Autore:
nakahime
Titolo:
ho saputo
amarti?
Fandom:
supernatural
Personaggi:
Dean
Winchester, Castiel,
Tessa
Rating: verde
– PG
Pairing: Dean/Castiel
Trama:
in un futuro
lontano, Dean e
Cas sono ancora insieme. Un angelo non può invecchiare, ma
un uomo
sì, e alla fine può morire. Ma quando due destini
sono fatti per
stare insieme, nemmeno la morte ha il potere di separare per davvero.
N/A: ho preso
spunto guardando questo
video, che vi consiglio di vedere perché
è
meraviglioso.
Disclaimer: i
personaggi non mi appartengono, scrivo per piacere e non guadagno
assolutamente niente.
La
dedico ad una persona che ho conosciuto proprio qui, su questo sito.
Mi ha sempre sostenuta dall'inizio della mia avventura in questo
fandom. Non ci sentiamo più, eravamo molto legate ma questo
per lei
non ha contato molto, evidentemente. Beh, ogni tanto penso a te.
Spero la leggerai, spero capirai.
Ho saputo amarti?
Castiel
guarda Dean.
Lo sguardo del cacciatore è perso, vitreo. Il suo
volto ricoperto di cicatrici è sereno, nonostante queste
indichino
le difficoltà che quel corpo ha dovuto affrontare; le rughe,
numerose, testimoniano il tempo che, giorno dopo giorno, si
è
ammantato su quella bella pelle ricoperta di lentiggini.
La vita
di quel bizzarro esemplare d'uomo è andata ben oltre le sue
stesse
aspettative.
Castiel ne è così fiero.
Così fiero.
Stare accanto
a qualcuno che
combatte, difende ciò che ama anche a costo della propria
vita;
amare un uomo che non ha mai mollato. Sì, tutto questo lo
rende
orgoglioso.
Ora Dean non può più camminare, le sue gambe
ormai
stanche non si reggono in piedi, è costretto sulla cigolante
sedia a
rotelle che hanno comprato in un negozio dell'usato: perché
Dean non
voleva 'spendere soldi inutili per una ferraglia'.
Avrà anche perso l'uso delle gambe, ma di certo non ha
abbandonato il suo orgoglio.
Castiel lo vede mugolare qualcosa
d'indefinito tra le labbra secche, screpolate, ma sempre belle.
Sorride, poi abbassa la testa -Scusa.- dice.
Dean si volta verso
di lui, con lo sguardo corrucciato, l'offesa dipinge il suo viso ma
sotto sotto c'è qualcosa d'altro che fa fatica a venire
fuori, anche
dopo tutti gli anni trascorsi insieme.
-Non continuare a
fissarmi.- dice l'ex cacciatore, biascicando le parole,
perché
qualche dente è andato via e la sua pronuncia è
sibilante.
-Non
posso farne a meno.- si scusa l'angelo, ma non c'è davvero
rimorso
nelle sue parole. Continuerebbe a guardare il suo umano per
l'eternità e di certo non smetterà mai. Ne
è certo.
-Beh,
fattelo passare, Cullen. Sei inquietante.-
Castiel scuote il capo
e reprime una risata. Le emozioni umane sono così
confortevoli, ora;
quando può si lascia percuotere da esse. Dopo
così tanti anni
l'umanità non è più un mistero.
Ha imparato a stare sulla
Terra, è caduto tante di quelle volte ed altrettante
è riuscito a
riprendersi la sua immortalità; è sempre stato
caro a suo Padre.
-Ha chiamato Kevin.- dice il serafino, attirando l'attenzione
dell'altro.
-Beh? Che ha detto?-
-I cancelli sono ancora
chiusi, non c'è pericolo. Ha
cacciato uno skinwalker.- lo
rassicura il guerriero divino.
Il Winchester annuisce, il suo
volto è sereno. Vecchio e stanco, ma rilassato. E'
il volto di un vecchio consapevole
del traguardo sempre più vicino, un
uomo che sa
di non avere più
nessuna questione in sospeso.
-Quel piccolo bastardo.- ride Dean,
senza realmente dare senso alla frase. Ma Castiel non gli chiede di
continuare, sa benissimo quello che l'altro vuole dirgli.
Sono
così vicini, ora. Hanno trascorso mesi, anni, dolori e gioie
per
riuscire ad avvicinarsi, ad incontrarsi su quella strada troppo lunga
e tortuosa: ma alla fine si sono trovati.
Castiel sente che il legame con il
suo uomo è
forte,
indissolubile. E' ferreo come la sua esistenza millenaria. Niente
potrebbe distruggerlo, nemmeno quel mietitore che sta nell'angolo
della stanza e li sta osservando da qualche minuto.
L'angelo lo
guarda, gli occhi blu guizzano sulla sua figura e sorride a quella
vecchia amica che è Tessa; ora è arrivata per
compiere il suo
dovere. E' giunto il tempo.
Il
serafino le fa cenno di aspettare, e lei annuisce.
Dean non si è
accorto di nulla, sta di nuovo guardando fuori dalla finestra: il
giardino della loro casa è illuminato dal sole, le rose
stanno
sbocciando sotto il timido sole di metà aprile. Anche il
Winchester
sta sbocciando,
nella sua nuova vita
non più terrena.
L'angelo si alza e si avvicina al bracciolo
della poltrona, attirando l'attenzione del vecchio cacciatore.
-Voglio che tu veda una cosa.- gli dice, serio.
L'altro lo
fissa per alcuni secondi, senza capire, poi però riesce a
leggere in
quelle iridi blu come il mare che ha imparato ad amare più
di ogni
altra cosa al mondo, annuisce.
Castiel lo trascina in piedi, lo
tiene stretto per non farlo cadere -Non ti lascerò mai
andare.- gli
sussurra all'orecchio, mentre tiene strette le braccia intorno a quei
fianchi sottili, deperiti.
Dean ha gli occhi lucidi, nasconde il
volto sulla spalla dell'angelo. Non vuole farsi vedere, non vuole
piangere proprio al traguardo.
-Non sono mai stato bravo con i
sentimenti, Dean. Nemmeno tu, se è per questo, ma non sono
mai
riuscito a farti capire quello che provavo.- dice il serafino. La sua
gola sembra otturata, ora, da qualcosa che gli impedisce di parlare
bene. Il naso pizzica e le sue mani accarezzano lentamente, su e
giù,
la schiena del suo umano.
-Non vorrai fare lo sdolcinato, ora?
Credo di avere già il diabete.- scherza il Winchester, ma la
sua
voce spezzata dimostra ben altro.
Castiel gli posa un bacio sul
collo -Voglio farteli vedere.-
Dean chiude gli occhi e tira su
col naso, inspira profondamente, poi mormora un imbarazzato
-Pervertito.- che li fa ridere entrambi, tra le lacrime.
Tessa è
in piedi a pochi passi da loro, per quello che l'angelo può
vedere
anche lei sembra avere gli occhi lucidi.
-Chiudi gli occhi.- gli
intima l'angelo.
Dopo alcuni istanti, Dean fa come gli viene
detto. Poi l'angelo gli accarezza il braccio sinistro, fa scorrere il
palmo sulla pelle nuda fino a raggiungere quella spalla dove, anche
se non più visibile, è sempre viva e pulsante
quella cicatrice,
lasciatagli al momento in cui lo ha riportato indietro dall'Inferno.
Posa il palmo proprio nella stessa posizione, un po' inclinato
a sinistra, poi preme forte e lascia scorrere dentro di essa
quell'imponente parte della propria Grazia dove
si annida il ricordo del suo uomo.
E' solo di Dean.
C'è
un lampo abbagliante, poi sono entrambi in piedi in un vecchio
capanno disperso nel nulla, simboli dipinti in nero che si stagliano
lungo tutte le pareti e luci che scoppiano all'entrata di un angelo.
Un angelo del Signore.
-E' la prima volta che ci siamo
visti.- gli sussurra Castiel, in quella zona grigia d'incoscienza e
coscienza, tra il ricordo, il sogno e la realtà.
Si
guardano e Dean fissa quell'immagine di loro due, al di fuori, vede
le figure scorrere
come in un film, ma le emozioni che sente, quello che prova, non gli
appartiene. Non è suo, è di Castiel.
Sta sentendo le emozioni
del suo angelo.
-Voglio che tu sappia che questa non è
la fine.- gli dice l'angelo.
Sente
la curiosità che il serafino ha provato la prima volta che
si sono
visti, percepisce la Grazia pulsare, agitarsi e sentire un pensiero
poco puro sulle sue labbra. Gli viene da ridere ma si sente
schiacciato dalla sensazione di adorazione nei confronti dei suoi
occhi.
-E' solo l'inizio.-
La
scena cambia, come una slide in un vecchio film muto, un nuovo
fotogramma. Sono in ospedale, è ricoverato e Castiel sta
vegliando
su di lui. Come ha sempre fatto.
I sentimenti dell'angelo sono
ancora lì, ma più forti, ora. Percepisce
un'intensa tristezza, una
vecchia e bastarda malinconia che gli fa venire voglia di piangere.
Sente un pensiero ronzargli nella mente, anche quello appartiene a
quella creatura divina che lo ha accompagnato per tutta la sua vita.
-Non voglio sacrificarti. Ma tu sei giusto, ti ho visto, sei
giusto.-
-Se
avessi potuto avrei alleviato tutte le tue sofferenze. Ma sono
servite, siamo qui, ora, sono servite anche a questo, vero?-
Dean
vorrebbe parlare, ma non può. Le immagini scorrono di nuovo,
sono in
un vicoletto buio, sul retro di un motel di città da quattro
soldi.
Le sta prendendo da Castiel, ma il dolore che sente dentro, il dolore
che appartiene solo al guerriero celeste è
immenso,
più forte persino
di quei pugni che lo hanno fatto sanguinare. L'angelo soffre, prova
pena, si sente morire. Non vuole che Dean diventi il vestitino di
Michele, non vuole che gli accada qualcosa. Michele lo distruggerebbe
dall'interno, e ha paura, terrore di perderlo. L'ansia che sente gli
si avvolge intorno alla gola, non lo fa quasi respirare, lo riempie
fin dentro i polmoni.
-Ho provato a tenerti lontano dai
guai. Ma tu sei un testone, Dean. Non mi dai mai ascolto.-
Castiel
lo sta guardando da lontano. In quel bel giardino dietro casa di
Lisa. I Braeden. Non si palesa, ma la sua Grazia lo sta implorando di
cambiare idea. Gli sta chiedendo di andare dal
suo cacciatore
e chiedergli
aiuto e magari anche confessargli i sentimenti che prova.
L'amore
che Dean sta percependo, l'amore di quello stupido pennuto
lo sta facendo bruciare. E' forte, caldo, intenso come un fuoco vivo.
C'è pena, c'è desiderio, c'è tristezza
in quel sentimento così
immenso e caldo, così rassicurante che lo fa piangere. Lo fa
piangere. Il loro è un amore che fa male.
-Non ti ho
mai davvero tradito. Ero stupido, credevo di fare qualcosa di giusto
e tenerti al sicuro; ma tu al sicuro non ci sai stare. I miei errori
sono stati stupidi, ti ho deluso tante di quelle volte.
Perché mi
hai sempre ripreso con te? Me lo sono sempre chiesto.-
Ora
si stanno guardando mentre Castiel è imprigionato in un
cerchio di
fiamme. Sente l'agonia che strazia quel corpo e la sua Grazia. Non
voleva tradirlo, non voleva mentirgli. Sta urlando un -l'ho fatto per
te.- con la stessa disperazione di un condannato a morte che implora
per la propria vita.
-Una vita intera ad aspettarti,
Dean. Ti ho aspettato per secoli, millenni. Sei tu che mi hai
completato, lo sai? Ero come un puzzle a cui mancavano metà
dei
pezzi. Ero brutto, incompleto, non avevo senso. Tu me ne hai dato
uno.-
Castiel e Dean
ora si
stanno guardando. L'angelo è ora convinto di essere
Emmanuel, un
guaritore, un miracolo del Signore. E' ai piedi delle scale, e
qualcosa gli
si agita dentro,
e di certo
non è la paura per aver appena visto un demone.
C'è una vibrazione
in lui, no, è una tempesta. E' un tifone che lo scuote fin
dentro le
ossa e serpeggia nella sua anima, quando guarda in quegli occhi verdi
come i prati d'estate. Belli. Belli.
Dean sente quell'unico pensiero che gli attraversa la mente, o
meglio, attraversa la mente di quel Cas.
E
senza saperne il perché, quell'angelo
smemorato
sta guardando un
perfetto sconosciuto, pensando -Ti amo.-
-Dean, mi stai
sentendo? Li stai sentendo i miei sentimenti? Dean, sei prezioso.
Sei... sei la cosa più preziosa. Dean.-
Sono
in Purgatorio. Si sono ritrovati. Castiel ha paura che i leviatani
possano arrivare a prendere Dean. Ma allo stesso tempo, rivederlo,
posare gli occhi su quel sorriso aperto e sincero. C'è
sollievo, un
senso di liberazione e devozione. C'è un pianto interiore
che sembra
quello di un bambino che ritrova la sua mamma, dopo averla persa.
C'è
che un angelo sta piangendo dentro, sta morendo, è
devastato, perché
quell'uomo è tutta la sua vita e l'ha ritrovato.
-Ho bisogno di
te.- dice Dean, e il serafino muore e resuscita. Muore e sorride
internamente. Muore, perché sta amando troppo forte -Torniamo
a casa.-
-Non
hai idea di come tu mi abbia cambiato, non è vero? Sei
consapevole
di come tutto quello che ho fatto sia stato per te? Di come abbia
agito sempre in funzione tua? Tu sei stato il mio passato, il mio
presente e ci sarai, ci sarai nel mio futuro. Io ci sarò.
Dean, ti
amo.-
Dean
boccheggia, gli
manca l'aria, è pieno d'amore, tristezza, passione, gioia e
un
dolore così forte da fargli scoppiare il cuore.
Le immagini ora
si rincorrono confuse: il ritorno dal Purgatorio, la ricerca febbrile
delle tavolette, Castiel che lo picchia, lui che gli confessa il suo
amore, la loro prima volta, la caduta di Cas.
-Dean.
Andrà tutto bene, mi senti?- L'angelo sta piangendo.
Il
vecchio Winchester trema, si aggrappa alle spalle del suo angelo,
così stretti da potersi quasi percepire le rispettive anima
e
Grazia. Piange, l'umano, la fine è vicina e lui è
stanco e felice.
-Ti sento, Cas. Io ti sento sempre.- mormora, mentre le lacrime
continuano a cadere e la voce è rotta dal pianto.
-Ti ho detto
che sarei morto per te, brutto pennuto spelacchiato.-
Castiel
sorride, lo stringe di più. Chiude gli occhi.
-Non è la fine, è
solo un nuovo inizio.-
Il cacciatore trema, annuisce ma c'è
paura dentro di lui
-Farà
male?-
-Sono qui con te.- dice l'angelo e gli accarezza i
capelli, bacia la sua guancia bagnata.
-Voglio solo sapere
un'ultima cosa. Poi potrò andare.- sospira Dean, la voce
ridotta ad
un sibilo stanco, pesante -Ho saputo amarti?-
Il petto del
serafino implode in minuscoli pezzi di disperazione e dolore. Si
abbassa lentamente su di lui, le lacrime cadono velocemente, ormai
singhiozza senza controllo ma non se ne preoccupa. E' la fine della
loro vita mortale. Ora ritorneranno in Paradiso, entrambi.
Insieme.
-Sì.- gli sussurra dolcemente.
Dean sospira pesantemente,
sorride e si tira un po' indietro per guardarlo negli occhi. Di
nuovo, il mare si incontra con il verde dei prati baciati dal sole;
il freddo inverno abbraccia la calda estate, la buia notte si
accoccola tra
le braccia
dell'allegro
giorno.
Si
guardano e non c'è bisogno di parole, non c'è
bisogno di
sentimenti. E' tutto lì, nei loro sguardi uniti come le loro
anime,
intrecciati come i loro destini.
Il Winchester sorride, sospira
di nuovo, poi, lentamente, le sue palpebre stanche si chiudono e Cas
rimane solo, con un corpo pesante tra le braccia e un'anima che sale
verso il posto che gli spetta: il Paradiso.
-A presto, Dean.-
Fine.