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Autore: _Damned_    30/03/2013    0 recensioni
"Sono a casa mia, sdraiato sul letto e fisso il soffitto bianco, che non fa altro che accentuare il senso di vuoto che mi tormenta..."
Un ragazzo, di nome Tom, tormentato da un incolmabile senso di vuoto. Chi o cosa potrà riempirlo?
P.S: Il titolo è bruttissimo, ma spero che la storia piaccia ^^
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono a casa mia, sdraiato sul letto e fisso il soffitto bianco, che non fa altro che accentuare il senso di vuoto che mi tormenta. Mi piacerebbe avere il soffitto fatto di vetro, così potrei vedere il sole che sorge, le soffici nuvole bianche che percorrono il cielo azzurro, e le altre nuvole, quelle grige che sembrano spegnere il mondo, portando con se delle gocce cristalline, o il bellismo cielo notturno, leggermente illuminato dalla fievole luce della luna e ricoperto da un velo di puntini luminosi, chiamati stelle. Sarebbe stupendo poter osservare tutto questo, ma purtroppo riesco solo a vedere questo soffitto, bianco e quasi malinconico. Non comprendo a fondo la ragione di questo malessere che provo da tempo. E' come se mi mancasse qualcosa, qualcosa di fondamentale per la mia sopravvivenza; eppure non capisco cosa manca. Ho una madre che mia ama, anche se a volte litighiamo, non ho un padre, o meglio, ce l'ho, ma dato che non si comporta come tale, non lo considero. Ho pensato all'eventualità che mi mancasse affetto paterno, ma ho immediatamente scartato l'ipotesi, dato che è da troppo che lui si comporta così mentre io sto in questo modo solo da qualche mese, forse quasi un anno...
Continuo a pensare, ma non mi viene nulla in mente. Ho una sorella, minore, che mi vede come una figura da cui prendere esempio e su cui contare quando è in difficoltà; Sono fiero di mia sorella e le voglio bene, non abbiamo nemmeno mai litigato, quindi anche lei è da escludere. 
Forse questa mia angoscia è dovuta al fatto che non ho molti amici. No, non è possibile, non mi è mai importato di avere tanti amici, ho sempre pensato "Pochi ma buoni". Infatti Andrea, Jake e suo fratello Mark, mi vogliono bene e per me è lo stesso. La mia testa sta scoppiando. Non riesco a capire e adesso, mi è anche passata la voglia di provarci. Mi volto verso destra ed osservo la mia camera. Sembra così enorme e vuota da quando mia sorella Jessy, ha cambiato stanza. Sto guardando i quadri appesi al muro, tutte le foto di me, Jessy e mamma insieme. Sorrido leggermente nel vedere una piccola foto adornata da una cornice di colore verde, con dei fiori di campo dipinti sopra. Raffigura me e mia sorella, quando eravamo bambini; io la bacio sul naso e lei sorride allegra. Quanto vorrei non esser mai cresciuto. I bambini non hanno problemi, tutto gli sembra più bello, più vero. Gli basta osservare un piccolo fiore colorato per sorridere, o vedere una farfalla mentre vola sbattendo le sue ali colorate, o bianche a seconda del tipo. Gli basta uscire al sole a giocare con qualche amico per essere felice. Gli basta un abbraccio, un bacio, un semplice sorriso o un complimento dalla mamma, per sentirsi bene e sentirsi amato. Quando si cresce, invece, è tutto diverso; non ti importa se vedi un fiore, ansi, probabilmente lo calpesti, le farfalle potrebbero non esistere e non ti importerebbe, uscire viene visto come una fatica e si preferisce rinchiuderci in casa o dentro dei bar da quattro soldi. E i baci, gli abbracci e le carezze delle madri, ti sembrano fastidiosi ed infantili. 
Dopo aver passato minuti interminabili a guardare quella foto, decido di alzarmi da quel veccio letto scomodo e di andare in salotto, per vedere se sono solo o meno. Apro quella vecchia porta rovinata dai mille adesivi attaccati da Jess, quando aveva più o meno 7 anni. Per toglierli tutti è servita addirittura la spatola! Eppure, adesso, ho quasi nostalgia di quei cosi, sarebbero stati un bel ricordo del mio piccolo angelo, che ora posso definire solo angelo.
Attraverso il lungo e vuoto corridoio per arrivare alle scale e scendere al piano di sotto. Come immaginavo, la casa è vuota. Non c'è traccia ne di mamma ne di Jessy, sono nuovamente solo. Ed ecco che ricompare, con maggior impeto, quel senso di vuoto. Pensare che cominciavo ad illudermi che fosse sparito, solo grazie a qualche ricordo di mia sorella...
Mi siedo sul divano e accendo la tv. Non che ci sia mai nulla di interessante, ma è uno stupido ed infantile modo, per farmi compagnia, per non sentirmi solo. Cambio canale per un numero spropositato di volte, senza riuscire a trovar nulla di bello o perlomeno accettabile. Neanche su Mtv c'è nulla che mi interessi, così prendo il mio vecchio e fidato Mp3. Come al solito, metto delle canzoni rap, dato che è il mio genere preferito. A questo punto mi rilasso, la tensione che mi stringeva lo stomaco si affievolisce, chiudo gli occhi e lascio cadere la testa all'indietro, appoggiandola su un cuscino. La musica mi fa stare meglio, mi toglie spesso dai problemi, o perlomeno mi aiuta a distoglierne la mente. Sentire le parole scorrere velocemente a tempo di note più lente che contarstano alla perfezione, mi fa dimenticare per un po', tutti i pensieri, belli o brutti che siano. Cullato da questo ritmo ripetitivo, vengo rapito da Morfeo, che mi fa scivolare in un sonno profondo...
  
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