryl.
Fu la stessa vedova Prince a dichiarare che suo marito, colpito da una strana insonnia, quella notte era sceso in strada per cercare una drogheria aperta dove poter acquistare erbe rilassanti e che una banda di delinquenti lo aveva aggredito per derubarlo e ucciderlo.
Nei giorni che seguirono, Serenity scoprì il lato fragile di Diamond e quel momento ebbe la certezza di dover sposare l’uomo adatto.
«Sì, madre. Sono felice. Capisco il terribile dolore che Diamond si è trovato ad affrontare e vorrei provare a stargli accanto. Credo di esserne innamorata… lui è arrogante, un po’ dispotico, questo è vero, ma è molto legato alla sua famiglia e alle persone che ama e questo fa di lui un uomo buono e gentile. E poi è così bello…» disse, in confidenza a sua madre.
«Innamorata? Così presto? Oh, beata giovinezza!» rispose donna Selene, abbracciando la figlia.
«Sono certa che Diamond farà di te una sposa felice, anche se mi preme comunicarti che, inseguito a questo grave lutto, Demando a deciso di ritornare in marina e di occuparsi di sua madre,  delle tenute di suo padre e di tutte le sue questioni lasciate in sospeso.»
«Comprendo, madre. E vorrei che zia Beryl contasse anche sul mio sostegno…»
«Lei ti adora, Serenity cara e questo non cambierà.» Le disse ancora sua madre, rassicurandola.
«Allora siete qui?!» la voce di Nehellenia le raggiunse. «Vi ho cercate in tutto il palazzo. Hey, Serenity… quando hai intenzione di presentarmi il mio futuro cognato? È stata una mancanza di rispetto da parte tua, non avermi presentato al tuo prossimo sposo… sono proprio curiosa di vederlo…» Disse, sedendosi e sistemando il tulle del suo abito blu notte.
«Figlia mia! Cosa penserà la gente non vedendoti indossare il lutto? Chronos Prince era tuo zio!» l’ammonì Selene.
«Madre, non me ne vogliate e non me ne voglia neanche la buona anima di zio Chronos, che riposi in pace…. Ma il nero non risalta la mia carnagione candida e i miei occhi sembrano spenti e stanchi. Ora che Serenity ha trovato un buon partito da sposare, pretendete forse che io resti zitella o che prenda i voti?» squittì Nehellenia.
«Nehellenia! È questo quello che ti insegnano nei collegi di Tokyo? A mancare di rispetto alla tua stessa madre? Ad offendere la memoria di un parente defunto?» Serenity parve visibilmente colpita dalle parole fredde e pungenti della sorella.
«Oh, chiedo scusa, Santa Serenity di Miyakojima… non volevo turbare i suoi pensieri casti e puri.» Per nulla toccata, Nehellenia si alzò, rivolgendo una smorfia contrariata alla sorella e, dopo aver sistemato alcune lunghe ciocche di capelli, lasciò la stanza canticchiando.
«Benedetta ragazza…» mormorò sua madre. «Non c’è verso di farla ragionare. Credo di aver sbagliato permettendo a tua zia Kakyuu di crescerla qui in città. Nehellenia è diventata capricciosa, arrogante, sfacciata e vanitosa! Troppe feste e ricevimenti le hanno montato la testa… A volte nei suoi occhi mi sembra di scorgere una luce oscura…»
«Una luce oscura?» domandò Serenity.
«Sì… un velo d’ombra… qualcosa che le oscura la mente, qualcosa che mi fa paura…»
 
 
Tokyo – 13 mesi dopo
 
Le note della Primavera di Vivaldi riempivano l’atmosfera del ricevimento tenuto dal Marchese Seiya Kou. Un vivace chiacchiericcio, accompagnato dal fruscio delle stoffe dei lunghi abiti delle gentildonne presenti, animava la festa con risa e parole di compiacimento.
«Bella festa, caro il mio Kou. Ci hai messo un po’ prima di deciderti, ma alla fine hai ceduto!» disse Nehellenia, porgendo la sua mano al giovane.
«Avrei preferito che tua sorella fosse presente…» rispose lui, ammiccando, dopo averle baciato la mano.
«Lascia perdere… Serentiy non è per te. È già fidanzata e tu lo sai… e poi… sai che noia con quella lì? Immagino: oh, quello non si fa. Quello è sconveniente! Quell’altro è disdicevole…»
Risero entrambi, mentre delle giovani nobil donne la guardavano con occhi truci.
«Quella Nehellenia! Proprio non la sopportò!» Minako Aino, figlia del ricco proprietario terriero Aino, parlottava con le sue amiche, lanciando occhiate fugaci alla giovane contessina.
«Parla più piano, Minako!» l’ammonì Petz. «Vuoi che qualche gentiluomo ascolti le nostre conversazioni? È già fin troppo umiliante permettere a quella Queen Nehellenia di rubarci la scena con i suoi grandi occhi blu e quella bocca scarlatta…»
«Fosse solo quello, amica mia…» proseguì Minako.
«Ha ragione Minako, sorella.» si intromise Kouan. «È il suo carisma, il suo fascino, il suo saper parlar bene che riesce ad oscurarci… quella lì ci sa fare con gli uomini. Li ammalia e quelli stupidi non riescono a staccarle gli occhi di dosso.»
«Che antipatica!» bofonchiò Minako, mordendo la tartina che aveva in mano.
«Hey, guardate lì…» Kouan indicò una coppia di giovani altolocati, appena entrati nella dimora dal marchese padrone di casa.
«Accidenti, che carino!» esclamò Minako, guardando uno dei due invitati.
«Sai chi è il giovane in divisa?» domandò.
«Come?» strillarono all’unisono le due sorelle.
«Non conosci Diamond Prince?» continuò Petz.
Minako scosse il capo. «Sono tornata da Parigi solo qualche mese fa e faccio ancora fatica a riconoscere la nobiltà di Tokyo… » spiegò la ragazza.
 
«Achiral!» enfatizzò Nehellenia. «Qual buon vento ti porta a casa del Marchese Kou? Non dicevi di odiare i ricevimenti tutti lustrini e donzelle sorridenti?» proseguì, salutandolo.
«Non quando la fanciulla più graziosa di Tokyo ne allieta l’atmosfera.» sottolineò il giovane dalla capigliatura chiara.
«Il solito adulatore.»
«Chiedo scusa… ma, Achiral credo sia egoistico da parte tua non presentarmi ad una signorina così tanto graziosa.» la voce di Diamond fece voltare le donne presenti e ammutolire gli uomini d’affari.
«Oh, che sbadato! Perdonate la mia mancanza. Il duca Diamond Prince, la contessina Nehellenia Queen.» dopo il consueto baciamano, il duca temporeggiò sugli occhi color zaffiro della fanciulla, poi domandò: «Parente di donna Selene Queen?»
«Sì. Sono la secondogenita, duca.»
Nehellenia rammentò di non aver avuto occasione di far la conoscenza del giovane duca e sorrise compiaciuta dello sguardo eloquente rivoltogli dal giovane.
«Credo di non aver mai avuto il piacere, contessina…» affermò lui, sorridendo.
«Il piacere è tutto mio, duca.»
«Suvvia, non siate così formale… siamo lontani parenti, possiamo parlarci in modo del tutto confidenziale.» suggerì l’uomo.
«Come desiderate, Diamond.»
Lo sguardo complice tra i due giovani non sfuggì a nessuno dei presenti.
«Ma guardatela quella civetta…» bisbigliò Minako.
«Diamond Prince è il giovane più ricco e facoltoso di tutta Tokyo e guardatelo… ora ha occhi solo per quella lì… Aah! Avrei voluto che non fosse mai venuta!»  si lamentò Kouan.
«Dimentichi che non ha mai perso un ricevimento e che è la dama più attesa ad ogni festa…» le rammentò Petz.
«Un momento... ma Diamond Prince è... è fidanzato!» esclamò la giovane dalla lunga capigliatura dorata.
«Fidanzato? Oh, ma che disdetta!» constatò Petz.
«Forse è meglio così... Neanche quell'antipatica di Nehellenia potrà avere un giovane altolocato e carino come lui, non credi, sorellona?» rispose Kouan, rassicurando sua sorella.
«Oh, no... Serenity! Devo avvisarla del ritorno del suo fidanzato!» Si disse Minako, guardando furtivamente quanto accadeva tra il duca Prince e la contessina Queen.
«Devi sempre prenderti le donne migliori, tu… eh?» scherzò Achiral, sorseggiando un cognac con Diamond.
«Quella Nehellenia è una fanciulla davvero adorabile ed incredibilmente bella…» sussurrò il duca.
«La più bella tra le belle, amico mio! E me l’hai soffiata da sotto il naso… perché ti piace non è vero? Guarda che non puoi negarlo…»
«Sì, mi piace…» ammise lui.
«E anche a lei devi piacere tu.» Seguitò Achiral.
«Tu credi?»
«Credo, credo. Gli occhi blu di Nehellenia erano rivolti solo a te, sembrava non fosse presente nessun altro intorno a lei.»
«Buon per me. Ho intenzione di rivederla ed essendo suo parente ne ho tutti i diritti.» confessò.
«Ma non eri fidanzato?»
«Quello era prima. Prima della morte di mio padre, prima della morte in battaglia del mio migliore amico, Saphir… e poi, ammetto che, durante questi mesi, l’avevo quasi dimenticato. Ho visto Serenity solo per alcuni mesi, poi sono tornato in marina e non ci ho più pensato. Quello era solo un capriccio di mia madre, era lei che mi parlava di Serenity nelle sue lettere, dei suoi studi, dei suoi capelli color oro, dei suoi grandi occhi azzurri, della sua bontà d'animo… Ammetto che è molto bella, è ingenua, pura, sincera, però Nehellenia mi piace molto e non credo che conoscerla meglio sia contro le regole di questo paese.»
«Ah! Beato te che sei ricco e bello! Io al massimo posso aspirare a cercare una donna ricca che mi sposi e mi offra la sua cospicua dote…»
«Hai un cuore di pietra, te l’ha mai detto nessuno?»
Risero insieme, portando dietro di loro lo sguardo incuriosito e soddisfatto di Nehellenia.



NdA: dopo aver sistemato i miei problemi di connessione, sono tornata con un nuovo aggiornamento su questa mia stramba fanfiction (nella mia mente ambientata, più o meno, tra il '700 e l'800)
Che ve ne pare? Sono pronta alle critiche. Mi auguro, quantomeno, di avervi proposto una piacevole lettura.

Con affetto,

Nanà-sshì
   
 
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