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Autore: BirbaChia    12/10/2007    3 recensioni
<< E allora perché eri nascosta dietro quel muro e mi spiavi? >> Ancora una volta doveva fare i conti con la sua sfacciataggine. Non era una novità. Riusciva sempre a rispondergli a tono: l’unica persona in grado di farlo e, forse, l’unica a cui era permesso. << Ehm…non ti stavo spiando…stavo solo guardando. Volevo assicurarmi che non ci fossero problemi con il nuovo sistema gravitazionale… >>
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come nasce un amore…

Ogni piegamento, ogni singola flessione, ad una gravità cinquanta volte superiore a quella terrestre, dovevano aiutarlo a dimenticare…scordare quegli occhi color del cielo che per primi si erano posati su di lui, non con terrore o rabbia o paura, ma con interesse e senza timore, quasi a voler indagare nella sua anima…
Tutti gli estenuanti allenamenti a cui si sottoponeva ogni giorno, da quando aveva deciso di fare della Terra la sua dimora, lui che invece era da sempre stato un ramingo dello spazio, erano quasi una sorta di rito esorcizzante da quella donna che letteralmente lo aveva sconfitto…non sul campo di battaglia, ma in un luogo molto più importante…il suo cuore!
Lui era Vegeta, il principe dei Saiyan, ultimo erede al trono di una dinastia di grandi e sanguinari guerrieri, e non poteva lasciarsi sottomettere dal giogo dell’amore…NO! Lui no!
Non era un debole (così cercava di giustificare, nel suo cuore, quei nuovi sentimenti così estranei per lui, con cui stava facendo conoscenza) come il suo rivale numero uno, Kakaroth…lui era un essere superiore! se voleva poteva conquistare l’intera galassia!
Ormai erano ben sette ore che si esercitava senza sosta. Le braccia, le gambe, ogni piccola parte del suo corpo doleva al suo minimo movimento. Sebbene il suo stomaco reclamasse cibo, voleva protrarre ancora il termine dell’allenamento. Preferiva torturarsi con le sue stesse mani, piuttosto che entrare in casa, in cucina ed essere straziato da qualcun altro che non fosse sé stesso…e in modo particolare da quegli occhi, che però doveva ammettere erano davvero incantevoli…neppure si era reso conto che quegli allenamenti così lancinanti non erano serviti a nulla, perché non passò un secondo che non pensasse a lei..
Stava per lasciare la Gravity Room di suo spontanea volontà. Ormai doveva lasciar tregua al suo corpo, quando all’improvviso…

***

Nello stesso arco di tempo, qualcuno non si era nemmeno accorto che anche un altro pomeriggio stava per finire, assorta com’era nei suoi pensieri…stava letteralmente sognando! Solo un muro la divideva dall’uomo che ormai tutte le notti le faceva compagnia nel suo cuore…uno stupidissimo muro!!! Magari fosse solo quello, da lei progettato in modo che potesse vederlo durante i suoi allenamenti senza che lui si accorgesse di nulla. Invece, aveva a che fare con una barriera molto più difficile da oltrepassare, quella che lui stesso aveva creato, forse per rendere ancora più difficile una già pesante situazione, ma allo stesso tempo tremendamente affascinante!
Ormai non c’erano più dubbi. Quel Saiyan dalla tempra così dura aveva fatto presa su di lei per non lasciarla mai più. Ancora non le poteva sembrare vero. Lei una così brava e dolce ragazza si era innamorata del più cinico dei guerrieri esistenti! Ma dopotutto come avrebbe potuto resistere a quei suoi occhi così scuri, penetranti e talmente profondi da potersi perdere in essi, a quel corpo perfetto, reso tale dalle mille battaglie affrontate e ora davanti a suoi occhi imperlato di sudore. Ma anche a quel suo carattere così scontroso e introverso che ancor di più la induceva al desiderio di poterlo far suo e di provare a cambiarlo e renderlo, se non per il mondo intero, almeno per lei la persona della sua vita.
Ed ogni giorno che passava consolidava sempre di più le sue speranze…avvertiva che qualcosa stava cambiando. Di sicuro non erano cambiamenti espliciti, ma poteva comunque avvertirli nei suoi gesti non più così rozzi nei suoi confronti o nelle parole, calibrate in modo da essere un poco meno acide. Eh, si! che grandi cose poteva fare Amore! Nel suo cuore, giorno dopo giorno, quella piccola fiammella di speranza di un possibile futuro insieme veniva alimentata sempre più e la sua luminosità si intensificava passo passo. Ne era certa. Anche lui ricambiava i suoi stessi sentimenti.

***

Sentiva il freddo metallo sotto la sua mano. Stava per uscire, quando…un tonfo! Si girò in una frazione di secondo. Com’era possibile quel rumore? In quella stanza c’era solo lui e nessun altro. Allarmato Vegeta si scrutò intorno. Ora poteva udire un sottile lamento.

<< Ma che diav… >>

Intanto quel qualcuno aldilà del muro, essendo caduta a terra dopo essersi sbilanciata troppo dalla sedia, per meglio ammirare il fusto spettacolare, che si allenava nella stanza adiacente, aveva preso a massaggiarsi energeticamente il fondoschiena, dolorante per la collisione con il suolo.

Vegeta ora lo sentiva chiaramente. Sembrava un mugolio…di donna? Doveva venir a capo di quella faccenda. Così preso dall’impeto, cosa alquanto normale, scagliò contro la parete una piccola sfera d’energia, che nonostante tutto fece crollare il muro in men che non si dica. Meno male che aveva colpito la parete esattamente nella parte centrale, così che i detriti furono scagliati verso i lati e la povera Bulma uscì illesa dall’esplosione. Era allibita. Dallo spavento non era riuscita nemmeno ad urlare e si accasciò a terra.

Anche se così affascinante, rimaneva comunque un irruente scimmione!

Vegeta rimase per un attimo sconcertato, ma subito, con il suo classico cipiglio saccente e arrogante, si riprese, cercando di non lasciar trapelare alcuna emozione. Infatti un turbinio di nuove sensazioni lo invase. Alla sua vista era rimasto quasi senza fiato. Non avrebbe mai potuto pensare che qualcuno si potesse nascondere solo per vedere lui. Di solito succedeva che la gente scappasse dalla sua vista per tentare di salvarsi, ma comunque lo spietato principe aveva il sopravvento.

<< Donna! Ma che diamine stai facendo lì? >>

<< …n-niente… >>

<< Niente non esiste…allora? >>

Bulma a quelle parole rimase sconcertata. Doveva trovare una scusa, e pure plausibile.

<< …nulla che ti interessi… >>

<< E allora perché eri nascosta dietro quel muro e mi spiavi? >>

Ancora una volta doveva fare i conti con la sua sfacciataggine. Non era una novità.
Riusciva sempre a rispondergli a tono: l’unica persona in grado di farlo e, forse, l’unica a cui era permesso.

<< Ehm…non ti stavo spiando…stavo solo guardando. Volevo assicurarmi che non ci fossero problemi con il nuovo sistema gravitazionale… >>

Vegeta stava quasi per scoppiare a ridere. Davanti a suoi occhi, in quella situazione era davvero buffa. Aveva proprio inventato una scusa senza senso, visto che il nuovo sistema gravitazionale era stato controllato da lei stessa, quella mattina. Decise, comunque, di non farglielo notare. Anche se, allo stesso tempo, profondamente affascinato, si mostrò irato e scocciato. Non voleva farle credere che la sua presenza, in un certo senso, la rincuorasse.

<< E ti serviva costruire una stanza segreta per farlo? >>

A quelle parole Bulma si sentì morire dall’imbarazzo. Anche il suo orgoglio le comandava di resistere. In fin dei conti, quelle due identità all’apparenza molto diverse erano della stessa tempra.

<< Beh…ecco…non sono affari tuoi! >>

Stava per andarsene.

<< Come non sono affari miei?!?! Lo sono invece!!! >>

Era quasi arrivata alla porta. La sua indole le diceva di girarsi e rispondere a tono. Fece un gran sospiro. Non si era però resa conta che ora Vegeta le era di fronte e le aveva afferrato il polso. Gli era così vicino che poteva respirare il suo odore, assaporarlo e perdersi in esso. Dal suo profumo era proprio inebriata. Magari quell’ istante potesse non concludersi mai. Ma la lieve presa del guerriero le faceva, comunque, dolere il polso.

<< Vegeta… ahia! Mi fai male! >>

<< Io devo allenarmi. Non tollero inutili intrusioni durante i miei esercizi. Quindi vedi di non scocciarmi mai più! >>

In verità non voleva pronunciare quelle parole. Anzi. Da quel momento in poi voleva spendere tutti i successivi esclusivamente con lei. Era la prima volta che si sentiva così. Che si trattasse di… Amore. Che sciocca parola. Per lui non aveva alcun significato.
Cercava di autoconvincersi, anche se nella parte più profonda del suo cuore, voleva abbandonarsi a quelle sensazioni.

<< Intesi? >>

<< Lasciami. >>

Bulma lo guardò un ultimo istante. A stento trattenne le lacrime. Non avrebbe mai potuto pensare che potesse dirle quelle cose. Corse via. Non poteva crederci. Davvero. Salì rapidamente le scale, che conducevano al piano superiore, aprì la porta della sua stanza, si gettò sul suo letto, afferrando violentemente un cuscino, e prese a stringerlo a sé.
Ora poteva lasciarsi andare ad un pianto disperato. Le parole, che poco prima le erano state rivolte, continuavano a rimbombarle nella testa. Era abituata a frasi acide e battutine arroganti, ma, comunque, credeva che lui le dicesse apposta, soprattutto per stuzzicarla. Ma non era mai stato così duro con lei, non fino a quel punto. Era sicura che, anche se lui non lo avrebbe mai ammesso, tutte le attenzioni che lei gli rivolgeva erano da lui ben accette. Com’era possibile? A stento poteva credere che poco prima avesse parlato l’uomo che amava. Forse era per questa ragione che si sentiva come se le avessero strappato ogni singola goccia di vita dal suo corpo ed una strana fitta nel petto, all’altezza del cuore la opprimeva.

Nel frattempo Vegeta, dopo averla vista correre via, consapevole, questa volta, di averla ferita irrimediabilmente, ancora si chiedeva come aveva potuto dirle quelle parole. Non si giustificava in nessun modo e questo faceva crescere in lui una rabbia smisurata. Se solo lei potesse leggere nella sua mente, nella sua anima, nel suo cuore, non esiterebbe a farle capire che la amava più di ogni altra cosa al mondo, più di sé stesso. Ma il suo orgoglio, il suo stupidissimo orgoglio lo aveva reso schiavo. Capì, allora, la smisurata forza di quello sconosciuto sentimento, che, a poco a poco, aveva attecchito radici nel suo cuore, e lo aveva reso più che mai vulnerabile. Sicuramente avrebbe perso la sua battaglia.

***

Il cielo era trapunto di stelle e l’oscurità era illuminata dal bagliore della luna. Una leggera brezza soffiava e le scompigliava i capelli turchini, come l’oceano. Ormai era notte inoltrata, ma non riusciva, comunque, a dormire. Nella sua mente si affollavano troppi pensieri e continuava a pensare agli avvenimenti del pomeriggio appena trascorso. Aveva superato l’impatto iniziale, ma il dolore era ancora molto intenso e spesso ritornava quella lacerante fitta al cuore. Doveva essere forte. Ad ogni costo. I suoi desideri si erano rivelati irrealizzabili, ma nonostante tutto doveva aver fiducia in sé stessa e nelle sue potenzialità.
Lei era una donna forte. In passato, aveva già superato molte altre situazioni difficili.
Ma nessuna così dolorosa. Doveva riconoscerlo. Tra lei e il saiyan si era creato sin dall’inizio un legame speciale, che andava ben oltre i gesti e le apparenze. Era qualcosa di molto profondo, totalmente irrazionale e inspiegabile. Era come se fossero attratti l’un l’altro da una forza sconosciuta e irrefrenabile. La verità e che erano destinati ad essere uniti per l’eternità, superando anche l’ostacolo naturale della morte. Alzò il suo sguardo verso il cielo, quando vide una scia luminosa rischiare l’oscurità. Una stella cadente. Ma lei non aveva più desideri per la sua vita.
Stava per rientrare nella sua stanza. Poi all’improvviso uno strano rumore, da lei, però, conosciuto. Il rumore di qualcuno che si stava librando in aria. Non poteva essere vero. Si girò solamente per affermare a se stessa che fosse un suono prodotto dalla sua immaginazione. Invece, alzando il suo sguardo, vide una ombra scura esattamente davanti alla fonte luminosa che rischiarava la notte. Osservò, poi, la sagoma scendere lentamente per posizionarsi alla sua altezza. Per primi riconobbe i corvini capelli a fiamma, poi tutto il suo corpo. Si avvicinò, così, a lui. Non poteva credere a ciò che stava vivendo.

<< V-Vegeta? >>

Era proprio lui. Subito sentì una nuova forza attraversale il corpo. Nonostante tutto non poteva lasciarsi sopraffare. Non poteva sopportare quell’immenso dolore che stava allora vivendo in un possibile futuro.

<< …vattene. >>

Dire quelle parole le costò uno sforzo smisurato. Ma non poteva fare altrimenti. Sapeva anche che lui non si sarebbe arreso facilmente. Ed in cuor suo lo sperava.

<< Io sono il Principe dei Saiyan…dovevo resistere ad ogni cosa...anche…anche all’A.. a-amore… >>

Dette queste parole, volò e atterrò sulla terrazza. In un attimo, che sembrò, ad entrambi, interminabile, si avvicinò a lei. Erano così prossimi che potevano respirare l’uno il respiro dell’altro. Le posò una mano sulla guancia. Bulma poteva percepire tutta la sua indomabile forza. Le alzò leggermente il viso. Ancora lei non poteva credere che tutto ciò stesse accadendo. Sapeva che lui non le avrebbe fatto una dichiarazione esplicita, ma poteva leggere chiaramente i suoi sentimenti nei suoi occhi scuri. Con l’altra mano la chiamò fortemente a sé. Posò, poi, le sue labbra sottili sulle sue. Entrambi si sentirono avvampare ed una scossa attraversò i loro corpi. Tutto ciò che avevano cercato di negare stava, ora, avendo compimento. Le loro labbra si separarono. Si guardarono profondamente negli occhi, leggendo nelle rispettive anime. Di nuovo le loro bocche si apprestarono a ricongiungersi. Da quella notte, che rimarrà delineata con segno indelebile nelle menti di tutti e due, in cui si unirono per la prima volta in una cosa sola, non si separeranno mai più.

  
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