Only Just In Love
Se la mattina mi sveglio colla nausea, di solito,
appena ho il cervello libero dai vapori notturni, inizio a preoccuparmi.
Però
sento il gatto che mi sta leccando le dita dei piedi, quindi sono a casa mia, no
problem.
Cioè, non che mi dispiaccia farmi portare a casa da qualche bel
ragazzo, eh, s'intende, ma se il giorno dopo mi ritrovo dall'altra parte della
città, hai voglia a trovare il pullman giusto per tornare indietro.
Se non
gli frego un passaggio, s'intende.
Ahio. Mi ha morso.
Bene, la tigre è
affamata... quindi saranno le...? Sei, sette? Bastardo animale che cena di prima
mattina. Bah, sfamiamola o rimango senza alluci.
Waaa! Queste non sono
lenzuola, ma una trappola mortale, una ragnatela malefica che mi abbozzola
e...
Niente, sono riuscito ad uscire.
Brr... si congela... dove sono le
mie ciabatte...?
My godness, quanti vestiti in giro... ieri non mi
sembrava ci fosse così tanto casino...
'Spetta. Le mutande ce le ho su.
Where is il pigiama?
Sarà stato fagocitato dalle lenzuola? L'avrà
ingerito il piumone? Oppure Gatto si è fatto uno spuntino?
Cioè. Capita che
mi spogli di notte, se ho caldo... ma non ho caldo, a metà
Ottobre!
Controlliamo la Trappola Mortale...
-Mmhr...-
Mmhr...
Eh?
Oddio. Una testa.
Questa mattina sta assumendo contorni noir.
Ah,
no. C'è tutto il corpo.
... Mh.
Noo... Questo che ci fa qui?!
Noo,
assolutamente. IO non mi porto ragazzi a casa. Ai miei girerebbero
anche un po' le scatole, e a ragione, poveretti.
E poi, questo qui ce l'ha
l'età per fare "cose"?
...quali sono i suoi pantaloni?
Questi, per forza.
Cose da fighettino come questi, io non le porto... Teh, se l'è magro...
Aah,
eccolo. Noi maschi abbiamo la stupida abitudine di mettere il portafoglio nella
tasca dietro.
Cioè, borseggiatori, prego.
Teeh, ha la mia età! Noo, per me
è falsa. Sembra vera, ma se fanno su le banconote falsificate, una carta
d'identità non darà troppi problemi.
...Forse è meglio che impari il suo
nome... che figura ci faccio, altrimenti?
(Apro una parentesi. Se uno va ad
ubriacarsi e finisce a letto con qualcun altro, che cosa c'è di strano a non
ricordarsi i nomi? Quante probabilità ci sono di non esserseli neanche detti?
Però c'è gente che ci tiene... Chiudo la parentesi.)
Però è
carino...
Grin... Quasi quasi gli faccio una foto.
Massì, gliela faccio
davvero.
Mmmmmmh!!! È coosì bellino!!
Tutto spettinato (Sì, anche il
taglio è da fighettino, ma dove l'ho beccato, questo?!), colla boccuccia
socchiusa, il segno del cuscino sulla guancia...
Beh, se devo fare una
stronzata, la faccio bene, giusto?
... Lo sveglio?
Lo sveglio.
Noo, lo
lascio dormire.
Su, devo sfamare la bestia.
E mi scappa anche una pisciata
da record.
Colla vescica vuota la vita assume un altro
significato.
E con Gatto fuori delle scatole, potrebbe avvicinarsi al
paradiso.
… Avrei fame… gliela preparo, a quello, la colazione?
Lo sveglio
e gli faccio “Ciao, pasticcino, ti va un caffellatte?”?
Poi lo devo spedire a
casa… I miei sono eccezionalmente via per un paio di giorni, ma mia sorella
potrebbe tornare da un momento all’altro… sono riuscito a scacciarla solo per
una notte. “Dai, sorellina… fare colazione col tuo boy non è meglio che tornare
alle quattro mezza rintronata?”
Tanto, per lei il massimo che posso combinare
è addormentarmi sul divano colla Tv accesa.
Ah? Che ha sbattuto, di là? …Gatto, io ti viviseziono.
Ohoh… Non è
il gatto…
-Scusa, sono inciampato in una borsa…- borbotta. Mi guarda e
arrossisce.
Uhn. Non pensavo che la visione di me alla domenica mattina in
mutande e ciabatte (e un po’ di pelle d’oca perché fa freddo) facesse
arrossire.
Iih! C’è un ragazzino appena svegliato con avvolto intorno il mio
plaid di scorta. Che carino!
-Ti sei fatto male?-
Scuote la testa e si
stringe addosso la coperta. –Ehm… scusa… non trovo più i boxer.-
Correggo.
C’è un ragazzo nudo con avvolto intorno il mio plaid di scorta.
Le
mie amiche dicono che quando mi appoggio così al muro e metto su questa faccia,
sembro tanto un marpione.
-Li cerchiamo dopo. Ti va di mangiare con me?- :
Ti va di farti mangiare da me?
Sì? Evvai…!
Ha sistemato la coperta in modo da coprirsi i
piedi, però così lascia scoperte le spalle, e devo complimentarmi con me stesso
per il mio autocontrollo: non gli ho ancora dato un morso.
Si beve il tè.
Bleah.
Non ha voluto nemmeno i biscotti, o le fette.
Per me è un po’
anoressico. Ci credo che sembra uno delle medie, se mangia così.
Poggio la
mia tazza di latte sul tavolo e inizio a girare il cucchiaio per far sciogliere
il miele.
-Che scuola fai, tu?-
Mi guarda di sottecchi. Bronciooo! –La
tua.-
La mia. Mmh…
-Sto nell’aula sotto la tua il lunedì e il
giovedì.-
Illuminazione. Adesso me lo ricordo. –Ma ti sei tagliato i
capelli!-
Fissa il tè e borbotta. –Me l’hai già detto ieri sera.-
Ops… Gli
faccio il mio miglior sorriso da catechista. –Scusa, la mattina sono un po’
stupido. Sembro sveglio, ma non lo sarò per un’altra mezzora
ancora.-
Credici…
Sorride.
… E anche questa è andata.
Appoggia il
gomito sul tavolo e il mento sulla mano. Mi guarda. –Almeno sai come mi
chiamo?-
-Certo che sì!- Me lo sono ripetuto mille volte, mentre davo da
mangiare alla bestia e mentre mi lavavo!
Ha un sorriso timido, esitante, e
un’espressione dolce.
Penso che valga la pena di ricordarmelo, il suo
nome.
Gli accarezzo il collo e sento venirgli la pelle d’oca. Lo tiro
un po’ verso di me, mentre mi avvicino al suo viso.
Sposta il braccio
all’ultimo momento e sospira, prima che lo baci.
Sento le sue guance
scaldarsi, e mi spiace rompere la magia della situazione, ma mi viene voglia di
farmelo qui sul tavolo della cucina (dove ci mangiano i miei, che figlio
degenere!).
Sussulta.
-Mrown.-
Ci stacchiamo.
Che riflessi, si è
messo appena in tempo le mani sulle palle. Gatto artiglia, quando ti atterra
addosso.
Quel felino è un guastafeste geloso. Un giorno lo appendo per la
coda ad un lampadario.
Sbuffo. –Quella palla grassa di pelo è Gatto, l’unico
non castrato e gay del quartiere.-
Si osservano a vicenda, prima che prenda
lo scocciatore per la collottola e lo butti lontano.
-Poverino…-
mormora.
-Ah, gli ho fatto fare voli peggiori.-
Gatto mi soffia. Gli
faccio una linguaccia.
Lui ride.
Sorrido anch’io e sposto la mia sedia un
po’ più vicino alla sua.
-Ehi. Devi tornare a casa?-
Guarda l’orologio a
parete e alza le spalle. –Ormai… Non starò neanche a dirgli perché sono tornato
tardi. M’inventerò una scusa per essere uscito presto.-
Piiiccolo… così si
consegna nelle mie mani…
Ne infilo una tra i lembi della coperta e lui
trasale, quando gli tocco la pancia. Gli bacio il collo appena sotto l’orecchio
e quando tenta di tirarsi indietro strattono un po’ la coperta.
-Non ti
va?-
-E..ecco… mh…-
Sì, che gli va. Sono damn hot, colla
mano.
Titubante alza le braccia e me le poggia sulle spalle. È così
leggero che mi basta tenerlo sotto il sedere ed alzarmi, per prenderlo in
braccio.
Lo porto di là. Mi bacia e mi stringe, fa niente se rischia di
sbilanciarmi.
Chiuderò la porta della mia stanza a chiave ed accenderò la
musica. Mia sorella lo capirà di non disturbare.
Qui ci sta una scopata di
quelle che stendono. E il suo nome non me lo dimentico
più.