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Autore: darkemo    30/03/2013    2 recensioni
Una ragazza. Una casa abbandonata. Un destino crudele attende Stacy e Chris.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le tre di notte e io non riuscivo ad addormentarmi. Ripensavo continuamente ai fatti accaduti recentemente e questo mi faceva rigirare nel mio letto senza pace.
Giorni prima, nel bosco di Cherry Hill, tre ragazze erano state trovate morte, sgozzate, i vestiti strappati e piene di graffi, tagli e lividi gonfi... come se qualcuno volesse tagliarle a pezzettini ma non ci fosse riuscito. Il fatto sconvolse la città, si sparse in poco tempo il terrore e nessuno si azzardava ad uscire da solo o dopo il tramonto.
Mi annoiavo. Chiamai Chris.
-Che c'è?- mi chiese lui, la voce impastata dal sonno.
-Non riesco a dormire, così ti ho chiamato...e ho sentito che c'è una casa abbandonata nel bosco, al confine con Shellrock Hill...vicino alla zona degli omicidi- sperai che accettasse.
-Ste, sai che ore sono vero? Io passo. Non voglio finire nei guai... andremo domani mattina. Ora buona notte. - Riattaccò. Dopo pochi secondi richiamò.
-Che cavolo! Va bene vengo...ma solo perchè non voglio lasciarti andare da sola- disse un po' preoccupato. Per risposta gli feci le fusa da gatto e qualche miagolio, facendolo ridere.
Feci appena in tempo a prendere una torcia, una giacca e a mettermi le scarpe che sentii il telefono vibrare: Chris era sotto casa mia con il motorino. Non volevo svegliare mia mamma, anche perchè avrebbe fatto una scenata solo per il fatto che sarei salita sul motorino di Chris, quindi feci tutto più silenziosamente possibile.
Durante il viaggio dovetti restare aggrappata a Chris per non cadere, il che mi stava più che bene, ma avvertivo una strana sensazione, come un brutto presentimento.
Per fortuna non ci mettemmo molto ad arrivare. Quando scesi e mi tolsi il casco, avevo i capelli tutti spettinati, cercai di risistemarli, ma senza uno specchio era difficile.
-Vieni qui, ti aiuto io- disse Chris, e quando accostò un ciuffo dietro l'orecchio, si soffermò a guardarmi negli occhi e con la mano mi accarezzò la guancia. Ebbi un fremito.
-Che ne dici se ci sbrighiamo? Andiamo a controllare subito, così dopo potremmo fermarci da qualche parte a .... Hey? Mi ascolti?- lui si era come incantato a guardare una cosa dietro le mie spalle, il suo viso sbiancò.

Mi girai. Non notai niente di strano.

-Cosa c'è?- chiesi rigirandomi verso di lui.
-C-c'era u-una r-ragazza d-dietro c-con u-un c-coltello...- ansimò.
-Hey calmati, sarà stata un'allucinazione. Tu guardi troppi film di paura!- risposi.
Quando si fu calmato gli chiesi se era sicuro di voler andare fino alla casa e mi disse di sì, che non aveva paura e che poteva benissimo farcela.
-...anche perchè dovrei essere io a difendere te- disse facendomi l'occhiolino.
Arrossii. - Andiamo?.

Mi incamminai nel bosco, Chris mi teneva per mano.
Avanzammo tra gli alberi per molto tempo, ma alla fine la trovammo: la casa abbandonata di Cherry Hill. Era vecchia, decadente, le tegole del tetto rotte o assenti, i vetri delle finestre erano mezzi rotti e il legno cominciava a marcire in alcuni punti. Dava un senso di malinconia, come se non avesse vissuto un felice passato, come se al suo interno si fossero svolte vicende che hanno portato a molte lacrime. Non era proprio un bello spettacolo, anzi metteva i brividi e la luce della luna contribuiva a renderlo ancora più lugubre, ma a noi piaceva tutto ciò che faceva accapponare la pelle.
-Beh? Restiamo qui fuori?- chiesi a Chris. Volevo sembrare coraggiosa ma la mia voce mi tradiva. Per un attimo sperai di poter tornarmene a casa.
-No, abbiamo fatto tutta questa strada e ormai sono sveglio, quindi entriamo- disse lui, più per convincere se stesso che me.
Accendemmo le torce e ci facemmo coraggio, Chris mi strinse la mano e ci avviammo verso la porta vecchia e ammuffita di quella casa "stregata".

Quando aprimmo la porta lentamente, quella emise un cigolio sinistro, così forte che credemmo si potesse staccare dai cardini da un momento all'altro. Illuminammo velocemente l'interno della casa tanto per assicurarci che non ci fossero pericoli. Sembrava tutto a posto e tirammo un sospiro di sollievo, ma non facemmo in tempo a fare un passo che un lamento acuto e straziante invase la casa.
-Stacy, sai che ti amo e che rispetto ogni tua decisione... però se fossi in te non andrei a ficcare il naso in questa casa...- disse con voce tremante. Non cedetti.
-Dai ormai siamo qui! E poi, cosa vuoi che succeda?- ostentai una risatina molto forzata.
-No! Cos'hai detto?! Ogni volta che dici così, succede SEMPRE qualcosa di...-

Le sue parole furono interrotte da un fulmine e da un altro grido.

-...merda. Ste, andiamo via!- mi afferrò per il braccio e mi trascinò fuori correndo.
Come se non bastasse cominciò pure a piovere e dopo cinque minuti eravamo già fradici dalla testa ai piedi. Le torce si spensero. C'eravamo persi.
-Perfetto! Vedi cosa accade quandi dici "cosa vuoi che succeda"?- le parole di Chris erano piene di rabbia, paura e qualche altra emozione sgradevole. Ci fermammo un attimo.
-Potevi non venire...- dissi sottovoce, ma non lo pensavo veramente. Si calmò.
-Mi dispiace, è che non sono abituato a tutto questo... Ste...io...- mi guardò intensamente.
Mi accarezzò la guancia, prese delicatamente il mio volto tra le sue mani e si avvicinò lentamente. Mi baciò. Le sue labbra erano morbide e calde, anche se bagnate dalla pioggia. Risposi al bacio chiudendo gli occhi e avvicinandomi di più. Lui si bloccò improvvisamente, mi staccai e lo guardai: era immobile con gli occhi sbarrati, dopo poco si acasciò contro di me. Lo afferrai prima che cadesse e mi sedetti con la sua testa sulle mie ginocchia. Lo avolsi, ma quando toccai la schiena, sentii una cosa dura e fredda che spuntava dalla maglia. Guardai. Un coltello infilzato in mezzo ad una grossa macchia scura. Tremai, era sangue. Lacrime silenziose rigarono le mie guance insieme alla pioggia, volevo urlare, gridare, ma tutto ciò che ne uscì fu un debole sibilo. Il dolore mi pervase insieme a paura e rabbia, volevo vendetta.
-Vieni fuori, mostro! Non ho paura di te!- gridai al bosco, alzandomi piano e sistemando a terra il corpo senza vita di Chris.
-...Io se fossi in te ne avrei...- sussurrò una voce dietro le mie spalle.

Mi misi a correre più veloce che potei, ma il bosco sembrava non finire mai. In più mi sembrava di girare in tondo perchè qualunque direzione prendevo, tornavo sempre nel punto da dove ero partita, costretta a vedere e rivedere Chris morto.
-Non mi sfuggirai!- gridò quella ragazza.
Le mie gambe stavano cedendo, non avevo più forza. Sentivo le forze che mi abbandonavano, mi arresi. Non riscivo a continuare a lottare. La ragazza si avvicinò.
Mi voltai a guardarla. Era pallida, bianca come un lenzuolo, il volto coperto dai lunghi capelli neri e sporchi. Impugnava un coltello, probabilmente quello che aveva usato per uccidere Chris. Mi rialzai, cercai un ramo o qualsiasi altra cosa che potesse aiutarmi ma non trovai nulla. Ero spacciata. Lei mi venne in contro, ma quando infilzò il mio petto con il coltello non sentii dolore, ero come in trance, avvertii a malapena il sangue che colava sulla maglietta e la inzuppava. Solo quando sfilò quel freddo pezzo d'acciaio una fitta mi attraversò tutto il corpo ma non era molto forte. Forse è così quando si muore, forse non si sente niente fino a che non diventa tutto buio e non riesci a fare nulla, neanche a pensare.
Il mondo diventò sfuocato, il rumore della pioggià si attenuò fino a diventare un rumore lontano e ovattato. Chiusi gli occchi.

Li riaprii di scatto e tutto era tornato come prima, tranne che per una cosa. Io.
Avevo una strana sete, non volevo acqua. Volevo sangue. E lo voglio ancora.


Quindi stai attento.


Sì dico a te, che stai leggendo questa storia.


Stai MOLTO attento.


La mia vittima potresti essere tu.

  
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