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Autore: Saecchan    12/10/2007    0 recensioni
E' la mia prima vera e propria fanfic. Ho deciso di farla un po' particolare, non sempre la stessa pappa xD Nella ficcia, miyavi si è suicidato. E tutto gira intorno all'intervista di una sua groupie. "Gli occhi rossi grondavano di lacrime brillanti, il suo viso, in tutta la tristezza, era bellissimo.”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: miyavi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi sospetta una relazione tra Midori e Miyavi?”
“Non credo che ‘relazione’ sia il termine giusto. Io so solo che erano diventati grandi amici, e penso che alcune canzoni siano state dedicate a lei. Ma comunque, sappiate che nella vita di Miyavi non ci sono state solo donne.”
“Si riferisce a … uomini?”
“Certo. Vi fu un periodo in cui di donne non se ne parlava proprio. Eravamo arrivate a pensare che Miyavi si fosse totalmente abbandonato all’altra sponda. Avevamo paura che ci odiasse.”
“Odiarvi? Perché?”
“Era sempre arrabbiato, nervoso. A volte ci gridava anche contro, ci cacciava. E poi, da dietro la porta della stanza, sentivamo i singhiozzi di quando uno piange disperatamente. Per giornate intere se ne stava chiuso in camera, non mangiava e rifiutava di andare agli studi, persino mentre era in corso la registrazione di un nuovo album. E rimaneva là, solo a piangere. Le posso giurare che il mio cuore si frantumava per ogni lacrima che scendeva sul suo viso. Credo di aver amato quel uomo più di chiunque altro.”
“Uhm.”
“Ritornando alla faccenda ‘uomini’. Ricordo che durante un tour in cui aveva fatto parecchi fanservice con il chitarrista Maayatan, non faceva entrare nessuno in stanza tranne che lui. Se devo essere sincera, stavamo giornate intere fuori dalla porta ad origliare, eravamo gelose.”
“E cosa accadeva dentro la stanza?”
“Beh, noi sentivamo parlare, ridere, far cadere piatti e bicchieri, c’era sempre un gran chiasso. E poi si mettevano a suonare la chitarra. Ahh, che bel suono che era! A volte mi sembra di sentirlo ancora, accompagnato dalla sua risata e dalle canzoncine stupide che si fanno da ubriachi. Si divertivano molto là dentro.”
“Secondo lei, è successo qualcosa tra loro due?”
“Diciamo…che non l’escludo. Non mi importa se hanno fatto qualcosa, se si sono amati, se si sono innamorati. Non è quello il punto. A me bastava sentire la sua risata, e sapere che per quei pochi secondi era felice.”
“Quando ha ricominciato a vedervi? A essere meno irascibile?”
“Mh… circa tre mesi dopo.”
“C’è una ragione, secondo lei, del perché di questo suo comportamento?”
“A volte è semplicemente lo stress. Soprattutto quando si ha da registrare un disco, e molte aspettative da parte dei dirigenti, dei fans.”
“Lei ci parlava con Miyavi? Le ha mai confessato qualcosa?”
“A me no. Ma a Midori sì. Ve l’ho già detto, parlavano molto loro due.”
“E Midori le ha mai detto qualcosa?”
“Beh, non molto. Era una tomba. Però ricordo che una sera, da ubriaca, si mise a parlare di uno strano fatto.”
“Cioè?”
“Blaterava su qualcosa riguardante il karma e l’anima. All’inizio pensavo solo avesse preso una sbornia tremenda. Ma poi, oggi, col passare del tempo, ho capito a cosa si riferiva. Secondo una mia teoria Miyavi pensava che suicidandosi sarebbe rinato in un altro corpo, e che tutto sarebbe ricominciato da zero. Forse, l’unica cosa di cui aveva paura era proprio del suo destino. Non so se ha capito cosa voglio dire…”
“In effetti, non la seguo molto. Provi a spiegarsi meglio.”
“Le farò un esempio. Le è mai capitato di rompersi una gamba, tanto per dire, e voler essere qualcun altro per non soffrire in quel modo?”
“Ah. Ora capisco.”
“Ecco.”
  
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