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Autore: ofarrowsandbows    28/03/2013    1 recensioni
Sebastian è il figlio del mugnaio di Lima, ma quando può si allena con alcuni dei suoi coetanei per diventare un guerriero, sogno che spera di realizzare fin dalla tenera età. Lui non è mai stato un ragazzo sentimentale o istintivo, anzi, se il suo istinto gli diceva di fare una cosa lui faceva il contrario, eppure quella mattina… decise di poter fare un strappo alla regola!
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quinn Fabray, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti :3
Eccomi qui (di nuovo lol) con una cosina piccolina venuta fuori mentre leggevo una fanfiction qui su EFP.

 

Personaggi: Sebastian Smythe, Quinn Fabray, Warblers.
Tempo: Medioevo.
Trama: Sebastian è il figlio del mugnaio di Lima, ma quando può si allena con alcuni dei suoi coetanei per diventare un guerriero, sogno che spera di realizzare fin dalla tenera età. Lui non è mai stato un ragazzo sentimentale o istintivo, anzi, se il suo istinto gli diceva di fare una cosa lui faceva il contrario, eppure quella mattina… decise di poter fare un strappo alla regola!

 

 





La vita di Sebastian non era mai stata divertente o felice o spensierata. Aveva sempre dovuto sudarsele le cose, perché nascendo in quell’epoca in cui i ricchi erano ricchi e i poveri erano i poveri lui non avrebbe potuto fare altro che portare quegli stupidi sacchi di farina per il resto della sua vita.

Eppure ancora ci sperava Sebastian, ancora sperava di poter fare quello che davvero desiderava perché in fondo la sua vita era ancora lunga, aveva soltanto sedici anni.

Sollevò distrattamente un pesante sacco di farina e se lo buttò sulle spalle, facendo finta di non sentire la voce di suo padre che poco gentilmente gli diceva di stare attento a non rompere tutto.

Quella mattina aveva organizzato tutta la sua giornata, dopo aver portato la farina al panettiere sarebbe andato con i suoi compagni in una delle torri abbandonate e si sarebbero allenati duramente, visto che nell’ultimo periodo, a causa del lavoro, si erano un po’ “adagiati sugli allori” se così si poteva dire.

Se c’era qualcosa o meglio qualcuno che odiava, quello era sicuramente il signor Fabray. Non che avesse un particolare astio nei suoi confronti, ma una volta si era allontanato troppo dalla torre che usavano come quartier generale e aveva finito per combattere contro Duvall nel bel mezzo della strada. Il loro odio risale a quando la sua spada finì accidentalmente contro la vetrina del negozio, rompendola e spaventando quasi a morte la figlia del panettiere che stava servendo un cliente.

Ora che ci pensava Sebastian non l’aveva mai vista, quella ragazza. La conosceva per il nome di "Lucy Caboosey", ma non sapeva perché la chiamassero così.

Una volta Jeff le disse che lui l’aveva vista, di sfuggita, ma l’aveva vista. E, a sua detta, non era proprio quel tipo di ragazza alla quale chiederesti di sposarti. Ma ecco, per Jeff qualunque ragazza non sarebbe stata all’altezza di Duvall, quindi non faceva testo.

Secondo Trent invece, la ragazza era una strega e per non farlo sapere in giro i Fabray la tenevano chiusa in casa, Blaine diceva che era una tipa tutta casa e chiesa, ma Kurt affermava con certezza che il tragitto la fotteva.

Per molti giorni Sebastian si chiedeva come si sarebbe dovuto aspettare un eventuale incontro con la ragazza, anch’essa sedicenne.

Quella mattina, posato il carico in un angolo del negozio, vicino al bancone, intravide attraverso una tenda nera più o meno trasparente un figura esile, dai capelli dorati raccolti in uno chignon che faceva cadere alcune ciocche di capelli ai lati. Lui era quel tipo di ragazzo che se gli dicevi una cosa lui faceva tutto l’opposto, eppure quella volta, quando quella vocina dentro la sua testa gli aveva suggerito di vedere chi fosse la misteriosa figura dietro la tenda, con suo grande shock l’ascoltò.

 « Tu sei Lucy… Lucy Caboosey, vero? »

La bionda si voltò sospirando nel sentire quell’orrendo nome tornare nella sua vita.

« Temo.. – disse con voce tremante – ..temo che hai sbagliato persona, non so chi sia questa Lucy di cui parli. Il mio nome è Quinn, e comunque tu non dovresti essere qui. »

La ragazza indicò la tenda invitando Sebastian ad uscire, e il moro, dopo aver visto la ragazza per un ultima volta, uscì, lasciandosi “Quinn” e la panetteria alle spalle.

Tornando a casa Sebastian si ritrovò a sorridere come un idiota, e l’immagine di Quinn, seduta sullo sgabello di legno che si pettinava i capelli gli fece intuire che sarebbe stata una giornata davvero lunga.

   
 
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