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Autore: Sarah Corvinus    27/03/2013    4 recensioni
Chiamava il suo nome mentre con le unghie graffiava la carne del petto con forza, come se il male che sentiva provenisse proprio da li e cercasse di estirparlo.
-Che succede Fratello? Sono giorni che mi eviti vagando per il palazzo con aria tormentata!- Sussultò a sentire la sua voce leggere e un poco assonnata, lo abbracciò più stretto lasciando che Loki accarezzasse con dolci movenze le sue mani.
(buona lettura)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Incest
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NOTE: I personaggi non mi appartengono e la storia no è stata scritta a scopo di lucro.




Le stanze di Loki erano avvolte nell’ombra, le tende erano tirate a coprire le grandi vetrate delle finestre di modo che nessuno dei raggi della luna potesse penetrare e illuminare il cammino.
Solo la flebile luce di una candela permetteva di intravedere il letto a baldacchino al centro della stanza, e Loki era li, sdraiato supino tra le lenzuola di seta bianche e verdi, la tunica leggera che usava per dormire era aperta sul petto e le gambe divaricate si muovevano leggermente e spostavano ulteriormente le coperte scoprendo il resto del corpo, le mani candide artigliavano la tunica cercando di strapparne la stoffa di lino e sul viso di porcellana un’espressione sofferente.

“Fratello che cos’hai?” chiese allarmato, ma Loki rispose solo con sospiri affannati e gemiti; provò ad avvicinarsi ma si accorse di non riuscire a muoversi, i suoi occhi fissi sul fratello che continuava a contorcersi tra le lenzuola e iniziava a gridare il suo dolore.
Chiamava il suo nome mentre con le unghie graffiava la carne del petto con forza, come se il male che sentiva provenisse proprio da li e cercasse di estirparlo.

“Thor..THOR….nngh”

Voleva muoversi il dio del tuono, correre dal fratello che lo chiamava tanto disperatamente, ma qualcosa lo bloccava, come delle spire che lo avvolgevano e gli impedivano ogni minimo movimento, tutto quello che poteva fare era stare li immobile a fissare la figura di suo fratello che continuava ad urlare sempre più forte la sua disperazione.

“THOOOOR..” E continuava il dio degli inganni a graffiare e strappare via la pelle del petto, il sangue talmente scuro da sembrare nero usciva copioso e bollente dalle ferite auto inferte, e urlava, urlava talmente tanto forte che Thor temeva potessero scoppiargli i polmoni da un momento all’altro.
Fu con orrore che vide gli occhi di Loki aprirsi, rossi come il sangue e il fuoco, liquidi per le lacrime che scivolavano sulla pelle delle guance che perdeva il suo colore candido per lasciare il posto al blu tipico degli Jotun.
Linee più scure ne marchiavano il corpo, segni della sua terra natia, segni che non potevano essere cancellati, ne dimenticati.
Loki era uno Jotun, un gigante di ghiaccio salvato dalla morte da loro padre Odino.. Loki era suo fratello. Suo.
Come il cuore che: ora, il secondo principe di Asgard stava tirando fuori dalle ossa fratturate e la pelle lacerata e che batteva velocemente, vivo tra quelle mani color del ghiaccio, fredde e tremanti bagnate del suo sangue.
I loro occhi si incontrarono e Thor non poteva fare altro che piangere la sua disperazione, il suo terrore, mentresuo fratello lo guardava disperato protendendo il cuore verso di lui e gridando un’ultima volta il suo nome prima di esalare il suo ultimo respiro.

-LOKI NO!-

La sua voce rimbombò tra le pareti della camera, gli occhi spalancati sul soffitto e il corpo seminudo sudato a causa dell’incubo che aveva avuto
Un incubo… O una premonizione?Si alzò dal letto dirigendosi nelle stanze da bagno comunicanti con la camera, un grande specchio gli mostrò il suo aspetto sciupato, i capelli appiccicati al volto e le occhiaie scure, si morse le labbra e si sciacquò il viso con dell’acqua gelida.
E si sentì solo, Thor.
Solo e disperato da quando Odino gli aveva rivelato che Loki era erede di Jotunheim, piccolo “gigante” di ghiaccio abbandonato al gelo.
Piccolo, il suo fratellino..così piccolo gli parve il giorno che per la prima volta incrociò il suo sguardo smeraldino, così bello e così amato.

Uscì dalle sue stanze e attraversò di corsa i corridoi bui e silenziosi del palazzo, diretto verso quelle stanze che erano testimoni di dolci effusioni e parole segrete.
Si vergognò del terrore che provò davanti la grande porta in noce, i decori dorati non gli parvero più così eleganti come l’ultima volta che li aveva visti, ma lui doveva entrare, per assicurarsi che Loki stesse bene, che fosse solo addormentato e non immerso in una pozza di sangue.
Con mano tremante abbassò la maniglia dorata ed entrò nella stanza chiudendosi l’uscio alle spalle con delicatezza.
Le finestre erano aperte per permettere all’aria fresca di correre libera per le stanze e far danzare i tendaggi, la luna piena schiariva i contorni dei mobili e delle librerie ricolme; Loki era sdraiato su un fianco, la pelle nuda del busto, scoperto dalle lenzuola setose riluceva di un candore che solo i diamanti possedevano.
Era bello Loki, bello come il loro peccato che mille volte si era consumato in quelle lenzuola candide e morbide.
Gli si sdraiò affianco avvolgendolo tra le braccia forti, il capo poggiato su una spalla esile del minore.

-Che succede Fratello? Sono giorni che mi eviti vagando per il palazzo con aria tormentata!- Sussultò a sentire la sua voce leggere e un poco assonnata, lo abbracciò più stretto lasciando che Loki accarezzasse con dolci movenze le sue mani.
-Pensavo dormissi!- sussurrò al suo orecchio scostandogli col fiato bollente alcune ciocche scure.
-Ho il sonno leggero. Come mai questa visita notturna? Negli ultimi tempi non sembravi molto intenzionato a stare tra queste lenzuola.-
Thor non rispose, si limitò a posare piccoli baci sul lobo e sul collo dell’amato fratello -fratellastro-  gli gridò la sua mente, ma non voleva ascoltarla, non aveva importanza.
Loki si girò nel suo abbraccio portando le loro fronti a contatto e unendo le loro labbra in un delicato bacio.
Non capiva cosa preoccupava tanto il possente fratello, negli ultimi mesi le cose tra loto sembravano andare fin troppo bene, avevano finalmente accettato quello che provavano nei loro cuori, ma ora quel cambiamento repentino da parte del biondo lo lasciava interdetto ed insicuro.
Che temesse il giudizio del popolo e dei loro genitori?
Avevano deciso di tenere segreta la questione proprio perché sapevano che era proibita: che Thor non riuscisse a sopportare quel segreto? Quali pensieri affollavano la sua mente?

-Loki..- il moro riportò l’attenzione sul fratello che lo guardava con un misto di tristezza e preoccupazione.
-Loki..ti amo! Ti amo da impazzire, quindi resta con me!- Era confuso il Dio degli inganni, sembrava che i loro sentimenti non centrassero col suo turbamento..
-Non me ne andrò Thor..Ti amo!-

Thor strinse il fratello ancora più forte tra le sue braccia, nascondendo il volto tra i suoi capelli color della notte.
Lo amava, nonostante la sua vera natura di gigante dei ghiacci, rimaneva sempre Loki, il fratello che si divertiva a creare disordini a palazzo e a creare caos con bugie prodotte dalla sua lingua d’argento, affilata come coltelli.
E prese una decisione il Dio del tuono.
Loki non avrebbe mai saputo della sua vera natura, mai avrebbe permesso che il segreto del Padre degli Dei giungesse al cuore della meravigliosa creatura che stringeva tra le sue braccia.
Loki non avrebbe mai saputo, e sarebbe stato suo per sempre.
Si addormentò così, con quella decisione nel cuore e le carezze del fratellastro tra i capelli di grano, ma Loki non era sciocco, sapeva che Thor gli stava nascondendo qualcosa, e in un modo o nell’altro avrebbe saputo la verità…. qualunque essa fosse.
 
 
 
  
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