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Autore: Donna Francese    24/03/2013    2 recensioni
La mente lo tortura, come tortura ogni amante che vive nel terrore di non essere ricambiato, perché il modo di fare dell'amato non gli lascia altro pensiero, altra opinione.
Ma se solo l'altro fosse capace di vincere l'orgoglio...
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Do you know how it's like, to be tortured by your own mind?
Personaggi: Francia, Francis Bonnefoy; Inghilterra, Arthur Kirkland
Genere: Angst.
______________
"Non ti cerca mai. 

 

È fatto così. 

 

Lo fa solo quando sta male. 

 

Vuol dire che ha bisogno di me. 

 

Lo fa solo perchè tu lo assecondi, ti usa. 

 

Lo fa perchè sa che gli voglio bene.

 

Non ti dice neanche perchè, non lo vedi?

 

Ma a me non interessa, voglio solo che stia meglio. 

 

Sì, è una volta che sta meglio se ne va, ti lascia solo di nuovo. 

 

No, non è vero. 

 

Sì, e lo sai, sei solo un rimpiazzo, non gli servi realmente. 

 

No...

 

Ti fa star male, quante volte hai pianto?

 

Non m’importa, quello passa. 

 

No, non è vero, resta e ti fa affondare. Si accumula. 

 

Ma io voglio solo che lui stia bene...

 

Ti importa tanto di lui, ma a lui importa di te?

 

Quello che dici non è vero, io gli servo, io---

 

Tu cosa? Tu sei inutile

 

Zitto. 

 

Lui non ti ama e non lo farà mai, rassegnati. 

 

Ho detto di stare zitto. 

 

Ti usa e ti butta via, sei il suo tappabuchi e basta. 

 

No, no, non è vero. 

 

Sì, invece, e lo sai. 

 

Zitto, basta!" 

 


Il rumore violento di un bicchiere scagliato a terra e il respiro ansante del francese riempirono l’aria.  

 

<< Francis? >>

 

L’inglese lo osservava dalla porta, con cautela, richiamato da quel rumore improvviso. 

L’altro si girò e sorrise, come se non fosse successo nulla. 

 

<< Oh, Arthùr. Mi è caduto il bicchiere, l’avevo appoggiato in bilico sulla scrivania. Ti ho disturbato? >>

 

L’altro lo guardò, appena sospettoso, ma non chiese altro, e il francese non sapeva se sentirsi sollevato o se volesse morire. 

 

<< No, niente. Sono venuto a dirti che torno a casa. >>

 

<< Oh... oui, va bene. >>

 

<< Goodbye. >>


<< Au revoir. >>

 

Non provò nemmeno ad abbracciarlo, semplicemente gli rivolse un cenno della mano e lo guardò sparire con un piccolo sorriso che scomparve subito, mentre lo sguardo cadeva sui pezzi di vetro sparsi a terra. 

 

Sospirò. 

Come si poteva sfuggire alla propria mente? 

Alle torture inflitte a noi stessi dal proprio cervello? 

Oh, se solo non lo avesse amato così tanto... 

 

___________________________________
 

Intanto, mentre si incamminava per la strada, Arthur gettò un’occhiata alla casa alle sue spalle. 

E desiderò aver trovato una scusa per restare. 

Desiderio che l’orgoglio mise subito a tacere. 

 

___________________________________

Angolino di dolcezza fra le lacrime|?|.
Aka: Angolino della scrittrice. 


Bene. 
Questa è per una persona. 
Ma non voglio dire chi, magari lei lo capirà da sola... 

Ti voglio bene. <3 

  
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