Puppet

Sorridendo, ammirò per l'ennesima volta la stanza dove si trovavano: la sua stanza, il suo mondo, il suo regno, un luogo magnifico dove lei era la regina dei suoi sogni dolci come la panna che tanto aveva letto nei suoi libri illustrati.

Si trovava proprio sotto al suo quadro, seduta con grazia, mentre guardava sorridente il suo nuovo amico.

-E' un peccato che non ci sia musica...

Sospirò lui, leggermente rammaricato.

Mary si lasciò scappare una lieve risatina innocente

-Oh, non c'è problema!

Disegnò con le sue cere un grammofono sul pavimento.

Era color giallo ocra, con un disco in vinile nero.

-Ecco qua!

Alzò il braccio del grammofono, facendo scaturire così le gentili note di un Valzer.

Quando rialzò lo sguardo, si ritrovò una mano aperta davanti.

-Allora? Non vieni?

Mary fissò la mano, leggermente imbarazzata

-Ma...io...non so ballare, a dir la verità....!

Ammise, mentre abbassava lo sguardo, quasi fosse una colpa.

L'altro rise lievemente, provocando lo scatto della testa della bambina, che ora lo fissava negli occhi, con le guance gonfie d'aria.

-Non c'è niente da ridere!

Sbottò, irritata.

-Scusami, non volevo offenderti! È solo che ti preoccupi per niente!

Mary spalancò le palpebre, incuriosita.

-Posso insegnartelo io!

La ragazza dai capelli biondi rimase a bocca aperta.

-D-davvero? Davvero faresti questo per me?

Ora, a posto di una specie di o, c'era un gigantesco, morbido sorriso.

-Ma certo! Sei mia amica, no?

Annuì.

-Già! Noi siamo amici!

Si alzò, e strinse la sua mano tra le proprie.

-E lo saremo per sempre! Vero?

Sorrise, addolcito.

-Sì. Noi staremo insieme per sempre.

-Per sempre!

In quel momento, il ragazzo sbatté due volte le palpebre, come sorpreso, per poi passarsi lentamente una mano sulla fronte, come se fosse stato colpito da qualcosa.

Dopo aver esaminato le dita umide, alzò lo sguardo al soffitto, perplesso.

-Ma come? Piove?

Appoggiò il colore a cera per terra, per poi coprirsi subito i grandi occhi blu con le manine candide, incapace di trattenere ancora le lacrime.

Sentiva come il cuore dilatarsi sempre di più, fino allo stremo, quasi tentasse di afferrare un ricordo mero e invisibile. Era sicura che, continuando così, le sarebbe scoppiato.

Era incapace di reagire, si sentiva vulnerabile, indifesa, sola.

Perché?

Lei non aveva mai fatto del male a nessuno!

Perché tutti la guardavano sempre così, con odio, disprezzo, rabbia?

Lei voleva solo avere degli amici! Non meritava tutto questo!

Una lacrima riuscì a sfuggire dalla morsa della pelle, per poi ricadere sul suo disegno.

Raffigurava il suo sogno, la speranza a cui ancora tentava di aggrapparsi: c'era lei, che rideva; c'era lui, che la prendeva per mano, e insieme ballavano, sorridenti, felici, circondati da meravigliose rose gialle e verdi.

…

ma le rose verdi non esistono...

Già.

Come le rose verdi, i suoi amici non esisteranno mai.

Tutti la useranno sempre, per poi lasciarla disgustati appena scoperta la verità, come se fosse un mostro...

Anzi, no.

Come se fosse un pupazzo che ormai non serve più.

Angoletto di konachan98

E dire che, come debutto, volevo scrivere una fic fluff con la promiseshipping. //sì, da quando ho letto questo nome, non posso fare a meno di trovarlo adorabile.//

VABBEH.

Beccatevi tutte queste feels.

Perché, diciamocelo, Mary ispira tanto angst, tente feels e tanti awww.

Mi distrugge così tanto che non riesco nemmeno a scrivere frasi di senso compiuto.

Non so nemmeno dire se la amo o se la odio, da quanto mi tortura.

Quindi, per vendetta, torturo voi(?).

Ad aiutarmi nella tortura, ho avuto la Donna ProcionaH, la mia figliola e la mia betatrice personale.

Mi hanno aiutata così tanto che solo citarle è blasfemia.

Dovrei fare una statua per loro, altroché!

…

mettete via quelle pietre, lettori...

non è buona creanza, linciare qualcuno.

A presto, e spero con qualcosa di più spensierato

konachan98