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Autore: Narsyl    12/10/2007    0 recensioni
E’ solo lo sfiorar lento e dolce di due dita, il guizzar veloce di sguardi, le ombre nascoste di sorrisi, l’incanto segreto e magico di due cuori che battono all’unisono. E’ questo che ci salva dall’oblio.
Questa non è una vera storia. E' più una fantasia improbabile. Uno stralcio di vita senza inizio ne fine. Benvenuti nell'oblio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Frutto di una notte di inizio estate

Introduzione

E’ solo lo sfiorar lento e dolce di due dita, il guizzar veloce di sguardi, le ombre nascoste di sorrisi, l’incanto segreto e magico di due cuori che battono all’unisono. E’ questo che ci salva dall’oblio.
E’ questo che ci solleva dal profondo pozzo buio e senza fine che è in effetti la nostra stessa vita.
E’ l’amore, quel piccolo ma luminoso faro di speranza, di sollievo, che se siamo fortunati bussa alla nostra porta quando meno ce lo aspettiamo, e che ci porta dei momenti che, visti a distanza di tempo con i nostalgici occhi della memoria, hanno una lontana parvenza di quella che è la reale felicità. E’ l’amore che strazia cuori innocenti, che innalza anime al cielo e sprizza lacrime e sorrisi e sorrisi e lacrime unite in un solo abbraccio, che allevia le nostre tormentose ore ed ha il potere incredibile di fermare lo scorrer veloce del tempo, lo scoccar degli orologi e il battito dei cuori.
E’ l’amore che ci salva, ed è l’amore che io cerco e prego come unica ancora che venga a sostenermi in questi giorni così aridi. E’ un afoso mercoledì sera, nulla da fare, nessuno da vedere, la solitudine mi inquieta il cuore e tutto ciò che posso fare è sognare. E mi chiedo se per trovare la via d’uscita a tutto questo, debbo per forza trovar io stessa il mio amore, o meglio, più semplicemente, crearne uno da una pagina bianca, farlo nascere e crescere e trarne da tutta la sua bellezza, da tutto il suo ardore, e il suo coraggio, quella forza e quella voglia di vivere che adesso mi manca e di cui ho un disperato bisogno per non crollare, per non permettere alle mie ginocchia di cedere ed al mio cuore di scoppiare, e alle lacrime di straripare. Perché è estate e io voglio amare, voglio vivere, voglio essere folle e danzare e urlare e agitarmi nel vento volando nella pura adrenalina come una giovane farfalla leggiadra. Perché ho 16 anni, e i sedici anni hanno un’aria così importante, così ufficiale, da farmi quasi sentire in soggezione. 16 anni! Gli anni del puro delirio, delle sbronze, dei primi amori, così intensi e dolorosi, e degli amici e delle fughe e delle corse sotto la pioggia, e delle cazzate sussurrate quasi per gioco, ma che ci sembrano così vere. Oh, io mi aspetto molto dai miei 16. Troppo. Li ho sognati sin da bambina, volevo fossero perfetti, indimenticabili, e coronati dall’amore più intenso e sincero che nessuno ha mai cantato, che nessuno ha mai sognato. Ho sedici anni da 10, insignificanti giorni, e ancora ne ho altri 355 per realizzare i mie progetti. Eppure in questo momento li vedo così sfocati, così lontani.. irraggiungibili, impalpabili. Solo le sciocche fantasie di una giovane donna ancora così infantile, così ingenua.
Forse non ho ancora accettato come va il mondo. Non mi voglio rassegnare alla realtà di queste tenebre che mi si parano davanti agli occhi come un velo nero, leggero leggero, ma impenetrabile.
E allora, oggi, 20 giugno, dopo una giornata tutt’ altro che eclatante, dopo litigi su litigi con mia madre, con un opprimente solitudine nel cuore e una vaga sensazione di fallimento, inizio questa storia, frutto di una giovane mente fondamentalmente instabile e di un animo in subbuglio. Non so cosa ne uscirà, non so se mi farà star meglio, non so neppure se scriverò altre dieci parole dopo queste. Non so se invece lascerò questa pagina fredda al suo freddo destino, nella memoria dimenticata e profonda di questo apparecchio elettronico, così poco poetico, così poco adatto a contenere i sentimenti di cui vorrei riempire pagine e pagine.
Come dovrei iniziare? Di solito, una storia che si rispetti ha il suo lui e la sua lei. E un luogo e un tempo, un inizio ed una fine. Un evento scatenate, un antagonista. Ma io non voglio seguire i canoni metrici di una banale favola, non voglio attenermi allo schema predefinito descritto da quegli odiosi libri di poesia, in cui le alate parole di un poeta, che in poche righe ha racchiuso tutto il proprio animo, le proprie inquietudini, o la propria fortunata felicità, vengono calpestate e insultate, piegandole sotto regole e parametri, imprigionando ogni singola sillaba dentro una gabbia terribile di leggi sonore, metriche, sintattiche e quant’altro. Voglio che le mie parole volino libere in quell’universo di fantasia a cui appartengono, e non m’importa se così facendo vado contro la lingua italiana stessa, perché ho bisogno di sfuggire, di poter prendere anche così simbolicamente, una strada insolita, poiché ormai capisco che nella mia vita non ho via di scampo, non ho il diritto di sbagliare, di fare scelte stupide, di decidere col cuore e non con la testa. E allora diamo più carbone e legna a questo vecchio, meraviglioso treno a vapore, che è l’immagine della mia mente che viaggia alla ricerca della scintilla.

-Narsyl-

  
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