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Autore: MinnieStar    30/03/2013    2 recensioni
L'EXO è una mafia famosa nella società del crimine in tutta l'Asia. A capo di questa c'è il boss Kris e gli altri componenti sono specializzati in vari campi del mondo illegale. Quindi cosa succede quando Kris decide di portare con sè una piccola Kitty abbandonata e lasciata al suo destino per la strada?
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kris, Kris, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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To Be Picked Up By Mafia
Arc: Introduction. Chapter One.



“Iniziate dopo il tre, d’accordo?” Il giudice urlò. “Uno, due, TRE!”

Yukirin accerchiò il suo avversario, un ragazzo che sembrava più grande di lei, e fece un sorriso sghembo. Ad un certo punto si immobilizzò, illudendo il suo avversario di poterla sconfiggere, e rapidamente gli sferrò un calcio nello stomaco. Lo vide volare dall’altra parte del ring e udì la gente che la acclamava. Il ragazzo cercò di rialzarsi mentre lei correva verso di lui con un lieve sorriso sulla faccia, saltò e diede un calcio al collo del ragazzo, mettendolo al tappeto. Il giudice dell’incontro andò a verificare le condizioni del ragazzo e decretò il vincitore. Yukirin ricevette la sue ricompensa in denaro e se ne andò, senza interagire con alcuno degli spettatori.

Si mise le mani in tasca non appena sentì il freddo invernale che c’era all’esterno. Rabbrividì e s’incamminò nella strada, fermandosi solo quando vide un calendario. Segnava il 15 novembre, e lei sbuffò amaramente. ‘Che magnifico diciottesimo compleanno’, pensò. ‘Sono già passati 18 anni da quando quella stronza mi diede al mondo”. Naturalmente si riferiva a sua madre, che la buttò fuori di casa circa quattro anni fa, e al solo pensiero le veniva da rimettere. Ricominciò ad camminare per raggiungere quel piccolo appartamento che chiamava casa.

Si voltò e si scontrò contro una persona molto alta, e alzò lo sguardo, gli arrivava a malapena sotto il mento. Notò il suo corpo insanguinato e mormorando chiese scusa, provando ad allontanarsi come se per lei uomini feriti e insanguinati fossero all’ordine del giorno, e forse lo erano. Ma non fece in tempo a fare un passo che il tipo la prese per il polso. Lei si voltò, mezza infastidita e mezza sorpresa.

“Sì?” chiese la ragazza.

Senza dire una parola il ragazzo la scaraventò contro il muro, tirò fuori una pistola e gliela mise vicino alla tempia. “ Portami a casa tua,” disse bruscamente.

Lei annuì, e sollevando un sopracciglio, allontanò la pistola dalla sua testa e continuò a camminare verso casa, controllando ogni tanto se l’uomo la stesse seguendo. Le mani le tremavano, ma cercò di non farlo capire stringendo i pugni.

Quando finalmente giunsero allo squallido appartamento, aprì la porta e fece segno all’uomo di entrare. Il ragazzo esitò sulla porta d’ingresso e lei, roteando gli occhi, lo accompagnò dentro mostrandogli il bagno.

“Fatti una doccia,” gli ordinò e andò in salotto.

Yukirin cercò dei vestiti abbastanza grandi da potergli andar bene. Alla fine tutto quello che riuscì a trovare furono una maglietta e un pantalone da ginnastica, presi al fight club assieme ad un paio di boxer. Bussò alla porta del bagno.

“Ti lascio i vestiti fuori dalla porta,” urlò e si diresse in cerca di un kit per il pronto soccorso.

Ci mise un’infinità di tempo per fare la doccia, e quando uscì non indossava la maglia. Lei alzò il sopracciglio ma si rese conto delle ferite sanguinanti che aveva e che giustificavano il fatto che fosse a petto nudo. Così Yukirin gli fece segno di sedersi sul letto per medicarlo.

Mentre fasciava la ferita da arma da fuoco, notò le numerose cicatrici che aveva sia sulla schiena che sul torace. Sperò che se ne andasse in fretta dopo l’aiuto che gli stava dando, dato che non voleva avere altri problemi, non importa quanto attraente fosse.

“Non mi chiedi come mai sono in questi condizioni?”disse ad un tratto il ragazzo,con la sua profonda voce che sorprese Yukirin.

“Non è un mio problema.” Si alzò. “Vuoi qualcosa da mangiare?”

“Non c’è bisogno. Perché mi stai aiutando?” disse guardandola negli occhi mentre rimaneva seduto sul letto.

“Mhmm, non volevo che mi sparassi,” rispose con voce flebile.

Lui sorrise, agitando la pistola che aveva in mano. Dopo qualche minuto si alzò dal letto e si mise addosso la maglia.

Quando arrivò sul ciglio della porta, disse “Comunque mi chiamo Kris, se ti interessa saperlo.”

Lei annuì e richiuse la porta. Si appoggiò a questa e scivolò a terra fino a ritrovarsi seduta con la schiena contro la porta. Non aveva la più pallida idea di chi fosse quell’uomo, ma quello di cui era certa è che non avrebbe esitato a sparare se si fosse rifiutata di fare quello che voleva. Così senza pensarci troppo e ignorando il sangue per terra, si mise a dormire, addormentandosi molto prima di quanto credesse.

Il giorno dopo Yukirin ricevette la notizia che l’edificio in cui stava sarebbe stato demolito il giorno seguente e quindi tutti quelli che ci abitavano dovevano prendere le loro cose e andarsene. Sospirò; sembrava che non gliene andasse bene una, pensò.

Raccolse tutte le sue cose, che non era poi così tante, visto che la maggior parte delle cose le erano state messe a disposizione con l’appartamento e dovette solo prendere i suoi effetti personali, che praticamente consistevano in pochi abiti e un prezioso orologio da taschino d’oro con una catena. Non sapeva perché tenesse così tanto a quell’orologio da taschino, lo aveva raccolto da un angolo della sua stanza prima di essere cacciata di casa. L’aveva preso in un momento di curiosità, ed era rimasta piacevolmente sorpresa nell’apprendere che funzionava ancora nonostante il vetro fosse crepato. Le dava la forza di continuare quando voleva arrendersi.

Si guardò attorno in quel appartamento che per gli ultimi due anni aveva chiamato casa, poi chiuse la porta e se ne andò e scese le scale. Sollevò lo sguardo al cielo; sembrava che avrebbe dovuto dormire per strada finché non avesse trovato un nuovo posto dove stare, come aveva fatto nei due anni prima di trovare l’appartamento.

  
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