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Autore: maxia    14/10/2007    10 recensioni
One shot sperimentale sulla tormentata accettazione di Vegeta nel ruolo di padre.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la vendetta la redenzione

Dormi

( The Sad Prince)

Start 02/10/2007

Starring:

The Prince of Saiyan

Bulma ( Prince's maid)

Trunks ( Prince's son)

One shot

"Mamma, perchè papà non ha un cognome?"

Avrei tanto voluto rispondere io a quella domanda legittima di mio figlio, ma sono un neofita del dialogo, e, per evitare di commettere errori madornali, ho finto noncuranza approfittando largamente della reputazione misogina che mi ha sempre preceduto di almeno un migliaio di passi.

Osservo Bulma cercare con lo sguardo il punto ideale su cui poter posare gli occhi a prendere ispirazione, credo l'abbia scorto in uno dei quadri appesi alla parete del salotto, e, francamente, per quel poco che me intendo, a me è sempre piaciuto molto quel dipinto. 

Schizzi di rosso e nero in un vortice senza fine. 

Digressioni psicoanalitiche a parte, in quel frangente ho sentito il cuore di Bulma battere furiosamente, era nervosa come il giorno in cui ci siamo toccati per la prima volta, e da allora ho imparato a registrare quella particolarità della sua aura e  mettermi in stand-by. 

Forse si aspettava che avrei lasciato la stanza, permettendole di spiegare al figlio le ragioni di quell'assenza di cognome nel padre, ma non mi sono mosso di un passo, fingendo addirittura di essermi assopito. Anche Bulma ha imparato a registrare le mie variazioni, i miei silenzi, la mia indifferenza, e credo che in quel momento abbia  intuito che aveva la mia totale fiducia. 

"Allora..." ho sentito la sua voce melodiosa accarezzare le parole che avrebbero narrato di me, e così ha fatto, permettendomi un' immersione profonda nei ricordi, abbelliti dalle sue descrizioni.

Immagino di essere il piccolo principe da lei descritto, cresciuto su un pianeta lontano dove c'era poco spazio per i sentimenti, dove tutti, uomini e donne, erano coraggiosi guerrieri sempre impegnati in lunghe ed estenuanti guerre.

"E per cosa combattevano?" le chiede mio figlio, sistemato all'angolo del divano, le gambe incrociate e l'espressione attentissima di chi non vuole perdere un particolare della storia. Mi sarei certamente stupito se non avesse posto quella domanda, e, al di là delle nostre somiglianze genetiche,mi rendo conto che ha ereditato da sua madre la stessa identica curiosità e a  prendermi in contropiede con i suoi gesti naturali, oltre a quel magnifico colore d'occhi.

"Tesoro..." Bulma ha assunto un tono triste "...purtroppo chi viene mandato in guerra, non sempre conosce con esattezza la ragione per cui lo fa. Gli viene ordinato e basta."

Certo, è praticamente impossibile spiegare a un bambino di quell'età cos'è il libero arbitrio, ma per uno strano caso, Trunks pare accettare senza riserve la spiegazione di sua madre o, forse, è talmente tanta la curiosità di sapere che ha deciso di saltare, almeno per il momento, particolari che  allungherebbero l'attesa.

"Quindi, papà è il Principe Vegeta di Vegeta?"

"Esatto!"

"Allora, io sono Trunks di Vegeta?"

In quel momento una pugnalata al cuore avrebbe fatto sicuramente meno male, la discesa agli inferi sarebbe stata piacevole rispetto allo sconvolgimento che avvertivo dentro di me, pervaso da una moltitudine di interrogativi che non trovavano risposta, che mai ne avrebbero avuti.

 Io sono Trunks di Vegeta?  

Quella domanda continua a torturarmi: sì, certo che lui è di Vegeta, mio figlio, e a me, così come anche a lui, basterebbe di avere questa certezza per continuare a vivere e andare avanti, ma non basterebbe agli altri, alla gente, alla burocrazia della sua scuola elementare che ha chiesto di presentare un certificato di famiglia, con tanto di capofamiglia e specificazioni varie. Bulma e io non siamo sposati secondo le regole terrestri, e Trunks ha ricevuto il cognome di sua madre quand' è nato, com'era giusto che fosse. 

"Tesoro, è un po' complicato..." Bulma incespicava nelle parole, adesso era davvero in difficoltà ed io ero nei guai più di lei.

"Ma no che non lo è!" esclama Trunks, come colto da un'improvvisa rivelazione

"Io sono Trunks Briefs di Vegeta; semplice, no?"

"No!" non ricordo nemmeno il motivo per cui ho deciso di porre fine a quella pacifica discussione, mi  sono reso conto di aver lanciato quel no con la forza di un Ki-blast, e intanto osservavo lo sguardo dispiaciuto della mia compagna, quasi a volersi scusare per la situazione. 

Stupida femmina, certe volte non ti capisco: ma credi davvero che non mi importi niente di mio figlio!?

Avrei desiderato dirle, ma non ho avuto il coraggio di farlo.

"Non esiste Vegeta! Vegeta non c'è più, è scomparso assieme alla sua fottutissima razza di Saiyan del cazzo! Io sono il principe di niente e di nessuno, hai capito moccioso?! Accontentati del cognome di tua madre e ringrazia di averlo, perchè c'è gente a cui non rimane nemmeno quello!"

Ho lasciato la stanza senza nemmeno guardare i loro volti, so che vi avrei letto biasimo e dispiacere, specialmente sul volto di Bulma. Riguardo a Trunks, credo che in quel momento si sia reso conto di quanto fosse grande il mio dolore, ed è stato lui ad infliggermi il colpo di grazia, 

" Forse papà pensa che io non gli voglia bene ?" le ha chiesto con determinazione

"No, no tesoro...tu sei tutto quello che ha, e vuole proteggerti."

E'  vero: Trunks è l'unica persona che davvero mi appartiene, che è parte di me, nel bene e nel male. 

E' l'unica certezza che ho di non veder scomparire per sempre le mie origini, perchè è stato grazie all'amore incondizionato di sua madre che ho imparato ad accettare il lato di me che più temo, quella parte debole e vulnerabile che tento di nascondere con ogni mezzo, perchè mi vergogno di provare gioia, quando so di essere stato la causa di tanto dolore, e questo tormento non avrà mai fine e, sebbene redenta dal mio oscuro e ignobile passato, la mia coscienza non smetterà mai di ricordarmi chi sono stato.

 

E' venuto a distendersi accanto a me sul prato questa sera, assumendo la mia stessa posizione, con le braccia incrociate dietro la testa e lo sguardo rivolto alle stelle. Appena ho avvertito la sua aura farsi vicina, ho provato uno strano smarrimento, i muscoli facciali si sono contratti in quello stupido e insulso movimento che i terrestri chiamano sorriso. 

Dopo Majin- Bu ho capito che non serve a niente negare a me stesso di essere capace di provare sentimenti, e quell'idiota di Kakarot, dopo la nostra resurrezione, mi ha fatto un discorsetto nauseabondo su come il desiderio di proteggere sia la strategia vincente per accrescere le nostre doti di guerrieri. 

Nostre...eppure non sono riuscito a ringhiargli contro che non deve assolutamente paragonarsi a me, infilarmi nei suoi pronomi possessivi  e compagnia bella. 

Io sono un figlio di puttana e tale rimarrò fino alla fine dei miei giorni, è scritto nel DNA e non posso negarlo. Apparteniamo alla stessa razza eppure così diversi, e a volte l' ho invidiato, desiderando di essere come lui almeno una volta. O forse lo sono stato, o lo sto diventando, mi sembra di impazzire in mezzo a tutti questi interrogativi esistenziali, ma quando eravamo nel nulla, mi sono soffermato a  pensare che entrambi abbiamo le stesse cose, anche una famiglia. 

Abbiamo scelto una femmina e l'abbiamo ingravidata più o meno consapevolmente, e, conoscendo Kakarot, anche se con giustificazioni diverse, pure lui deve aver compiuto il fattacio senza rendersene conto, (sebbene lui non si sia risparmiato replicando l'errore di mettere al mondo un altro figlio...)assecondando il suo istinto di sopravvivenza. 

Perchè Trunks è una parte di me, e arriverà anche per lui il momento di scegliere una femmina e procreare. 

E per qualche generazione sopravvivrà un quarto del mio sangue, fino a quando non sarà del tutto diluito con quello terrestre. 

Kakarot  ed io siamo gli ultimi Saiyan, e mi sento molto più sollevato...

L'aria si è rinfrescata, e mi rendo conto che è passato parecchio da quando Trunks è venuto a distendersi accanto a me, ma da allora non ha detto una parola, è sempre rimasto in silenzio ad assaporare la tranquillità della notte. Quando sento un braccio adagiarsi possessivo sul mio addome, abbasso lo sguardo e mi accorgo che si è addormentato, rannicchiandosi contro di me in cerca di calore e protezione. 

Un istinto incondizionato mi spinge a rispondere alla sua richiesta di protezione, e lo proteggo, mentre mi fa scudo il suo sonno e l'oscurità della notte, perchè, davvero, non sono degno di tanto amore e tanta purezza, ma, di nascosto a tutto e tutti, perfino alla mia stessa ombra, posso concedermi il lusso di godermi la sensazione di essere padre. La mano scivola distrattamente sulla sua testa, lisciandogli i folti capelli lisci di questo strambo colore; è un gesto rilassante che non stanca. 

Anch'io, Kakarot, sono capace di proteggere mio figlio senza essere sdolcinato come fai tu con i tuoi, ma per una volta ho provato pure io a sentire cosa si prova, mentre lo stringi a te, e le gambe ti tremano per l'emozione di sapere e capire che tutto quell'amore può ucciderti in un colpo solo.

Ed io sono morto per lui, e morirei altre mille volte ancora, patendo gli stessi tormenti, incorrendo negli stessi errori, conducendo la stessa vita bastarda di un tempo, per poter vivere la vita che ho adesso.

E solo quando lui dormirà mi concederò la tenerezza di un padre, perchè mio figlio non sappia mai quanto sono debole al suo cospetto, quanto mi sia indispensabile la sua esistenza, a quali sofferenze indicibili si sottopone il mio animo inquieto, quando non posso dimostrargli l'amore che ho per lui. 

E allora dormi, Trunks, dormi sereno e dammi il tempo di farmi bastare questo sentimento immenso e doloroso, dolce e amaro, perchè anche tu, come tua madre, sai che non devi chiedere nulla a me, ma puoi darmi e farmi tutto ciò che ti passa per la mente.

E' così che mi hanno intrappolato nella loro rete, con un amore naturale, logico, puro.

 

Con la stessa naturalezza, Vegeta solleva suo figlio addormentato e lo porta in casa, ignorando di proposito Bulma che si affaccia, discreta, sulla porta del salotto. 

Come scottata, si ritrae fingendo di non essersi accorta di nulla, perchè non potrebbe mai perdonarsi di mettere Vegeta in imbarazzo, mentre si lascia andare al suo istinto paterno.

Con il cuore che martella nel petto, torna a sedersi nella sua poltrona e agguanta i documenti che servono per la scuola di suo figlio.

Trunks Briefs di Vegeta.

 

Fine

Nota:

E' la prima volta che mi cimento in una storia con nientepopòdimeno che: Vegeta...

E' difficilissimo inquadrarlo evitando i soliti cliché, ma c'era un'immagine mentale che mi assillava da un po' di tempo, cioè Vegeta che porta in braccio Trunks addormentato, nel modo più naturale possibile. Spero di esserci riuscita.

Grazie per l'attenzione,

Maxia

 

 

 

 

 

 

  
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