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Autore: VieEnMusique_    24/03/2013    0 recensioni
Il bar era gremito di persone. Bambini, adolescenti, adulti, anziani, innamorati, sognatori, artisti. Tutti diversi, ma in qualche modo tutti uguali. Tutti occupati ad esistere e molto probabilmente, nessuno, a vivere davvero.
-Sono ben accette critiche e recensioni.
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Genere: Poesia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Se si riesce a descrivere un’emozione con le parole, non è una vera emozione”

Accarezzai distrattamente la pagina ingiallita dal tempo su cui era scritta questa frase.
-Ecco il suo caffè-
Un rumore di stoviglie attirò la mia attenzione. Ringraziai il cameriere con un sorriso e tornai con lo sguardo verso la strada. Strappai la bustina di
carta e versai lo zucchero nel liquido scuro senza neanche guardare. Il bar era gremito di persone. Bambini, adolescenti, adulti, anziani, innamorati,
sognatori, artisti. Tutti diversi, ma in qualche modo tutti uguali. Tutti occupati ad esistere e molto probabilmente, nessuno, a vivere davvero.
Bevvi l’ultimo sorso di caffè, reso troppo dolce dallo zucchero rimasto sul fondo, pagai il conto ed uscii dirigendomi verso il parco.
Mi sedetti al solito posto, quello sotto il grande albero. Sfilai dalla tasca il libro che stavo leggendo e lasciai scorrere le pagine con il pollice.
                                                                             
Forse abbiamo vissuto mille vite prima di questa e in ciascuna ci siamo incontrati.
 
L’odore di erba appena tagliata mi invase le narici. La luce filtrava attraverso i fitti rami ricoperti di foglie di un verde acceso. Una fitta al petto, lieve.
Mi faceva male essere seduta lì, senza di lui. Era il nostro rifugio. Ci sedevamo lì, spalla a spalla ed ogni volta mi leggeva un libro diverso.
Scossi il capo come per allontanare il suo ricordo e mi alzai raccogliendo le mie cose.
 
“Lo cercherai ancora, inutile negarlo. E in mezzo alla gente avrai l’ansia di incontrarlo, come la prima volta che l’hai visto. E l’ultima volta che l’hai perso. “
 
Strinsi al petto il libro che stavo leggendo. Era il suo ultimo regalo, me l’aveva spedito per il mio compleanno. Quel gesto mi sorprese,
era passato più di un anno dal litigio che ci aveva allontanati. Era pieno di citazioni di tutti i tipi, era rilegato e con la copertina di pelle bordeaux.
Salii sull’autobus e mi sedetti infondo lasciandomi cadere sul freddo sediolino di plastica colorata. Ogni cosa mi ricordava lui. Le strade, i negozi,
i cartelloni pubblicitari. La fitta al petto aumentò. Suonai il campanello per prenotare la mia fermata e mi alzai avvicinandomi alle porte.
Il libro mi cadde aprendosi sull’ultima pagina.
 
“Please, miss me.”
 
Tre parole, scritte con una biro nera. La sua scrittura l’avrei riconosciuta tra mille. Mille pensieri mi pervasero la mente, sentivo gli occhi bruciare
e il cuore battere forte fino a far male. Ero ferma lì, con il libro tra le mani e la vista annebbiata dalle lacrime. Il suono delle porte che si aprivano mi
riportò alla realtà. Scesi di corsa ed iniziai a correre. Dovevo andare da lui. Sentivo la necessità di abbracciarlo, di baciargli le guance, di sentire la sua voce.
Ne avevo bisogno tanto quanto respirare. Corsi a perdifiato per quattro isolati, scansando la gente e asciugando le lacrime con la manica della felpa.
Spinsi il grosso portone di legno correndo e salii le scale a due a due. Mi fermai davanti alla porta di casa sua, ero spaventata. Iniziai a colpire la porta
con entrambe le mani. Sentii la sua voce al di là del muro urlare di aspettare, ma io non potevo, non riuscivo ad aspettare. La porta si aprì,rivelando la sua figura.
 
“E tu che ci fai qui? 
Ti aspettavo! 
Ma, come diavolo facevi a sapere che sarei arrivata ora? 
Non lo sapevo. Mi sono seduto e mi son detto: “Ok, conto fino a dieci, se non arriva me ne vado” e sei arrivata. 
E a che numero sei arrivato?
Duemilasettecentonove, ma potevo continuare.”

 
I suoi occhi erano fissi nei miei. Mi torturavo le mani tenendo il libro stretto al petto.
-Sei tornata?-
Sorrise. Uno dei suoi soliti sorrisi da finto innocente. Sorrisi anch’io e gli colpii piano una spalla. Fece un passo in avanti e mi prese il viso tra le mani.
Sorrise ancora una volta prima di baciarmi. Mi strinse forte a se, ero tra le sue braccia, ero a casa.

 


 

~
Grazie di averla letta!
Voglio ringraziare _Tilde_ perché mi sopporta/supporta sempre e senza di lei questa ff non sarebbe mai nata. Ti voglio bene yeobo!!
Beh, recensitela! Sono curiosa di sapere se vi è piaciuta o no.

•VieEnMusic•
 

  
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