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Autore: OneWingedAngel    14/10/2007    5 recensioni
Post Advent Children: Nel mondo sembra tornata la pace ma...se Kadaj Loz e Yazoo avessero un quarto fratello? E se la loro venuta non fosse stata solo un'opera del destino? Tempi bui in arrivo Cloud
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Final Fantasy VII: Jenova’s Legacy

 

CAPITOLO 1: La Fuga

 

Igor Kramer, uno scienziato che faceva gavetta nella Shin-ra, come sottoposto del dottor Hojo.Egli aveva sempre ritenuto di avere un innato talento per la ricerca genetica e insisteva per avere una parte nel progetto Jenova fin dal suo principio. Ma nessuno del reparto era disposto a dar retta a quel novellino ambizioso e così la sua richiesta fu respinta.Per lunghi anni si accontentò della sua umile posizione nel reparto ricerche sperimentali ma quel ruolo gli stava stretto, troppo stretto.Sentiva che sarebbe arrivata la sua ora prima o poi…. E l a sua ora giunse.

Dopo la sconfitta di Sephiroth abbandonò la Shin-ra, ormai collassata per intraprendere la sua strada di ricercatore.Curiosando tra i diari abbandonati di Hojo trovò esattamente ciò di cui aveva bisogno: dei riferimenti al progetto Jenova. Però erano solo accenni, la punta dell’iceberg, il cui vero corpo giaceva ancora invisibile sotto la calma superficie dell’acqua. La sua sete di informazioni lo portò a Nibehim, un piccolo villaggio teatro di un’orrenda strage, ad opera dello stesso Sephiroth che tutti una volta consideravano un eroe. Un colpo per tutta la nazione, sotto la maschera del grande e nobile guerriero Sephiroth nascondeva una mente perversa che emerse drammaticamente davanti agli occhi di tutti, in una terribile notte.Dopo quella notte niente fu più lo stesso, per Nibehim, per Sephirot, per la Shin-ra, per Kramer, per tutti.

L’intraprendente scienziato riuscì a reperire gli appunti che avevano scatenato la pazzia di Sephiroth….Solo dopo averli letti comprese appieno il progetto Jenova e sulla vera natura di Sephiroth: ora aveva tutto quello che gli occorreva per adempiere al suo sogno di grandezza.Un piano perverso si delineava nella sua mente!

Radunati un pugno di ex SOLDIER semplici che avevano perso tutto, ne fece il suo esercito personale e si preparò a ripetere l’esperimento di Hojo. Così creò le larve, quattro: Loz, Yazoo, Kadaji e Zenon. Essi non erano però completi senza le cellule di Jenova da cui erano attratti irresistibilmente; sentivano i suoi richiami nitidi nella loro mente come Sephiroth prima di loro, irresistibili, e partirono alla sua ricerca.Tutti tranne uno. Zenon rifiutava la sua natura, la madre, la sua provenienza.Era un fallimento e Kramer lo imprigionò nel suo studio.Le larve intanto riuscirono ad appropriarsi della testa della madre e Sephiroth tornò, usando come corpo quello di una delle larve, Kadaji. Ma fu tutto inutile.Di nuovo davanti alla strada dei discendenti di Jenova si pose Cloud Strife, ex SOLDIER nemico giurato di Sephiroth.Aveva perso tutto per causa sua, famiglia amici e amore. Tutto.Lui con la sua squadra era riuscito a sconfiggere l’angelo dalla sola ala, l’invincibile.  E ancora una volta aveva trionfato su Sephiroth e sulle larve.Ancora una volta Kramer vide sfumare il suo sogno.

Rimaneva soltanto l’ultima larva: Zenon. Il tentativo era disperato ma non voleva rinunciare a tutto il suo lavoro: poteva ancora vincere anche se la speranza era effimera, Zenon era difettoso, rifiutava se stesso e la madre, era pericoloso.

Ma quella notte decise che avrebbe tentato il tutto per tutto.Era sera quando davanti al reattore abbandonato a Nibehim si arrestò bruscamente un furgone arrugginito seguito a breve da due rombanti motociclette.La portiera del furgone si aprì sferragliando, l’uomo che scese dal furgone etra vestito con una divisa militare consunta e stropicciata, sulle spalle aveva due protezioni metalliche ammaccate. I due motociclisti invece indossavano completi neri e il loro viso era coperto da un casco hi-tec, scarpe lucide e impeccabili.

Il soldato aprì il retro del furgone e ne uscirono tre individui in camice bianco. Due completi di maschera antigas il terzo senza protezioni fissava la scena con sguardo autoritario e guardingo.  I suoi capelli erano grigi e ben curati anche se sulla nuca si intravedeva una piccola chiazza di pelle calva. I due uomini eleganti si tolsero il casco ad uno ad uno.Il primo, il più alto aveva una stravagante acconciatura a rasta ed un incolto pizzetto sul mento: sembrava decisamente stonare con il suo abito elegante. Il secondo invece aveva capelli corti e curati, pettinati con la riga a lato, e fissava l’area circostante con un espressione gelida e sprezzante.

“Entrate nell’area e sistemate le attrezzature” disse Kramer ai due in camice “badate che tutto sia funzionante e svolgete gli adeguati test”.La sua voce era autoritaria e non ammetteva repliche.

Poi rivolto ai due agenti eleganti disse “In quanto a voi due, prendetevi cura della larva e fate in modo che si svegli in tempo per l’operazione, ma senza traumi, uscire dal coma per lui potrebbe essere pericoloso.Mi raccomando però, non abbassate la guardia con lui.”Fece per voltarsi ma poi esclamò “ A proposito..tra quanto arriva il reggimento?”

“Stanno setacciando l’area ma dovrebbero essere di ritorno con le materia tra breve.”Rispose quello con i capelli corti.

“Ottimo” commento piatto Kramer mentre assisteva alle operazioni dei suoi due assistenti. Un’ora più tardi tutto era pronto per l’esperimento e le truppe erano radunate per assistere al grande evento.

Al centro del laboratorio d’emergenza allestito dentro al reattore Mako troneggiava il corpo decapitato di Jenova. “portate la larva” intimò Kramer a due soldati. “ Vi ha dato problemi?” disse rivolto ai due agenti eleganti “No” rispose quello con i rasta “ si è svegliato in fretta e si è lasciato incatenare facilmente ancora mezzo intontito.Gli abbiamo tolto le armi e le abbiamo messe nel furgone.” “Leon, Wolf, questo sarà un grande giorno, l’alba della nostra ultima speranza per realizzare il nostro sogno .”disse Kramer sogghignando “Fatelo entrare”.

La porta si spalancò ed entrò la larva. Indossava una tuta nera, i suoi capelli di platino erano lunghi fino a metà schiena e si dividevano in due ciuffi sul viso.Il suo sguardo era basso e assente, sembrava che non si rendesse conto di quello che faceva.Camminava e basta scortato da due soldati armati di fucile e spada. Era incatenato con delle manette sia alle mani che ai piedi. Fu condotto davanti a Jenova. Con un gesto enfatico Kramer diede il via all’operazione. Uno dei due assistenti prese una siringa e la infilò nel midollo spinale di Jenova ed estrasse un liquido che conteneva delle cellule nervose. La proprietà più stupefacente di Jenova era la capacità di guarire dai traumi all’apparato nervoso praticamente all’istante grazie ad un fattore di rigenerazione altamente sviluppato. L’assistente stava per abbassate la cerniera della tuta della larva per praticare l’iniezione quando Zenon aprì gli occhi.Accadde tutto in pochi istanti.Ruppe le manette e colpì in faccia i due soldati che lo tenevano per le braccia, frantumando gli elmetti di ferro che portavano lasciandoli lunghi distesi sul pavimento del reattore. Sferrò poi un calcio all’assistente che lasciò andare la siringa.

Approfittando dello stupore generale si voltò con inumana velocità e si lanciò verso l’uscita sferrando tremendi colpi a tutte le guardie che incontrava.

“Leon!Wolf! Prendetelo maledizione!” ululò Kramer.

I due si tuffarono verso l’uscita in tempo per vedere Zenon intento a combattere contro quattro soldati armati di spada.

“No! Fermi! Non uccidetelo”

Ma l’avvertimento fu del tutto inutile. Il primo soldato che raggiunse Zenon fu violentemente colpito da un pugno nel ventre che gli mozzò il fiato. Il secondo fu intercettato ancora prima di levare la spada e un poderoso calcio lo mandò rovesciato sul terreno, privo di sensi.

Gli altri due, pietrificati dalla paura stavano soppesando l’idea di una fuga. Ma non ebbero nemmeno il tempo di riorganizzare le idee che vennero raggiunti dai colpi di Zenon. Si udì il rumore delle ossa frantumate, le urla dei due e poi silenzio.

“Dannazione!” urlò Leon. “Usa questo- intimò Wolf passando al collega un’arma da fuoco - è un fucile caricato a dardi narcotizzanti. Con questo non rischieremo di ucciderlo”

Nel frattempo Zenon aveva raggiunto il furgone. Gli ci volle poco per ritrovare le armi che gli erano state tolte durante il dormiveglia. Due spade katana ora riflettevano la luce della luna nelle sue mani.

Si udirono due spari. Zenon vide i dardi arrivare verso di lui e con una rapida torsione del polso li intercettò e li tagliò in due con precisione chirurgica.

“Maledetto!” urlò Wolf caricando il secondo colpo in canna.

Zenon approfittò di questa pausa per rubare una delle moto dei soldati. Facendo rombare il motore partì a velocità supersonica verso l’uscita dell’improvvisato campo base. Sentì i dardi sibilare vicino alla sua tempia. Si udirono altre imprecazione e il rombare di altri motori.

Un attimo dopo arrivarono altre quattro moto seguite da un furgoncino carico di soldati con armamento pesante. Due moto erano guidate da Leon e Wolf che continuavano a sparare i dardi sonniferi.

La strada diventava in una strettoia tra due pareti rocciose. Qui Zenon fu raggiunto dalle due moto guidate dai soldati di Kramer che menavano fendenti con le spade. Chiuso da ambo i lati dalle moto nemiche e messo sotto tiro da Leon e Wolf, Zenon sembrava spacciato quando fece una cosa che nessuno si aspettava. Staccò le mani dai comandi e colpì con due rapidi fendenti contemporanei i due soldati ai suoi lati.Un fiotto di sangue sgorgò dai due corpi e le motociclette senza più proprietario si schiantarono contro le due pareti di roccia esplodendo.Questo fermò i soldati che lo inseguivano ma alcuni detriti incandescenti colpirono al braccio e al fianco Zenon.

Ignorando il dolore il fuggitivo riprese i comandi e imboccò la strada che lo avrebbe condotto verso la libertà.

Dal campo si levavano le grida di rabbia dei soldati, gli ultimi dardi fischiarono vicino a lui senza colpirlo.

Ormai era fatta, non era più sotto il controllo di Kramer anche se sapeva che lui avrebbe fatto tutto il possibile pur di ritrovarlo.

“Prossima destinazione – pensò - Midgar”

  
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