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Autore: sil83    28/03/2013    11 recensioni
"Un omicidio. Non è come tutti gli altri. E' tornato."
Tutto è rimesso in gioco. Rick e Kate non sono più una certezza. Kate è sola.
Negli ultimi due anni non si sono visti, non si sono parlati. Qualcuno ha mischiato le carte e sconvolto le loro vite. Tornerà tutto come prima?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo uno. Una giornata tranquilla.

Mi piaceva dormirti addosso. Avere il contatto con il tuo corpo mentre l’incoscienza offuscava ogni cosa. Perdere ogni percezione, ma continuare a sentire te. Mi ero addormentata così anche quella sera. L’ultima sera. Una sera normale. Film e pizza. Divano, vasca e ciliegie. Il tuo respiro sulla mia pelle, il sesso, l’amore e alla fine il sonno. Profondo. Mi chiedo cosa sarebbe successo se non avessi risposto al telefono. Se per quegli strani scherzi del destino fosse risultato irraggiungibile. Magari avremmo avuto un’ultima colazione. Me lo sono chiesta diverse volte negli ultimi due anni. Quando vedo un tuo nuovo romanzo in libreria. Davanti alla lavagna bianca. Bevendo il caffè. Molte volte ho pensato che quando Nikki Heat è morta, con lei sono morta anch’io. Invece no. Sono qui, a combattere, da sola. Non so nemmeno contro chi. Invece no. Il telefono ha squillato sul comodino. Ho risposto prima del secondo squillo. Non ti sei nemmeno svegliato. Ti sei mosso appena. Hai continuato a dormire. “Beckett”. Silenzio.

“Beckett.” Un sospiro, pesante e grave. Poi la voce di Esposito, lapidaria. Una condanna, senza appello. “C’è stato un omicidio Beckett. Non è come tutti gli altri. È tornato.” Non ho capito a chi si riferiva. La sua voce spaventata, mi ha spaventato. Più di ogni cosa. Non ho capito a chi si riferiva.

Mi ha detto di raggiungerlo. A casa tua. Non ti ho svegliato. Sono uscita di casa e non ti ho svegliato. Ti ho lasciato solo. In quel momento ti ho perso. Per sempre.  
 
Sono entrata nel tuo appartamento. Niente era stato toccato. Tutto come l’ultima volta che c’ero stata. Tutto diverso. Una donna stesa davanti alla tua scrivania. Una donna giovane. I capelli rossi a contornarle il viso. Le mani giunte sull’addome. Un livido blu attorno al collo.

Un omicidio. Non è come tutti gli altri. È tornato.

Ryan mi ha visto entrare. Impallidire. Trattenere il fiato. Girare attorno alla ragazza. Ricominciare a respirare. “Beckett, ha lasciato un messaggio.”

Ciao Rick, il nuovo arredo è di tuo gradimento? Ho modificato appena un po’ i miei gusti, per avvicinarmi il più possibile ai tuoi. Mi è piaciuto. Mi è piaciuto fingere di essere te. Pensare come te. Mi spiace farti soffrire, ma tu non mi hai fermato. Sono più furbo di te. Ed ora… sono te.

Oggi sono due anni da quella notte. Due anni da quella notte in cui è iniziata la nostra fine. Due anni e non ho ancora capito cosa è successo. Prima eri spaventato. Poi arrabbiato. Infine ti sei arreso. È finita dopo una settimana. Ti sei preso Alexis e Marta e sei volato in Europa. Sei mesi dopo hai ucciso Nikki.

Non ti ho più parlato, più visto. Non ti ho nemmeno più letto. Non riesco ad andare oltre. Per certi versi è come dopo l’omicidio di mia madre. Ma in quel caso poi sei arrivato tu. Ora sono sola. Combatto per alzarmi dal letto. Combatto per venire al distretto. Combatto per sopravvivere. Sto facendo un gran lavoro. Ma vivere, vivere era tutta un’altra cosa.

Oggi avevo bisogno di un caso, uno qualunque. Oggi avevo bisogno di non pensare a te. Invece no. Una giornata tranquilla. E nei giorni tranquilli seguo sempre “Il caso”. Il tuo caso. Non riesco ad archiviarlo. Ho promesso a me stessa che arresterò Tyson. E ti riporterò a casa. O perlomeno capirò cosa ti ha portato via. Non può essere solo la paura. Io la conosco, ci ho convissuto quasi tutta la mia vita adulta. Tu mi hai insegnato a sconfiggerla. Non credo sia solo la paura. I ragazzi mi coprono. Mi sostengono, ma ogni volta che mi guardano capisco a che profondità sono caduta. Non pensavo potesse esserci più buio di quello che ho già attraversato. Invece no. Prima il buio arrivava all’improvviso, ora è in ogni cosa. Attorno a me. Dentro di me. Sempre.

Sto sfogliando quel fascicolo da più di un’ora. In realtà non lo leggo, lo conosco a memoria. Nessun segno di effrazione. Le telecamere hanno ripreso te che entravi in casa tua, accompagnato dalla donna con i capelli rossi. Dopo venti minuti uscivi. Solo. Io so per certo che in quello stesso momento noi stavamo facendo l’amore a casa mia. Ricordo ogni dettaglio. Come fosse ieri. Ricordo le tue mani che mi accarezzano la schiena, ricordo l’acqua calda con la schiuma. Ricordo i tuoi baci sul collo e sul seno e sulle mie mani. Vedo te che apri la porta e sorridi alla ragazza e io ricordo come mi hai sollevato  dalla vasca per portarmi in camera. Ricordo che in camera non ci siamo mai arrivati. Ricordo che mi hai preso così, appoggiandomi al lavandino del bagno. Ti vedo uscire da casa tua e fissare lo sguardo nell’obbiettivo. Io ricordo come dopo aver fatto l’amore siamo rientrati nella vasca e siamo rimasti abbracciati fino a quando l’acqua non si è raffreddata. Sono sicura che non sei tu. L’ho detto a tutti. Ho raccontato a tutti quella notte. In un primo momento l’ho sussurrato ai ragazzi e a Lanie, poi l’ho confessato al capitano. Infine l’ho gridato. A tutti. Non avevo più paura di perdere il mio lavoro. Rischiavo di perdere te. Mi hanno creduto. Non so il perché, ma mi hanno creduto tutti. Sono stata brava in quei giorni, ho urlato la tua innocenza, ho ordinato posti di blocco e ti ho fatto mettere sotto protezione. Ero al distretto giorno e notte. Ero così impegnata a proteggerti che non mi sono nemmeno accorta che ti stavi allontanando. Che te ne stavi andando.

Quando sono tornata a casa e ho visto le valige, ho pensato che andar via per qualche giorno era una grande idea. Quando mi hai detto che non sapevi se o quando saresti tornato, il mio mondo ha iniziato a sgretolarsi. Ti ho pregato di non abbandonarmi. Mi hai guardato dritto negli occhi, “Lui adesso è me, possibile che non capisci Kate? Lui è me!” Ho provato a interromperti “Castle…” Ti ho visto piangere rassegnato. “Kate, nessuno è al sicuro se resto qui. Lui sa tutto di me, lui sa come prendere il mio posto. L’unico modo che ho per fermarlo è smettere di essere me.” “Castle…” Ti sei zittito, mi hai guardato per almeno un minuto. Lungo e breve allo stesso tempo. Hai preso la valigia e te ne sei andato. Non ci siamo baciati, non ci siamo detti nient’altro. Quando hai chiuso la porta sono rimasta in piedi a fissarla per tantissimo tempo. Poi mi sono seduta a terra. Ho pianto. Ho pianto fino a quando non mi sono addormentata.

So che l’hai fatto per proteggere la tua famiglia, e anche me. Ma non posso smettere di chiedermi perché oltre a Marta e ad Alexis non hai preso anche me. Questo pensiero mi distrugge. Distrugge in parte quello che c’è stato. Qualche volta, questo pensiero mi porta ad odiarti. Ultimamente i giorni in cui ti odio sono diventati di più di quelli in cui ti amo.

Sfoglio distrattamente il fascicolo. Sono due anni che non ti vedo. Conosco ogni particolare a memoria, del video e delle testimonianze. So che Tyson si è sottoposto a diversi interventi per avere il tuo viso. Resta comunque più basso di te di otto centimetri. So che comunichi con Gina tramite mail. Ogni volta un account diverso. Le mandi un capitolo al mese. Le scrivi tutti i mesi. Ho seguito le tue tracce in Europa, ma poi hai cambiato nome e non hai più usato le tue carte di credito. So che il triplo omicida è sparito con te. La Gates una volta mi ha detto che ti rispetta. Hai dato scacco a Tyson. Hai evitato che ci fossero altre vittime. Io ho pensato a me. Ho pensato che si stava sbagliando. Ho pensato che forse era proprio Tyson a dare scacco a noi.

Sfoglio distrattamente il fascicolo quando sento vibrare il cellulare. Finalmente un caso. Leggo il nome sul display. CASTLE.




Angolo mio:
Ciao a tutti!
Primo capitolo. Prima storia in Castle! (Seconda in generale, non è che sono una veterana...!)
Non credo sia niente di assolutamente nuovo... ma, ho voglia di mettermi in gioco, di andare avanti e di vedere cosa ne vien fuori. Grazie a tutti quelli che sono passati di qui, e in particolare a quelli che sono arrivati a leggere fino a qui!
A presto
Silvia

  
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