Obscura
Nel buio giaccio tra gelide mura.
Rinchiuso qua in questa prigione oscura
Sul pavimento quella roccia dura
D’acciaio le sbarre fredde come il ghiaccio
Osservato sono in ogni cosa che faccio
La fasciatura sporca sopra il braccio
La ferita sporca di sangue coagulato
Sento nel buio di un lupo l’ululato
Dalle fessure entra un vento gelato
E le risate e i commenti da fuori
Di canzonacce stonate dei cori
Studio di psicologi e professori
Della mia psiche hanno gran soggezione
E non comprendono la mia aspirazione
E li disgusta la mia concezione
Poi questo odore rancido e nauseabondo
Il tetro flashback di un secondo
Perché io non sono pazzo in fondo
Sono soltanto un vendicatore
Sono colpevole e peccatore
Degli omicidi più truci sono l’autore
Nessuno capisce perché l’ho fatto
Ormai neanch’io mi capisco affatto
Nessuno prova a usare un po’ di tatto
No non capiscono quanta rabbia ho in corpo
Anche se oramai io mi sento sporco
Per quelle vittime a cui il collo torco
Ma la mia vita ormai era gia finita
La certezza di sempre in un attimo svanita
La mia vendetta poi è stata compita
Tutto per colpa di un vile assassino
Quello che di diventar son vicino
Per quella donna morta davanti al suo bambino
Sono una bestia ormai e non un uomo
Per ciò che ho fatto non esiste perdono
La mia professione di morte abbandono
Ma è troppo tardi per tornare indietro
Nel mio silenzio il mio assenso tetro
Il bagno pieno di schegge di vetro
Dove con un pugno lo specchio ho rotto
Sono un bastardo ma me ne fotto
Sono ormai stufo di restare sotto
La verità non posso raccontare
Non c’è nessuno che saprebbe ascoltare
Senza che a morte mi debba mandare.
Ma se morte dev’essere che morte sia
C’è forse salvezza in quella tetra via?
Non ha più senso tanto la vita mia
Quindi tu uomo sta’ zitto e ascolta
Di pazienza ne dovrai avere molta
La mia depressione non può esser risolta
Uomo io non ho più nulla per vivere
Sarebbe impossibile tornare solo a sorridere
Tocca ora a te il mio destino decidere
Non preoccuparti io non me la prendo
Sarà un sollievo per quello che sto provando
Alla mia tristezza io non sto reagendo
Forza decidi un po’ quel che ti pare
Tanto io sto solo qui ad aspettare
Non sono io che devo giudicare
Quello semmai sarà tutto a tuo carico
Ma lo sapevi quando hai scelto l’incarico
La mia depressione su di te non scarico
Forza ora sbrigati a dir cosa credi
In questa oscurità neanche mi vedi
Di giudicarmi ora provvedi
Più non importa quale sarà il giudizio
Qualunque cosa mi tolga da questo supplizio
Questo è il mio poema fittizio
Alla gente potrà anche non piacere
Ma ohime di scriverlo era mio dovere
Forse preferivi quasi non sapere,
ma tu che leggi ora dammi un parere:
tu come mi vorresti giudicare?
A morte o all’ergastolo mi vorresti mandare?
O mi vorresti ingiustamente liberare?