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Autore: Mr_CoolBunny    25/03/2013    4 recensioni
Non aveva bisogno di te più di quanto tu non avessi bisogno di lei. Per questo la vostra moirallegiance era sempre stata così perfetta. Adesso, a 49 sweeps, il tempo della vostra amicizia sta per terminare. Siete cresciuti, insieme a tutti i vostri amici, e sapevate fin dall’inizio che non sareste potuti rimanere insieme per sempre.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Semplice Equius <> Nepeta, Sadstuck molto deprimente, ma non posso farci nulla ç_ç adoro questi due, ed adoro far soffrire i personaggi che amo.
AU dove non si è mai svolto il gioco SGRUB


The Curse of an HighBl00d
 


Erano passati ormai numerosi sweeps, 44 per la precisione, da quando aveva incontrato Nepeta per la prima volta. Al tempo le era sembrata una piccola troll ingenua ed indifesa, debole, che chiunque avrebbe potuto sopraffare. Non si sarebbe mai potuto sbagliare più di così. Nepeta era una guerriera, una cacciatrice. Era forte. Avevano condiviso insieme una delle Moirallegiance più durature all’interno del vostro gruppo di amici. Adesso però stava tutto per terminare. Equius sapeva che sarebbe successo. Lo aveva sempre saputo, fin da quando 44 sweeps fa aveva accettato la giovane oliveblood come moirail. Ogni cosa bella sarebbe stata destinata a finire un giorno.

Nepeta stava morendo.

Com’era capitato ad uno ad uno, agli altri loro amici lowblood prima di lei, il suo tempo era quasi finito. Adesso Nepeta era invecchiata, prima di lui. Era la maledizione di un HighBlood, dover sopravvivere ai suoi compagni lowblood.
 

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Entrando dentro la caverna/hive di Nepeta, lo sguardo di Equius corse come al solito sullo Shipping Wall. Era vecchio e scolorito, non veniva aggiornato da tempo. A poco a poco alcuni dei loro amici erano morti. Nepeta aveva deciso di interrompere le ships perché non sarebbe mai stata la stessa cosa.
Sopra un’altra parete, ri vide un disegno raffigurante una piccola Nepeta, insieme a Pounce De Leon e la sua versione giovanile, con in mano arco e frecce insieme ad Arthour. Ricordava benissimo quando il dipinto era stato fatto. Posando una mano sul muro, lasciò che il flusso dei ricordi vagasse all’indietro fino a tornare a quella giornata passata insieme. Nepeta gli aveva chiesto di mostrargli le sue doti con l’arco, pensando che magari sarebbero potuti andare a caccia insieme. Non aveva riso quando, inevitabilmente, l’arco si era rotto, spezzato in due, tra le sue mani. Da allora aveva continuato a tifare per lui e a motivarlo, sperando in un qualche suo miglioramento come arciere. Con un lato della bocca lievemente increspato in un sorriso, passò avanti all’arco, con sopra la pelle dell’ormai defunto lusus  Pounce De Leone, che separava l’ingresso della caverna dalla camera personale della sua moirail.


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Nonostante ormai, la oliveblood avesse perso quasi del tutto la vista con la vecchiaia, accolse Equius con un sorriso alla sua entrata nella stanza.

“Ce l’hai fatta, allora. Pensavo ormai non arrivassi più”

Nonostante sembri quasi un rimprovero, sta sorridendo sia con gli occhi che con la bocca.

“Volevo portarti qualcosa da mangiare”

“oh, Equius, pensi che non sia più in grado di badare a me stessa? Potevo cacciare per conto mio più tardi”

Lo sguardo di Equius, cadde sulla moiral, ormai costretta a letto dalla fatica e dalla vecchiaia.

“Nepeta… non credo che tu sia nelle condizioni per poter compiere l’attività da te citata, inoltre come tuo superiore nell’hemospectrum e moirail, è mio dovere prendermi cura di te in questo modo. Ti ordino di cessare queste lamentele”

“Oh, purrfetto, adesso mi fai anche la ramanzina, abbi pietà della tua vecchia moirail. Era stancante anche quando il mio corpo non era così debole”

Si coprì la testa con una coperta per enfatizzare il concetto, poi si rivolse nuovamente al blueblood.

“Sono contenta che tu sia qui, Equius”

“Certo…” lasciò cadere il discorso quest’ultimo, mentre armeggiava con il cibo, cercando di non rompere nessun piatto.
Sentì alle sue spalle, Nepeta che si rigirava e tentava di mettersi seduta puntellandosi con i gomiti.

“Purrtresti farmi un favore? Alzi un po’ il fuoco nelle torce? Non capisco perché questa caverna debba essere sempurre così buia.”

Qualcosa gli si gelò nel sangue. Le torce emanavano una luce abbastanza forte da permettergli di tagliare il pasto per Nepeta senza problemi. Nella stanza si vedava chiaramente. Iniziò a sudare.

“Nepeta… io non credo di avere la facoltà di aumentare ancora di più la luce nella stanza”

“Oh… pensavo che… bhe… ok, allora…”

Piano piano, ritornò giù, sotto le coperte. Abbandonando immediatamente quello che stava facendo, Equius arrivò al suo fianco, inginocchiandosi, vicino al bordo del letto, per essere di pari altezza alla esile oliveblood. Nepeta lo sentì, e cercando il suo viso, a tentoni, iniziò ad accarezzargli una guancia con la mano.

“…Stavo pensando… ricordi quella volta quando eravamo insieme nella foresta e tu per la prima volta mi confidasti la tua red crush per Aradia? Insieme passammo poi il pomeriggio e la sera discutendo di un piano per aiutarti a conquistarla, e poi la sera sei tornato al tuo hive con la faccia tutta blu per la vergogna” Rise piano al pensiero.  “O quella volta che mi consolasti, quando … quando rivelai a Karkitty i miei sentimenti per lui ma… lui pensava a qualcun’altra… quel giorno sei rimasto con me per tutta la notte, dietro una porta chiusa, mentre io mi lamentavo e piangevo come una Wriggler in camera… che vergogna…” sorride. “O ancora, quella volta in cui Vriskers per essere dispettosa aveva nascosto la mia tavoletta grafica,e poi tu sei arrivato e te la sei fatta riconsegnare, allora io ho disegnato quel disegno, quello che ti era piaciuto tantissimo, di te con l’arco e…”

“Nepeta, per favore, ti ordin…  no, ti chiedo di smettere di parlare di queste cose per favore” Disse piano, il blueblood, un sussurro lievemente udibile. Nepeta lo guardò appena accigliata, come in lieve confusione. Smise di accarezzargli la guancia

“Non ti piacciono i ricordi, Equius?”
“Non mi piace sentirmi così… sentirmi così debole” La voce del blueblood tremava lievemente, in maniera quasi impercettibile. Non l’aveva mai sentito così.
“Equius, questo non vuol dire essere deboli”  corresse con tono leggermente autoritario.

Equius rimase in silenzio, Nepeta riprese a muovere la sua mano sopra al viso dell’altro. Anche in queste condizioni era lei che pacificava lui. Si ritrasse al contatto.

“Il primo fu Karkitty… catturato dai droni, ero disperata ma tu mi sei stato vicino. Poi Aradia. E’ stata molto dura per te, mi ricordo, hai smesso di mangiare e dormire per giorni… ed io c’ero. Non mangiavo e non dormivo insieme a te… poi Tavros. Tavros era uno dei troll più buoni e gentili che io abbia mai conosciuto… ti ricordi quanto era triste Gamzee? Al punto di decidere di seguirlo dall’altra parte, qualche giorno dopo. Ti ricordi? Quando venne il tempo di Aradia anche tu pensasti ad una simile soluzione… ma non la mettesti mai in atto… perché provavi pietà per me… Gamzee non aveva nemmeno più il suo moirail a pacificarlo. Non ha avuto altra scelta. E poi Pawllux… Sollux… anche allora.."

“Nepeta, per favore, io non ho intenzione di parlare di queste cose in questo momento”

“E allora quando, Equius?” La sua domanda lasciò il sagittario completamente spiazzato. Quando? “Guardiamo in faccia alla realtà, non credo di avere più molto tempo, Equius. Credo che te ne sia reso conto anche tu…”

“No Nepeta, ti ordino di smettere di dire queste cose io non ti autorizzo a… non…” sospiri, cercando di calmarti
 “Nepeta io… io ho ancora bisogno di te, qui… non sono ancora pronto”

 “neanch’io Equius… ti sembrerà un luogo comune, ma nessuno lo è mai… io ho paura Equius… ho paura specialmente per te. Devi promettermi una cosa” Gli occhi della ormai stanca e debole troll diventano poco a poco lucidi, ma ancora sorride. Sentendo un lieve sbuffo, e l’altro che si accomodava meglio in posizione seduta, capì che il blueblood era disposto ad ascoltare la sua richiesta.

“Promettimi… giurami che non farai come Gamzee.”

Un brivido freddo si diffuse sulla schiena del sagittario.

“Nepeta… come puoi chiedermi una cosa simile?” chiese piano, cercando di mantenere la calma

“Oh… allora te lo ordino. E’ un comando” cerca di sdrammatizzare, ridendo finendo però la risata con un colpo di tosse.

“Nepeta, questo è…  Io non credo assolutamente che…” qualcosa, negli occhi color oliva della sua moirail lo fece fermare dall’andare avanti.

“Tu sai che… io sarò solo, non avrò più nessun’altra ragione per…”

“Equius, io non voglio essere triste, e non voglio assolutamente che tu sia triste. Preferirei mille volte essere triste io, piuttosto che rendere triste te. – lo interruppe-Io voglio che tu sorrida, vada avanti, voglio che tu ci sia per i nostri amici, fino alla fine. Come è sempre stato. Non voglio che tu ti fermi per me. Voglio che tu sia FORTE…” sorrise, ri iniziando ad accarezzargli la guancia “…come hai sempre dato mostra di essere.”
La lasciò fare, posando una delle sue grandi mani, sopra quella della oliveblood.

“Non avevi detto che non è questo che significa essere forte?”

“Esattamente. Essere forte non significa evitare le proprie emozioni. Significa affrontarle, capirle e superarle”
Ci fu una piccola pausa di silenzio.

“Non hai ancora promesso però…”
Il blueblood non rispose.

“Equius. Mi prometti che non penserai nemmeno a… raggiungermi?”
“… si…”

Gli occhi stanchi di Nepeta si illuminarono di gioia.

“Ottimo… adesso però… vorrei chiederti un’altra cosa. Poi non ti chiederò più nulla e ti lascerò in pace”
Nell’aria si respirò una certa attesa, fino a che la troll parlò di nuovo.

“Potresti…  non hai mai, insomma… mi daresti un abbraccio?”

“No, è fuori discussione… era pericoloso quando eri in forze, lo è ancora di più adesso che sei debole…. Ti prego di capire…” spiegò con un sussurro. La oliveblood sbuffò.

“Uffa Equius… però me l’aspettavo in fondo… allora questo mi da il diritto ad avere un’altra richiesta. E questa dovrai soddisfarla… almeno, sorrideresti per me?”

Questa sembrò ad Equius ancora più difficile.
“Nepeta… io non so… sorridere…”
“Oh, Equius, ti prego…”

Smise di accarezzare la guancia del moirail, e portò anche l’altra mano sul suo viso. Portandole all’altezza delle labbra di Equius, ne tirò i lati verso l’alto.

“Ecco…stai sorridendo…” ridacchiò a fatica lei, sorridendo a sua volta.

“E’ proprio.. un sorriso… bellissimo… non è vero Pounce? Oh, Equius, anche Pounce… anche Pounce dice che…hai un sorriso… bellissimo… dovresti… dovresti sorridere più spesso… si più spesso…”

Pounce?

Equius iniziò a sudare, la sua moiral aveva smesso di parlare, semplicemente lo fissava e sorrideva, con espressione serena.

 “…Nepeta?”

Nessuna risposta dalla oliveblood. Sorrideva ancora, con gli occhi fissi su di lui. Erano vuoti e spenti. La consapevolezza lo colpì forte, come se avesse immerso la testa dentro l’acqua fredda.

“..no.. Nepeta, Nepeta! Non puoi ancora…”

Non osava toccarla. Non osava muoverla per paura, la stessa paura di ferirla che aveva provato per tutti quegli anni.

“Nepeta, io ti ordino di rispondermi!”








“…ti prego…”

Non poteva rispondergli. Certo che no. Ormai era finita. Era solo. Per la prima volta, in 49 sweeps, non si sentiva un highblood. Non si sentiva Equius Zahhak. Si sentiva debole e vulnerabile. Si sentiva perso, come una minuscola particella di polvere trascinata dal vento.
Era finita.
 

->

 
Tremando, si portò le mani agli occhiali scuri. Continuava a romperli, in passato Nepeta lo prendeva adorabilmente in giro per questo. Lui in cambio aveva continuamente da ridire sul cappello della piccola troll. Era da tanto che la sua moirail aveva smesso di indossarlo.
Si tolse gli occhiali. Avrebbe voluto chiuderle gli occhi, ma ancora si rifiutava di toccarla. Era talmente abituato che, anche al pensiero che ormai non avrebbe sentito più nulla, non riusciva a farsi forza. O forse semplicemente sapeva che se l’avesse toccata e l’avesse trovata fredda ed immobile, la sua morte l’avrebbe colpito in maniera ancora più forte. Piano, piano, fece indossare alla moirail i suoi occhiali. Non era esattamente la stessa cosa che chiuderle gli occhi, ma preferiva di gran lunga così.

Nepeta aveva i suoi occhiali, sarebbero stati il suo regalo di addio.  

Con una morsa allo stomaco si ricordò delle varie situazioni in cui Nepeta aveva indossato i suoi occhiali. Quando era stata respinta da Vantas, che non ricambiava i suoi sentimenti, quando era arrivato il tempo del suo lusus, di andarsene, quando voleva fare qualcosa di speciale per il suo Wriggling Day… Tutte quelle volte si era lasciato convincere da Nepeta nel giocare di ruolo con lei. Aveva sempre reputato il roleplay come un gioco infantile… perché giocare a fingere di essere qualcosa che non si è? Ma adesso, al pensiero di quanto la oliveblood era felice in quei momenti, il suo sorriso, la sua risata cristallina quando lui sbagliava una parte e diceva qualcosa di buffo, avrebbe voluto giocare di ruolo con Nepeta più spesso. Avrebbe voluto fare roleplay con lei ogni giorno, se fosse servito…

Gli bruciavano la gola e gli occhi.
Non gli era mai successo.

Una piccola goccia blu-chiaro cadde sul viso di Nepeta, seguita dopo un po’ da un’altra, e poi un’altra ancora, sempre più frequenti.
“Oh …Nepeta…”
Tremando cercò di tirarsi su, piano sorresse le spalle della moiral, cingendole con il braccio.


“… Il…il grande centauro CT ab..abbraccia teneramente la piccola felina AC e le… le sussurra dolcemente all’orecchio…”

Era faticoso parlare, la gola era secca ed iniziava ad avere la vista vagamente sfocata per le lacrime, che scendevano ormai copiose dagli occhi al mento, cadendo poi sul viso della oliveblood.
Chinandosi sulla testa di Nepeta, la abbracciò piano, posandogli le labbra sulla fronte.



“…addio mia piccola Moirail…”

  
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