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Autore: Lady Lunete    29/03/2013    2 recensioni
PAIRING: Kurtbastian; con min. Niff e Blunter (Blaine/Hunter)
Kurt e Sebastian sono migliori amici. Frequentano entrambi la Dalton. Ecco cosa succede a Kurt in un pomeriggio di studio in biblioteca quando iniziano ad arrivargli bigliettini con messaggi d'amore da parte di Sebastian, presi dai libri di raccolte di epigrammi greci della signora Smythe.
Genere: Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Nick/Jeff
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Incipit: Questa è la mia prima Kurtbastian. Era da tanto che fremevo per scriverne una (sto facendo esperimenti) e questa è venuta spontanea dopo una lezione di greco sugli Epigrammi. Mi è sembrato che mi si fossero aperte le porte dell'Olimpo, credetemi. E lo so che sto esagerando. Ma sono troppo contenta di essere riuscita a scrivere qualcosa sulla mia OTP preferita che, se anche quello che ho scritto è una sciocchezza, per me è un bel traguardo! Mmm...Che altro dire sulla storia... Beh, Hunter è gay. Tremendamente gay. Sta con Blaine (lo so, sono l'unica pazza che shippa una cosa del genere ma vabbè). E i Niff... sono Niff! ^^ Basicamente questa storia può essere vista come: "E se Sebastian fosse stato il migliore amico di una vita di Kurt e se questi due si accorgessero di quanto Saffo e altri poeti greci defunti parlassero bene riguardo ai sentimenti?" Titolo piuttosto idiota, meglio quello reale:



♥ Come Raffica Che Irrompe Sulle Querce Montane ♥

 
Nulla è più dolce dell’amore, e qualsiasi altra gioia viene dopo; sputo via dalla bocca anche il miele. Questo dice Nosside: chi non è mai stato baciato da Cipride, non sa che rose siano i suoi fiori.*
 
“Che cos’è?”
“Te lo manda Sebastian” bisbigliò Blaine.
“Lo so, riconosco la sua scrittura… ma perché?”
“E che ne so? Non è il mio migliore amico” gli rispose sbrigativo il moro.
“È il compagno di stanza del tuo ragazzo”.
“E allora? Non parliamo di voi, con Hunter”.
“Bugiardo” sibilò Kurt.
“Perché?”
“Perché né tu, né i Niff qui davanti riuscite a mantenere la Faccia da Poker. E Hunter ha l’espressione maligna che gli appare ogni volta che inventa un nuovo piano malefico per sconfiggere le Nuove Direzioni. Cosa che non possiamo più fare, grazie ai continui promemoria di Rachel su quanto favolosa sia stata la sua interpretazione di Don’t Rain On My Parade*, che ci ha spazzato via dalle Nazionali. Di nuovo”.

Jeff si sporse in avanti per sussurrare: “Sei triste di essere in squadra con noi, Kurt?” L’altro ragazzo gli sorrise e gli accarezzò la mano: “No, Jeffie. Spero solo che al nostro Capitano venga in mente qualche idea migliore che cantare su dei fischietti*, la prossima volta”.

“Sei offeso per la scelta della canzone, o perché non ho lasciato a Sebastian, il ruolo da solista, Usignolo Hummel?” gli chiese Hunter, alla destra di Blaine.
Lo sguardo di Kurt passò da quello di Jeff, al viso di Sebastian. Quando quest ultimo sogghignò per il commento del suo compagno di stanza, Kurt si sentì arrossare un po’ le guance. Tolse la mano da quella di Jeff e ritornò a studiare, non prima di aver borbottato qualcosa come: “Era una canzone oscena, come gli è saltato in testa che avremmo potuto vincere con quella roba lì?”
Poi rimasero tutti in silenzio a studiare le proprie cose, prima che Nick sospirasse, a bassissima voce, con tono di rimprovero: “Sebastian…”

Kurt alzò di nuovo il viso, calamitato dal suono di quel nome. Non l’avesse mai fatto! Sebastian, il suo migliore amico, aveva un indice poggiato sulle labbra ad intimare all’altro il silenzio. Quando incontrò lo sguardo degli occhi glasz, lo tolse, facendo passare la lingua sul labbro superiore, per poi rivolgergli il suo sorrisetto da conquistatore. Questa volta, quando ritornò al suo libro, Kurt sapeva che le sue guance erano diventate rosse pomodoro, ma prima che potesse calmarsi, Blaine gli passò un altro bigliettino.

 
Sei avaro della tua verginità, e perché ancora? Quando scenderai all’Ade non troverai chi ti ama, ragazzo. Fra i vivi sono le gioie di Cipride: nell’Acheronte, vergine, giaceremo ossa e cenere.*
 
Perfetto. Adesso Kurt poteva dire addio al calmarsi. Perché Sebastian gli stava passando bigliettini con messaggi… ambigui, per un migliore amico. Kurt conosceva Sebastian. Fin da quando erano piccoli. Si erano tenuti in contatto anche quando l’altro si era trasferito in Francia, a causa del lavoro di suo padre (il signor Smythe faceva il pubblico ministero). Sebastian era colui che si era arrabbiato da oltreoceano, con Kurt, perché questi aveva rivelato la sua omossessualità a Mercedes prima che a lui, l’amico di una vita. Quella chiamata, Kurt non se la sarebbe mai dimenticata:
 
“A Mercedes! A Mercedes, Kurt! Una ragazza, nom d’un chien*!”
“È la mia migliore amica!”
“E io che sono? Il figlio del postino?”
 “Tu sei il mio migliore amico, non quello che aveva una cotta per me che io non avrei mai potuto ricambiare!”
“Me ne fotto! Ti conosco da una vita, Kurt! Una vita!”
“Non gridarmi, Sebastian! Sapevo, sapevo che non dovevo dirti di Mercedes e della mia cotta per Finn!”
“E perché non avresti dovuto? Sono in Francia, Kurt, Francia! Cosa credi che potrei fare? Prendere il primo biglietto aereo per Lima, venire al McKinley e spingerti contro gli armadietti, come quel gruppo d i Neanderthal nella tua scuola da cui questo tale Finn Hudson non si salva?”
“Beh, a tuo padre i soldi non mancano di certo!”
“Non è questo il punto!”
“E allora qual è? Illuminami, Sebastian, ti prego, perché non ci arrivo proprio!”
“Ti sei preso una sbandata per uno di quei celebrolesi che si prendono gioco di te continuamente a causa del tuo modo di vestire, che a parte essere un po’ troppo femminile a volte, non c’ ha niente di male!”
“Se era un complimento, l’hai camuffato per bene, Sebastian. E non puoi decidere di chi innamorarti, succede e basta!”
“Stronzate! Non ti prendi una cotta per chi ti tratta male, Kurt. Non lo fai e basta: è da malati!”
“Oh, bene, grazie Sebastian, grazie davvero! Penso proprio che questa conversazione debba finir-”
“Oh no, Kurt! Non osare riattaccare, perché se lo fai, chiamerò Burt e gli racconterò di ogni singolo spintone che il tuo adorato Finn ti ha procurato!”
“Non ho intenzione di ascoltare oltre la tua ramanzina, Sebastian! Finn non smetterà di piacermi solo perché tu dici che non può piacermi!”
“E va bene, fa come ti pare! Ma perché l’hai detto prima a quella lì?!?”
“Te l’ho già spiegato! Perché –quella lì- è la mia migliore amica e aveva una cotta per me e io non potrò mai ricambiarla! Era diventata pazza di gelosia perché aveva mal interpretato tutto quanto! Credeva che avessi una cotta per Rachel!”
“Chi se ne frega! Sarei dovuto essere io il primo a saperlo!”
“Dovevo prima chiarire con lei, Sebastian! Accidenti, non sai arrivare secondo!”
“Non ti azzardare a mettere la mia competitività in mezzo, Kurt! Non ci dovrebbe essere competizione tra me e… qualsiasi altra cosa ti si aggiri intorno! Non sono solo il tuo migliore amico, sono il tuo primo amico! Tocca prima a me sapere i tuoi segreti, le tue paure, le tue gioie… tutto di te, che le tue amichette da strapazzo!”
“E va bene! Ho capito! Me ne ricorderò la prossima volta!”
“Va te faire foutre*! Non è giusto Kurt! Io ti ho messo sempre prima, davanti a tutto e tutti! Anche questa volta, volevo che fossi tu il mio primo!”
“Primo  cosa?”
“Primo a sapere che sono gay!”
“Oh.”
“Già. Sono stato con uno, qualche sera fa. Un senior della mia scuola.”
“Stato…stato?”
“Sì, Kurt, ci ho fatto sesso.”
“State… insieme? Sei… felice?”
“No, non stiamo insieme. Il giorno dopo mi ha detto che ero stato semplicemente lo svago del momento. Perché aveva litigato col suo ragazzo.”
“Stronzo.”
“Sono d’accordo.”
“Ti… ti piaceva?”
“Quest anno si diplomerà e non lo vedrò più. E non è un problema: ci sono migliaia di ragazzi gay, qui, con i quali posso divertirmi.”
“Non… non vuoi… innamorarti? Prima di…”
“No. Non mi va di aspettare qualcuno che può non presentarsi prima di dieci anni. Quando mi innamorerò lo saprò. E saprò essere completamente onesto col ragazzo per il quale perderò la testa. E se non mi vorrà da subito, imparerà a volermi. Perché Sebastian Smythe non sa arrivare secondo.”
“Scusami, Sebastian...”
“Avrei voluto che ci pensassi, Kurt. Avrei voluto essere il tuo primo.”
 
Solo dopo aver riattaccato, Kurt si era reso conto che Sebastian non aveva risposto alla domanda più importante. Il suo migliore amico non aveva mai ammesso di essere felice. Mai. Usciva alla sera, faceva sesso con qualche ragazzo carino incontrato al bancone di un bar, o in una pista da ballo, e basta. Aveva fatto coming out coi suoi genitori prima che Kurt lo facesse con Burt (e niente lo aveva fermato dal prendere in giro il suo migliore amico perché voleva farsi vedere più –macho- giocando a football), ma non aveva mai detto a Christopher e Thérèse cosa faceva di sera, quando usciva. Come ripeteva continuamente a Kurt: non avevano bisogno di sapere. E così continuava a vivere, facendo finta che fosse tutto a posto.

Un giorno, però, Kurt lo chiamò in lacrime. Karosfsky, il bullo peggiore del McKinley, dopo averlo baciato negli spogliatoi, lo aveva minacciato di morte, se lui avesse parlato con chicchessia dell’episodio. Kurt aveva pensato che Sebastian fosse l’unico con il quale potesse sfogarsi liberamente, perché non si trovava a Lima, e non conosceva nessuno del suo liceo. Sebastian però conosceva Burt. E non aveva certo perso tempo a informarlo dell’accaduto. Loro due, insieme al signor Smythe, presero la decisione che Kurt dovesse essere trasferito in un’altra scuola, una scuola con tolleranza zero verso il bullismo: la Dalton. E dopo ripensamenti vari, l’intera famiglia Smythe decise di ritornare a Colombus, affinché Sebastian frequentasse gli ultimi tre anni di liceo con Kurt e che questi avesse il suo migliore amico, colui con cui parlava di tutto senza problemi, più vicino, per proteggerlo.

Si era rivelata la scelta migliore, perché se non fosse stato per Sebastian, Kurt avrebbe mollato la Dalton e gli Usignoli e sarebbe ritornato al McKinley dalle Nuove Direzioni. Il suo migliore amico gli aveva consigliato di non affrettarsi, che la nostalgia sarebbe passata. Lo aveva rimproverato di non aver dato una vera possibilità alla nuova scuola e ai nuovi compagni e gli aveva urlato contro che col fare la signorina sentimentale non avrebbe cambiato niente, visto che il bullo non era stato espulso e che se voleva fare il coraggioso, lasciandosi massacrare da ragazzi col cervello della stessa consistenza di un uovo fritto, poteva farlo, ma avrebbe dovuto anche starsene zitto senza lamentarsi per una vita intera, senza aspettarsi aiuti esterni o Burt che lo tirava fuori dai casini perché lui era troppo impegnato a fare il martire.

Dopodiché le cose andarono decisamente meglio. Aveva già legato con Blaine, per il quale aveva preso una leggera cotta, anche se questo era fidanzato con Hunter. Tuttavia, conoscendo meglio il Capitano degli Usignoli, il quale condivideva la stanza con Sebastian, decise di mettere da parte qualsiasi sentimento che andava oltre l’amicizia per il moro. Non solo perché Hunter era incredibilmente inquietante, ma perché quei due funzionavano come un orologio: un ingranaggio collegato all’altro riusciva a scandire qualcosa di perfetto come il tempo. Inoltre Kurt aveva imparato a conoscere meglio il suo compagno di stanza Jeff e di conseguenza il suo ragazzo, Nick, il quale divideva la stanza con Blaine.

Tutto procedeva magnificamente: tra le prove degli Usignoli, le partite di lacrosse di Sebastian e compiti vari, loro sei avevano formato davvero un bel gruppo, molto più unito delle varie isolette che facevano parte delle Nuove Direzioni (a detta di Hunter e Sebastian, le menti più machiavelliche della compagnia).

Rachel, accortasi che Kurt non aveva la minima intenzione di ritornare sui suoi passi e decisa a non perdere colui che riteneva il suo migliore amico, organizzò un uscita a quattro tra lei, Finn, Kurt e Jeremiah, un commesso conosciuto al Gap. Ritornato alla Dalton, Kurt raccontò del pomeriggio trascorso a Sebastian, non riuscendo a capire però il perché del cipiglio corrucciato del suo migliore amico.

Non dovette aspettare molto: dopo due giorni, Rachel lo costrinse a raggiungerla al Lima Bean e appena si accomodò sulla sedia lo investì come un fiume in piena, offesa da come era stata trattata da Sebastian. Kurt venne infatti a conoscenza che il suo migliore amico aveva dato appuntamento alla ragazza e a Jeremiah proprio lì al Lima Bean e che aveva fatto la ramanzina a Rachel per aver presentato a Kurt un ragazzo più grande, con il quale non avrebbe potuto stare a causa della legge sui minori e aveva, inoltre, minacciato Jeremiah, obbligandolo a promettere che non ci sarebbero stati più contatti di nessun tipo tra lui e il castano. Kurt rifiutò l’idea di Rachel, quella di Sebastian che si considerava più di un semplice amico. Smythe era il suo migliore amico.

Kurt lo pensava ancora, perché Sebastian si comportava con lui… come si era sempre comportato in sua compagnia. Infatti non era stato Sebastian a cadere per primo, ma proprio lui, Kurt. Perché anche se il commento di Rachel non significava nulla, non era riuscito comunque a rendersi indifferente a esso e aveva iniziato a notare come il suo migliore amico fosse protettivo nei suoi confronti e se prima gli pareva una gentilezza dettata dall’amicizia, adesso la cosa lo lusingava parecchio. E quando si ritrovò a trascorrere un fine settimana a casa di Sebastian perché sia i signori Smythe, che Burt e Carole erano dovuti andare a Washington e Finn aveva invitato Rachel da loro e no, Kurt non aveva la minima intenzione di rispondere all’interrogatorio sulla sua vita sentimentale, da quando Jeremiah non c’era più, Kurt semplicemente seppe che era innamorato del suo migliore amico.
 
“Che fai?”
“Leggo.”
“Oh, lo vedo.”
“E allora perché me lo chiedi?”
“Per disturbarti.”
“Ovviamente.”
“Che leggi?”
Kurt divenne rosso: “L’ho preso dalla libreria di tua madre… Thérèse ha detto che potevo…”
“Cosa, Kurt?”
“Saffo.”
“La poetessa lesbica?”
“La conosci?”
Sebastian fece una smorfia mentre scrollava le spalle: “Mamma la adora. Credo che di tutta la sua collezione di classici greci e latini, Saffo sia la sua preferita.”
“Penso che piacerebbe molto anche a Brittany e a Santana.”
“Sha-queer-a? Mmm… sì, perché no… forse leggere qualche sua poesia l’aiuterebbe a sciogliere quel cuore di pietra che si ritrova.”
“Santana non ha bisogno di essere dolce e premurosa con tutti. Le basta esserlo con Brittany. Brittany è tutto ciò di cui Santana ha bisogno.”
“Sì, la capisco…” mormorò Sebastian, ma Kurt non lo colse, concentrato nella lettura: “Scusa, hai detto qualcosa?”
“Qual è la tua preferita?”
“Se devo scegliere…
Chi dice una schiera di cavalieri, chi di fanti, e chi di navi, sulla terra nera sia la cosa più bella: io, quel che si ami.*
“Interessante… come mai?”
Kurt abbassò lo sguardo, per non reggere la vista di due occhi verdi che cercavano prepotentemente di rientrare in ogni suo pensiero: “Perché è vero. Non lo pensi anche tu? So che non sei mai stato innamorato, ma non credi che quando ti accadrà, anche tu riterrai che la cosa più bella in assoluto al mondo sia proprio la persona che ami?” Kurt andò quasi in iperventilazione quando, alzati gli occhi, si ritrovò Sebastian che lo guardava con tenerezza e le labbra piegate nel tipico sorriso di chi conosce un segreto ma sta aspettando il momento giusto per rivelarlo.
“Sì, hai ragione, Kurt. Saffo è davvero…forte.”

 
E adesso Kurt si ritrovava con due bigliettini ambigui in mano… per questo decise di fuggire: “Ragazzi, ho finito. Jeff, ci vediamo poi in camera, va bene?” il che stava per –sbrigati a chiudere quel cavolo di libro di trigonometria a cui non hai prestato la minima attenzione e raggiungimi dove posso tirarti fuori tutta la verità su questa assurda situazione-. Ma, ovviamente, non aveva tenuto conto della presenza di Sebastian Smythe: “A dire la verità, Kurt, è da un po’ che Hunter mi rompe perché gli lasci la stanza libera in modo che lui e Blaine… sai… e ho notato che Nick è piuttosto teso oggi… forse Jeff potrebbe aiutarlo…”
“Sì, lo so.”
Kurt vide il suo migliore amico alzarsi dalla sedia e gli rivolse uno sguardo sia di timore, sia interrogativo.
“Perfetto, allora siamo d’accordo. Dormirò con te.”
Kurt sgranò gli occhi, prima che Sebastian potesse precisare: “Nel tuo letto. Mentre tu dormirai in quello di Jeff.”
“Sì! Così domani il mio cuscino profumerà di Kurt!” si inserì il biondo nel discorso. Sebastian lo fissò con aria assassina: “Nick, impara a contenere la tua dolce metà, altrimenti…”
“Altrimenti cosa? Tutti i qui i presenti sanno quanto sia buono il profumo di Kurt.”
“E quando Nick dice –tutti-, intende proprio tutti.” Sogghignò Hunter in direzione di Sebastian, che con uno sbuffo, circondò il polso di Kurt con una mano, e lo trascinò verso la sua stanza, lasciandosi indietro il quartetto e la biblioteca.

Quando giunsero in camera, Sebastian lasciò che Kurt sistemasse la sua roba, prima di chiedere, impaziente: “Allora?”
“Allora cosa?”
“Non dici nulla?”
“Di cosa?!?”
“Sai benissimo di cosa, altrimenti adesso non staresti sfuggendo al mio sguardo.” Kurt prese un bel respirò, si voltò e inchiodò gli occhi su quelli del suo migliore amico: “Cosa significano i bigliettini?”
“Non li hai letti?”
“Certo che gli ho letti, ma non significa che ci abbia capito qualcosa.”
“Eppure sono piuttosto chiari. Gli ho presi dagli epigrammi greci nei libri di mamma. Il secondo l’ho riadattato alla situazione, non ti è piaciuto?” ed ecco apparire il sorrisetto arrogante stile Smythe.
Ed ecco di nuovo le guance arrossate stile… Kurt.
“Ho preferito di più il primo.”
“Questo perché ti piace Saffo.”
“E allora? Credevo che piacesse anche a te.”
“Sono piuttosto certo di aver detto che fosse –forte-, non che mi piacesse.”
“Perché ho come l’impressione che la conversazione stia divagando?”
“Perché non stai facendo la domanda giusta.”
“E quale sarebbe la domanda giusta?”
“Quella che non mi poni da circa tre anni.”
Kurt rimase a bocca aperta per un po’, prima di chiedere, esitante: “Sei… felice?” Sebastian annuì allegro: “Sono felice da circa un anno. È una bella sensazione.”
“Sono felice per te.”
“Non vuoi sapere perché sono contento?”
“Lo sai che voglio saperlo, mi conosci, sono cur-”
“Curioso, sì, lo so. Sono innamorato, Kurt!”
“Da un anno?”
Sebastian rise: “Sì, pazzesco, vero?”
“No, è una cosa bellissima!” Kurt corse ad abbracciarlo: “Chi è? Posso saperlo?” Ecco svelato il segreto dei bigliettini! Sebastian stava facendo prova con lui per poi spedirli a questo ragazzo del quale Kurt si sentiva già invidioso. Ma non avrebbe detto nulla a Mangusta. Al contrario, Porcellana avrebbe appoggiato il suo migliore amico, come il suo migliore amico aveva protetto mille volte lui.

Devi saperlo. O non potrò mai essere completamente felice.”
Kurt ruotò gli occhi: “Lo so che sono –il primo-, Sebastian. Non serve che me lo ripeti ogni volta che devi confessarmi ogni dettaglio della tua fantomatica vita. Dimmi il suo nome e basta!”
“Kurt Hummel.”
“Sebastian Smythe, ha già la mia più completa attenzione.”
Quello più alto scoppiò a ridere: “No, Kurt, accidenti! È il nome, il nome del ragazzo di cui sono innamorato: Kurt. Hummel.”
“Cosa?...” sussurrò allora il castano, pietrificato nelle braccia di quello che gli aveva appena dichiarato… cosa? Il suo amore?
“Sono innamorato di te. Da un anno. Da quando ci siamo trasferiti di nuovo a Colombus. Te l’avevo detto, no? Che quando mi sarei innamorato l’avrei semplicemente saputo e sarei stato completamente onesto col ragazzo che avrei amato, ricordi?”
“Sì, è per questo che non capisco… perché hai aspettato così tanto se… ti piaccio da un anno.”
“Kurt. Non mi piaci. Ti amo. È molto diverso.”
“Sì, lo so, ma non camb-”
“Perché tu non eri innamorato di me.”
“Non so di co-”

Sebastian gli prese il viso tra le mani, perché non potesse sfuggirgli da quello che stava per dirgli: “Kurt, pensaci. Pensa a questo anno vissuto assieme e dimmi che non te ne sei accorto. Di come ti racconto tutti i fatti miei senza imbarazzarmi o preoccuparmi di essere giudicato frettolosamente e in modo sbagliato, di come ti proteggo da tutto e da tutti, perfino da te stesso, di come… ho smesso di infrangere il coprifuoco perché preferisco masturbarmi pensando a te…”
“Sebastian!” boccheggiò stupefatto Kurt, ritraendosi appena dal tocco freddo e gentile di quelle dita affusolate.
L’altro sogghignò: “Oh, andiamo Kurt. L’amore non è composto solamente dalla dolcezza. C’è di più. C’è la passione, Kurt. Ed è la passione a far muovere il mondo. Nient’altro.”

Il castano borbottò, rosso in viso: “Me ne sono accorto, delle tue gentilezze. E all’inizio pensavo fossero solamente… favori tra amici e non in quel senso!” si premurò di aggiungere rapidamente “Ma poi… dopo Jeremiah… per colpa di un commento fatto da Rachel ho iniziato a vederci dell’altro. Volevo ci fosse dell’altro. E quel fine settimana… alla fine l’ho ammesso a me stesso… e non l’ho detto a nessun altro, per questo non capisco come tu possa dire che io so-”
“Perché sei cambiato, nei miei confronti. Hai iniziato a notarmi di più. Non vado a letto con un ragazzo da dopo quel fine settimana, da quando mi sono accorto di come la tua attenzione gravitava sempre un po’ più verso di me. Non ci sono più stati incontri notturni in squallidi bar da quando ho capito che forse, per noi, c’era una vera possibilità.”

“Blaine, Hunter, Jeff e Nick…”
“Abbiamo fatto una bella chiaccherata da uomini un pomeriggio in cui eri a spasso con una Nasona, un Gigante e un tipo troppo vecchio per te.”
“E con un taglio di capelli per niente discreto.” Aggiunse Kurt ridacchiando, prima di guardare nuovamente negli occhi di Sebastian: “Per cui… questa volta non sono stato io –il primo-…”
“Eh, no, non fare l’offeso, non vale. Quei quattro adorano più te che me, te l’assicuro. È da quando hanno capito che anche tu provi qualcosa per il sottoscritto, che mi assillano col dichiararti il mio amore.”
“Non provo –qualcosa- per te, Sebastian. Ti amo.”
“Lo so. Sono stato il primo a capirlo, Porcellana.” E si chinò in avanti, puntando alle labbra rosee del suo amato. Kurt chiuse gli occhi, aspettando il contatto e… wow. Sebastian era fresco come il vento di primavera, quello che ti fa sentire un brivido lungo la schiena, ma anche quello che ti rinvigorisce come non mai. Kurt, al contrario, si sentiva caldo, bollente, ma era contento che all’altro ragazzo sembrasse non importare e quando sentì la lingua gelata di Sebastian passare sopra al suo labbro febbricitante, si lasciò andare ad un mugolio di piacere seguito dal grugnito bisognoso del ragazzo più alto, che lo spinse delicatamente (nonostante il bacio avesse tutt’altra natura) verso il suo letto, facendolo sdraiare sulla schiena e portandosi sopra di lui.

Dopo un po’ Sebastian rallentò il tutto, e mentre lasciava leggeri schiocchi sugli angoli della bocca di Kurt, stirò le braccia, che incorniciavano il volto del ragazzo sotto di lui, per non pesargli, mentre sussurrava seducentemente, senza distogliere mai lo sguardo dai suoi occhi: “Non immaginavo che volessi farmi diventare il tuo primo… primo così in fretta…”  rise spensierato quando Kurt colpì con un pugno la sua spalla e si mise seduto. Lo prese ancora un po’ in giro: “Non vorrai farmi aspettare fino all’Ade, Porcellana.” Kurt fissava il letto di Jeff, dall’altra parte della stanza, col viso in fiamme per quella che sembrava l’ennesima volta: “Chi vivrà, vedrà, Mangusta.”

Un soffio delicato sul suo collo, e poi quelle semplici parole, mormorate con una tenerezza infinita nel suo orecchio: “Eros ha squassato il mio cuore*.” E Kurt ricongiunse la sua bocca con quella di Sebastian. E per tutta la notte quel paio di labbra non si staccò dall’altro, se non per riprendere fiato.
 
Note al testo:
 
*Epigramma di Nosside. Traduzione di C. Casali
*So che Rachel l’ha cantata mooooolto prima degli Usignoli etc., ma credo sia la canzone che preferisco in assoluto, tra tutte quelle che ha cantato nelle competizioni (e sottolineo: tra tutte quelle)
*Siamo in una What if? o sbaglio? Io sono morta quando è partita “Whistle”, voi no?
*Epigramma di Asclepiade. Traduzione di C. Casali. In realtà è dedicata a una donna, ma pace! ù.ù
*“Porco cane” in francese
* “Vaffanculo” in francese
*“La cosa più bella” della poetessa Saffo. Traduzione di C. Neri
*Poesia della poetessa Saffo, da cui ho staccato la seconda parte ponendola come titolo della fic. “Eros ha squassato il mio cuore. Come raffica che irrompe sulle querce montane."

Lady Lunete's Corner: Eeeeeeeeeeeeeee direi che ce l'abbiamo proprio fatta a concludere questa... questa cosa xD Spero non sia stato proprio uno strazio! Sia che vi sia piaciuta, sia che non l'abbiate sopportata proprio, siete liberissimi di lasciare qualsiasi recensione vogliate.Ve ne sarete di sicuro accorti, non ho un Beta, se qualche anima pia fosse disposta ad aiutarmi, quelle poche volte che pubblico qualcosa, le sarei profondamente grata!
A preeeeeestooooo! =)
  
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