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Autore: Nikki_97    27/03/2013    14 recensioni
13 Agosto. Il compleanno di Jace Lightwood. Il giorno che lui odia di più.
Ma le cose saranno diverse questa volta...
leggete e scoprirete! oh, e non dimenticatevi di recensire!!
Nikki9721gd
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ehi, ciao a tutti!! Io sono nikki9721gd, e questa è la mia prima fanfiction sulla saga "Shadowhunters". Spero vi piaccia e spero vi trasmetta quello che ha trasmesso a me quando l'ho scritta!
Recensite, ditemi cosa ne pensate. Ovviamente, accetto anche le critiche!
Buona lettura,
ciao!!

p.s= per che volesse su twitter sono @UntilTheEnd394.

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IL REGALO DI COMPLEANNO

13 Agosto.

Il giorno più odiato da Jace Lightwood. Il giorno del suo compleanno.

Se ne stava li, impalato, fuori dall’ Istituto a contemplare ogni singola runa incisa sui battenti della grande porta che si erigeva davanti a lui. Sapeva per certo, che se fosse entrato, non sarebbe riuscito a sgattaiolare nella sua camera per evitare la festa a sorpresa (ora non più tanto a sorpresa) che avevano organizzato Isabelle e Magnus. Già si immaginava tutto ricoperto di glitter e con una sciarpa di piume intorno al collo o con uno stupido cappellino a cono in testa; tutto circondato da palloncini e festoni colorati.

Odiava il suo compleanno, ma purtroppo era inevitabile. Non lo sopportava più ora mai da qualche tempo per un motivo ben preciso: i Regali. Era da quando aveva dieci anni che riceveva sempre le stesse cose: armi, armi e, guarda il caso, ancora armi!! Come se non ne avesse già abbastanza... era stanco di tutti quei coltelli, di tutte quelle spade, di tutte quelle asce. Certo, non che gli dispiacesse ricevere regali, ma avrebbe preferito qualcosa che sentisse più “suo”, che fosse più personale, non così scontato. Ovviamente sapeva che per Alec e la sua famiglia erano quelli i regali che lui voleva, solo che non era così e non voleva offenderli dicendoglielo. Aveva cercato di farglielo capire in altri modi, ma, a quanto pare, il messaggio non era stato recepito. L’unica persona in cui sperava ancora era Clary, anche se temeva fosse già stata contagiata.

Prese un profondo respiro e appoggiò la mano sulla parete. Chiuse gli occhi e spinse, buttando fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni.

Nulla. Il silenzio.


Jace aprì gli occhi e si ritrovò davanti a sé la navata della chiesa vuota. Non un colore in più, non un glitter, non un palloncino. Nulla.
Era un po’ deluso, in effetti: tutti quei minuti a pensare a che cosa sarebbe successo una volta entrato nell’ Istituto e ora si ritrovava solo. Magari si erano dimenticati tutti che oggi era il suo compleanno. Jace sperò ardentemente che fosse per quello.
Ancora con un po’ di amarezza in bocca prese l’ascensore e salì, avviandosi verso camera sua. Aprì distrattamente la porta e accese la luce.

Non l’avesse mai fatto. Quattro persone scattarono in piedi tra decine di palloncini colorati, urlando “Buon compleanno, Jace!!”
Lui, in risposta li fissò uno ad uno con occhi sgranati.
“Emh. Grazie, grazie mille” disse, con le guance che si velarono di rosso.
Ci furono lunghi istanti di silenzio dove Jace rimase a guardare tutte le persone di fronte a lui. Li osservò rendendosi conto di quanto fortunato era ad avere amici come loro, fratelli come loro.
Isabelle fu la prima che ruppe il silenzio. Indossava una maglietta rossa aderente e dei jeans neri.
“ Bene!! Chi vuole un po’ di torta?”
“ dipende, se è cucinata da te no. Altrimenti si!” rispose Jace sarcastico.
Se ne pentì subito, vedendo una forchetta di plastica volare dritta in mezzo alla sua fronte.
“ Ahia! Mi ha fatto male!” disse il cacciatore divertito, ridendo di quel gesto.
Isabelle gli rispose a tono e gli porse una grande fetta di torta, che poi si venne a sapere essere stata fatta dalle mani esperte di Maryse.
Dopo aver chiacchierato un po’ e essersi abbuffati di cioccolatini, torta e patatine arrivò il temuto momento.

I regali.

Si alzò Alec e gli porse una scatola abbastanza grande chiusa da un grande fiocco oro glitterato, molto probabilmente era opera di Magnus.
Clary prima che aprisse il pacchetto parlò e disse:
“ Sapevamo tutti che ti eri stancato delle armi, e così abbiamo pensato ad altre cose, spero che ti piaccia. Questo regalo è da parte mia, di Alec, Magnus e Izzy.”

“ Qualche giorno fa mi hai detto che fin da quando eri piccolo ti hanno regalato solo e sempre armi e così io ed Alec abbiamo cercato di rimediare. Aprilo, ora!!” aggiunse Isabelle in tono dolce.

Jace guardò con curiosità il pacchetto e lo aprì. Rimase sorpreso quando tirò fuori il suo contenuto.

Un orsacchiotto. Un orsacchiotto di peluche.

Jace non aveva mai avuto un pupazzo in tutta la sua vita. E quella parte di infanzia gli era mancata, guardando Alec e Isabelle crescere tra bambole, peluches e soldatini di plastica.

Sentì le lacrime pungergli gli occhi. Ne aveva sempre desiderato uno, di peluche. Aveva sempre desiderato poter dormire sonni tranquilli, con qualcosa da stringere quando si aveva paura. Ma gli era sempre stato negato, perché per deboli, per bambini paurosi. Bambino che lui non doveva essere.
Si sentiva felice con quell’orsacchiotto in mano, si sentiva in qualche modo protetto.

Sorrise. Un sorriso di quelli sinceri, pieni di gioia e di vita; mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia.

Alec prese parola dopo che il suo Parabatai ebbe sussurrato un debole “Grazie...”
“ So che hai sempre avuto paura del buio e che ce l’hai tut’ora, e so anche che ascoltavi sempre la ninna nanna che mia mamma mi cantava prima che mi addormentassi, be’ prova a sfiorargli la pancia...”

Jace ci provò. Con dita leggere sfiorò il pancino imbottito dell’orsacchiotto e quest’ ultimo si illuminò di una debole luce azzurrina. Pochi secondi dopo si sentì la voce di Maryse che cantava una ninna nanna in francese.
Il cacciatore sospirò e corse ad abbracciare Alec e Isabelle. A quell’ abbraccio si unirono poi Magnus e Clary.
“ E’ il regalo più bello di tutta la mia vita. Grazie. Veramente, grazie mille.”

***

Era sera, e gli Shadowhunters erano tutti nelle loro camere.

Jace, il sorriso ancora impresso sul volto, si mise il pigiama e si infilò sotto le coperte fredde; la schiena percorsa da un brivido.
Si girò verso il suo comodino dove era appoggiato il suo orsacchiotto.
Lo prese e gli sfiorò la pancia. Una lenta cantilena risuonò nella stanza che venne rischiarata dalla luce azzurra dell’ orsacchiotto. Jace si addormentò dopo poco tempo.

Quello, per lui, era stato il regalo più bello di tutta la sua vita.

Quello, per lui, era stato il compleanno più bello di tutta la sua vita.

Ora Jace Lightwood non aveva più paura del buio.
  
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