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Autore: marix96    28/03/2013    8 recensioni
"Sa che cos'è un trauma? Mi hanno sparato al petto e io ricordo ogni singolo istante!"
"Per tutto questo tempo... mi hai mentito."
Castle scopre la verità su Beckett: come reagirà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Martha Rodgers, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Dove tutto è cominciato
 
Kate Beckett se ne stava seduta alla sua scrivania, guardando nel vuoto immersa nei suoi pensieri. Ormai negli ultimi tempi il suo pensiero fisso era solo uno: Castle. Ma nell'ultimo mese qualcosa era cambiato: dopo il caso della bomba esplosa durante la manifestazione a Boylan Plaza il loro rapporto era cambiato tanto che Castle era sparito da un giorno all'altro senza preavviso. "Vado negli Hamtons per finire il libro e non so quanto tempo starò via" aveva detto prima di andarsene. Un mese, era passato un mese da quando Castle se ne era andato; un mese senza sentirlo, senza vederlo, non una telefonata, non un messaggio, niente. Ma era passato un mese anche da quel evento che aveva cambiato il loro rapporto.
 
 
"Ehi Esposito, non ho scoperto niente, c'è qualche sviluppo?" domandò Castle poggiando il solito caffè di Beckett sulla sua scrivania.
"Eccome, abbiamo il sospettato!" rispose l'amico
"Me lo sono perso, dov'è?"
"Là dentro, con Beckett." rispose il cubano indicando con la testa la sala interrogatori, per poi allontanarsi dallo scrittore.
Castle entrò nella stanza accanto alla sala interrogatori per assistere all'interrogatorio.
Beckett stava parlando con Bobby, l'attentatore, cercando di farlo confessare.
"Non le sto mentendo, ho avuto una specie di vuoto, è stato il trauma." disse Bobby cercando di giustificarsi.
"Non è stato il trauma, non provi a usarla come scusa." ribbattè Beckett
"Lo giuro, non me lo ricordo!" affermò ancora Bobby.
"È impossibile che non ricordi più niente!" esclamò Beckett chinandosi sul sospettato. "Sa che cos'è un trauma? Mi hanno sparato al petto e io ricordo ogni singolo istante..." disse Beckett, dando rilievo alle ultime parole "... e lo ricorda anche lei." concluse alla fine.
Castle, che fino a quel momento era stato ad ascoltare, a quelle parole ebbe un sussulto e sgranò gli occhi.
Beckett aveva sempre saputo la verità ma non ne ha mai parlato con nessuno, si era comportata come se non fosse successo niente.
"Per tutto questo tempo... mi hai mentito" disse in un sussurro Castle prima di lasciare la stanza.
 
"Ha confessato?" chiese Esposito non appena Beckett uscì dalla sala.
"Non ancora, voglio che si spaventi un pò." disse avvicinandosi alla sua scrivania. "Castle è stato qui?" chiese notando il caffè e prendendolo in mano.
"Si prima...ha seguito l'interrogatorio da dietro il vetro della saletta." rispose Esposito.
Beckett sgranò gli occhi e perse la presa sul bicchiere, che fini a terra rovesciando il caffè.
Aveva sentito tutto, adesso sapeva la verità, sapeva che gli aveva mentito e lo aveva scoperto nel peggiore dei modi.
"Ha sentito tutto..." disse in un sussurro Beckett così piano che solo lei lo sentì.
"Beckett, tutto bene?" chiese preoccupato Esposito a cui, dopo la reazione insolita della detective, si era avvicinato anche Ryan.
"Javi, dov'è ora Castle?" chiese Beckett di fretta.
"Non lo so, se ne andato poco fa dicendo che aveva da fare." rispose l'ispanico ancora confuso.
Il trillo dell'ascensore fece girare i tre detective verso l'uscita. Appena le porte si aprirono, Castle uscì dall'ascensore e si diresse verso di loro.
"Ehi amico, dove sei stato?" chiese Ryan appena lo scrittore gli fu vicino.
"Devo dirvi una cosa. Vado negli Hamtons per le prossime settimane perchè devo finire il mio libro al più presto." disse Castle non badando neanche alla domanda di Ryan. I due rimasero perplessi da questa improvvisa decisione. Beckett invece non aveva la forza di guardare Castle e teneva lo sguardo basso, avvertendo però lo sguardo dello scrittore su di se.
Sapeva che lo scrittore non aveva nessun libro da finire e se ne andava solo per colpa sua, per ciò che aveva scoperto durante quell'interrogatorio.
Detto ciò, Castle salutò i due detective e sparì nell'ascensore. Solo allora Beckett alzò lo sguardo in direzione dell'uscita, incontrando i suoi occhi, i suoi occhi blu come l'oceano, un attimo prima che le porte si chiudessero.
 
 
Ed era ancora lì, seduta alla sua scrivania, con il viso tra le mani, guardando nel vuoto, pensando a lui, pensando a l'ultima cosa che aveva visto di lui: i suoi occhi, i suoi occhi blu nei quali lei si perdeva, che in quell'occasione erano molto più scuri del solito.
I suoi pensieri furono interrotti da Esposito.
"Beckett, tutto bene?" chiese il detective ma non ottenne risposta dalla collega.
"Beckett?" continuo, ma ancora niente.
"Kate.." era la prima volta che Esposito la chiamava per nome. Solo allora la detective alzò la testa e guardò il suo interlocutore.
"Scusami Javi, ero sovrappensiero. Che stavi dicendo?"
"Stai bene?" ripropose la domanda ancora una volta Esposito.
"Si si tranquillo." mentì Beckett.
"Andiamo Beckett, con me non puoi mentire, non stai affatto bene. Ed entrambi sappiamo per quale motivo.." ribadì il detective lasciando Beckett a bocca aperta. Davvero si notava così tanto che stava male per Castle?
"Ha chiamato?" chiese il detective non aggiungendo il soggetto, lasciando che la collega capisse.
"No."
"E tu lo hai chiamato?" continuò il detective.
"Tutti i giorni, ma mai una risposta." rispose Beckett scoraggiata. Sapeva benissimo che Castle non l'avrebbe mai cercata: c'è l'aveva con lei ed era plausibile dopo quello che aveva fatto.
Il suono delle telefono di Beckett interruppe i due detective.
"Continuiamo dopo." disse Esposito allontanandosi verso la sua scrivania.
"Beckett"
"Kate, sono Martha, scusami se ti disturbo." disse una voce famigliare dall'altro capo delle telefono.
"Ciao Martha, no nessun disturbo. Dimmi pure." continuò la detective.
"Volevo chiederti se avevi sentito Richard." rispose la donna con voce preoccupata che fece allarmare Kate.
"Che cosa è successo?" chiese subito.
"Mi aveva detto che sarebbe tornato oggi dagli Hamtons, ma sono passate ore da quando lo sentito e sono preoccupata perchè non mi ha ancora chiamato." rispose l'attrice.
"No Martha, io non so niente, mi dispiace. Ma cosa ti ha detto quando hai parlato con lui?"
"Ha detto che stava tornando e che nel giro di un ora sarebbe arrivato, ma sono passate già tre ore e quindi..."
"Non ti ha detto altro?" chiese Beckett che stava iniziando a preoccuparsi anche lei.
"Veramente mi ha detto una cosa insolita, ma parlando di Richard, non ci ho fatto tanto caso..."
"Che ti ha detto" chiese Beckett impaziente.
"Che prima di tornare a casa sarebbe passato in un posto, il posto in cui tutto è cominciato."
"Non hai pensato che potrebbe essere lì?"
"Ma non mi ha mai parlato di un posto simile, non saprei dove andare. Oh Kate per favore prova tu a cercarlo." la implorò la donna.
"Posso provarci Martha." le rispose con un sorriso, anche se lei non poteva vederlo.
"Grazie Kate." e detto ciò chiuse la conversazione.
Beckett prese velocemente la giacca e le chiavi dell'auto e si diresse nell'ascensore.
Si fece migliaia di domande mentre prendeva la macchina e cominciava la sua ricerca.
Dov'è andato? Il posto in cui tutto è cominciato.. ma cosa è incominciato? La sua carriera? Kate frena! Stai andando troppo veloce, una domanda alla volta. Per prima cosa prova a chiamarlo, anche se dubito che risponda.
Prese il cellulare e compose il numero. Attese qualche secondo e poi avviò la chiamata. Alcuni secondi di silenzio, poi la segreteria. Maledizione, Castle dove sei finito?
Ricominciò a ragionare con se stessa: dove può essere andato? il posto in cui è cominciato tutto... La sua carriera? No, improbabile. La sua collaborazione con la polizia? Si può essere, ma non sono convita che sparisca per ore per questo motivo. Che altro c'è?
Continuava a domandarsi, mentre girava per le strade di New York, stranamente libere.
Ad un tratto passo vicino un parco giochi e lì capì: ciò che è incominciato è il nostro rapporto, quindi il posto potrebbe essere... le altalene.
Svolto velocemente in una strada alla ricerca di quel parco. Quando vi arrivò lo cercò con lo sguardo, lo immaginava seduto a una delle due altalene, ma lui non c'era. Non era quello il posto. Ma allora dove si era cacciato?
Ad un tratto ebbe un'illuminazione: quello che è cominciato non è la sua amicizia, ma il suo amore per lei, quindi il posto è legato anche a lei. Ma dove? Il luogo dove ci siamo conosciuti? No. E dove? Il luogo dove ci siamo baciati per la prima volta? Si ecco finalmente. Al magazzino dove abbiamo catturato Lockwood.
Facendo sgommare le gomme, svoltò in una traversa a sinistra e si diresse verso quel magazzino.
Parcheggiò la macchina poco distante e decise di arrivare a piedi. Appena fu di fronte all'edificio, notò una macchina davanti: una ferrari rossa, la macchina di Castle. Trovato.
Superò la macchina ma non ci fu bisogno di entrare, perchè vide una figura seduta contro il muro
dietro questa: Castle.
Si avvicinò lentamente e si chinò vicino a lui mettendogli una mano sulla gamba. Solo allora Castle alzo il capo e vide Beckett: in quel momento avrebbe voluto abbracciarla, ma era ancora arrabbiato con lei.
"Beckett, che cosa ci fai qui?" chiese non preoccupandosi delle tono usato.
"Tua madre era preoccupata e mi ha chiamato dicendomi che saresti andato nel posto dove è comnciato tutto ed eccoti qui."
"Come hai fatto a capire che ero qui?" continuò Castle.
"Perchè qui ci siamo baciati per la prima volta." disse Beckett senza rendersene conto. I suoi occhi incominciarono a diventare lucidi.
"Perchè mi hai mentito?" chiese Castle secco. Ecco la domanda che Beckett si aspettava.
"Mi dispiace, io non..." iniziò Beckett ma Castle la interruppe.
"Non mi hai risposto, perchè mi hai mentito?" chiese ancora una volta.
"Avevo paura, non di te, ma di quello che provavo per te, quello che provo per te, e sentirmi dire quelle parole mi ha messo nel panico." cercò di giustificarsi Beckett.
"Che cosa provi per me?" chiese a bruciapelo Castle, lasciando la detective senza parole.
Istintivamente Beckett abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo dopo quella domanda.
"Kate rispondi, cosa provi per me?" chiese ancora una volta Castle.
"Castle io..." ma le parole gli morirono in gola.
"Kate guardami, dimmi cosa provi, altrimenti quel muro che hai dentro di te non cadrà mai." insistette Castle mettendo due dita sotto il mento di Kate e facendole alzare lo sguardo, in modo da guardarlo.
"Io ti..." ancora una volta le parole le morirono in gola ma appena incrociò gli occhi di Castle, una forza dentro di lei le diede il coraggio di terminare la frase" amo, io ti amo Rick." riuscì a dire Beckett incatenado il suo sguardo con il suo, perdendosi nei suoi occhi blu.
Di risposta Castle le prese il viso tra le mani e la baciò. Lei rimase sorpresa dal quel gesto ma subito rispose al bacio, allacciando le braccia dietro il suo collo e accarezzandogli i capelli. Lui fece passare le braccia dietro la schiena e l'avvicinò ancor più a sè. Sentì Beckett sorridere nel bacio e decise di approfondirlo. Appena le loro lingue si incontrarono un brivido scosse entrambi. Quando si staccarono, Castle appoggiò la fronte contro quella di Kate e sorrise.
"E tu?" chiese all'improvviso Kate, lasciando Castle sorpreso.
"Io cosa?"
"Mi ami?" gli chiese a bruciapelo, sorridendo.
"Dovresti già saperla la mia risposta" rspose Castle rimanendo avasivo.
"No, non mi ricordo molto bene, non è che potresti ridirmelo?" chiese Kate mordendosi il labbro inferiore.
"Si ti amo, ti amo, ti amo come non ho amato nessuna." gli rispose Castle, ricevendo un bacio da parte della detective.
Un bacio lento, carico di passione ma soprattutto vero. Un bacio vero dove tutto è cominciato per gioco.



Ciao a tutti! questa è la mia prima ff quindi siate clementi. Se volete potete lasciare una recensione, anche negativa. Si sa sbagliando si impara!
A presto Marix :D
  
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