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Autore: Himmie    28/03/2013    6 recensioni
"Komm und rette mich,
Ich verbrenne innerlich,
Komm und rette mich,
ich schaff’s nicht ohne dich."
Prima OS. :) Siate buoni.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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RETTE MICH.

 
 
Lei non c’è.
Lei non c’è.
Lei non c’è.
Forse ripetendolo dieci volte, avrei cominciato ad accettare l’idea.
Forse ripetendolo cento volte, avrei iniziato persino a crederci.
Forse ripetendolo mille volte, me ne sarei del tutto convinto, e sarei andato avanti con la mia vita.
Bill mi sta guardando in modo strano.  Ha capito che c’è qualcosa che non va.
Stupida telepatia tra gemelli.
Comunque, va avanti imperterrito a cantare.
Fortunatamente.
 
Oberhausen, Germania.
 
“La tappa più importante del tour! Non fate casini!” continuava a ripetere  David da giorni. Si preoccupa troppo: siamo professionisti.
Ci stanno anche filmando, per il DVD di ‘Schrei!’.
Ci sono telecamere ovunque, oltre che i mille telefoni e aggeggi digitali delle fans.
Insomma, non possiamo sbagliare.
I Tokio Hotel non sbagliano mai!
Bill continua a fissarmi, tra una nota e l’altra.
Smettila, Billa.
Ripeto, stupida telepatia tra gemelli.
Georg non sembra essersi accorto del mio malessere; Gustav là dietro nemmeno.
…fermi tutti: io non sto male.
Io sto benissimo.
Si.
Sono qui, con la mia chitarra, e suono.
Meglio di così non potrebbe andare.

 

Zum estern Mal alleine

(First time alone)

 
Eppure mi sento solo, quassù.
Anche Gus si sentirà in questo modo, sepolto dalla sua batteria nella parte meno in vista del palco?
… si sentirà solo?
Solo, anche in mezzo al caos più assoluto?
Ci sono ventimila persone con noi, con me, in questa arena;  le altre tre che amo sono proprio qui, a pochi metri da me.
Non mi manca niente.
Lei, comunque, non c’è.
Tuttavia, amo stare sul palco; ormai è la mia vita.
Però stasera vorrei essere altrove.
 

In unserem Versteck

(In our hiding-place)

 
Mi viene in mente il nostro rifugio.
Una casetta di legno, abbandonata in un campo vicino a Magdeburgo.
Nessuno sarebbe venuto a cercarci lì. Nessun giornalista, o fan.
Nemmeno i ragazzi avrebbero mai pensato a quella casetta diroccata.
 
Comunque è assurdo, no?
Patetico, oserei dire.
Cavolate per adolescenti.
Si.
Passare i nostri pomeriggi là dentro, intendo.
Senza nemmeno fare qualcosa di interessante, poi.
Interessante…in quel senso.
Niente.
Nada.
Solo parlare.
Ridicolo, per uno come me.
 
In realtà, alcune delle  cose che facevamo erano anche…carine. Senza dover essere volgari.
Ad esempio, quella casetta,  la avevamo arredata noi.
Anche se il mobilio era composto da un vecchio tavolino ed un divano,  che avevo recuperato da casa nostra: mamma lo voleva buttare.
 Era nella vecchia camera di Bill.
“Ormai ci tornate poco a Magdeburgo” - aveva detto lei, con un sorriso amaro - ma voglio che le vostre camere siano belle, e accoglienti, per quando volete tornare da me.”
Il divano di tela verde scuro stava quindi  per finire in discarica, per essere rimpiazzato da uno nuovo in pelle bianca: ma sotto lo sguardo sospettoso di mio fratello sono riuscito a convincere la ditta di smaltimento a non portarlo via, ma a lasciarcelo in garage.
Bill ci ha messo tre giorni per smetterla di chiedermi perché…
Sono stati giorni molto, molto estenuanti.
Poi, con lei e un vecchio furgone di suo padre, un pomeriggio, lo abbiamo portato fino al nostro rifugio.
Abbiamo riso parecchio: lei, almeno.
Io morivo di caldo, sotto al sole.
D’altronde avevo insisito io per trasportalo da solo…
Non avevo idea di quanto la terra avrebbe reso difficile e lunga la mia operazione.
Una volta nella casetta, lo avevamo posizionato vicino alla finestra.
Ed era lì che ce ne stavamo, comodamente uno tra le braccia dell’altra.
 

Ich seh noch uns’ren Namen an der Wand

(I still see our names on the wall)

 
Una volta, per dimostrarle che quello che provavo era vero, ho allungato un braccio dalla nostra posizione, su quel vecchio divano, e con un pennarello che mi ero portato apposta dietro, ho scritto sulle pareti in legno ciò che sentivo:
 
‘ Tom Kaulitz liebt Hanneh Vustoll fur Immer. ’
(‘Tom Kaulitz ama Hanneh Vustoll, per sempre.’)
 
Quel 'per sempre’ mi era venuto spontaneo.
In fianco ai nostri nomi vedevo solo quel ‘per sempre’.
Perché era così.
Non avevo voglia di incontrare altre ragazze. Non volevo nessun’altra.
Lei era l’unica.
Sensazione assolutamente nuova per me.
Vidi le sue sopracciglia aggrottarsi quando terminai il mio capolavoro.
La soddisfazione sul mio viso sparì presto: ogni ragazza avrebbe pagato oro per aver un membro dei Tokio Hotel che la amasse, giusto?
Cos’era quel fastidio che le attraversava il volto?
“Cancellalo, Tom! – mi ordinò arrabbiata, indicando la mia scritta – hai deturpato la parete! Non si imbrattano i muri, stupido! E per scrivere cosa, poi?! – si sporse un poco per leggere - Tom Kaulitz…ama Hanneh Vustoll, per…” la sua voce si affievolì, e posso giurare di aver visto i bordi delle sue labbra curvarsi in un timido sorriso.
Tornò vicina al mio petto, e prese a giocare con un mio dread-lock, senza dire nulla.
“Lo penso davvero.” Mormorai tra i suoi capelli.
Lei alzò la testa, e i suoi occhi verdi incontrarono i miei.
So che avrebbe voluto dire qualcos’altro, ma tutto ciò che le uscì fu un divertito: “Cancellalo, o dovrò io stessa denunciarti per imbrattatura di edifici pubblici!”
Avrei avuto da ridire sul termine di ‘edificio pubblico’ usato a sproposito per quella baracca dimenticata da tutti, ma, sotto il suo sguardo giocoso, allungai nuovamente il braccio e modificai la mia opera d’arte:
 
                                            alles Frauen
‘ Tom Kaulitz liebt Hanneh Vustoll fur Immer. ;)’
(‘Tom Kaulitz ama tutte le signorine, per sempre. ;)’ )
 

 

 Osservò con orrore che  Tom Kaulitz, che poi sarei io, ora amava ‘tutte le signorine’, per sempre.
Si soffermò sui segni sghembi che dovevano somigliare ad una faccina ammiccante, e mi rimproverò il fatto di essere un puttaniere.
“Lo so.” confermai con un pizzico di malizia nella voce.

Mi rubò il pennarello e si dimenò dalla mia presa per cercare di cancellare quella dannata scritta, appena sopra di noi.
Iniziai a farle il solletico, ma resistette fino a che la pittura argentata non aveva coperto ogni parola.
Si gettò esausta su di me, ed osservò il muro.
“Quella scritta andava cancellata, Kaulitz.” Sentenziò, sorridendomi.
 
Und wisch sie wiender weg

(And wipe them away again)

 
Bill continua a lanciarmi strane occhiate.
Il tecnico prese la mia chitarra, consegnandomene una acustica.
Anche lui mi lancia un’occhiata bizzarra.
Cos’ho di strano?
Sto benissimo…
Mio fratello inizia il discorso per introdurre una nuova canzone.
Il pubblico va in delirio.
Al solito.
 
Ich wollt dir alles anvertrau’n

(I wanted to confide everything to you)

 
Forse dovrei confessargli tutto, si.
A Billie, intendo.
Comunque non capirebbe.
Forse dovrei parlare con Georg, che è fidanzato.
Dovrei dirgli di come Hanneh non sia solo la semplice compagna di scuola che ho rivisto dopo anni.
Di come lei sia…di più.
Di come abbia sentito qualcosa dentro di me quando l’ho rincontrata per caso, un anno fa.
Di come vorrei rivivere ogni momento.
Di come ora mi manchi.
Lei non c’è.
 
Warum bist du abgehau’n?

(Why did you shrink away?)

 
Mi aveva detto che forse era meglio non sentirci più.
Non aveva più risposto alle mie chiamate.
Non si era fatta più trovare nella nostra casetta.
Ero sempre solo su quel divano.
 
Komm Zurück,
(Come back)

Nimm mich mit
(Take me with you)

 
Non mi interessava capirlo, fino a poco tempo fa.
Volevo solo tornasse, mi portasse via con lei, dovunque fosse finita.
Una parte di me lo vuole anche adesso.
Ora, ora che Bill sta intonando Rette Mich, mentre io meccanicamente suono i miei accordi, perdendomi nelle note.
 
Komm und rette mich

(Come and rescue me)

 
Voglio che lei torni a salvarmi.
 
Ich verbrenne innerlich

(I burn inside)

 
Il calore che sento dentro non è la temperatura infernale di quel palco, o l’agitazione.
E’ qualcosa che si sta trasformando in una rabbia verso il mondo, verso tutto.
 
Komm und rette mich, ich schaff’s nicht ohne dich.

(Come and rescue me, I can’t make it without you)

 
Non ce la faccio senza di lei...
Lei non c’è.
 
Unsere Traume waren gelog’n

(Our dreams were lied)

 
Quindi, tutto ciò che volevo per lei e per noi, tutti i nostri sogni erano davvero cavolate?
Avrebbe potuto venire in tour con noi. Avevo già programmato tutto.
Bill l’avrebbe adorata.
Sono entrambi dei caratterini difficili: già pregustavo Hanneh tener testa a Billa, in uno dei viaggi sul tourbus.
Gustav e Georg, anche loro la avrebbero adorata.
Sarebbe stata subito amica con Gus, e Georg la avrebbe presa subito in simpatia.
E ovviamente, anche io l’avrei adorata, quindi…
Che problemi c’erano?
La scuola era finita. Lei era indipendente, e aveva sempre voluto viaggiare per il mondo…e saremmo stati insieme.
 
Und keine trane echt

(And no tear (was)  real)

 
Quindi, le poche lacrime che le rigarono il volto quando mi disse che non avremmo più dovuto vederci erano finte?
All’inizio pensavo scherzasse.
Non le avevo nemmeno chiesto spiegazioni: credevo fosse una specie di scherzo collettivo.
Bill sarebbe spuntato fuori con le telecamere di Tokio Hotel TV, e ridendo a crepapelle avrebbe urlato che sono un’idiota.
 
Sag das nicht wahr ist,
(Say that it’s not true)

Sag’s mir jetzt
(Tell it to me now)

 
Le cose però erano serie.
Decisi che avevo bisogno di un perchè.
Mi serviva, me lo meritavo.
Quando le chiesi il motivo, qualche settimana dopo, mi disse che appartenevamo a mondi troppo…diversi.
Diversi.
….diversi?
Che significa?
Pensai per molto tempo a che cosa potesse intendere.
Forse, il fatto che fossi un chitarrista della band del momento la spaventava.
Forse, il fatto che lei fosse una studentessa appena diplomata, che cerca un lavoro per guadagnare qualcosa, e il fatto che io abbia un lavoro che invece assorbe tutto di me, la spaventava.
 
Vielleicht horst du irgendwo,
(Maybe you’re listening somewhere)

mein SOS im Radio
((to) my SOS on the radio)

 
Cerco di concentrarmi un minimo su quello che sto facendo.
La canzone si avvia verso la fine.
Il pubblico sembra commosso dall’esecuzione di Bill.
Mio fratello ha davvero talento.
Chissà dov’è Hanneh ora.
Chissà se questa canzone le piacerebbe.
Se sa che mi rappresenta alla perfezione.
Se sa che ho pensato solo a lei in questo concerto.
Solo a noi.
…A lei.
 
Dich und mich.

(You and me)

 
Ed ho capito che ciò che mi ha detto non ha senso.
Che possiamo anche far parte di due mondi diversi, ma lei ha visto il vero Tom, e sa che noi siamo perfetti per stare insieme.
Io e lei.
 
Dich und mich.

(You and me)

 
Non importa del mondo.
Siamo solo noi, quelli che contano.
Noi possiamo stare insieme.
Perché siamo perfetti così, e dei nostri mondi diversi non importa davvero nulla.
 
Dich und mich.

(You and me)

 
La canzone sfuma nel silenzio, che si tramuta in un attimo in un boato: il pubblico esulta.
 
Rimango per un attimo immobile.
Ho la pelle d’oca.
 
Dich und mich.


(You and me)
 
La verità è che sono solo.
Non c’è un ‘lei’, un'altra persona, come Bill ha appena finito di cantare.
Lei non è più con me.
Lei è ciò che mi sta distruggendo, ma io sto solo pregando perché possa salvarmi.
 
Lei non c’è.
 
Il concerto è finito.
Inchino finale, applausi.
 
Lei non c’è.
 
Forse ripetendolo dieci volte, avrei cominciato a accettare l’idea.
Forse ripetendolo cento volte, avrei iniziato persino a crederci.
Forse ripetendolo mille volte, me ne sarei del tutto convinto, e sarei andato avanti con la mia vita.
 

… Rette mich.

 






Salve a tutti. :)
Se siete arrivati fin qui, siete fantastici, sappiatelo!
Comunque, questa...cosa aka one shot, non so sinceramente da dove venga.
So solo che amo Rette mich, che vi consiglio davvero di ascoltare, e che la mia mente ha deciso (?) che vedeva bene un Tom innamorato e sofferente con questa canzone.
Ho deciso di mettere le traduzioni della canzone in inglese, e non in italiano, perchè secondo me suonavano meglio, hahah. #IdeeBizzarre
Scusate per eventuali orrori grammaticali, hahah.

E' la mia prima OS pubblicata, anzi è la mia prima pubblicazione in assoluto, quindiiii, se qualcuno sta ancora leggendo, vi chiedo un minuto del vostro tempo per recensire, e possibilmente essere sinceri! :)
it'd mean a lot to me!

Au revoir, people! :)

-M.

 

  
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