Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Patta97    24/03/2013    7 recensioni
"- John -.
- Uh-uh -.
- Ripetimelo -.
- Cosa? –
- Ripetimi perché sto guardando questa roba -.
- Perché ti annoi -.
- E perché non sto sparando al muro? -.
- Perché Lestrade ti ha sequestrato la pistola e io ho nascosto la mia -."

One-shot nata dalla voglia di scrivere qualcosa sui miei due fandom preferiti e dalla domanda: e se Sherlock e John guardassero Il Matrimonio di River Song...?
Note: Johnlock; non dovete necessariamente essere fan del Doctor Who per capire.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock Who?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nulla da dire.
Se non che praticamente tutto in questa storia non appartiene a me, ma alla BBC (che Dio la benedica) e anche a quel simpaticone di Moffat.
Leggete e fatemi sapere,
Chiara

PS Dedicata a Lauur, perché è sempre lì a suggerirmi il titolo. Ti adoro, Lawr <3
___________________________________________


What to do with scarves and bowties.



- John -.
 
- Uh-uh -.
 
- Ripetimelo -.
 
- Cosa? –
 
- Ripetimi perché sto guardando questa roba -.
 
- Perché ti annoi -.
 
- E perché non sto sparando al muro? -.
 
- Perché Lestrade ti ha sequestrato la pistola e io ho nascosto la mia -.
 
Seduto sulla sua poltrona, Sherlock si tira le gambe al petto e le cinge strette con le braccia.
 
- John -.
 
Il medico sospira, chiudendo definitivamente il laptop e massaggiandosi gli occhi.
 
- Dimmi, Sherlock -.
 
- E cos’è questa roba che sto guardando? -.
 
John rivolge per un attimo gli occhi al televisore e si lascia scappare un sorriso.
 
- Le repliche del Doctor Who -.
 
Sherlock alza brevemente un sopracciglio e continua a fissare lo schermo.
 
Il dottore sposta la sedia dal tavolo per posizionarla accanto alla poltrona di Sherlock e si siede nuovamente.
 
Nota con piacere che la puntata in questione è The Wedding of River Song, una delle sue preferite con l’Undicesimo. L’aveva anche registrata su DVD.
 
- John -.
 
- Sherlock. Puoi farmi una domanda anche senza ripetere il mio nome ogni volta -.
 
Breve momento di silenzio. Il consulente investigativo riapre la bocca con aria corrucciata.
 
- , dimmi – lo precede John.
 
- Perché c’è una base militare dentro una piramide con la scritta ‘Area 52’? -.
 
- Hai guardato l’episodio dall’inizio? -.
 
- Sì, guardavo le immagini, ma ascoltavo le tue dita sulla tastiera del computer -.
 
John non sa se acquisire la notizia con irritazione o con tenerezza.
 
Opta, come sempre, per la seconda.
 
- Oh, d’accordo – sorride, sollevando una mano a mezz’aria.
 
Vorrebbe accarezzargli i capelli, ma ritira immediatamente il pensiero fingendo di volersi grattare la testa, per poi ritirare la mano accanto all’altra sul grembo.
 
Sherlock se n’è ovviamente accorto, ma continua a concentrarsi sulla televisione dopo avergli lanciato un’occhiata fugace e sospettosa.
 
John si maledice per la centesima volta per essere la causa di quell’imbarazzo fra di loro.
 
Dopo che Sherlock era ricomparso un anno prima dopo la sua presunta morte, la sua vita aveva ripreso all’istante colore e vita e senso.
 
Le loro esistenze danneggiate si erano agganciate di nuovo alla perfezione come due tessere di un bizzarro puzzle e la vita a Baker Street era ripresa con un click del telecomando dopo quei tre anni di angosciosa pausa.
 
Poi lui aveva rovinato tutto quando si era dichiarato. A colazione, senza nemmeno rendersene conto.
 
Solo lo sguardo spaesato di Sherlock gli aveva fatto capire come un eco le proprie irrimediabili parole.
 
E così da un mese a quella parte è cambiato tutto. C’è un clima sospeso, imbarazzato, come se si fosse cristallizzato alle sette e trenta di quella mattina. Ci sono attimi in cui John è gentile fino a risultare stucchevole e Sherlock scostante all’inverosimile e altri in cui le parti sono scambiate.
 
John prova a focalizzarsi nuovamente sulla puntata che continua a scorrere sullo schermo dopo una breve pausa pubblicitaria.
 
C’è la scena più romantica: il Dottore è in cima alla piramide con River e stanno discutendo.
 
Tra poco si sposeranno e baceranno e lì a John è sempre caduta una lacrimuccia. Impietosa, a dirla tutta, e se ne vergogna molto, ma non poteva farci nulla: lì almeno per un attimo l’amore aggiusta tutto, il suo non lo sta invece portando da nessuna parte.
 
Perso com’è nei suoi pensieri, si accorge appena che Sherlock si è alzato dalla sua poltrona in uno svolazzo di tessuto azzurro e pregiato per dirigersi verso l’attaccapanni.
 
- Esci? È tardi – osserva John, suonando più interessato di quanto dovrebbe e vorrebbe.
 
Ma Sherlock non risponde e non lo guarda nemmeno, limitandosi a prendere la sciarpa blu dall’appendiabiti e a tornare a sedersi come se non si fosse mai alzato.
 
“Ok, mi serve una striscia di stoffa lunga 30 centimetri” borbotta il Dottore dalla tv.
 
Nello stesso momento in cui l’alieno si slaccia il cravattino blu con uno sbuffo, Sherlock srotola la sciarpa dalle proprie mani.
 
“River, prendi un capo di questo. Avvolgilo attorno alla mano e porgilo a me”.
 
Sherlock fissa John con insistenza, offrendogli un lembo della sciarpa.
 
Il dottore lo afferra senza capire, gli occhi sbarrati e il cuore che perde qualche battito.
 
“Che devo fare?” sussurra River dallo schermo.
 
- Sher… che stai… che devo fare? – fa eco John, sconvolto.
 
“Quello che ti dico” risponde il Dottore, leggermente brusco.
 
- Quello che fai sempre. Quello che ti dico – suggerisce Sherlock socchiudendo gli occhi, sempre puntati in quelli del coinquilino.
 
Restano in quella maniera per un po’, finché Sherlock non sente quello che stava evidentemente aspettando.
 
“Ora, River, sto per sussurrarti qualcosa all’orecchio e tu la ricorderai molto, molto attentamente e non dirai a nessuno quello che ho detto”.
 
E allora Sherlock si sporge verso John, sopra le loro mani avvolte dalla stoffa morbida della sciarpa, e poggia le labbra sul suo orecchio.
 
- Ti amo anch’io – sussurra con voce bassa, alitandogli sul lobo.
 
John rabbrividisce e il cuore ha un sussulto.
 
Sherlock si scosta da lui e lo guarda ancora, fissamente e serio.
 
“Allora puoi baciare la sposa”.
 
- Baciami – rantola John, ansimando come se avesse smesso di correre dopo miglia e miglia.
 
“Sarà mozzafiato”.
 
- Davvero? – Sherlock spalanca gli occhi azzurri, il lato destro del viso illuminato a intermittenza dalle luci della televisione, quello sinistro in ombra.
 
Le sue labbra a cuore, ora metà rosee e metà scure, non sono mai sembrate così invitanti a John.
 
“Sarà meglio”.
 
- Oh, Dio, – annuisce, baciandolo in un mare di tenerezza.
 
 
 
- Quindi? – sussurra John sui riccioli neri, carezzandoli piano con una mano.
 
- Quindi cosa? -.
 
- Come mai hai aspettato che trasmettessero quella puntata per dirmi quella cosa, facendomi vivere l’inferno per un mese intero? –.
 
Sherlock solleva la testa, poggiando il mento sul petto di John, sul lato dove batte il cuore.
 
- Ho solo aspettato la serata in cui il mio livello di noia fosse abbastanza alto e non avessi impegni. La puntata era già stata registrata su DVD. Da te – specifica il consulente investigativo.
 
John tortura un lembo di lenzuolo per non arrabbiarsi e conta mentalmente fino a dieci.
 
Non sa se acquisire la notizia con irritazione o con tenerezza.
 
Opta, come sempre, per la seconda. E lo bacia.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Patta97