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Autore: ElMcLinson_90    22/03/2013    0 recensioni
Una festa, una donna e un uomo misterioso tornato dal suo passato, capace di farle perdere la testa solamente sussurrandole il suo nome.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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That night...memories

 

Erano le 20 e 30.

Non c'erano ancora troppe persone ma continuavano ad arrivare.

Alcune erano già in piscina ed altre ballavano nel piazzale.

Altri ancora bevevano cocktail dai nomi impronunciabili che avevo ordinato alla ditta catering che avevo pagato per la serata.

I ragazzi erano tutti eleganti e le ragazze anche.

Io avevo indossato un vestito rosso, il mio ultimo acquisto.

Era senza spalline, corto sopra il ginocchio e ripreso sotto il seno. Era fantastico. Per completare l'opera mi ero messa un paio di tacchi vertiginosi sempre rossi. Non erano comodi, ma non dovevano esserlo, dovevano solo fare effetto.

Mi avvicinai alla porta tanto per vedere chi entrava in casa mia e se c'era qualche imbucato.

Uscita fuori andai al cancello e salutai cortesemente due ragazze che stavano entrando.

bella festa!” disse una.

Già, divertitevi!” risposi sorridendo.

Margot!” mi chiamò un voce, mi girai di scatto incontrando i suoi occhi color nocciola.

Anche tu qui?” chiesi con foce un po' tremante.

Ho pensato di fare una visita, dato che non ci vediamo da...”

...da due anni” completai io la frase.

Beh allora divertiti!” conclusi ricominciando a salutare gli ospiti.

Quando mi rigirai non c'era più, chissà dove se n'era andato.

Alessandro, due anni più di me, imprenditore, donnaiolo (lo era sempre stato), capelli neri portati più corti dai lati e sorriso smagliante.

Non gli mancava proprio nulla per far cadere una donna ai suoi piedi e io l'avevo fatto, due anni fa. Da allora non lo avevo più visto ne sentito.

Sapevo che per lui sarebbe stato una cosa così, senza significato ma in cuor mio ci speravo.

Tre Martini e due sigarette dopo la casa era affollatissima, piena di gente ubriaca che urlava, la musica a palla e vestiti che galleggiavano sull'acqua mista ad alcool della piscina.

Io ero intenta a discutere sulle nuove riforme per la scuola superiore, test di ammissione che avrebbero aumentato l'ignoranza, cose noiose insomma.

Davanti a me, sui divanetti, due ragazze poco più piccole di me, di lato un ragazzo della loro età che sembrava il più preparato sulle nuove riforme, accanto a lui un uomo dulla trentina che sembrava più che altro interessato all'abbondante seno che le due ragazzine di prima mostravano senza alcun pudore e alla mia sinistra Alessandro che partecipava attivamente alla conversazione e sembrava che per una volta si interessasse davvero a qualcosa che non fosse il calcio.

Non sono d'accordo con te, con i test di ammissione si darebbe l'occasione potrebbero servire” squittì una delle due ochette sistemandosi il “balconcino”.

Mi alzai di scatto non sopportando l'ignoranza di quelle due che in mezzo a discorsi seri facevano anche commenti sul nuovo taglio di capelli di Adam Brody e di Ben Mckenzie. Pff.

Mi diressi velocemente verso l'ufficio di casa mia che si trovava alla fine del corridoio.

Avrei tanto desiderato andare in camera ma al momento era meglio di no, non avrei resistito nel vedere due fare cose “sporche” sul mio letto.

Mi abbandonai sulla sedia e accesi il computer, niente posta.

Andai a curiosare su fb ma anche lì nessuna notifica.

Ad un tratto sentii aprire la porta e richiuderla velocemente, mi alzai per vedere chi fosse.

Mi ritrovai davanti, vicino, troppo vicino, Alessandro.

Perchè anche qui e dai, io volevo un po' di pace.

Che ci fai qui?” chiesi fredda.

Non sopportavo più quelle due ochette dal seno rifatto e venivo a salvarti!” disse ammiccando.

Salvarmi? E da cosa, sentiamo!” replicai un po' infastidita.

Dalla noia signorinella!”

sarebbe per questo che ci hai chiusi a chiave del mio ufficio?” chiesi un po' titubante.

Si...” disse avvicinandosi a me e fissandomi le labbra.

Beh non voglio essere salvata... Alessandro! Basta- continuava ad avvicinarsi- Ale dai- era sempre più vicino e a forza di indietreggiare ero arrivata al muro- alessandro io ti giuro che...”

Stai zitta” sussurrò al mio orecchio prima di cominciare a baciarmi il collo.

Sussultai dal piacere. Non potevo, non così, non potevo dargliela vinta ancora una volta e poi stare male per questo, mi sarei sentita stupida.

Ma come potevo dire di no, teneva le mani dietro la mia schiena tenendomi stretta a suo petto e facendomi sentire la sua erezione ormai evidente nei suoi pantaloni.

Continuava a baciare a mordicchiare il mio collo e piano piano spostò una mano dalla schiena arrivando a palparmi il seno.

Mugugnai sorridendo appena. Dopotutto non mi ero scordata il suo modo di toccarmi, di baciarmi, il suo respiro sulla mia pelle mi fece rabbrividire.

La mano che teneva sulla schiena salì lentamente e arrivò alla cerniera, abbassandola.

Intrecciai le mie dita nei suoi capelli scuri tirandoli un po'.

Mi tirò via dal muro e tornammo al centro della stanza.

Misi le mani nella tasche dei suoi pantaloni e ne tirai fuori un mazzo di chiavi e il portafogli che gettai con noncuranza sul tavolino.

Cominciai a sbottonargli la camicia e la sfilai da dentro i pantaloni, quest'ultima finì a terra insieme al mio vestito e alla sua cintura.

Gli sbottonai piano i pantaloni e lui mi lasciò fare.

Una volta sfilati mi prese per mano e si sedette sul divano-letto, spingendomi a cavalcioni su di lui.

Mi baciò con trasporto ma delicatamente quasi volesse cercare un mio assenso.

Così portai una mano dietro al suo collo portandolo più vicino a me. Gli morsi il labbro inferiore con fare sensuale mentre le sue mani armeggiavano al gancio del reggiseno, sganciandolo.

Si spostò leggermente da me per potermi guardare meglio.

Sei così bella!” disse sospirando.

Arrossii violentemente diventando di un rosso acceso, in tinta col vestito abbandonato al suolo.

Gli sfiorai i pettorali con le dita.

Ahh, hai le mani gelide, hai freddo?” chiese con voce più roca del solito.

Un po' ma non preoccuparti!” risposi prontamente.

E invece mi preoccupo... tieni, ecco mettila così!” disse sistemando sulle mie spalle una coperta trovata sul bracciolo del divano-letto.

Così va meglio?” chiese spostandomi i capelli su un lato.

Si, grazie!-risposi- perchè sei tornato?” domandai poi scurendomi in volto.

Ho fatto un grosso errore a lasciarti andare, Ti Amo” mi sussurrò all'orecchio, rabbrividii.

Anche io” mimai con le labbra. In fondo era vero non avevo mai smesso di amarlo.

Quella notte facemmo l'amore, noncuranti del fracasso che ci circondava, chiusi nel mio ufficio.

Mi promise amore eterno, non che io ci credessi ma in fondo sapevo che almeno stavolta sarebbe durata, era sincero e io lo Amavo.

 

Spazio autrice:

E' la mia prima One-shot e spero vi piaccia, se avete commenti o suggerimenti recensite, fatemi sapere se vi è piaciuto! xo xo

  
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