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Autore: a rainy day    31/03/2013    2 recensioni
Questa OneShot è ispirata ad una cosa che mi è successa davvero, tranne per il finale a lieto fine che poi scoprirete.
Spero sia di vostro gradimento.
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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-          Debby, devi parlargli! – mi disse con voce severa il mio migliore amico Matteo.
-          Sì, ma, Teo, non è facile, capisci? Lui non sa quasi nemmeno che esisto! È il tipo più popolare della scuola, cosa pensi gliele possa importare di una come me? – gli urlai contro, in preda ad una crisi di nervi. Ma d’altronde era la verità: lui non si sarebbe mai e poi mai azzardato a parlare con me. Io sono una di quelle persone che lui evita, ci “conosciamo” (è una parola grossa) dai tempi delle medie, lui era nella D, mentre io nella A e ora ci salutiamo appena. Non ho mai fatto grandi discorsi con lui, se non un “Ciao” ogni tanto, quando incrocio i suoi stupendi occhi verdi all’intervallo, o la mattina alla fermata del bus.
Dalla rabbia mi scese una lacrima, l’ennesima in quel periodo.
Il mio migliore amico si apprestò ad asciugarla con un gesto veloce e dolce dell’indice, prima che essa potesse fare il suo corso e rigare ogni mio centimetro di volto.
Mi abbracciò dolcemente, con sentimento. Passammo tutto il pomeriggio a chiacchierare e non toccammo mai più quel tasto.
Arrivò finalmente il giorno del mio compleanno, un giorno stupendo per me.
Come tutte le mattine, mi diressi a scuola, feci per salire l’ultimo gradino delle scale per arrivare alla mia classe e mi sentii chiamare da… oddio… Stefano? No, non è possibile. La mia testolina si sarà sicuramente immaginata la sua calda e soave voce.
Sentii un tocco leggero sul mio braccio, che poi diventò più prepotente.
-          Ehi, Deborah, auguri! – mi disse il ragazzo, con molto entusiasmo e con un sorriso da far perdere la testa. Era Stefano, il ragazzo che mi piace. Ok, mi ha fatto gli auguri. Calma, Debby, calma, controlla il rossore del tuo viso.
-          G-g-grazie – fu l’unica cosa che mi uscì dalla bocca.
Come sono impacciata! Non dovevo sprecare un’occasione del genere.
Ci salutammo e, più felice che mai, aspettai il mio migliore amico Matteo sulla soglia della porta della nostra classe. Appena lo vidi arrivare gli saltai letteralmente addosso. Lui era imbarazzatissimo a quel contatto, lo capii dal suo volto che subito si estese in un sorriso teso e controllato al minimo centimetro.
-          Come mai questo buon umore, Debby? –
-          Stefano mi ha fatto gli auguri! –
-          Wow -  disse con poco entusiasmo.
-          Non sei contento per me? – il suo sorriso a trentadue denti si incupì un po’, ma poi tornò a splendere. Annuì con la testa.
La campanella suonò ed entrammo in classe.
Passarono i giorni, di Stefano nemmeno l’ombra. Vedevo il mio migliore amico sempre più preoccupato. Dopo una settimana, Matteo mi si avvicinò con la testa bassa, chissà per quale motivo.
-          Scusami, Debby, scusa! – mi disse quasi in lacrime.
Non capivo: perché avrebbe dovuto chiedermi scusa se non mi aveva (o almeno credevo) fatto niente di male?
Lo guardai perplessa. Lui mi guardò negli occhi, poi distolse lo sguardo e cominciò a parlare:
-          Ho chiesto io a Stefano di farti gli auguri -
Cosa, cosa, cosa? Cioè, avevo sentito bene? Da lui non me lo sarei mai aspettata, mi ha ferita, troppo.
-          Cosa diavolo ti salta in mente, Matteo? – erano anni che non lo chiamavo così, con il suo nome intero.
Con poche semplicissime parole, tutta la felicità che avevo prima per via degli auguri di Stefano svanì, mi crollò letteralmente il mondo addosso dopo la dichiarazione di Matteo.
Litigammo per un’ora, sbraitando uno contro l’altro, lui continuava a chiedermi scusa, ma io ero troppo arrabbiata con lui.
Una volta che se ne andò e finimmo di litigare, scoppiai in lacrime, tristemente. Non capivo il motivo del suo gesto, ero troppo arrabbiata per poter ragionare lucidamente.
Non potevo proprio pensare di aver perso ogni cosa, tra cui anche la felicità.
Passarono i mesi, in classe io e lui non ci calcolavamo più, non parlavamo mai. Poi mi venne in mente una vendetta: avrei chiesto a Stefano, ovviamente in chat, se era vero che gliel’aveva chiesto Matteo di farmi gli auguri.
Sperai con tutta me stessa che quella sera fosse in chat, aprii Facebook ed era lì, col pallino verde. Cliccai sulla sua chat, vuota, bianca, non ci eravamo mai parlati lì.
Presi coraggio, feci un respiro e iniziai a digitare qualcosa sulla tastiera:
“Ciao, scusa se ti disturbo, hai presente Matteo R*****? Volevo chiederti se è stato lui a chiederti di farmi gli auguri il giorno del mio compleanno…”
Attesi con ansia la sua risposta, che non tardò ad arrivare.
“No, te li ho voluti fare io”
“Ok, grazie”
Feci lo screen della chat, lo stampai e ci scrissi sopra “Per Matteo, da Deborah”. Ok, spero funzioni.
La mattina dopo lo poggiai sul suo banco e attesi il suo arrivo.
Varcò la soglia dell’aula, guardò il suo banco stranito e prese in mano il foglio. Guardò il contenuto e fissò lo sguardo nel vuoto.
Venne dritto verso di me.
-          E questo, Debby? – Wow, mi chiamava ancora per soprannome.
-          Beh, non lo vedi? –
Annuì.
-          Diamine, perché non capisci il motivo per il quale ti ho detto quella bugia? – cominciò ad urlarmi a dir poco contro.
-          Deborah, possibile che tu abbia i cetrioli sugli occhi? Non capisci proprio perché ti abbia mentito? – scossi la testa, non comprendendo il suo discorso.
-          Io sono innamorato di te, Deborah! – mi confessò, guardandomi dritto negli occhi.
Come, come, come? Cioè, il mio migliore amico innamorato di me? Che cosa?
-          Se ci sei rimasta male ti capisco, ma è da un po’ ormai e non posso fare a meno di pensare a te al mio fianco – rimasi sbalordita dalle sue parole, lui si avvicinò col viso al mio, i nostri respiri si sfiorano, la sue mani prepotenti sui miei fianchi. Io istintivamente gli circondai il collo con le braccia e ci baciammo, prima a stampo.
Tra un bacio e l’altro gli sussurrai:
-          Scusa, Teo, davvero –
-          Scusami tu, tesoro –
Ci staccammo dai baci e gli dissi:
-          Perché non me l’hai detto prima? Io tempo fa sono stata male per te, perché eri il mio migliore amico e volevo che diventassi qualcosa di più. Poi ho tentato di farmela passare e mi è entrato nella testa Stefano, ogni giorno sempre di più. Ogni giorno tentavo di non perdermi nei tuoi occhi e c’ero quasi riuscita. Tutto questo potevamo viverlo molto prima, se solo avessi saputo che anche tu ricambiavi – conclusi.
Giorno dopo giorno Stefano era sempre meno nella mia testa, lui era soltanto una persona che avevo cercato per dimenticarmi di Matteo, il mio (ormai non più migliore amico) fidanzato. 


###
Buongiorno a tutti! Eccomi qui con una one shot ispirata ad un fatto realmente accaduto a me. 
Che ve ne pare?
Il finale è inventato, non mi metterei mai con il mio migliore amico >.<
Beh, in ogni caso, spero la leggiate.
Aspetto delle recensioni, sempre se ce ne saranno.
Alla prossima!
Ciao,
itsonlyadream

(sì, ho cambiato nick) 

  
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