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Autore: nakahime    30/03/2013    4 recensioni
In un futuro lontano, Dean e Cas sono ancora insieme. Un angelo non può invecchiare, ma un uomo sì, e alla fine può morire. Ma quando due destini sono fatti per stare insieme, nemmeno la morte ha il potere di separare per davvero.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Autore: nakahime
Titolo: ho saputo amarti?
Fandom: supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel, Tessa
Rating: verde – PG
Pairing: Dean/Castiel
Trama: in un futuro lontano, Dean e Cas sono ancora insieme. Un angelo non può invecchiare, ma un uomo sì, e alla fine può morire. Ma quando due destini sono fatti per stare insieme, nemmeno la morte ha il potere di separare per davvero.
N/A: ho preso spunto guardando questo video, che vi consiglio di vedere perché è meraviglioso.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, scrivo per piacere e non guadagno assolutamente niente.
La dedico ad una persona che ho conosciuto proprio qui, su questo sito. Mi ha sempre sostenuta dall'inizio della mia avventura in questo fandom. Non ci sentiamo più, eravamo molto legate ma questo per lei non ha contato molto, evidentemente. Beh, ogni tanto penso a te. Spero la leggerai, spero capirai.




Ho saputo amarti?




Castiel guarda Dean.
Lo sguardo del cacciatore è perso, vitreo. Il suo volto ricoperto di cicatrici è sereno, nonostante queste indichino le difficoltà che quel corpo ha dovuto affrontare; le rughe, numerose, testimoniano il tempo che, giorno dopo giorno, si è ammantato su quella bella pelle ricoperta di lentiggini.
La vita di quel bizzarro esemplare d'uomo è andata ben oltre le sue stesse aspettative.
Castiel ne è così fiero.
Così fiero.
Stare accanto a qualcuno che combatte, difende ciò che ama anche a costo della propria vita; amare un uomo che non ha mai mollato. Sì, tutto questo lo rende orgoglioso.
Ora Dean non può più camminare, le sue gambe ormai stanche non si reggono in piedi, è costretto sulla cigolante sedia a rotelle che hanno comprato in un negozio dell'usato: perché Dean non voleva '
spendere soldi inutili per una ferraglia'.
Avrà anche perso l'uso delle gambe, ma di certo non ha abbandonato il suo orgoglio.
Castiel lo vede mugolare qualcosa d'indefinito tra le labbra secche, screpolate, ma sempre belle. Sorride, poi abbassa la testa -Scusa.- dice.
Dean si volta verso di lui, con lo sguardo corrucciato, l'offesa dipinge il suo viso ma sotto sotto c'è qualcosa d'altro che fa fatica a venire fuori, anche dopo tutti gli anni trascorsi insieme.
-Non continuare a fissarmi.- dice l'ex cacciatore, biascicando le parole, perché qualche dente è andato via e la sua pronuncia è sibilante.
-Non posso farne a meno.- si scusa l'angelo, ma non c'è davvero rimorso nelle sue parole. Continuerebbe a guardare il suo umano per l'eternità e di certo non smetterà mai. Ne è certo.
-Beh, fattelo passare, Cullen. Sei inquietante.-
Castiel scuote il capo e reprime una risata. Le emozioni umane sono così confortevoli, ora; quando può si lascia percuotere da esse. Dopo così tanti anni l'umanità non è più un mistero.
Ha imparato a stare sulla Terra, è caduto tante di quelle volte ed altrettante è riuscito a riprendersi la sua immortalità; è sempre stato caro a suo Padre.
-Ha chiamato Kevin.- dice il serafino, attirando l'attenzione dell'altro.
-Beh? Che ha detto?-
-I cancelli sono ancora chiusi, non c'è pericolo.
Ha cacciato uno skinwalker.- lo rassicura il guerriero divino.
Il Winchester annuisce, il suo volto è sereno. Vecchio e stanco, ma rilassato.
E' il volto di un vecchio consapevole del traguardo sempre più vicino, un uomo che sa di non avere più nessuna questione in sospeso.
-Quel piccolo bastardo.- ride Dean, senza realmente dare senso alla frase. Ma Castiel non gli chiede di continuare, sa benissimo quello che l'altro vuole dirgli.
Sono così vicini, ora. Hanno trascorso mesi, anni, dolori e gioie per riuscire ad avvicinarsi, ad incontrarsi su quella strada troppo lunga e tortuosa:
ma alla fine si sono trovati.
Castiel sente che il legame con
il suo uomo è forte, indissolubile. E' ferreo come la sua esistenza millenaria. Niente potrebbe distruggerlo, nemmeno quel mietitore che sta nell'angolo della stanza e li sta osservando da qualche minuto.
L'angelo lo guarda, gli occhi blu guizzano sulla sua figura e sorride a quella vecchia amica che è Tessa; ora è arrivata per compiere il suo dovere. E' giunto il tempo.
Il serafino le fa cenno di aspettare, e lei annuisce.
Dean non si è accorto di nulla, sta di nuovo guardando fuori dalla finestra: il giardino della loro casa è illuminato dal sole, le rose stanno sbocciando sotto il timido sole di metà aprile. Anche
il Winchester sta sbocciando, nella sua nuova vita non più terrena.
L'angelo si alza e si avvicina al bracciolo della poltrona, attirando l'attenzione del vecchio cacciatore.
-Voglio che tu veda una cosa.- gli dice, serio.
L'altro lo fissa per alcuni secondi, senza capire, poi però riesce a leggere in quelle iridi blu come il mare che ha imparato ad amare più di ogni altra cosa al mondo, annuisce.
Castiel lo trascina in piedi, lo tiene stretto per non farlo cadere -Non ti lascerò mai andare.- gli sussurra all'orecchio, mentre tiene strette le braccia intorno a quei fianchi sottili, deperiti.
Dean ha gli occhi lucidi, nasconde il volto sulla spalla dell'angelo. Non vuole farsi vedere, non vuole piangere proprio al traguardo.
-Non sono mai stato bravo con i sentimenti, Dean. Nemmeno tu, se è per questo, ma non sono mai riuscito a farti capire quello che provavo.- dice il serafino. La sua gola sembra otturata, ora, da qualcosa che gli impedisce di parlare bene. Il naso pizzica e le sue mani accarezzano lentamente, su e giù, la schiena del suo umano.
-Non vorrai fare lo sdolcinato, ora? Credo di avere già il diabete.- scherza il Winchester, ma la sua voce spezzata dimostra ben altro.
Castiel gli posa un bacio sul collo -Voglio farteli vedere.-
Dean chiude gli occhi e tira su col naso, inspira profondamente, poi mormora un imbarazzato -Pervertito.- che li fa ridere entrambi, tra le lacrime.
Tessa è in piedi a pochi passi da loro, per quello che l'angelo può vedere anche lei sembra avere gli occhi lucidi.
-Chiudi gli occhi.- gli intima l'angelo.
Dopo alcuni istanti, Dean fa come gli viene detto. Poi l'angelo gli accarezza il braccio sinistro, fa scorrere il palmo sulla pelle nuda fino a raggiungere quella spalla dove, anche se non più visibile, è sempre viva e pulsante quella
cicatrice, lasciatagli al momento in cui lo ha riportato indietro dall'Inferno.
Posa il palmo proprio nella stessa posizione, un po' inclinat
o a sinistra, poi preme forte e lascia scorrere dentro di essa quell'imponente parte della propria Grazia dove si annida il ricordo del suo uomo. E' solo di Dean.

C'è un lampo abbagliante, poi sono entrambi in piedi in un vecchio capanno disperso nel nulla, simboli dipinti in nero che si stagliano lungo tutte le pareti e luci che scoppiano all'entrata di un angelo. Un angelo del Signore.
-E' la prima volta che ci siamo visti.- gli sussurra Castiel, in quella zona grigia d'incoscienza e coscienza, tra il ricordo, il sogno e la realtà.
Si guardano e Dean fissa quell'immagine di loro due, al di fuori, vede le figure scorrere come in un film, ma le emozioni che sente, quello che prova, non gli appartiene. Non è suo, è di Castiel.
Sta sentendo le emozioni del suo angelo.
-Voglio che tu sappia che questa non è la fine.- gli dice l'angelo.
Sente la curiosità che il serafino ha provato la prima volta che si sono visti, percepisce la Grazia pulsare, agitarsi e sentire un pensiero poco puro sulle sue labbra. Gli viene da ridere ma si sente schiacciato dalla sensazione di adorazione nei confronti dei suoi occhi.
-E' solo l'inizio.-
La scena cambia, come una slide in un vecchio film muto, un nuovo fotogramma. Sono in ospedale, è ricoverato e Castiel sta vegliando su di lui. Come ha sempre fatto.
I sentimenti dell'angelo sono ancora lì, ma più forti, ora. Percepisce un'intensa tristezza, una vecchia e bastarda malinconia che gli fa venire voglia di piangere. Sente un pensiero ronzargli nella mente, anche quello appartiene a quella creatura divina che lo ha accompagnato per tutta la sua vita.
-Non voglio sacrificarti. Ma tu sei giusto, ti ho visto, sei
giusto.-
-Se avessi potuto avrei alleviato tutte le tue sofferenze. Ma sono servite, siamo qui, ora, sono servite anche a questo, vero?-
Dean vorrebbe parlare, ma non può. Le immagini scorrono di nuovo, sono in un vicoletto buio, sul retro di un motel di città da quattro soldi. Le sta prendendo da Castiel, ma il dolore che sente dentro, il dolore che appartiene solo al guerriero celeste è immenso, più forte persino di quei pugni che lo hanno fatto sanguinare. L'angelo soffre, prova pena, si sente morire. Non vuole che Dean diventi il vestitino di Michele, non vuole che gli accada qualcosa. Michele lo distruggerebbe dall'interno, e ha paura, terrore di perderlo. L'ansia che sente gli si avvolge intorno alla gola, non lo fa quasi respirare, lo riempie fin dentro i polmoni.
-Ho provato a tenerti lontano dai guai. Ma tu sei un testone, Dean. Non mi dai mai ascolto.-
Castiel lo sta guardando da lontano. In quel bel giardino dietro casa di Lisa. I Braeden. Non si palesa, ma la sua Grazia lo sta implorando di cambiare idea. Gli sta chiedendo di andare dal suo cacciatore e chiedergli aiuto e magari anche confessargli i sentimenti che prova.
L'amore che Dean sta percependo, l'amore di quello stupido
pennuto lo sta facendo bruciare. E' forte, caldo, intenso come un fuoco vivo.
C'è pena, c'è desiderio, c'è tristezza in quel sentimento così immenso e caldo, così rassicurante che lo fa piangere. Lo fa piangere. Il loro è un amore che fa male.
-Non ti ho mai davvero tradito. Ero stupido, credevo di fare qualcosa di giusto e tenerti al sicuro; ma tu al sicuro non ci sai stare. I miei errori sono stati stupidi, ti ho deluso tante di quelle volte. Perché mi hai sempre ripreso con te? Me lo sono sempre chiesto.-
Ora si stanno guardando mentre Castiel è imprigionato in un cerchio di fiamme. Sente l'agonia che strazia quel corpo e la sua Grazia. Non voleva tradirlo, non voleva mentirgli. Sta urlando un -l'ho fatto per te.- con la stessa disperazione di un condannato a morte che implora per la propria vita.
-Una vita intera ad aspettarti, Dean. Ti ho aspettato per secoli, millenni. Sei tu che mi hai completato, lo sai? Ero come un puzzle a cui mancavano metà dei pezzi. Ero brutto, incompleto, non avevo senso. Tu me ne hai dato uno.-
Castiel e Dean ora si stanno guardando. L'angelo è ora convinto di essere Emmanuel, un guaritore, un miracolo del Signore. E' ai piedi delle scale, e qualcosa gli si agita dentro, e di certo non è la paura per aver appena visto un demone. C'è una vibrazione in lui, no, è una tempesta. E' un tifone che lo scuote fin dentro le ossa e serpeggia nella sua anima, quando guarda in quegli occhi verdi come i prati d'estate. Belli. Belli. Dean sente quell'unico pensiero che gli attraversa la mente, o meglio, attraversa la mente di quel Cas. E senza saperne il perché, quell'angelo smemorato sta guardando un perfetto sconosciuto, pensando -Ti amo.-
-Dean, mi stai sentendo? Li stai sentendo i miei sentimenti? Dean, sei prezioso. Sei... sei la cosa più preziosa. Dean.-
Sono in Purgatorio. Si sono ritrovati. Castiel ha paura che i leviatani possano arrivare a prendere Dean. Ma allo stesso tempo, rivederlo, posare gli occhi su quel sorriso aperto e sincero. C'è sollievo, un senso di liberazione e devozione. C'è un pianto interiore che sembra quello di un bambino che ritrova la sua mamma, dopo averla persa. C'è che un angelo sta piangendo dentro, sta morendo, è devastato, perché quell'uomo è tutta la sua vita e l'ha ritrovato.
-Ho bisogno di te.- dice Dean, e il serafino muore e resuscita. Muore e sorride internamente. Muore, perché sta amando troppo forte
-Torniamo a casa.-
-Non hai idea di come tu mi abbia cambiato, non è vero? Sei consapevole di come tutto quello che ho fatto sia stato per te? Di come abbia agito sempre in funzione tua? Tu sei stato il mio passato, il mio presente e ci sarai, ci sarai nel mio futuro. Io ci sarò. Dean, ti amo.-
Dean boccheggia, gli manca l'aria, è pieno d'amore, tristezza, passione, gioia e un dolore così forte da fargli scoppiare il cuore.
Le immagini ora si rincorrono confuse: il ritorno dal Purgatorio, la ricerca febbrile delle tavolette, Castiel che lo picchia, lui che gli confessa il suo amore, la loro prima volta, la caduta di Cas.
-Dean. Andrà tutto bene, mi senti?- L'angelo sta piangendo.
Il vecchio Winchester trema, si aggrappa alle spalle del suo angelo, così stretti da potersi quasi percepire le rispettive anima e Grazia. Piange, l'umano, la fine è vicina e lui è stanco e felice.
-Ti sento, Cas. Io ti sento sempre.- mormora, mentre le lacrime continuano a cadere e la voce è rotta dal pianto.
-Ti ho detto che sarei morto per te, brutto pennuto spelacchiato.-
Castiel sorride, lo stringe di più. Chiude gli occhi.
-Non è la fine, è solo un nuovo inizio.-
Il cacciatore trema, annuisce ma
c'è paura dentro di lui -Farà male?-
-Sono qui con te.- dice l'angelo e gli accarezza i capelli, bacia la sua guancia bagnata.
-Voglio solo sapere un'ultima cosa. Poi potrò andare.- sospira Dean, la voce ridotta ad un sibilo stanco, pesante -Ho saputo amarti?-
Il petto del serafino implode in minuscoli pezzi di disperazione e dolore. Si abbassa lentamente su di lui, le lacrime cadono velocemente, ormai singhiozza senza controllo ma non se ne preoccupa. E' la fine della loro vita mortale. Ora ritorneranno in Paradiso, entrambi.
Insieme.
-Sì.- gli sussurra dolcemente.
Dean sospira pesantemente, sorride e si tira un po' indietro per guardarlo negli occhi. Di nuovo, il mare si incontra con il verde dei prati baciati dal sole; il freddo inverno abbraccia la calda estate, la buia notte si accoccola
tra le braccia dell'allegro giorno.
Si guardano e non c'è bisogno di parole, non c'è bisogno di sentimenti. E' tutto lì, nei loro sguardi uniti come le loro anime, intrecciati come i loro destini.
Il Winchester sorride, sospira di nuovo, poi, lentamente, le sue palpebre stanche si chiudono e Cas rimane solo, con un corpo pesante tra le braccia e un'anima che sale verso il posto che gli spetta: il Paradiso.
-A presto, Dean.-


Fine.

   
 
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