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Autore: Cherilyn    23/03/2013    0 recensioni
Kaya Tod è una ragazza sola di diciassette anni che si ritrova a viaggare per gli Stati Uniti alla ricerca di suo padre ritenuto morto. Keith Williams è un neo diciannovenne inglese che si trova a vagare per l'America alla ricerca di se stesso.
Il loro incontro potrebbe cambiare le loro vite, per sempre.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologue; Lonley Girl

I can remember the very first time I cried
How I wiped my eyes and buried the pain inside
All of my memories - good and bad - that's past
Didn't even take the time to realize.

[P!nk-Lonely Girl]

 

«Signorina Tod, potrebbe anche prestare attenzione alla lezione»  sbuffò il professor Bach sbattendo il libro di letteratura classica sul banco della ragazza. «Proprio non capisco ragazzi- ricominciò con quella voce che Kaya odiava tanto –come una ragazza così disattenta e maleducata possa essere la migliore del corso». La mora alzò gli occhi al cielo togliendo gli anfibi canarino dal banco e posando il libro nella borsa.
«Ma forse, la signorina Tod non è quello che vediamo, non è la dura ragazzina problematica che fuma sigarette e beve alcolici. Forse è solo una ragazza sola che si nasconde dietro una masschera.-l'uomo sospirò- Non è così, Kaya?» domandò infine sussurrando con disprezzo il suo nome. Automaticamente Kaya si alzò e, prendendo la borsa nera, uscii dalla classe.«Dove pensa di andare signorina Tod?» le urlò Bach inseguendola fino alla porta dell’aula di letteratura. Non rispose, continuò a rigare dritto verso il bagno delle ragazze, forse lì avrebbe potuto finire il libro in tranquillità.
Kaya Tod poteva sembrare timida, ma non lo era. Poteva sembrare dolce, ma non lo era. Era la ragazza strana, quella che si distingue per lo stile grunge, il tipo di libri e la playlist rumorosa. E poi, non parlava. Era muta, ma non perché non lo sapeva fare, ma non le piaceva farlo. Era innamorata del silenzio. Amava salire nella soffitta della sua modesta casa e leggere. A volte con i Pink Floyd in sottofondo, ed altre aspirando fumo da una sigaretta al mentolo o al cioccolato. Sapeva che erano le più nocive, e a lei andava bene così. Non perché volesse morire, per carità!
Era il giorno del suo settimo compleanno quando suo padre, Jeremy Tod, partì per il Vietnam. Ricorda solo di aver spento una candelina rosa poggiata su un piccolo cupcakes. Era al cioccolato, il suo preferito. Spense la candelina esprimendo il desiderio che suo padre tornasse da lei il giorno seguente. Ma nona ndò proprio così. Passarono due mesi,  la piccola Kaya e sua madre non avevano ricevuto notizie. Passarono quattro mesi e la madre di Kaya, Elizabeth, aveva bevuto una bottiglia di liquore in una sola sera. Passò un anno, e Kaya smise di parlare. Allontanò Michelle e Kat, le sue due migliori amiche ritrovandosi sola.
Una solitudine a lei piacevole. Diciamo che si trovava in attesa. Aspettava il ritorno di suo padre e il ristabilimento di sua madre. Voleva che lui le inviasse una solo e stupida lettera dopo circa dieci anni di assenza e voleva che sua madre buttasse quelle maledette bottiglie che le avevano tolto una madre. Non le importava di altro, era in attesa.
Per fortuna, o no, l’attesa finì proprio quel giorno quando, tornando a casa, trovò un poliziotto in divisa invece che Elizabeth con i capelli unti e la puzza di alcol.
«Ciao, tu sei Kaya, giusto?» chiese la donna con i capelli raccolti e qualche chilo di troppo. La ragazza annui svogliatamente chiudendosi la porta alle spalle. Ormai era abituata a polizia e assistenti sociali in casa sua, era quasi una cosa normale, nella routine mensile.
«Adesso ti chiederai dove si trova tua madre, eh?» chiese aspettando la risposta della diciassettenne, che al contrario posò poco deliacamente la borsa a terra fissando la donna insistentemente.
 «Sei di poche parole, è così? Beh, si. Allora, io sono l’agente Kimberly White,  ed ho il compito di comunicarti che tua madre è stata ricoverata  in un centro qui a Filadelfia e…»
«Cos’ha combinato?» tagliò a corto la ragazza rigirandosi nelle mani l’accendino indaco comprato poco tempo fa.
«Ha quasi fatto investire una vecchietta cercando di rubarle la borsa, era ubriaca e, probabilmente sotto effetto di qualche strana sostanza»
Kaya sospirò. Un periodo completamente sola? Probabilmente le avrebbe fatto bene. Oh, stronzate. Lei non voleva rimanere completamente sola. Quando sua madre dormiva lei si infilava sempre nel letto dormendo con lei. Da bambina le portava un libro di favole da farle leggere, voleva bene a sua madre anche se era quello che era. Non voleva lasciarla.
«Partirai tra quattro giorni» Partire? E per andare dove? Kaya non aveva nessuno. «Abbiamo rintracciato tuo zio Anthony Tod, ti ospiterà per un po’»
«Io non voglio partire» sussurrò.
«Lo so che è dura, mia cara, ma sei minorenne e lui è il parente più vicino che siamo riusciti a rintracciare»
«Dove?»
«Pasadena, California»
La California, lontana dalla Pennsylvania, lontana da tutto ciò che Kaya conosceva e riteneva familiare.

 

angolino me.
Lo so, fa schifo, ma era un'idea che mi "balzava" per la testa da un po', quindi incrociamo le dita. La protagonista può sembrare la disagiata che si taglia le vene e depressona assurda, ma come ha detto Bach è solo una ragazza sola. Dal prossimo capitolo si sconvolgerà tutta la storia che penso pensate di aver intuito(?). Kaya l'ho immaginata come la fantastica Willa Holland, e per l'arrivo di Colton Haynes dovete aspettare un po', ma pochissimo! Quindi, spero vi piaccia, recensione positiva o negativa. Negative spero, così posso sapere dove faccio tanto schifo a scrivere.
Pace e amore, Cherilyn. 
p.s ringrazio ancora CharlotteisnotReal__ per il fantastico banner.



  
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