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Autore: De33y    28/03/2013    6 recensioni
Ispirata alla decima puntata della seconda stagione Ki'ilua-Imbrogliona. Alla vigilia della partenza, la paura e il senso del dovere si contendono le anime dei protagonisti, perché sanno bene che potrebbe non esserci ritorno, sanno bene che potrebbero comunque arrivare troppo tardi. Questo missing moment segue Danny mentre cerca di salutare ciò che gli è più caro, con la consapevolezza che potrebbe essere un addio.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Danny Williams, Grace Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: niente di tutto ciò è mio, non la serie, non i personaggi e neppure la trama in cui si inserisce.

 

Note: Allora questo missing moment si ispira alla puntata 2x10 Ki'ilua-Imbrogliona e si inserisce al minuto 21 secondo più secondo meno, per chi non si ricordasse qual'è si tratta della puntata dove Jenna convince Steve ad andare in Corea, poi arriva Wo Fat e tutti sappiamo come prosegue.
Il testo era nato come esercizio di caratterizzazione, ma poi mi è piaciuto a tal punto da volerlo pubblicare.

 

Introduzione: Alla vigilia della partenza, la paura e il senso del dovere si contendono le anime dei protagonisti, perché sanno bene che potrebbe non esserci ritorno, sanno bene che potrebbero comunque arrivare troppo tardi. Questo missing moment segue Danny mentre cerca di salutare ciò che gli è più caro, con la consapevolezza che potrebbe essere un addio.




Bussò alla porta degli Edwards e poi bussò di nuovo e di nuovo, finché Rachel esasperata non andò ad aprirgli. Erano già passate le dieci, ma aveva assolutamente bisogno di parlare con Grace. Glielo disse. Supplicandola, con le lacrime che gli si formavano negli occhi e che tentava in tutti i modi di non far scendere.

Gli occhi di lei si fecero grandi per la paura appena lo vide in quello stato.

«Danny che succede?» Bisbigliò Rachel senza togliersi dalla porta. Al tono spaventato Stan si avvicinò protettivo.

«Ti prego, fammi parlare con Grace finché è sveglia, dopo prometto di spiegarti tutto.»

Rachel si voltò verso Stan, quasi cercando la sua approvazione, ma Danny sapeva che stava solo cercando il suo supporto. Rachel non aveva mai chiesto permessi a nessuno, a meno che non fosse necessario. Stan ricambiò lo sguardo di lei senza dire una parola.

«D'accordo, è in camera sua.-gli disse, con la voce che tremava leggermente -Sali le scale, il corridoio di sinistra. La sua stanza è la seconda porta sulla sinistra.» Gli ricordò lei, ma Danny non aveva bisogno di indicazioni.

Fece le scale correndo, ma poi davanti alla sua stanza esitò.

Gli dava le spalle, intenta a disegnare qualcosa alla sua scrivania, illuminata da una lampada da tavolo.

Bussò alla porta per non spaventarla.

«Danno!» appena lo vide balzò su dalla sedia e gli corse incontro.

«Ciao scimmietta!»

«Sei venuto a trovarmi?»

Pensò che poteva essere l'ultima volta che la vedeva, l'ultimo ricordo che sua figlia avrebbe potuto avere di lui. Così iniziò a chiederle del disegno e di cosa aveva fatto a scuola e di tutte le altre cose di cui Grace amava parlare, finché non si rassegnò che era l'ora di salutarla. E per quanto cercasse di nascondere i suoi sentimenti, non riuscì a nasconderglieli. Chissà come nell'arco della discussione erano finiti tutti e due sdraiati sul tappeto.

«Danno, c'è qualcosa che non va?»

Aveva provato quella conversazione mille volte e mille volte non aveva saputo come dirglielo.

«Devo partire per un viaggio lungo e per un po' non potremo vederci, scimmietta.»

«Ma potremo sentirci?» Chiese la bambina mentre la sua voce minacciava di rompersi in pianto.

«Certo, cercherò di chiamarti più spesso possibile, ma se a volte non riesco a chiamare tu non devi essere preoccupata, d'accordo?»

«Io non voglio che tu vada via, Danno» gli disse con le lacrime agli occhi e lui fece uno sforzo ancora maggiore per trattenere le proprie.

«Lo so, neanch'io vorrei stare lontano da te, ma devo andare.» Si interruppe per stringerla forte al petto. «Lo zio Steve si è messo nei guai con delle persone molto cattive. Devo andare ad aiutarlo. Non vogliono farlo tornare a casa. »

«Sta bene?» Il pensiero gli mandò una fitta di dolore. Non sapeva neanche se l'avrebbero ritrovato vivo, ma Grace non doveva stare preoccupata.

«Certo che sta bene, è lo zio Steve: il superSEAL ricordi?» gli scappò una risata al pensiero, che subito si spense soffocata dalla paura. Le accarezzò i capelli, cercando di reprimere i propri pensieri.

«Sono sicura che lo riporterai a casa.»

Rimasero a parlare un altro po', le fece vedere dov'è la Corea sul mappamondo, le speigò il fuso orario della costa orientale dell'Asia e alla fine si decise a metterla al letto.

«Ricorda sempre, Danno ti vuole bene Grace.» Glielo disse mentre la stringeva forte e chiuse la frase baciandola sulla fronte. Se gli fosse successo qualcosa, quelle erano le parole che doveva ricordare.

 

Quando la bambina si fu addormentata scese ad affrontare Rachel.

La trovò in cucina di fronte a una tazza fumante, Stan le stringeva leggermente il braccio.

«Eccoti finalmente! Si può sapere cosa diavolo è successo? Cosa c'era di così urgente che non poteva aspettare domani?» Lo accusò non appena lo vide.

«Domani non sarò qui.» rispose brevemente. Rimase in silenzio, cercando le parole giuste per proseguire e segretamente sperando che fosse Rachel a fare le domande.

«Dove stai andando?»

«Steve è tenuto prigioniero in Corea. Abbiamo organizzato una missione di salvataggio.»

Se Rachel era già arrabbiata, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Scattò in piedi, scacciando la mano di Stan.

«Steve prigioniero? In Corea? Per l'amor del cielo. Cosa ti sei messo in testa di fare? Missione di salvataggio, ma sentiti come parli. Danny sei un poliziotto, non sei un militare.» Stava iniziando con un carico di domande che non sarebbe mai terminato, mentre si avvicinava sempre di più. Stan provò di nuovo ad afferrarle il braccio, ma lei lo scacciò.

«Rachel calmati- la supplicò frapponendo i palmi aperti tra i loro corpi - Non sono un militare, hai ragione, ma si tratta di Steve.»

«Non mi importa di chi si tratta. Almeno sapete se è ancora vivo?»

Sanny sccosse la testa: «Sappiamo chi l'ha catturato e siamo propensi a pensare che lo terrà in vita.»

«Danny, non puoi andare. Hai delle responsabilità qui.»

«Bene, vuoi tirare in ballo Grace, tiriamo in ballo Grace. Sai quanto gli è affezionata, cosa vuoi che le dica, che non lo rivedrà mai più perché avevo una possibilità di salvarlo e non l'ho sfruttata?» Scattò all'improvviso,

«Hai ragione, liberati dai sensi di colpa. Tanto se ti succederà qualcosa, toccherà a me dirle che suo padre è morto cercando di fare l'eroe. Che ha preferito rischiare la vita dando la caccia al fantasma del suo amixìco piuttosto che restare accanto a lei. Bravo, hai ragione, così in ogni caso non dovrai spiegarle un bel niente!»

Le sue parole lo fecero sentire uno schifo.

«Rachel tu non capisci. Se esiste anche una minima possibilità che Steve sia vivo, non posso abbandonarlo. Non posso.»

Vide arrivare lo schiaffo e non fece niente per fermarlo, sapeva di meritarlo.

Non reagì, rimase immobile.

«Esci fuori di qui, Daniel!»

Lanciò un occhiata a Stan in segno di saluto e si avviò a testa bassa verso la porta.

Era sicuro che quella discussione non fosse finita, ma che sarebbe riapparsa e probabilmente sarebbe finita in tribunale. Per quanto fosse terrorizzato all'idea che avrebbe potuto non rivedere mai più la sua scimmietta, non poteva tirarsi indietro. Non quella volta.

  
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