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Autore: Amy_Mac    30/03/2013    0 recensioni
“Vattene, Cas!”. Le parole ti escono in un moto di rabbia, senza che tu te ne renda conto e ti lasciano perplesso, per un istante; ma l’angelo resta fermo, a pochi passi da te.
“Dean…”. Vorresti tapparti le orecchie, dimenticare il suono della sua voce. Perché questa è così dolce, così comprensiva. E tu senti di non meritartela. Non credi ti si debba concedere questa piccola gioia: il sentire la sua voce pronunciare il tuo nome.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa one shot nasce semplicemente da una canzone: Not Alone dei Red. È stato subito un colpo di fulmine e più la ascoltavo e più pensavo che parlasse di Cas e Dean e alla fine ho deciso di farla diventare una fan fiction. Non c’è assolutamente un contesto preciso, perché mi piace pensare che una scena simile si possa verificare in qualsiasi situazione.
 
 
 
Abbassi lo sguardo, ma anche così riesci a percepire quegli occhi attraversare ogni centimetro del tuo corpo, scavarsi un passaggio dentro di te ed esplorarti.
Non avevi permesso a nessuno, mai, di fare una cosa simile. Ma con lui è diverso.
Come potresti impedirglielo? Lui ti ha salvato.
Ti ha strappato dall’inferno, afferrandoti con così tanta forza che, ancora adesso, riesci a vedere, sfumato, il contorno della sua mano sul tuo braccio, dove fino a poco tempo prima quell’orma era ancora intatta, precisa.
Hai provato per così tanto tempo ad impedirglielo, ma non ci sei riuscito.
Ti allontani, uscendo all’aria aperta, e in pochi istanti la pioggia ti bagna completamente.
Alzi gli occhi al cielo, in un gesto che, ormai, è diventato così abituale.
“Dean…” senti alle tue spalle.
Non c’è bisogno di girarsi. Sai che è lui, sai che ti ha seguito fin fuori.
Riconosceresti la sua voce tra mille. Riconosceresti tra mille quella sensazione di bruciore sulla pelle, ogni volta che ti guarda.
Vorresti solamente che la smettesse. Che la smettesse di cercare di salvarti.
Perché, Dean, quando anche lui se ne andrà, quando anche lui, di nuovo, ti deluderà, chi ci sarà a salvarti? Di angeli, lassù, a proteggerti, ad ascoltarti, non ce ne saranno più. E tu non vuoi affidarti a lui, non di nuovo. Non vuoi permettere che tutto finisca ancora una volta, non vuoi perderlo.
“Vattene, Cas!”. Le parole ti escono in un moto di rabbia, senza che tu te ne renda conto e ti lasciano perplesso, per un istante; ma l’angelo resta fermo, a pochi passi da te.
“Dean…”. Vorresti tapparti le orecchie, dimenticare il suono della sua voce. Perché questa è così dolce, così comprensiva. E tu senti di non meritartela. Non credi ti si debba concedere questa piccola gioia: il sentire la sua voce pronunciare il tuo nome.
“Non ora, Cas”.
Cerchi di controllare la rabbia e questa volta le tue parole suonano come una preghiera. Un’altra delle tante che, ormai, non puoi fare a meno di rivolgergli.
Ma l’angelo continua ad osservarti, con la testa leggermente inclinata.
Lo odi. Vedi le sue labbra schiudersi e hai paura, paura di quello che potrebbe dire, della verità che – ancora una volta – potrebbe sputarti addosso con quella sua sincerità involontaria, quasi innocente.
 “Tu stai… scomparendo. Che cosa ti è successo, Dean? Sembri così… solo. Così spaventato”.
“Non farlo, Cas”.
Vorresti riuscire a dirgli altro, ma le parole ti muoiono in bocca.
Vorresti dirgli di uscire dalla tua testa, una volta per tutte. Di smetterla di conoscerti così bene, perché – continui a ripetere a te stesso - lui non è nessuno per te, non condividete nessun legame profondo.
Non è Sammy, non è tuo padre.
Nessuno.
E allora perché non riesci a staccare i tuoi occhi dai suoi? Perché non riesci a controllare le lacrime che, lentamente, si fanno strada sul tuo viso?
Alzi le braccia, per poi farle ricadere sui fianchi.
“Guardati intorno, Cas! Le persone stanno morendo, noi stiamo perdendo! Non c’è speranza. Dimmelo tu, che sei un angelo.  Dov’è la speranza in un mondo così freddo?”.
Non lo ammetteresti mai ad alta voce, ma hai perso così tanto e così tante persone che una parte di te ha bisogno che tu sia salvato, di nuovo.
Hai bisogno di risentire il tocco caldo della sua mano sulla tua pelle, sentirti di nuovo vivo.
Continui a cercare una luce, qualcosa che possa farti uscire da questo maledetto tunnel fatto di morte e di perdita, ma tutto intorno a te è nero e tace.
Lo sai, nessuno potrà sentire il suono del tuo pianto.
Lo sguardo dell’angelo si fa dolce e tu capisci.  
Non riuscirai mai a tenergli nascosto qualcosa, perché Cas sembra avere il potere di vedere tutto, di percepire ogni vibrazione della tua anima, ogni scossa di dolore.
Ti afferra per il braccio e, Dean, puoi giurare che la mano dell’angelo stia percorrendo, ancora una volta, il contorno dell’impronta che la sua mano aveva lasciato molto tempo prima. Perché quella ferita ricomincia a bruciare, come una pulsazione incessante.
“Tu non sei da solo, Dean. Io non ti abbandonerò.  E io lo vedo…” abbassate entrambi lo sguardo sulla sua mano, ancora appoggiata al tuo braccio. “… io so che il tuo cuore è pieno di sogni infranti, di speranze abbandonate. Lo so. Sei come… un ricordo che sbiadisce. Lo siamo tutti”.
Il tocco dell’angelo è riuscito a donarti di nuovo un po’ di calma, ma le lacrime, quelle, traditrici, continuano  a sporcarti il viso, quasi fossero nere, nere come il vuoto che sembra essere sul punto di inghiottirti.
“Non c’è più niente, Cas. Niente per cui andare avanti e per cui lottare, non lo vedi? E’ tutto finito, non resta altro se non dolore”.
E la pioggia non sembra voler lavare via quella sensazione, che ti resta addosso, appiccicosa.
Sarebbe mai finito?
L’angelo non ti risponde ma, di nuovo, c’è bisogno di parole?
Ti basterebbe alzare lo sguardo, perderti in quel mare di azzurro salvifico e leggere le risposte a tutte le tue domande.
In un mondo così freddo e così abbandonato, ti sembra che nessuno potrà mai arrivare in tuo soccorso. Le braccia di nessuno ti stringeranno e ti potranno salvare.
Ma eccolo lì. Lui c’è, lui è vero. Lo senti dal peso del suo sguardo, dalla sempre costante difficoltà nell’averlo affianco. Lo senti nella morsa che la sua mano stringe intorno al tuo braccio.
Tu non sei da solo. Non lo sei mai stato e mai più lo sarai.
Lui è stato la tua speranza e continuerà ad esserla.
Sì, ogni volta in cui ti sentirai solo o perso, potrai guardare in alto e socchiudere le labbra.
Basteranno poche parole, un semplice nome e, quando il tuo mondo, inevitabilmente, andrà in frantumi ancora una volta, griderai il suo nome e lui tornerà e sarà di nuovo la tua speranza.
Quando il mondo sembrerà aprirsi sotto i tuoi piedi, ancora, e le porte dell’inferno vorranno inghiottirti di nuovo, tu non avrai paura, lo sai, perché dall’alto quelle braccia, quelle braccia di salvezza, arriveranno in tuo soccorso e ti sorreggeranno.
Involontariamente, il tuo braccio libero si muove, appoggiandosi a quello dell’angelo.
Il contatto ti fa tremare, ma allo stesso tempo ti rassicura.
E ti rendi conto di volerne di più, di voler estendere quella sensazione di calore e di protezione a tutto il tuo corpo.
Lo abbracci e in quest’istante tutto sembra acquistare di nuovo un significato. Il buio sembra dissiparsi lentamente, lasciando un posto ad un bianco iridescente.
E non riesci a dare un nome a quello che provi. Lo chiameresti amore, te lo dicono queste braccia che ti circondano, il calore che ti invade.
Vorresti alzare lo sguardo, se solo ci riuscissi, e forse potresti capire che l’amore finalmente ha un volto.
Ci sono io, con te. Ti accompagnerò attraverso tutto questo. Non ti abbandonerò e… ti afferrerò quando non vorrai far altro che lasciarti andare, far finire tutto quanto. E non sarai solo, perché io sarò la tua speranza. Non devi sentirti solo e abbandonato, come un ricordo che sparisce in lontananza.
Chiudi gli occhi e ti sembra quasi che sia questo stesso abbraccio a comunicartelo.
Non riesci a capire se sia solo un brutto scherzo della tua mente ormai distrutta, ma riesci a sentire quelle parole, chiare, come se l’angelo fosse riuscito a leggerti dentro, come se volesse trasformare i tuoi desideri in certezze.
“Io sarò la tua speranza”.
 
 
  
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