Eco La fiamma che divampa è nota come l’ora, in cui la vita avanza e verso notte ancora. Per chi conosce il giorno e vede che la sera, è sempre più crudele mai stata primavera. Quando sul tuo viso, risorge il buon mattino. Quando per capriccio, ti bruci un po’ nel vino. E chi ancor si palesa come fosse un impostore, è noto che la statua rifletta il suo dolore. Ma pare che la voce richiami il tuo sentore, di crescita e di gioco di sabbia e di calore. Non perdere la fede in chi ti cerca ancora, in chi ti ha perdonato, in chi ti strugge ora. Il battito del cuore è chiaro che ti prende, un po’ più d’un secondo ma un secolo si perde. Si perde nell’intreccio di vita, morte e ancora, di paradigmi e dogmi di lotta per l’aurora. Che sprona il tuo pensiero a vivere davvero, ad essere pulsante e al fin spirar sincero. Nakurisch