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Autore: Son of a preacher man    28/03/2013    7 recensioni
Per quanto potesse sembrare aggregato ed attento alla discussione, Karofsky non faceva altro che fissare la coppia seduta al tavolo poco distante da loro.
Sperava di venire notato, salutato...Ma niente.
Kurt era impassibile, troppo impegnato a fissare la sua mano congiungersi con quella di Blaine.
Troppo impegnato per concedergli un’occhiatina.
O almeno uno sguardo sorridente, con i suoi occhi così azzurri ed espressivi.
E faceva male.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt, Dave/Kurt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Triangolo
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Partecipante ai concorsi:
- "Incontri stravaganti" di Noal
- "Rejected" di
Fukuda's

The silence of the true lovers

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Per quanto stesse premendo nella sua mente l’idea di evitare quella situazione a dir poco imbarazzante, fingendo di aver visto un’astronave o un qualcosa d’altro che lo facesse evadere da quel negozio, preferì continuare a camminare facendo finta di non averli notati.
In fondo, cosa c’era di male a salutarli? O anche a sorreggere soltanto un minimo sguardo con loro?
Ormai l’aveva dimenticato, no?
Nel suo cuore si stava facendo sempre più spazio la presenza di Luke. Di quello era assolutamente certo.
Anche in quel momento, tanto inquietante quanto interessante, il ragazzo biondo sostava tra le braccia di Dave, parlando di uno dei suoi numerosi aneddoti riguardanti la scuola gastronomica che stava frequentando.
La verità è che, nonostante potesse sembrare aggregato ed attento alla discussione, Karofsky non faceva altro che fissare la coppia seduta al tavolo poco distante da loro.
Sperava di venire notato, salutato...Ma niente.
Kurt era impassibile, troppo impegnato a fissare la sua mano congiungersi con quella di Blaine.
Troppo impegnato per concedergli un’occhiatina.
O almeno uno sguardo sorridente, con i suoi occhi così azzurri ed espressivi.
E faceva male.
Mogio mogio, il ragazzone si avviò alla cassa con aria sconfitta.
- David! – esclamò il ragazzo di porcellana.
Dave notò immediatamente quell’urletto molto femminile, ma senza dubbio riconoscibile.
Si voltò, notando immediatamente lo sguardo vigile di Blaine ed il colorito come sempre pallido di Kurt, diventato momentaneamente rossastro.
Sembrava quasi emozionato. Il che non tranquillizzava Karofsky, che come suo solito stava già cominciando a diventare sudaticcio.
- Ciao. – rispose David, trattenendo un sacco di frasi che avrebbe voluto concedergli da fin troppo tempo. Non era mai stata una persona dalle tante parole, ma nella sua testa immagazzinava un sacco di pensieri che probabilmente avrebbe conservato fino alla morte.
A contrario di Luke, che neanche in quella situazione ebbe il problema di presentarsi ad entrambi e cominciare a chiacchierare come se li conoscesse da una vita.
La cosa che colpiva maggiormente Dave riguardo a Luke era la sua spavalderia.
Il non vergognarsi di nulla, dire tutto per come stava senza pensare alle conseguenze.
Non era mai riuscito a stare in silenzio, a tenersi qualcosa per sé.
Riusciva a tenere viva una conversazione. Ed era divertente.
E la cosa attirava Dave. Molto.
Certo, era pure un’isterica primadonna che passava ventiquattro ore su ventiquattro in cucina ad inventare ricette, ma a Karofsky piaceva anche questo aspetto.
Nessun uomo che sappia come cucinare rimarrà single per sempre. Poco ma sicuro.
Tutto cominciò un sabato sera, nel gay bar dove Luke era appena stato assunto part-time.
L’orsetto si era appena seduto, scrutando la pista da ballo con lo sguardo.
Quella sera il ragazzo che cercava non era presente.
Non intendeva Kurt.
Lui era il suo sogno d’amore impossibile. Era a New York, probabilmente con il suo nuovo ragazzo.
Era un po’ invidioso di quel che possedeva insieme a Blaine. Erano assieme da anni, si amavano.
Perfino lui, a vederli baciarsi, sentiva come un brivido salirgli la schiena.
Forse era la rabbia. Un immenso “Perché loro sì ed io no?” o un “Perché lui non è mio?”.
Come tutte le altre sere si era fermato al bancone per bersi qualcosa, come se l’alcol potesse confortarlo allo stesso modo di un ragazzo.
Si sedette, aspettando che il barista arrivasse da lui.
Il ragazzo che voleva rivedere era un giovane alto, poco meno di lui, biondo scuro e con un sorriso da cavallo.
Era...Interessante; ed aveva un culo niente male.
L’aveva già rifiutato, più di una volta, in modi davvero crudeli. Ma Dave ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Rimorchiare qualcuno ogni sera e venire rifiutato era ormai un hobby.
- Una birra media, grazie. – comunicò il ragazzone al barista, sorridendo.
Quest ultimo ricambiò il sorriso, e gli porse la bottiglia.
Era verde come gli occhi di quell’orsetto bruno, Luke non esitò a notarlo.
L'ex barista non era mai stato con un ragazzo “grosso”, ma Dave fin da subito gli aveva trasmesso qualcosa.
Qualcosa di nuovo ed innegabile.
Si scambiarono qualche sguardo, prima che cominciassero a parlare del più e del meno.
E beh, il resto è prevedibile.
Sono usciti insieme per un paio di volte, fino a fidanzarsi.
Quel giorno era il loro quarto mesiversario. Per Karofsky non sembrava nulla di che, ma per uno come Luke che si emoziona per tutto tale evento era da commemorare.
E come festeggiare se non con degli acquisti folli coi soldi di papà Karofsky?
Luke sapeva benissimo che Dave fosse benestante, ma non che potesse spendere trecento dollari in videogiochi ogni settimana. Ed infatti era cominciata a nascere la paura che lo volesse per i soldi e basta.
Ma l’ha chiarito immediatamente, facendogli capire che stare con lui andava oltre a quello.
Si piacevano veramente.
Avevano gli stessi interessi. Football, cibo, videogiochi...
Erano senza dubbio fatti per stare insieme. Ma forse Karofsky non cercava la perfezione in un ragazzo.
Cercava l’amore.
Erano entrati al Lima Bean soltanto per una pausa dalla sessione di shopping, che comprendeva compere per la notte stessa.
Whisky, birre, vini...Sarebbe stata una bella cenetta al lume di candela, seguita da qualche oretta di videogiochi alla play e di limonamento sul divano.
Una nottata coi fiocchi.
Dopo aver salutato Kurt, Karofsky si avvicinò a Blaine.
Era abbastanza divertente come situazione.
Kurt e Luke parlavano delle loro “cose da donne” davanti al bancone, mentre i due “uomini” erano seduti uno di fianco all’altro, in silenzio.
Luke amava la musica, il che non ha certo infierito nel rapporto di amicizia con Kurt. Anzi!
Dave non si era mai scusato con Blaine per quel periodo nel quale aveva tormentato il suo attuale fidanzato, ma allo stesso tempo c’era una muraglia di vergogna che li divideva, non permettendogli di comunicare.
La verità è che David era ancora innamorato.
Amava Kurt, ed aveva paura. Paura che non fosse ancora del tutto sorpassata come situazione.
Perché anche in quel momento lo ammirava in tutto il suo splendore.
Ogni suo minimo gesto, ogni suo sorriso.
Ad un certo punto, Kurt si voltò e notò come lo stava guardando.
Karofsky cambiò direttamente sguardo verso di Luke.
Come se fosse il premio di consolazione.
Quest’ultimo si mise di fianco al ragazzo, gli afferrò gelosamente la mano facendo intrecciare le loro dita come dei vermicelli e cominciò a chiacchierare con i due davanti a lui.
- Oh sì, ti ho ordinato un caffèlatte. – informò il fidanzato.
- Ma David odia il caffelatte! – ribatté Kurt, improvvisamente.
Caddero tutti e quattro in un silenzio tombale.
Perfino il vociferare degli altri tavoli sembrò interrompersi, per fissare quel tavolo.
Era interessante notare come fossero tutti e quattro in silenzio, ma in quattro silenzi differenti.
Dave era silenzioso per lo stupore, per il fatto che Kurt sapesse una cosa del genere.
Si ricordò di quella volta che avevano parlato nella sala medica.
Il caffè non gli era mai piaciuto. Era amaro, lui amava le cose dolci. Come il latte, o le ciambelle...O Kurt.
Blaine invece era in un silenzio doloroso. Di rabbia.
Era spazientito, non capiva come facesse il suo ragazzo a conoscere così bene la stessa persona che l’aveva fatto soffrire per così tanto tempo.
Da quel momento Blaine vide David come un rivale e anche in quel preciso istante non la smetteva di alternare le occhiatacce su di lui e su di Kurt.
Luke era in un silenzio confusionale.
Non era totalmente capace di comprendere cosa stesse succedendo, e per un lieve processo di normalizzazione aveva preferito tacere ed uniformarsi agli altri.
In fondo non aveva in mente ciò che Dave e Kurt stessero provando, quel che avevano passato insieme.
Per la prima volta, aveva preferito non dire niente.
Anche se un po’ di gelosia era nata nei confronti di Kurt, che sembrava sbandierare come se niente fosse la sua bravura nel viziare Dave. Come se volesse superarlo...E Luke ha sempre odiato la competizione.
Kurt. Kurt si rese conto di quel che aveva detto solo dopo che uscì dalle sue labbra.
Era silenzioso per la figura del cazzo di cui era appena stato protagonista.
Aveva confessato tutto in cinque parole, aveva fatto capire che conosceva il suo David più di chiunque altro.
Sì, il suo David.
Perché in fondo anche il ragazzo dagli occhi cristallini provava affetto per quel cucciolo di orso.
Per quella personalità così combattuta sul come comportarsi, in bilico tra il bene ed il male.
Era il suo cucciolo.
Doveva proteggerlo, lasciarlo al sicuro in modo strategico.
Anche se cio' comportava all' abbandonarlo alle mani di qualcun altro.
Perché oramai il suo cuore aveva scelto Blaine.
Con lui provava ciò che con Karofsky non sarebbe mai riuscito a provare.
Ma sapeva benissimo che quella sua frase l’avrebbe condannato ad un lungo periodo di domande da parte del fidanzato...E da parte di se' stesso.
Karofsky gli sorrise, prima di abbassare lo sguardo, mentre Luke si rimise a parlare di quanto scadente fosse il Lima Bean, come per ignorare l’accaduto.
Blaine acconsentiva annuendo, nonostante fosse impegnato a fissare con occhi di fuoco il volto di Kurt.
Poco importava a quest’ultimo, perché stava ricambiando il sorriso di Dave con aria nostalgica.

   
 
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