ATTENZIONE SPOILER DEL LIBRO "LA RAGAZZA DI FUOCO". Il seguente testo contiene espliciti riferimenti alla trama ed a vari avvenimenti narrati nel libro. 




Mi infilo in stanza senza guardare in faccia nessuno.
Un po’ per nascondere i miei occhi che diventano rossi, o il mio viso che perde colore. 
Chiudo la porta facendo scattare la serratura dietro di me. Mi siedo sulle lenzuola di quel blu allegro che dovrebbe farti stare bene, secondo loro, e con la testa tra le mani lascio che qualche lacrima mi righi le guance.
Adesso mi crederà pure una specie di ragazzina lunatica.
Ma che m’importa? Mi importa tanto.
Questa consapevolezza non mi prende certo di sorpresa. Insomma so’ bene quello che sento.
Non che mi dispiaccia sposarla, conosco i miei sentimenti nei suoi confronti. Ma avrei voluto fosse vero- come le ha appena detto Haymitch, tra l’altro- vorrei stare con lei, e dopo qualche anno sposarci. Vorrei uscire con lei, regalarle dei fiori, guardarla quando caccia, insegnarle a fare il pane.
Vorrei solamente che questo matrimonio venisse in un altro modo. Vorrei solo che lei mi amasse, alla fine.
Forse saremmo sposati per sempre, per salvare le nostre vite e quelle di coloro che amiamo. Ma sarà una vita degna di essere vissuta, la mia?
Saremmo costretti a vivere insieme, a baciarci in pubblico, a dire davanti alle telecamere quanto ci amiamo.
Io dovrò dirlo. Perché lei non è brava a fingere, non lo è mai stata. Ed io?
Riuscirò a dichiarare il mio vero amore per lei davanti a milioni di telecamere, anno dopo anno, a fare da mentore con lei a ragazzini che manderò a morire ogni anno?
Potrà il nostro finto amore salvarne qualcuno?
Magari dovremo dormire insieme, anche, per scacciare i nostri reciproci incubi.
Perché, per quanto lei abbia bisogno di me per riuscire a dormire di nuovo dopo che un incubo  l’ha svegliata, sono io ad avere un ossessivo bisogno di averla accanto, perché i miei incubi comprendono solo i più svariati e terribili modi per perdere lei. E non vedendola dormire affianco a me ogni volta dovrei correre dai lei alle due di notte in preda ad un attacco di panico per constatare che sia viva.
E, forse, quando la notte staremo insieme lei dirà il nome di Gale nel sonno, perché so’ quello che sente per lui, me ne sono accorto, e non potrò dire nulla. Magari scapperà per andare da lui, e io non potrò dire nulla, e forse passerò le notte a cercarla per assicurarmi che sia ancora viva. Trovandola con lui, forse, mentre mi deridono, o mentre lei si lamenta di come sia noioso quel matrimonio con me che le è piombato addosso, ma che non ha mai voluto.
Mi accorgo dai miei pensieri che non sono ancora riuscito a perdonarla completamente per non avermi parlato della faccenda nella quale siamo dentro fino al collo.
Ma non potrò mai smettere di amarla, credo, non riuscirò mai ad odiarla, nemmeno lontanamente. Nemmeno per un secondo.
Forse passerò i prossimi vent’anni ad interrogarmi sulla falsità di ogni suo piccolo gesto, cercando una luce nei suoi occhi che mi dica che non sto vivendo una completa bugia.
Cercherò quella luce anche inginocchiandomi davanti a lei in mezzo ad un sacco di persone di cui non mi importa nulla, cercherò in quel ‘si’ qualcosa di veritiero.
Fino all’ultimo secondo cercherò quel qualcosa, finché la luce non lascerà i suoi occhi e i miei.

Già, volevo decisamente che fosse vero.




Ehy! Eccomi di nuovo di qui con una nuova OS narrata dal punto di vista di Peeta.
E' un po' un missing moment della prima parte del secondo libro, spero abbiate gradito. A presto!