La città in cui sono nata…è circondata dalle montagne, e non è né troppo grande, né troppo piccola. Non la si può definire un paese, ma neanche una metropoli. Di turisti non se ne vedono mai, da queste parti. Io sono la seconda di tre fratelli. I miei genitori mi hanno allevata senza troppi fronzoli, un po’ alla buona. Frequento una normale scuola femminile della mia prefettura… E sono ormai giunta alla fine dell’ultimo anno.
 
Dopo l’ultima delusione d’amore non sapevo che fare oltre a piangere nel bagno della scuola, ma fortunatamente con me c’era Junko che cercava di tirarmi su il morale.

Junko:“Dai Nana, smettila di piangere.. te l’avevo detto che avresti dovuto lasciarlo prima tu, secondo me ti considerava una “facile”.” Disse Jun con un filo di ironia.
Nana:“Io una ragazza facile?!”La guardai con le lacrime agli occhi.
Junko: “Dai scherzavo, però è vero si è soltanto divertito con te” Si avvicinò abbracciandomi.
Nana: “Io lo amo.” Scoppiai a piangere.
Junko: “Lo so, lo so.”
Quest’anno io e la mia amica Junko ci siamo iscritte all’accademia di belle arti.
Junko : “Non è che ti sei iscritta qui soltanto per trovare un ragazzo?!?”
Nana : “Ma che dici! Voglio diventare una brava disegnatrice!”
Junko : “Se lo dici tu…”
Entrate nell’accademia, iniziammo a cercare la nostra nuova classe.
Junko : “Eccola lì! 3° B”

Entrata rimasi stupita dalla bellezza di un ragazzo che si trovava proprio davanti a me. I nostri sguardi si incrociarono. Questo ragazzo aveva degli occhi stupendi.

“Junko! Sei Junko vero?!” urlò avvicinandosi.
Junko : “Shoji?” disse perplessa.
Shoji : “Esatto! E’ una vita che non ci vediamo!” si girò verso di me e chiese “E lei chi è?”
Nana : “Nana Komatsu, piacere di conoscerti.” dissi con un sorriso smagliante.
Shoji : “Io sono Shoji Endo, piacere mio.” ricambiò il sorriso.
Dopo il primo giorno andai a casa di Jun ed iniziammo a parlare ma dopo poco suonò il telefono.
Junko : “Pronto? Oh Shoji? Si, si c’è anche Nana. Passa da me e prendi qualche birra.” Attaccò il telefono e mi guardò con un mezzo sorriso.
Nana : “Viene Shoji?” Quasi urlai.
Junko : “Si, non è un problema per te vero?” Disse ridendo.
Nana : “Assolutamente!”

Arrivò Shoji e il suo amico Kyosuke che portavano una grande busta piena di alcolici. Li salutai e iniziammo a bere. Non ricordo nulla dopo che avevamo aperto le birre.
Mi ritrovai nel letto di Jun. Mi alzai dal letto senza forze, non riuscivo a tenermi in piedi, la testa mi scoppiava. Andai in cucina e rimasi a bocca aperta. Jun si stava baciando con Kyosuke. Si staccarono immediatamente e diventarono entrambi rossi.

Junko : “ Non è come sembra! Ieri sera abbiamo parlato e abbiamo visto che ci sono molte cose che ci accomunano..”
Kyosuke : “ In realtà Junko mi ha attratto dal primo momento.”
Jun arrossì.
Nana : “ Bravo! Così si fa!” dissi incitandolo!
Mi andai a lavare e poi andammo tutti insieme all’accademia.
Per tutta la giornata mi misi vicino a Shoji.
Nana : “Ahiaaaaaaa”
Shoji : “Cos’hai fatto?!” disse preoccupato.
Nana : “Mi sono tagliata sul dito” urlai con le lacrime agli occhi.
Shoji : “Dai vieni”

Shoji mi accompagnò in infermeria e mentre mi metteva un cerotto sul dito, non riuscivo a non fissarlo. Era così bello. Si accorse che lo stavo guardando e lo fece anche lui. Diventai tutta rossa, Shoji mi stava guardando! Non sapevo che fare.

Nana: “Cosa vuoi fare?”