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Autore: Moonstone_Hell    29/03/2013    0 recensioni
Le tue mani sui miei fianchi e in attimo mi giro e ti vedo, lì davanti ai miei occhi. Bill quanto tempo abbiamo? Quanto potrà durare tutto questo? Facciamo parte dello stesso universo, mi rispondi, ci ritroveremo. E tutto ritorna, anche il battito del mio cuore ritorna. Le tue labbra sfiorano le mie, annusi il mio profumo, non mi baci. Le tue mani mi abbandonano, come fai tu. Ti scansi e abbassi il capo. Prendo il tuo viso tra le mani e ti ripeto, guardandoti negli occhi "Facciamo parte dello stesso universo". Mi sorridi, prendi la borsa che hai lanciato a terra e te ne vai. Non ti giri per guardarmi, fa troppo male. Ti osservo appoggiata al muro dell'aeroporto con un sorriso malinconico e una lacrima improvvisa scende sulla mia guancia al ricordo dei tuoi gesti quotidiani, alla vista della tua sigaretta.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Apro leggermente gli occhi e la prima cosa che penso è di prendere il cellulare che puntualmente ho infilato sotto il cuscino la sera prima.
Tre messaggi e due chiamate perse. Alle otto del mattino non può che essere Sirius Lake, il mio agente. Nei messaggi trapela la preoccupazione e l'ansia di  quel uomo, principalmente mi scrive di muovere il culo e che mi aspetta davanti a Starbucks per le nove.
Bene, sono le otto e venti e ancora ho gli occhi chiusi. Mi siedo sul letto e un brivido mi sorprende,il che essendo luglio è molto strano. Corro in bagno, o almeno ci provo, e mi lavo.
dirigo subito all'armadio e scelgo in fretta un paio di jeans attillati, una canotta larga blu che si intona perfettamente ai miei occhi, e un paio di sandali ,tacco 12, azzurri. Prima di uscire preparo la solita shopper con tutto il necessario per la sfilata di questa sera.
Profumo, occhiali da sole, chiavi di casa e cellulare, sono pronta. Uscita dal cancello del palazzo  mi dirigo da Starbucks. 
 
Appena entrata trovo Sirius seduto a un tavolo che borbottava tra se e se mentre guardava l'ora sul suo orologio costosissimo. Mi avvicino e mi siedo.
 
-"Era ora!! Sto aspettando da un'ora e mezza..."-
-"Esageri sempre, sono passati solo quaranta minuti da quando mi hai chiamato"-
Sirius continua a borbottare mentre io estraggo dalla borsa uno specchietto e la pochette con i trucchi.
-"E ora che fai ti trucchi pure!? Io vado a prendere un cappuccino"-
-"Panna e cacao per me!!!"- Grido facendo girare tutte le persone nel negozio.
 
Dopo aver fatto colazione io e Sirius ci trasciniamo nel luogo della sfilata, con la sua Bmw.
 
La passerella brulica di tecnici, nel retro invece era strapieno di modelli, modelle, acconciatori, truccatrici eccetera.
Come al solito mi aspettavano due truccatrici e il mio acconciatore preferito, Benjamin.
Dopo due ore di tortura e di foto i responsabili ci rivelano molto sgarbatamente che era arrivata l'ora di staccare, finalmente si mangia.
Nella sala ci sono molte modelle ancora non la spazzola in testa, alcune con la carta stagnola, altre con il trucco solo per metà.
Mi giro per cercare uno specchio, devo assolutamente vedermi, ma purtroppo di specchi neanche l'ombra.
Mangio poco e niente, ho poco appetito, non perché sono una modella e sto attenta alla linea ma semplicemente perché un'oretta prima era passato Benjamin di nascosto con due cupcakes, che sono i miei dolci preferiti, non potevo evitare di mangiarli.
 
Tornate alle postazioni, le modelle con le occhiaie fino al collo e il viso ridotto a uno scheletro continuano il loro lavoro, come gli acconciatori e tutto il resto della marmaglia.
Dopo altre tre ore di sofferenza mi riferiscono che le persone cominciavano ad entrare e io mi dirigo dalla direttrice che subito mi scaglia un vestitino a fiori addosso facendomi sbattere il naso contro la stampella. 
Mi infilo il vestito a fiori, che si rivela semitrasparente.
Sono la terza nella lista a dover uscire. Arrivato il mio turno, come una professionista cammino lungo il percorso senza espressione.
Guardando le altre mi accorgo di assomigliare a ciascuna di loro, stesso taglio di vestito, stessi capelli, stessa espressione malinconica, soltanto che io di diverso ho un'anima, loro  sembrano tanti manichini, non sorridono, non parlano, non si muovono se non viene chiesto loro di farlo. Una scena triste a vedere, ma ai stilisti importa poco che persona sei.
 
Finito quello strazio indosso il cambio che avevo preparato la mattina, un semplice vestito nero corto fino al ginocchio e una giacchetta corta, un paio di scarpe alte e di corsa mi fiondo per la strada cercando di evitare il più possibile i giornalisti.
 
Decido di arrivare a casa a piedi e nel frattempo mi chiama Sirius.
-"Hey ma dove stai? Io ti aspetto fuori e tu vai via? ma in che mondo siamo!!!! Io ti faccio i favori ed ecco il ringraziamento...."- Sorrido divertita, Sirius era come un padre per me, mi aveva vista crescere e formare professionalmente e se sono quella che sono è per merito suo, gli voglio molto bene, in fondo è un uomo buono. 
-"Sirius volevo solo fare una passeggiata, e poi sono le sei del pomeriggio! Comunque ci vediamo domani a pranzo al Ring, baci"-
-"Ma..."- Attacco il telefono, ora non ho voglia di parlare con lui.
 
Camminando mi imbatto in un locale, molto piccolo, non lo avevo notato mai prima.
Leggo l'insegna sopra la porta "Kiss Night", bel nome! Decido di entrare.
Al bancone un barista particolare mi chiede se desideravo qualcosa da bere -"Una coca light"- rispondo incuriosita.
Era alto e muscoloso, con una barba lunga e bianca, sulle braccia portava molti tatuaggi tra cui la scritta "Rose". Sembrava un motociclista e probabilmente lo era. 
-"Come mai aperti a quest'ora?"- chiedo.
-"Vogliamo far conoscere il nostro locale, poiché abbiamo aperto da poco, è la prima volta che viene signorina?"-
-"Si, ma non sarà l'ultima. Sai, posso darti del tu?"-
-"Certo!"-
-"Sai, dicevo, non ci sono più locali carini come questo a Londra negli ultimi tempi."-
L'omone si guarda attorno come se non avesse mai visto il suo locale.
-"Questo è solo un piccolo locale di un motociclista affezionato al passato"- Risponde sorridendo.
Lo sapevo, ne ero certa che era un motociclista.
 
L'uomo riprende il lavoro e io continua a guardare il locale quando mi accorgo che vicino a me un ragazzo sorseggiava una birra accompagnato da un uomo che sembrava, più che uomo, un gigante in smoking.
 
Incomincio a fissare il ragazzo sorseggiando la mia coca, lui mi vede e io imbarazzata abbasso gli occhi.
 
-"Hey, ciao.-"
Ma dice a me? Mi giro e vede che mi guarda insistentemente in attesa di una risposta.
-"Ciao..."- 
-"Io sono Tom, Tom Kaulitz, sai il chitarrista dei Tokio Hotel"-
I Tokio Hotel... Che nome buffo.
-"Mi dispiace ma non conosco i gruppo."- Sorrido al ragazzo con aria dispiaciuta.
-"Tranquilla, non tutti conoscono il mio gruppo, anche se modestamente siamo alquanto famosi."-
Sorride e mi guarda maliziosamente mentre beve un altro sorso di birra.
Ha un accento tedesco, forse non è inglese, non che mi interessi particolarmente.
-" Sei straniero? Si sente l'accento tedesco."- Gli sorrido dolcemente e lui ricambia il sorriso -"Si sono tedesco,e tu sei di queste parti? ancora non mi hai detto il tuo nome bambolina..."- Bambolina? che strano ragazzo, però è affascinante devo ammetterlo.
-"Mi chiamo Kelly"- Lo guardo con occhi da cerbiatta.
 
Parliamo per alcune ore mentre il gigante controllava presumibilmente che Tom, credo si chiami così, non venisse accanito dalle fan.
 
-"Cazzo Saki!! Sono le nove meno un quarto!!!"- Dice improvvisamente guardando l'ora.
Saki, il gorilla, si precipita fuori dal locale e Tom lo segue ma prima di andare mi dice -"Vieni a cena con noi? Ti faccio conoscere il gruppo..."- Stare soli a cena non è molto bello e , anche se molto stanca, mi stampo un sorrisone sulle labbra e accetto la proposta.
  
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