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Autore: artisticbex    25/03/2013    2 recensioni
Tempo fa avevo scritto una one shot su Sally e Poseidone, e alcuni mi avevano chiesto di scrivere una long su come si fossero conosciuti. Quindi, ecco qua! :)
Sally Jackson, 21 anni, lavora come cameriera in un pub sulla spiaggia di Montauk, per potersi pagare un corso di scrittura. Il suo sogno: fare la scrittrice.
Ma un incontro inaspettato le cambierà l'estate. E la vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Poseidone, Sally Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dio e la mortale.'
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Quella settimana Sally sentiva Poseidone un po' distratto.
Il suo sguardo era quasi sempre perso nel vuoto e i suoi occhi erano di un verde torbido, come il mare in tempesta. Sally gli leggeva in faccia che qualcosa non andava.
In quel periodo la sua sensibilità si era fatta più acuta, e così anche i suoi sensi: forse era dovuto al fatto di essere incinta. Aveva sentito dire che le donne potevano essere soggette a questi cambiamenti in quel particolare periodo della loro vita, ed erano in genere più emotive.
Era sabato sera, e Sally e Poseidone non avevano nulla di particolare in programma. Erano nel piccolo salotto di Sally e stavano guardando la televisione, che stava trasmettendo un fim estremamente sdolcinato.
Di solito Sally non amava guardare quel genere di film, ma quella sera anche la televisione era più interessante dello sguardo vacuo di Poseidone.
Ad un certo punto non ce la fece più e glielo chiese, togliendosi quel peso dal petto.
«Ti vedo distratto in questi giorni. Cosa c'è che non va?» 
Poseidone la guardò stranito, come se non si aspettasse quella domanda. Credeva di essere riuscito bene a nascondere le sue preoccupazioni, ma evidentemente quelle non erano sfuggite all'occhio attento e curioso di Sally.
«Niente, stavo pensando alla mia famiglia.» rispose lui. Mezza verità.
Sally alzò un sopracciglio. «C'è qualche problema con la tua famiglia?» 
Non sapeva perchè, ma le faceva strano pensare alla 'famiglia' di Poseidone. Aveva già visto Zeus, eppure si immaginava i fratelli e il resto dei parenti come giganti entità misteriose che la spiavano dall'alto con sguardo truce, pronti a fulminarla da un momento all'altro.
Quel pensiero le mise i brividi, ma decise di non pensarci.
Poseidone sospirò. «Nessun problema. Ovvero, c'è n'è uno, ma non devi preoccuparti. Si risolverà tutto.» 
Le sorrise. Uno dei pochi sorrisi sinceri di quella settimana.
Poseidone avrebbe voluto davvero godersi quella settimana, la loro ultima settimana, con Sally e ci aveva provato, ma il pensiero di quello che stava per fare lo tormentava.
Ebbene si, aveva deciso. Sarebbe tornato sull'Olimpo; non poteva abbandonare il suo regno, la sua famiglia. Ma dall'altro lato, pensava, era giusto abbandonare Sally?
Zeus aveva detto che gli avrebbe permesso di andarla a trovare, ma lui sapeva bene che non l'avrebbe mai concesso.
Amava Sally, con tutto sè stesso, ma doveva tornare a casa.
Con questo pensiero si alzò dal divano e decise di dare una svolta positiva alla serata. Voleva passare la sua ultima serata con Sally felicemente, non seduti su un divano.
Sally lo guardò interrogativa. «Che fai?» 
«Ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia? So di essere stato poco partecipe questi giorni e voglio rimediare.» 
Si sorrisero a vicenda. Sally si infilò i sandali e uscirono, mano nella mano.
L'aria fresca serale li accarezzò e i due si incamminarono sotto la fioca luce della luna.
Restarono un po' in silenzio, assaporando quell'intimità che si era creata.
Poi Poseidone si fermò, le cinse i fianchi e appoggiò la fronte sulla sua.
«Stavo pensando...potresti venire a vivere con me sul fondo dell'oceano. Costruirò un palazzo solo per te.» 
Sally rise. «Ma cosa dici? Vivere sul fondo del mare? Non credo faccia per me.» 
Poseidone sorrise. «Hai ragione. Ti priverei di ogni cosa, solo per puro egoismo. Sai che ti vorrei tutta per me, per sempre...» 
Sally lo guardò negli occhi, improvvisamente preoccupata.
Perchè le stava dicendo quelle cose?
Lui strinse la presa sui suoi fianchi e le baciò lievemente le labbra.
«Ti amo Sally, più di ogni altra cosa al mondo. Amo te e il nostro bambino più della mia stessa vita. Siete la mia famiglia.» 
Una lacrima scese lungo la guancia di Sally, emozionata. Poseidone gliela asciugò col pollice. Avvicinò il viso al suo e la baciò dolcemente, abbracciandola e cercando di trasmetterle tutto l'amore che provava per lei e per la loro piccola creatura.
Restarono un altro po' sulla spiaggia, parlando e coccolandosi, poi tornarono al bungalow, stanchi.
Forse non era riuscito a rendere quella serata la più bella dell'estate, ma almeno aveva fatto capire a Sally che quello che provava era reale.
Si misero a letto; Sally si addormentò quasi subito, accoccolata sul petto di Poseidone, mentre lui non riuscì a dormire. Restò sveglio fino alle quattro di mattina.
Poi, facendo attenzione a non svegliare Sally, si alzò dal letto. Era giunto il momento di andarsene.
Baciò Sally per l'ultima volta e poi si mise a piangere silenziosamente. Fece scorrere il suo sguardo come una carezza lungo il dolce corpo di Sally, soffermandosi sul pancione.
Lì dentro c'era suo figlio. Come poteva abbandonarlo?
Si sentiva terribilmente male. Diede col pensiero a Sally e al bambino la benedizione dei mari e il suo ultimo saluto. Poi si voltò e scomparve in una fresca brezza marina.

 
Quella mattina, Sally si alzò con una forte nausea. Aprì gli occhi e vide che Poseidone non era accanto a lei.
Si alzò lentamente dal letto e cercò in tutte le stanze del bungalow, sulla spiaggia, ma di Poseidone non c'era traccia. Gridò il suo nome ad alta voce. Niente.
Un brutto presentimento cominciò a farsi spazio dentro di lei. Lo scacciò via.
Rientrò in casa e si mise seduta sul divano ad aspettarlo, pensando che sarebbe tornato da un momento all'altro. Forse doveva sbrigare degli affari di famiglia.
Attese, con lo sguardo perso nel vuoto e le ginocchia strette al petto.
Il sole si levò alto in cielo.
Attese, una giornata intera senza fare altro.
Il cielo cambiava fuori dalla finestra, fino a scurirsi. La luna fece capolino da dietro le nuvole.
Attese, anche tutto il giorno seguente, allo stesso modo, senza mangiare, o bere, o dormire.
Attese, ma passati ormai due giorni, non riuscì più a trattenersi e pianse, pianse a dirotto, maledicendo tutto e tutti.
Si addormentò così, fra le lacrime, mentre si accarezzava il ventre, con un unico pensiero in testa: non doveva più attendere, non sarebbe più tornato.


 
"And this is when the feeling sinks in,
and I don't wanna miss you like this,
come back, be here...come back, be here.
"

Taylor Swift .

 








Non mi uccidete, vi prego! Lo so, sono imperdonabile perchè sono più di due mesi che non aggiorno.
E sinceramente non ho nemmeno una scusa tanto valida, se non che la mia ispirazione era completamente svanita.
Davvero, non sapevo più cosa scrivere! Ero disperata, e lo sono ancora ahaha
Spero comunque di essere riuscita a farmi perdonare almeno un po' con questo capitolo, che è un po' più lungo del solito. Spero che vi piaccia! :)
Non so cosa dire, mi dispiace moltissimo per il ritardo e spero di non metterci troppo a pubblicare l'ultimo.
Già, questo è il penultimo capitolo, e ho voluto aggiungerci quel pezzo di canzone alla fine perchè è stata la canzone che mi ha aiutata a finire il capitolo. Se vi va, ascoltatela, è bellissima :)
Ringrazio anche EhiCasillo per avermi incoraggiato a continuare la storia, e ringrazio anche tutti voi che recensite sempre!
Spero di non avervi deluso con questo capitolo un po' depresso :)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacione a tutti voi che avete la pazienza di seguirmi.

 
   
 
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