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Autore: Aulin    23/03/2013    1 recensioni
Pianeta è scosso da una Grande Guerra. Le parti che si affrontano sono la Democrazia e la Dittatura, le due forme di governo che dominano i tre super continenti. Ormai questa guerra va avanti da circa 10 anni, le perdite sono state innumerevoli e il malcontento dilaga. Due anni prima degli eventi narrati un gruppo di ribelli si unisce e forma i Bellatores, che sono ora pronti a distruggere la Dittatura, ormai al collasso e in inferiorità numerica. La storia segue uno dei gruppi ribelli più forti, i gladiatores, che daranno via all'offensiva finale contro l'imperator.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

Mi svegliai di colpo, ancora una volta, a causa del solito incubo

Mi svegliai di colpo, ancora una volta, a causa del solito incubo. Già, mi piace chiamarlo incubo anche se purtroppo è un ricordo.

Erano le 7:35, mi alzai dal letto, andai in bagno a sciacquarmi la faccia, aprii la finestra e niente. Niente no perché non c'era nulla di strano ma perché non c'era niente. Quella sera la passammo in una palazzina abbastanza alta, si riusciva a vedere oltre le mura della città e nulla era cambiato: una landa desolata che si estendeva per centinaia di chilometri, probabilmente.

Mi avvicinai a Dupen e cercai di svegliarlo, è davvero un' impresa farlo! Dopo circa 10 minuti si alzò e barcollante andò anche lui in bagno a lavarsi. Generalmente appena svegli dovevano passare almeno 20 minuti prima che uno di noi due riuscisse a formulare frasi di senso compiuto, ma quella mattina Dupen guardò fuori dalla finestra, si voltò verso di me e con un misto di malinconia e risolutezza:

- Dobbiamo andarcene da qui! - disse.
- Andarcene? E come? Pensi sia facile superare quelle mura? Ci abbiamo già provato.. E se anche ci riuscissimo come speri di arrivare al prossimo castellum? L'ultima volta ce l'abbiamo fatta per un pelo! Lloyd è quasi morto per quella ferita e Rika è svenuta per la fame!
- Non lo so, un modo lo troveremo! Ormai è un mese che siamo qui, non possiamo restare per sempre e questo lo sai anche tu!

Aveva perfettamente ragione. Era difficile da ammettere, ma dovevamo trovare il modo di andarcene. Dovevamo riunirci agli altri e sapevamo che mancava poco, mancava davvero poco. Avevamo appuntamento con Rika e Lloyd alle 8:20 al bar per fare colazione e programmare la giornata e, da come era iniziata, se ne prospettava una lunga.

Prendemmo i giacconi e scendemmo. Eravamo ad Aprile, una decina di anni fa avrei sognato di uscire così in Primavera ma ormai niente era come prima. Le stagioni come noi le conoscevamo non esistevano più, tutto per colpa loro. Usciti dalla palazzina ci guardammo intorno, era una giornata come le altre, la solita malinconia e la solita monotonia. Chi andava a scuola, chi a lavoro, chi passeggiava allegramente, sinceramente mi chiedo tutt'ora come facessero a vivere così normalmente, come se nulla fosse mai accaduto: a volte chiudiamo semplicemente gli occhi sperando di non avere problemi, accettiamo ciò che ci accade passivamente, tanto «tutto passa». Avrei voluto essere come loro, avrei voluto condurre una vita “normale”, ma non potevo chiudere gli occhi, dovevo combattere! Per me, per i miei amici e per Lerya.

- Rika! Lloyd! - urlò Dupen all'improvviso.
- Zitto idiota! Ricorda che non dobbiamo dare troppo nell'occhio! - guardandomi a destra e sinistra.

Come non detto: ci fissavano tutti. Qualche secondo di imbarazzo, e paura, e tutto tornò come prima. Per fortuna non c'erano milites nei dintorni, affrettammo il passo e ci sedemmo vicino ai nostri amici.

- Ehilà ragazzi! - ci salutò Rika raggiante come sempre.

Lloyd ci fissava in silenzio, suppongo avesse già capito cosa ci saremmo detti di lì a poco e che anche lui la pensasse come noi. Parlammo per un po' di cosa avremmo potuto fare quel giorno, dove prendere dei soldi, del più e del meno insomma. Poi all'improvviso:

- Basta! Parliamo seriamente.. A quando la partenza? 
- Che partenza? - chiese sorpresa Rika.
- Non dirmi che non ci hai pensato anche tu Rika, vogliamo andarcene da qua, anzi dobbiamo
andarcene - ribatté subito Lloyd.
- È logico! - disse con voce triste Rika - Lo so che dobbiamo andarcene e ricongiungerci con gli 
altri. Però mi stavo quasi abituando..

E già, ci stavamo davvero abituando tutti, ma quello non era il nostro posto, il gruppo della resistenza di cui facevamo parte ci stava aspettando a Xarxa, una delle città più grandi dell'Est.

- Come pensate di uscire da questo castellum? - chiesi spaesato - Sapete tutti che per noi è impossibile uscire legalmente dalle città e inoltre da qui in poi inizia la Red Zone!

La Red Zone era una delle quattro aree contaminate del continente: Red, Blue, Green e Black. Era impossibile attraversarla se non si disponeva di un veicolo pressurizzato, i gas tossici ci avrebbero ucciso, tutta colpa della guerra.

- Ho incontrato un altro gruppo dei Bellatores ieri sera. - subito mi fermò Lloyd.
- Cosa? Sei sicuro fossero dei Bellatores? - chiese sorpreso Dupen - Dopo l'ultima volta non mi fido più di nessuno, capiscimi.
- Non venire a dirlo a me, sono io che ci ho quasi rimesso le penne. Comunque si, sono sicuro. Mi hanno fatto vedere i segni. - rispose Lloyd.

L'ultima volta.. è stata la situazione peggiore in cui ci fossimo mai ritrovati. Per uscire dal villaggio precedente chiedemmo aiuto a un gruppo di ribelli, come noi, eravamo convinti lo fossero davvero, i loro segni corrispondevano a quelli del gruppo remiges, ma era una montatura. Ci tesero un agguato al cancello principale, nonostante fossimo molto forti erano in netta maggioranza numerica, fummo costretti a fuggire rubando un Desert Muvey, uno dei veicoli usati per attraversare le lande desertiche, e arrivare a Tonk, il villaggio in cui ci trovavamo, ma nell'imboscata Lloyd era stato ferito per proteggere Rika e avevamo perso gran parte dei viveri. Da allora non ci fidammo più di nessuno, ma stavolta Lloyd sembrava convinto e così gli credemmo.

- Cosa ti hanno detto? - chiesi io.
- Per ora niente, mi hanno riconosciuto e mi hanno parlato del loro piano di fuga per arrivare a
Xarxa all'incontro con i capi, mi hanno detto di vederci tra 3 giorni al cancello Sud - spiegò 
Lloyd.
- Bene, così sia. Per ora continuiamo a stare qui come se niente fosse e organizziamoci la sera. 
Dobbiamo trovare delle armi e l'unico modo per farlo è rubarle dall'armeria della città. Dovremo 
studiare i turni di guardia e le planimetrie, non possiamo fallire! - disse Dupen con grinta.

Io intanto rimanevo in silenzio ripensando a tutto ciò che era accaduto in quegli anni e a come, se il piano dei Bellatores fosse andato in porto, tutto quello stava per finire: la dittatura dell'imperator, la guerra con gli altri continenti, le aree contaminate e la stessa Ribellione. Da quando era scoppiata l'ultima Grande Guerra, a causa dei nuovi tipi di armi e tecnologie, nulla più era come prima, né il territorio, né il clima e nemmeno le persone. Noi tutti portavamo gli effetti della Guerra e io portavo uno dei più pesanti: la mutazione. Giusto, ancora non mi sono presentato. Quando scoppiò la Guerra avevo solo dodici anni, come gli altri, entrammo a far parte di un progetto segreto diretto da colui che sarebbe diventato il futuro imperator per trasformarci in super soldati. Gran parte dei bambini morì per gli effetti della droga Viper, capace di aumentare esponenzialmente le nostre potenzialità sia mentali che fisiche, sopravvivemmo in poche centinaia. Col passare degli anni molti morirono in guerra, altri per gli effetti collaterali della droga. Adesso siamo rimasti in diciotto: 10 fanno parte del corpo scelto di guardia dell'imperator, sei sono entrati nei Bellatores, la resistenza, tra i quali ci siamo noi quattro, uno è disperso e l'ultima, Lerya, la sorella gemella di Lloyd, è prigioniera a Tekno, una delle capitali del continente. Noi siamo i gladiatores uno dei gruppi di ribelli più forti e io sono il loro capo: il mio nome è Mark.

 

  
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