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Autore: floflo    24/03/2013    3 recensioni
Cosa avrà scritto Evangeline sul suo libro dopo la perdita di Tristepan?
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evangeline
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Nostra Storia'
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Wakfu feat Tiziano Ferro – Il regalo mio più grande
http://www.youtube.com/watch?v=_Mx3srwso2g



Song-fic senza troppe pretese per spiegare cosa, secondo me, ha scritto Evangeline sul suo libro dopo la perdita di Tristepan all’inizio della seconda serie.


Il diario di Eva

È strano, quando eri vivo Tristepan non ti ho mai considerato, mentre ora mi ritrovo qui a parlare con la tua statua, la sola cosa che mi rimane di te. Il mio unico ricordo di ciò che sei stato.

Non riesco ad allontanarmi da questa radura ricoperta di fiori che i nostri amici hanno adornato per te, in tuo onore e in tua memoria; se il dio Yop che ti ha voluto accanto a sé ti concedesse di vederla, scommetto ne saresti contento e magari anche orgoglioso.

Sei entrato nella leggenda, sei diventato un eroe, non era quello che volevi?

Chissà, forse da lassù riesci a vedere anche me e questi fiori annaffiati dalle mie lacrime, che non ne vogliono sapere di smettere di inondare i miei occhi e bagnare le pagine di questo diario ogni volta che guardo la tua immagine scolpita e poggiata su quel piedistallo.

Mi manchi tanto Tristepan…

Eppure, è stato tutto inutile, io non ti perdonerò mai di avermi abbandonato per entrare nella leggenda, per diventare un eroe, stupido cervello di Yop!

Oh, è sempre stato così difficile per me esprimere i miei sentimenti PanPan, non sono mai riuscita a dirtelo quando ti avevo accanto tutti i giorni, quando potevo parlarti, quando avrei potuto stringerti…, eppure, ora che tutto sembra inutile e perduto irrimediabilmente, le parole escono senza sforzo, la punta della mia penna scorre veloce su questo foglio di diario, come un torrente in piena, come le mie lacrime.
Tutto quello che non ho fatto in tempo a dirti Tristepan è in queste righe:

Voglio farti un regalo
Qualcosa di dolce
Qualcosa di raro
Non un comune regalo Di quelli che hai perso
O mai aperto
O lasciato in treno
O mai accettato
Di quelli che apri e poi piangi
Che sei contento e non fingi
In questo giorno di metà settembre
Ti dedicherò Il regalo mio più grande


Il mio cuore, Tristepan, questo ti apparterrà per sempre, ovunque tu sia.
Non lo hai mai sentito dalla mia voce e dalle mie parole, ma forse chissà, lo avevi già capito da solo.

Vorrei mi facessi un regalo
Un sogno inespresso
Donarmelo adesso
Di quelli che non so aprire
Di fronte ad altra gente


Se solo potessi tornare indietro per un istante… Se tu fossi qui, non esiterei un momento, ho tanto da farmi perdonare…
Mi maledico oggi di essere stata così cieca in passato da non aver mai ricambiato i tuoi sentimenti come avrei potuto, di averti sempre deriso e qualche volta umiliato, ma ora ho capito, la cosa più importante sei tu e il tuo amore,

Perché il regalo più grande
È solo nostro per sempre


La tua morte ci ha diviso solo in apparenza. Ora tu sei mio e io sono tua come non mai.

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
Tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però se ho nel cuore
La tua presenza è sempre arrivo
E mai partenza

Io non riesco ad arrendermi PanPan, è più forte di me; non riesco ad accettare l’idea di non poterti più vedere, di averti perso per sempre.
Ti riconosco in ogni cosa attorno a me, anche tra le pagine di questo libro, ti sento ancora vicino, ti sento parlare, invochi il mio nome, mi supplichi di venirti a salvare come se in realtà non te ne fossi mai andato.
Mi prendono per pazza e forse lo sono veramente, ma io ti sento qui, da qualche parte…


E se arrivasse ora la fine
Che sia in un burrone
Non per volermi odiare
Solo per voler volare
E se ti nega tutto quest'estrema agonia
E se ti nega anche la vita respira la mia


Sei davvero tu, Tristepan?
Non potrei sopportare di saperti prigioniero chissà dove, stai soffrendo PanPan?
Mi chiami perché io venga a liberarti, ed io verrò, puoi starne certo: dovesse essere l’ultima azione della mia vita, dovessi attraversare tutti e dodici i regni per ritrovarti.

E stavo attenta a non amare prima di incontrarti
E confondevo la mia vita con quella degli altri
Non voglio farmi più del male adesso
Amore..


Tristepan io ti amo, ecco l’ho detto finalmente. È questa la verità.
Non ti abbandonerò, ho capito che tu sei l’unica cosa che per me conta.

E poi..
Amore dato, amore preso, amore mai reso
Amore grande come il tempo che non si è arreso
Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte


Il sentimento che non finisce mai si riconosce dal presente ostinato, che non registra l’assenza, non si arrende al passato e nemmeno alla morte.
Ci sono talmente tante cose che non ho fatto, che ho sognato di fare, sono stata così stupida da non capirlo prima, ma se non è ancora troppo tardi te lo dimostrerò Trispepan, perchè

Sei tu,
Il regalo mio più grande.





 

   
 
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