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Autore: _ImADreamer_    25/03/2013    7 recensioni
Può un incontro donare una felicità genuina ad un cuore sofferente?
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Taeyang
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Un rimedio che cura tutti i mali



-Mi dispiace Young Bae-

Tre parole.

Solo tre parole e lei aveva chiuso la porta, lasciandolo lì, al freddo e al gelo, senza un minimo di premura.

Erano bastate quelle tre parole a mandare in mille pezzi il suo cuore, tenuto al caldo e al sicuro, ormai, da quasi quattro anni.

Un tuono riecheggiò in lontananza e la pioggia iniziò a scendere, prima lentamente poi copiosamente, bagnando il suo viso e mescolandosi alle lacrime che già si erano fatte strada su quella pelle liscia, dove non c’era nemmeno la ricrescita della barba, rasata nel pomeriggio, in occasione di quell’incontro; iniziò a scendere, mescolandosi alla fragranza maschile che impregnava i suoi vestiti e il suo corpo, rendendo quel profumo più forte.

Young Bae alzò il cappuccio della felpa sulla testa e iniziò a vagare per la città, mentre lo scrosciare della pioggia era l’unico rumore che le sue orecchie udivano, il volto a fissare in terra, i passi lenti e sfuocati a causa delle lacrime che occupavano ogni millimetro dei suoi occhi, rossi e gonfi per il pianto.

La fine di una storia durata così tanto tempo, la fine di un amore per lui importante, nonché il primo, era doloroso e gli straziava il cuore. Non poteva negare che era già un lungo periodo di tempo che Han Na era strana, distante e distaccata; sembrava addirittura una persona diversa, diversa da quella che lui aveva scelto, diversa da quella che lo aveva colpito talmente da farlo uscire da quel guscio di timidezza in cui si ritrovava.

Diversa da quella persona che lo aveva fatto innamorare.

Adesso si sentiva vuoto, come se gli avessero strappato il cuore e buttato da qualche parte lontano; solo che, purtroppo, sapeva che era ancora lì, a pulsare dolorosamente, dietro la gabbia toracica.

Era questo che si provava quando si metteva il punto ad una relazione importante?

Young Bae se lo chiese più e più volte, mentre la forza di inerzia lo faceva camminare senza meta; i suoi pensieri stavano urlando e lui era concentrato su quelli, senza lasciargli ne il tempo ne la volontà di prestare attenzione a dove stesse andando e in che condizioni.

Era distrutto ed era ormai notte inoltrata quando si accasciò contro un muro, stanco e triste, sotto la pioggia che ancora non accennava a smettere.

 

****

 

-Alex, metti tu la spazzatura fuori?-

-Si!- La ragazza si affrettò a riporre le pentole al loro posto, cercando di fare attenzione; erano ormai un paio di mesi che lavorava in quel locale ma la sua sbadataggine non le era d’aiuto. Aveva più volte rischiato di rompere qualche piatto o bicchiere e lasciato cadere le pentole nel tentativo di riporle al loro posto, facendo arrabbiare il capo che le aveva categoricamente ordinato di impegnarsi o l’avrebbe cacciata.

E per lei, una straniera a Seoul che necessitava di un posto fisso per vivere come si deve, quel lavoro era troppo importante e quindi si stava impegnando con tutta sé stessa, mettendo anche l’anima in quel che faceva, che fosse lavare i piatti, sparecchiare o solo buttare la spazzatura.

Anche in quello, infatti, era negata; una volta aveva lanciato il sacchetto con troppa violenza, ottenendo come risultato una busta rotta e tutti i rifiuti per terra, che aveva poi dovuto raccogliere con le mani per non lasciarli sulla strada.

-E ricordati di poggiarla la busta, non di lanciarla!- si premurò di raccomandarle la collega ma Alex si era già fiondata fuori, senza riuscire a sentire nemmeno una parola che la ragazza le aveva detto.

Quando arrivò fuori, non si accorse che pioveva se non quando era già a metà strada; si affrettò, quindi, a raggiungere il punto di raccolta e depositò le buste, facendo attenzione a non romperle, essendo che era già bagnata e non voleva rischiare di rimanere ancora sotto quella pioggia che non accennava a smettere.

Ma qualcosa o, meglio, qualcuno, attirò la sua attenzione, facendola ritornare sui suoi passi, nonostante stesse piovendo. Rannicchiata vicino al muro, con il cappuccio alzato, se ne stava una persona che si stava prendendo in pieno la pioggia, immobile e per nulla intenzionata a schiodarsi da lì.

Aveva il volto nascosto dal cappuccio e fissava per terra, così la ragazza non riuscì a distinguere se fosse un uomo o una donna; non potè, però, fare a meno di seguire l’istinto e di avvicinarsi, incurante della pioggia o di qualunque altro fenomeno atmosferico. Lei era fatta così, era impulsiva, ingenua e, soprattutto, sensibile alla tristezza altrui, che riusciva a percepire con un solo sguardo.

E, quella persona, lo sentiva... stava soffrendo, in quel momento.

 

****

 

Sentiva di essere bagnato fradicio ma non gli importava; sperava solo che la pioggia potesse lavare via quella sofferenza che gli stava attanagliando il cuore, allontanandola da lui, in modo da fargli tornare il sorriso, come era sempre stato.

Sperava in un miracolo e rimase lì, incollato a quel muro…

-Scusami… stai bene?-

… quando una voce, dolcemente preoccupata, gli fece alzare il volto e incrociare un paio di occhi verde scuro che brillavano alla tenue luce dei lampioni che li circondavano.

Erano bellissimi e lo fissavano davvero con apprensione, neanche percepissero una parte della sua sofferenza interiore.

Young Bae strabuzzò gli occhi.

Che fosse arrivato il miracolo… in cui aveva tanto sperato?

-Lo so che posso risultare indiscreta ma… sento che sei triste- aggiunse ancora, facendolo allarmare ancora di più. Come faceva quell’estranea a sapere come si sentiva?

E, soprattutto, cosa la portava a preoccuparsi tanto?

Quelle domande gli frullarono in testa, cancellando per un attimo tutti i pensieri che lo avevano oppresso fino ad allora; si concentrò su di lei ma non ebbe il coraggio di cacciarla via, né l’intenzione, beandosi di nuovo di quello sguardo così compassionevole e sincero che lei gli stava riservando. E non per semplice curiosità o altro; quella ragazza era lì, bagnata fradicia, solo perché sentiva che lui era triste.

E, forse, fu proprio questo a farlo sistemare per guardarla meglio in viso e a farlo rispondere, senza nemmeno pensarci su.

-No… non sto bene- e di nuovo le sentì, le lacrime, quelle che fino a poco prima gli avevano solcato il viso, scendere lungo le gote, già bagnate dalla pioggia; e pianse, pianse come un bambino.

E lei lo abbracciò, stringendo a sé quel corpo nascosto dalla felpa, quel corpo che profumava di uomo e che era scosso dai singhiozzi, quel corpo che aveva in sé una sofferenza notevole e palpabile anche a mille chilometri di distanza; non si curò di nulla, solo di stringerlo, sperando di poter alleviare un minimo le sue pene. Pianse anche lei attraverso una lacrima che, solitaria, percorse la sua guancia libera, mimetizzandosi nella pioggia.

Erano lì, entrambi, sotto il cielo scuro e nuvoloso, persi in quell’abbraccio, due anime desiderose di calore; quella di lui che voleva assorbirne e quella di lei che voleva cederne, ma entrambe in cerca di qualcosa che nemmeno loro sapevano cosa fosse.

Alex si premurò di accarezzargli la testa, abbassandogli il cappuccio e toccando quei capelli corti dietro e lunghi sulla nuca, adesso schiacciati e ammaccati a causa dell’acqua; erano morbidi e profumati e, per un secondo, la fecero sorridere di tenerezza.

E lei doveva sorridere per cercare di far sorridere anche lui.

Lo cullò dolcemente, canticchiando una canzoncina che sua nonna le cantava quando lei era piccola e, da bambina sbadata, cadeva, facendosi male alle ginocchia; cantò, lasciando che quel suono dolce si spargesse nell’aria e arrivasse anche al cuore ferito di Young Bae, fino in profondità.

Quando poi si staccò, lo fissò negli occhi, asciugando il suo viso con i polpastrelli e sorridendo, di nuovo, teneramente.

-Per quanto possa far bene piangere, le persone hanno bisogno di sorridere- iniziò a dire, premurandosi ad accarezzargli il volto, -una persona mi ha insegnato che la vita ci darà sempre mille e più motivi per piangere… ma sta a noi dargliene altrettanti per sorridere e bearci delle meraviglie che abbiamo intorno-

Il ragazzo rimase colpito da quelle parole, colpito dalla sincerità e dalla forte fede che la ragazza aveva riversato in quelle sillabe; lei ci credeva e lo stesso credo lo stava passando a lui, gratuitamente.

-Quella stessa persona… mi ha anche insegnato un rimedio che cura tutti i mali- la sentì dire ancora e, a quel punto, i loro occhi si incrociarono di nuovo; poi, Alex si avvicinò e, dolcemente, poggiò le sue labbra su quelle di lui, in un bacio casto e semplice ma ricco di affetto e compassione, ricco di quel desiderio di assorbire e alleviare il dolore che lo stava attanagliando, ricco di una tenerezza che spazzò via, completamente, la sofferenza che lo aveva distrutto.

Non era un bacio malizioso ma solo un gesto dettato dal cuore e dall’innocente impulsività del cuore puro di Alex.

Un gesto piccolo e semplicissimo ma enorme allo stesso tempo.

Bae si beò di quel contatto e lasciò scivolare via quell’infelicità che gli aveva fatto compagnia, lasciando il posto solo alla luce che quell’anima gli stava trasmettendo; lo sentiva, lo sentiva quel calore e quel pizzico di felicità che gli riempivano il cuore, a poco a poco.

E lei, dal canto suo, percepì altrettanto calore da lui, da lui che si era arreso e che le aveva permesso di curarlo da quella profonda ferita.

Era quello il miracolo di quella notte, il miracolo che avrebbe cambiato per sempre la vita di entrambi.

E, come se fosse in festa anche lui, il cielo ritornò limpido, lasciando spazio alla luce delle stelle; la pioggia cessò e tutto ritornò silenzioso, come le loro anime che si erano perse in quell’abbraccio e in quel bacio ristoratore.

Alex si staccò e sorrise, fissando quel manto nero pece e quelle piccole pietruzze che risplendevano, lassù.

-Grazie- lo ringraziò, incollando di nuovo i suoi occhi a quelli di lui; lo stava ringraziando per avergli permesso di curarlo come aveva desiderato fare, appena lo aveva visto.

Lui sorrise, un sorriso felice e sereno, un sorriso che le tolse il fiato; quanta luminosità che emanava e quanta gratitudine!

Lei ricambiò, lasciando che i loro sorrisi risplendessero in quella notte di magia.

E, guardandolo per l’ultima volta, si alzò, ritornando verso il locale.

Young Bae la fissò e non potè fare a meno di sorridere; quella ragazza era speciale ed era grazie a lei se, adesso, si sentiva meglio.

Era grazie a lei se la sofferenza era andata via e il cuore aveva ripreso a battere, come prima.

Si alzò in piedi, pronto a ricominciare, quando notò un piccolo oggetto rosa per terra; prese il cellulare e illuminò il piccolo schermo dell’oggetto che aveva nelle mani, andando diritto ai messaggi ricevuti. Quando vide, in uno di questi, quello che stava cercando, sorrise di nuovo.

Era il cellulare della ragazza… il cellulare di Alex.

Un segno che lei esisteva davvero e che non era stato solo un meraviglioso miraggio.




NOTE DELL'AUTRICE
Buonasera a tutti!
Eccomi qui, con una nuova one shot, stavolta a rating verde; ero in vena di dolcezza e mi è uscito questo.
Non so come sia, lascio a voi i commenti.
E' una ff incompiuta perchè non so se, in futuro, mi verrà voglia di farci una long; se l'ispirazione vorrà, sarò più che lieta di farlo =)
Un bacione e buonanotte a tutti! ♥

La vostra sognatrice LeLe_Sun

  
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