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Autore: You are not a mundane    24/03/2013    0 recensioni
Sentì un tuffo al cuore. Lui era il mio migliore amico dai tempi delle elementari fin quando non dovette partire per New York insieme ai suoi genitori che si erano trasferiti qui in Italia subito dopo il matrimonio per motivi di lavoro. D’allora non ci siamo più visti ma abbiamo continuato messaggiare per tutto questo’ tempo. Gli raccontavo praticamente tutto quello che mi succedeva e lui faceva lo stesso. E , quando lo vidi mi sentì la persona più felice del mondo. Gli corsi incontro stringendolo in un grande abbraccio che lui ricambiò stringendomi forte a sé.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era il compleanno di Amy, la mia migliore amica, e insieme ad un gruppo di amici le avevamo organizzato una festa da sballo!  
Dopo due ore buone di preparativi non eravamo ancora pronte: A si stava truccando e io stavo cercando le mie amate converse dopo una dura lotta con i tacchi, che però avevano vinto, lasciandomi senza scarpe. Le altre ci stavano aspettando giù

<< MUOVETEVI!!! Oddio siete delle lumache! >> ci stavano urlando.

<< va bene, un attimo! >> aveva risposto Amy, che odiava andare di fretta.

<< Rilassati A, è il tuo compleanno, andrà tutto bene, però ora muoviti sennò facciamo tardi >> dissi piazzandole un bel bacio sulla guancia.

Aveva indossato un tubino nero con dei disegni geometrici bianchi che la valorizzavano, dei tronchetti neri con un fiocco bianco che richiamava i disegni del vestito e si era lasciata i capelli naturali che le avvolgevano il viso in una lunga massa ondulata dal quale risaltavano gli occhi contornati da uno smoky eyes nero. Io, invece, avevo una gonna nera a vita alta nella quale era infilata una maglia giallo oro allacciata al collo con un fiocco e che lasciava la schiena scoperta, ai piedi il tocco di classe delle mie converse bianche e i capelli, che non avevo avuto il tempo di aggiustare, erano raccolti in una treccia che cadeva sulla spalla dalla quale fuoriusciva qualche riccio ribelle.  Si erano fatte le dieci e le ragazze ci stavano aspettando già da un po’ così ci affrettammo e scendemmo, salimmo in macchina e ci avviammo verso il pub.

Quando arrivammo i nostri amici erano fuori ad aspettarci, ma solo dopo mezz’ora di estenuante fila, riuscimmo ad entrare.

Il locale era pieno di fumo, decine di luci si accavallavano illuminando la stanza in una danza magica, creando colori ed effetti mai vista prima. Le persone sulla pista ballavano muovendo i loro corpi a ritmo di musica, guidati dai battiti che rimbombavano nella sala, illuminate da una cascata di colori. Le ragazze ballavano agitando i capelli, i ragazzi, invece, dimenando i fianchi. La pelle nuda scintillava di sudore. L’energia riempiva i loro corpi e l’intera stanza, ormai accaldata, nella quale aleggiava un misto di sudore, fumo e birra. In fondo alla pista c’era il dj con la sua consolle che incitava tutti a scendere in pista ed unirsi alle danze e, al nostro fianco, c’era il bancone del bar.

Non ce lo facemmo ripetere due volte e ci unimmo alle danze. Iniziammo anche noi a muoverci facendoci guidare dalla musica, sentendo le pulsazioni entrarci nel sangue facendoci vibrare le ossa.
Dopo un po’ vidi che il ragazzo che piaceva ad A si stava avvicinando così decisi di lasciarli soli ed allontanarmi andando al bar. Mentre camminavo, evitando i ragazzi ubriachi che mi cadevano praticamente addosso, intravidi lui. Robert.

Sentì un tuffo al cuore. Lui era il mio migliore amico dai tempi delle elementari fin quando non dovette partire per New York insieme ai suoi genitori che si erano trasferiti qui in Italia subito dopo il matrimonio per motivi di lavoro. D’allora non ci siamo più visti ma abbiamo continuato messaggiare per tutto questo’ tempo. Gli raccontavo praticamente tutto quello che mi succedeva e lui faceva lo stesso. E , quando lo vidi mi sentì la persona più felice del mondo. Gli corsi incontro stringendolo in un grande abbraccio che lui ricambiò stringendomi forte a sé.
Era molto più alto di come avevo immaginato, tanto che a stento gli arrivavo sotto il mento permettendomi di sentire il suo cuore che batteva forte. Il suo viso si era leggermente allungato e aveva la mascella più definita, solo il suo sorriso sghembo e i suoi occhi verdi erano rimasti gli stessi di sempre. I capelli erano più ricci di come me li ricordavo, ed era bello riaverlo qui con me.

<< J!!!! >>  aveva urlato appena gli ero letteralmente saltata addosso facendolo sbilanciare e cadere a terra sotto di me.

<< oddio R dimmi che sei veramente tu e che questo non è un sogno! >> dissi stringendolo forte sperando che quello che stava succedendo non era un sogno e che non sparisse da un momento all’altro.

<< Si J sono io, non è un sogno. Ma ora allenta la presa sennò mi soffochi >> disse ridendo e io allentai la presa, ma senza lasciarlo, ridendo a mia volta.

Quando ci alzammo mi prese per le mani e mi fece fare una piroetta su me stessa squadrandomi dalla testa ai piedi e alla fine disse

<< sei bellissima >>,

a quelle parole sentì il sangue colorare le mie guance e abbassai la testa

<< grazie. Anche tu sei b-bellissimo >> dissi quasi balbettando provocando in lui una sonora risata.

Quanto mi era mancata la sua risata, ora più roca, ma sempre bellissima e contagiosa.  
<< Quando sei arrivato? E perché non me lo hai detto? >> dissi arrabbiata tirandogli un pugno sulla spalla provocandogli una leggera risata, non avevo notato che oltre ad essere cresciuto d’altezza era anche più muscoloso e forte di quando eravamo bambini.

<< Perché ti volevo fare una sorpresa J, tu mi avevi detto che venivi qui a festeggiare il compleanno di una tua amica così ho pensato di farti una sorpresa e venire! >> disse. Ero senza parole, aveva preso un volo solo per venire da me, senza dirmi niente, per farmi una sorpresa.

<< grazie >> fu l’unica che riuscì a dire e lo abbracciai sentendo le sue braccia forti che mi stringevano a loro volta

<< ma quando riparti? >> aggiunsi pentendomene immediatamente, perché rovinare tutto? E se partisse domani?...

<< non riparto, mi ritrasferisco qui >>

disse interrompendo i miei pensieri e rendendomi più felice di quanto potessi immaginare. 
  
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